N. 31 - Dicembre 2007
IL
DESTINO DELLE BALENE
La caccia delle baleniere giapponesi
di
Matteo Liberti
Torna, terribile, la caccia alle balene
lungo i
mari del pacifico. Ancora una volta il principale
artefice ne sarà il Giappone, che si appresta anzi
alla più vasta caccia degli ultimi venti anni.
L’obbiettivo dichiarato è quello di
mille
grandi cetacei.
Mille…
Bene ripeterlo.
E tra questi fanno la loro comparsa alcune
megattere, ritenute da molti a rischio estinzione.
935
balenottere dal rostro, 50 balenottere
azzurre e 50 megattere.
Questo il menù nel mirino dei giapponesi.
La riapertura della caccia grossa non
ha mancato, ovviamente, di suscitare lo sdegno di molti paesi, particolarmente
di Australia e Nuova Zelanda,
che hanno presentato proteste formali per voce dei
rispettivi ambasciatori a Tokyo.
Il ministro degli
Esteri australiano,
Alexander Downer,
ha affermato in proposito che: "L'Australia è contro
ogni forma di caccia delle balene, chiediamo
così formalmente al Giappone di riconsiderare le
proprie decisioni", mentre Robert McClelland, il ministro
ombra per gli Affari esteri, ha chiesto addirittura l'uso della marina
militare come ostacolo attivo contro le baleniere
giapponesi (che non di rado pescano anche dentro i
confini delle aree protette australiane).
Peraltro
il
passaggio delle megattere lungo le coste
dell'Australia (dove usano partorire nelle calde
acue della barriera corallina, per poi
ridiscendere alla fine dell'estate accompagnate dai piccoli
balenotteri)
è da anni uno degli appuntamenti attesi da animalisti
e appassionati, che si riuniscono per osservare gli spettacolari salti
fuori dall'acqua di questi animali noti anche per la loro
docilità e socievolezza.
Ma
quest'anno il whale watching,
l'osservazione delle balene, rischia di diventare un
atto di tristezza collettiva...
In Nuova Zelanda si è
ben
fatta sentire la premier
Helen Clark:
"I pescherecci giapponesi avrebbero fatto meglio a
restarsene a casa loro, invece di venire qui
nascondendosi sotto l'imbroglio di una missione
scientifica, quando vogliono semplicemente uccidere
mille balene''...
Ma, intanto, una nutrita flotta di baleniere
nipponiche è già
salpata dalle coste giapponesi, e tra queste
la famigerata Nisshin Maru,
già protagonista lo scorso anno di una spettacolare collisione con una
nave inviata appositamente
dall’associazione ambientalista Greenpeace in
difesa delle balene.
E la giustificazione
giapponese,
ignobile, resta sempre la stessa: scopi scientifici...
studio dei cetacei...
Il Giappone
ha infatti abbandonato ufficialmente la caccia commerciale alle balene
già nel 1986, sottostando ad una moratoria internazionale.
Da quel
momento in poi si è però passati agli scopi di ricerca scientifica.
Da evidenziare a tal
proposito come
Steve Shallhorn, portavoce di Greenpeace,
abbia riportato le opinioni di esperti biologi marini
sostenendo che le informazioni scientifiche sulle balene si
possono benissimo ottenere senza uccidere gli animali.
Greenpeace ha
quindi promesso di seguire le navi giapponesi con la
sua ammiraglia, la nave Esperanza,
tentando nei prossimi mesi di
ostacolare i progetti giapponesi.
Resta la speranza. |