[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 150 / GIUGNO 2020 (CLXXXI)


antica

Anno 476

La silenziosa fine del mondo antico

di Mauro Napoliello


Il passaggio dall’epoca antica all’epoca medievale è stata una fase di grandi cambiamenti, politici, sociali ed economici che hanno coinvolto tutto lo scenario europeo, partendo dalla penisola italiana. La data, 476 d.C. sta a simboleggiare quel momento in cui l’antico potere dell’imperatore, viene sostituito dal nascente regno del generale Odoacre, il tutto nella quasi completa indifferenza del popolo e del senato romano.

 

Diciamo che comunque, come impero, quello d’Occidente, era ormai tempo che non esisteva più, gli ultimi imperatori che si erano succeduti al trono, erano dei fantocci, non avevano più nessun valore, se non quello simbolico. La questione nella sua analisi, va sicuramente affrontata per gradi al fine di comprenderla meglio.

 

Pensando alla caduta di Roma, si pensa subito alle invasioni barbariche, che sono solo una parte dei fattori che hanno fatto crollare l’impero d’Occidente. L’impero romano, fin dalle sue origini, ha sempre avuto a che fare con i barbari, fuori e dentro i confini del limes, questa gestione avveniva seguendo determinati criteri: l’impero era grande e aveva bisogno continuamente di manodopera e di soldati a infoltire le legioni. I barbari, sono stati per secoli introdotti sulla base delle esigenze romane, con un esemplare, meccanismo di immigrazione controllata con una conseguente integrazione.

 

Il risultato portò ad avere una lenta trasformazione della società, non più solo latina, ma costituita con il tempo, in gran parte da barbari romanizzati, tant’è che perfino l’esercito, ebbe ufficiali barbari. Tutto questo per comprendere, che all’atto della sua destituzione, l’imperatore Romolo Augusto, o Augustolo per la sua giovane età, regnava in un impero che non era più quello degli antichi romani (egli stesso era figlio di un barbaro e barbaro era il generale Odoacre che lo depose), ma era già un regno barbarico. Andando sempre più nel cuore di questa vicenda andrebbe menzionato un avvenimento di circa un secolo prima.

 

Senza ombra di dubbio, la goccia che fece traboccare il vaso, fu la battaglia di Adrianopoli: i Goti, nell’estate del 376 d.C., terrorizzati dall’avanzata degli Unni, si spinsero oltre il Danubio a centinaia di migliaia, riversandosi all’interno dei confini dell’impero romano. I romani, pur applicando il loro sistema di controllo migratorio, non riuscirono a contenere quella moltitudine che eluse molti dei loro controlli, come quello del possesso di armi.

 

Dopo mesi di convivenza conflittuale con l’esercito, i Goti insorsero e si organizzarono, portando la devastazione nei territori che invadevano. Si arrivò nel 378 d.C. allo scontro decisivo tra Goti ed esercito romano, dove questi ultimi, accusarono una pesantissima sconfitta, perdendo buona parte dei veterani e addirittura, assistettero all’uccisione sul campo di battaglia dell’imperatore d’oriente Valente.

 

Senza dubbio, dopo questi avvenimenti, tutto l’impero romano, non fu più lo stesso; la parte orientale, attraverso travagliate vicissitudini, riuscì in qualche modo a ristabilire un sostanziale equilibrio, cosa che non fu così per la zona occidentale, molto più esposta alle invasioni barbariche, in seguito agli avvenimenti di Adrianopoli, lentamente declinò.

 

Roma, nel corso della sua storia, subì sconfitte ben peggiori di quella di Adrianopoli, come ad esempio a Teotoburgo nel 9 d.C. solo che stavolta, non ebbe più la forza per risollevarsi e ristabilire l’ordine. La penisola italica, durante tutto il V secolo, subì costanti minacce e razzie, per citare alcuni avvenimenti importanti possiamo ricordare, il sacco di Roma da parte di Alarico nel 410 d.C., la successiva calata di Attila e gli Unni nel 452 d.C. e le razzie dei Vandali di Genserico nella caput mundi, nel 455 d.C.

L’atto finale, lo possiamo sancire con Odoacre nel 476 d.C., che alla testa dei suoi soldati, destituisce l’inutile figura di Romolo Augusto e spedisce all’ imperatore d’Oriente, i simboli e le effigi imperiali. Dopo circa 800 anni di storia, questo epocale avvenimento, avvenne nella quasi indifferenza dei romani e del Senato. I primi, erano distaccati dai giochi politici della capitale, la stragrande maggioranza dei cittadini, viveva in condizioni misere, era enorme la differenza sociale che li divideva dalla piccola fetta di aristocrazia.

 

I contadini, abbandonavano le campagne, ormai luogo di scorrerie, per mettersi sotto la protezione dei ricchi proprietari latifondisti, i quali rinforzarono le loro ville fuori città e assoldarono delle guardie personali: nacquero’ così i primi castelli. Inoltre, con la fine delle guerre di conquista, gli schiavi erano pochi, quindi, si sfruttarono le braccia dei contadini, che con il sistema del vassallaggio barbaro, acquisivano più dignità rispetto i metodi romani e maggiore protezione. L’insieme di questi elementi, condurrà l’Italia nel periodo feudale, gli albori del Medioevo.

 

Tornando all’aspetto della città di Roma, come già detto, la destituzione dell’imperatore fece poco rumore, il Senato non oppose la minima protesta davanti a un sopruso del genere; qualche senatore, come il rappresentante delle religioni pagane Simmaco, espresse qualche timida contrarietà in merito, ma il tutto si spense in fretta davanti alle spade dei soldati.

 

Davanti ai suoi occhi, Odoacre trovò una città in declino, parassita di Costantinopoli, con un’attività economica misera ed enormi disparità sociali; una galoppante burocrazia e un sistema tributale corrotto all’inverosimile, spinsero molti cittadini romani a spingersi oltre il limes e rifugiarsi presso i popoli barbari.

 

In questo caotico terreno del V secolo d.C., comincia a germogliare il seme del Medioevo: circa 100 anni prima nasceva a livello embrionale, il 476 d.C. lo porta definitivamente alla luce. Non bisogna però credere che da quel momento le cose precipitarono da subito, anzi per almeno un altro secolo, nel nuovo regno romano-barbarico, si assisterà a una buona ripresa sia economica che militare, per molti anni, nonostante la caduta dell’impero, sembrerà di vivere ancora nell’ epoca antica, con il senato romano incaricato di legiferare e con tutte quelle strutture ancora al loro posto e in funzione, come terme e acquedotti. La differenza era di avere un re barbaro e un esercito formato e gestito da soldati barbari che non combattevano più seguendo le rigide tattiche delle legioni.

 

Questo fondamentalmente, era quello che accadeva in Italia nei suoi primi decenni medievali; castelli, cavalieri e signorie varie si vedranno nel corso del tempo, è sbagliato immaginare, come a volte per praticità si insegna sui banchi di scuola, che a un certo punto della storia si passa da uno scenario all’altro in maniera drastica.

 

Il Medioevo, in particolare quello italiano, è un periodo lunghissimo che andrebbe suddiviso per in tanti spicchi, è molto difficile racchiudere tutti i suoi eventi in una unica epoca. Come la storia insegna, nel corso di lenti e sfaccettati decenni, l’impero romano ha lasciato il posto ai giovani regni medievali, senza sparire di colpo, ma plasmandosi attraverso gli eventi.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Alessandro Barbero, 9 Agosto 378 il giorno dei barbari, Laterza, Roma-Bari 2007.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]