antica
Anno 476
La silenziosa fine
del mondo antico
di Mauro Napoliello
Il passaggio dall’epoca antica all’epoca
medievale è stata una fase di grandi
cambiamenti, politici, sociali ed economici
che hanno coinvolto tutto lo scenario
europeo, partendo dalla penisola italiana.
La data, 476 d.C. sta a simboleggiare quel
momento in cui l’antico potere
dell’imperatore, viene sostituito dal
nascente regno del generale Odoacre, il
tutto nella quasi completa indifferenza del
popolo e del senato romano.
Diciamo che comunque, come impero,
quello d’Occidente, era ormai tempo che
non esisteva più, gli ultimi imperatori
che si erano succeduti al trono, erano
dei fantocci, non avevano più nessun
valore, se non quello simbolico. La
questione nella sua analisi, va
sicuramente affrontata per gradi al fine
di comprenderla meglio.
Pensando alla caduta di Roma, si pensa
subito alle invasioni barbariche, che
sono solo una parte dei fattori che
hanno fatto crollare l’impero
d’Occidente. L’impero romano, fin dalle
sue origini, ha sempre avuto a che fare
con i barbari, fuori e dentro i confini
del limes, questa gestione
avveniva seguendo determinati criteri:
l’impero era grande e aveva bisogno
continuamente di manodopera e di soldati
a infoltire le legioni. I barbari, sono
stati per secoli introdotti sulla base
delle esigenze romane, con un esemplare,
meccanismo di immigrazione controllata
con una conseguente integrazione.
Il risultato portò ad avere una lenta
trasformazione della società, non più
solo latina, ma costituita con il tempo,
in gran parte da barbari romanizzati,
tant’è che perfino l’esercito, ebbe
ufficiali barbari. Tutto questo per
comprendere, che all’atto della sua
destituzione, l’imperatore Romolo
Augusto, o Augustolo per la sua giovane
età, regnava in un impero che non era
più quello degli antichi romani (egli
stesso era figlio di un barbaro e
barbaro era il generale Odoacre che lo
depose), ma era già un regno barbarico.
Andando sempre più nel cuore di questa
vicenda andrebbe menzionato un
avvenimento di circa un secolo prima.
Senza ombra di dubbio, la goccia che
fece traboccare il vaso, fu la battaglia
di Adrianopoli: i Goti, nell’estate del
376 d.C., terrorizzati dall’avanzata
degli Unni, si spinsero oltre il Danubio
a centinaia di migliaia, riversandosi
all’interno dei confini dell’impero
romano. I romani, pur applicando il loro
sistema di controllo migratorio, non
riuscirono a contenere quella
moltitudine che eluse molti dei loro
controlli, come quello del possesso di
armi.
Dopo mesi di convivenza conflittuale con
l’esercito, i Goti insorsero e si
organizzarono, portando la devastazione
nei territori che invadevano. Si arrivò
nel 378 d.C. allo scontro decisivo tra
Goti ed esercito romano, dove questi
ultimi, accusarono una pesantissima
sconfitta, perdendo buona parte dei
veterani e addirittura, assistettero
all’uccisione sul campo di battaglia
dell’imperatore d’oriente Valente.
Senza dubbio, dopo questi avvenimenti,
tutto l’impero romano, non fu più lo
stesso; la parte orientale, attraverso
travagliate vicissitudini, riuscì in
qualche modo a ristabilire un
sostanziale equilibrio, cosa che non fu
così per la zona occidentale, molto più
esposta alle invasioni barbariche, in
seguito agli avvenimenti di Adrianopoli,
lentamente declinò.
Roma, nel corso della sua storia, subì
sconfitte ben peggiori di quella di
Adrianopoli, come ad esempio a
Teotoburgo nel 9 d.C. solo che stavolta,
non ebbe più la forza per risollevarsi e
ristabilire l’ordine. La penisola
italica, durante tutto il V secolo, subì
costanti minacce e razzie, per citare
alcuni avvenimenti importanti possiamo
ricordare, il sacco di Roma da parte di
Alarico nel 410 d.C., la successiva
calata di Attila e gli Unni nel 452 d.C.
e le razzie dei Vandali di Genserico
nella caput mundi, nel 455 d.C.
L’atto finale, lo possiamo sancire con
Odoacre nel 476 d.C., che alla testa dei
suoi soldati, destituisce l’inutile
figura di Romolo Augusto e spedisce all’
imperatore d’Oriente, i simboli e le
effigi imperiali. Dopo circa 800 anni di
storia, questo epocale avvenimento,
avvenne nella quasi indifferenza dei
romani e del Senato. I primi, erano
distaccati dai giochi politici della
capitale, la stragrande maggioranza dei
cittadini, viveva in condizioni misere,
era enorme la differenza sociale che li
divideva dalla piccola fetta di
aristocrazia.
I contadini, abbandonavano le campagne,
ormai luogo di scorrerie, per mettersi
sotto la protezione dei ricchi
proprietari latifondisti, i quali
rinforzarono le loro ville fuori città e
assoldarono delle guardie personali:
nacquero’ così i primi castelli.
Inoltre, con la fine delle guerre di
conquista, gli schiavi erano pochi,
quindi, si sfruttarono le braccia dei
contadini, che con il sistema del
vassallaggio barbaro, acquisivano più
dignità rispetto i metodi romani e
maggiore protezione. L’insieme di questi
elementi, condurrà l’Italia nel periodo
feudale, gli albori del Medioevo.
Tornando all’aspetto della città di
Roma, come già detto, la destituzione
dell’imperatore fece poco rumore, il
Senato non oppose la minima protesta
davanti a un sopruso del genere; qualche
senatore, come il rappresentante delle
religioni pagane Simmaco, espresse
qualche timida contrarietà in merito, ma
il tutto si spense in fretta davanti
alle spade dei soldati.
Davanti ai suoi occhi, Odoacre trovò una
città in declino, parassita di
Costantinopoli, con un’attività
economica misera ed enormi disparità
sociali; una galoppante burocrazia e un
sistema tributale corrotto
all’inverosimile, spinsero molti
cittadini romani a spingersi oltre il
limes e rifugiarsi presso i popoli
barbari.
In questo caotico terreno del V secolo
d.C., comincia a germogliare il seme del
Medioevo: circa 100 anni prima nasceva a
livello embrionale, il 476 d.C. lo porta
definitivamente alla luce. Non bisogna
però credere che da quel momento le cose
precipitarono da subito, anzi per almeno
un altro secolo, nel nuovo regno
romano-barbarico, si assisterà a una
buona ripresa sia economica che
militare, per molti anni, nonostante la
caduta dell’impero, sembrerà di vivere
ancora nell’ epoca antica, con il senato
romano incaricato di legiferare e con
tutte quelle strutture ancora al loro
posto e in funzione, come terme e
acquedotti. La differenza era di avere
un re barbaro e un esercito formato e
gestito da soldati barbari che non
combattevano più seguendo le rigide
tattiche delle legioni.
Questo fondamentalmente, era quello che
accadeva in Italia nei suoi primi
decenni medievali; castelli, cavalieri e
signorie varie si vedranno nel corso del
tempo, è sbagliato immaginare, come a
volte per praticità si insegna sui
banchi di scuola, che a un certo punto
della storia si passa da uno scenario
all’altro in maniera drastica.
Il Medioevo, in particolare quello
italiano, è un periodo lunghissimo che
andrebbe suddiviso per in tanti spicchi,
è molto difficile racchiudere tutti i
suoi eventi in una unica epoca. Come la
storia insegna, nel corso di lenti e
sfaccettati decenni, l’impero romano ha
lasciato il posto ai giovani regni
medievali, senza sparire di colpo, ma
plasmandosi attraverso gli eventi.
Riferimenti bibliografici:
Alessandro Barbero, 9 Agosto 378 il
giorno dei barbari, Laterza,
Roma-Bari 2007. |