BUD SPENCER E TERENCE HILL
EVOLUZIONE DI UNA COPPIA
STORICA del cinema italiano
di Lorenzo
Bruni
Nel 1999, poco prima di quella notte
che avrebbe celebrato il trionfo di
Roberto Benigni agli Oscar, in uno
dei momenti internazionali più
celebrati del nostro cinema
contemporaneo, la rivista Time
pubblicò una lista nella quale
si stilava una classifica degli
attori italiani più famosi in
America.
Un po' a sorpresa, si potrebbe dire,
la prima posizione non era occupata
da Marcello Mastroianni, che non
solo aveva recitato in America, e le
cui interpretazioni godevano di un
certo successo oltreoceano,
soprattutto di critica: il
protagonista di La dolce vita
e Oci Ciornie occupava
addirittura il gradino più basso del
podio. Se qualcuno non avesse
familiarità col cinema italiano e
con le commedie degli anni '70 e '80
resterebbe un po' stupito e confuso
nel leggere i nomi dei primi due
classificati, dato che entrambi, di
italiano, hanno ben poco.
Non è raro, e lo posso affermare per
esperienza personale, che in America
si creda che i loro film non siano
di produzione nostrana, ma commedie
hollywoodiane. Eppure, a dispetto
dei nomi d'arte che hanno adottato,
Bud Spencer e Terence Hill, di
americano, hanno avuto solo il
successo. I loro veri nomi infatti
sono, rispettivamente, Carlo
Pedersoli e Mario Girotti: la coppia
ha iniziato a lavorare assieme nel
1967 e da allora ha dato il via a un
ciclo di film che hanno avuto un
enorme successo, sia in termini di
pubblico che di botteghino, e
avrebbe sancito la loro
collaborazione come una delle
migliori e ben riuscite nella storia
del cinema italiano.
Tra i due, l'unico che avesse deciso
fin da bambino di voler
intraprendere una carriera d'attore
era Girotti/Hill: già nel 1951 era
sulle scene col film Vacanze da
gangster, opera prima anche del
regista Dino Risi, e pochi anni dopo
avrebbe avuto un ruolo secondario
nel più celebre Il Gattopardo
di Luchino Visconti. Pedersoli/Spencer,
invece, era un nuotatore affermato a
livello mondiale, primo italiano a
scendere sotto il minuto nei 100m
stile libero, che ogni tanto si
dilettava in qualche apparizione di
poco conto.
Come già anticipato poco sopra, il
loro primo film assieme fu nel 1967,
Dio perdona... Io no, anche
se in precedenza entrambi avevano
preso parte alla pellicola
Annibale, pur senza mai
incontrarsi in scena. In questa
circostanza, entrambi, su
suggerimento di procuratori e
produttori, aderiscono alla moda di
scegliere nomi “americaneggianti”
per favorire il commercio di
pellicole italiane all'estero. La
stessa decisione venne presa dal
regista E.B. Clucher, pseudonimo di
Enzo Barboni, che in quegli anni li
scrittura per il ruolo da
protagonista in Lo chiamavano
Trinità, uno dei più grandi
successi di sempre del cinema
italiano, se si considera
l'inflazione, e il film che diede
inizio al ciclo di spaghetti western
in salsa comica.
In realtà, al fianco di Terence Hill
era stato scelto l'attore Franco
Nero, già famoso per avere recitato
in Django di Sergio Corbucci
e destinato ad avere una carriera di
tutto rispetto, ma si dovette
ritirare dal progetto per prendere
parte al film Camelot. Il
film esce nel 1970 e ha un successo
strepitoso: Bud Spencer brilla nel
ruolo del tonto lestofante Bambino,
mentre Terence Hill, un po' più
belloccio e spigliato, diventa un
personaggio iconico.
L'anno successivo i tre, Clucher
compreso, girano un sequel,
Continuavano a chiamarlo Trinità,
e anche stavolta arriva un
importante successo mondiale. Da
quel momento la coppia sforna un
film all'anno, riscuotendo sempre i
pareri positivi di critica e
pubblico: vengono apprezzate la
comicità buffa, le scazzottate mai
violente, quasi ai limiti del
surreale, e le interpretazioni dei
due protagonisti.
Spencer e Hill crescono e maturano
artisticamente, tanto da affiancare
a film comici, come Io sto con
gli ippopotami o Chi trova un
amico trova un tesoro, altri
progetti più impegnati, come Il
corsaro nero. Oltre alle
collaborazioni, entrambi ricevono un
discreto successo con alcune
apparizioni singole: Bud Spencer dà
vita alla fortunata serie di film su
un commissario napoletano dal cuore
d'oro che preferisce utilizzare i
cazzotti che i proiettili con
Piedone lo sbirro, inoltre
partecipa a commedie come Il mio
nome è Bulldozer e Bomber.
Terence Hill invece nel 1973
interpreta il suo ruolo più bello
come coprotagonista al fianco di
Henry Fonda in Il mio nome è
nessuno, western dove si
mescolano la bellezza dei film di
Sergio Leone, che tra l'altro figura
come aiuto regia, e la comicità del
ruolo di Trinità. Dopo, però, alcune
grosse delusioni, come il film
Don Camillo, del 1983, dove Hill
cerca di ridare vita all'omonimo
personaggio, protagonista della saga
degli anni '50 con Fernandel e Gino
Cervi, fino al 2000, dove inizia a
interpretare il ruolo di Don Matteo
in una delle serie televisive più di
successo della tv italiana.
La coppia dei record si scioglierà
nel 1994, dopo avere girato dieci
dei cento film che più hanno
incassato nella storia del cinema
italiano, con la pellicola Botte
di Natale: ambientazione
western, come i primi successi del
duo, che già nel 1985 si era preso
una pausa con Miami Supercops.
Dopo questo addio, sottolineato in
una delle scene finali con un
commovente commiato tra i due
personaggi principali, ognuno
intraprende la propria strada. Come
già detto prima la carriera
artistica di Hill esplode nel 2000,
una seconda giovinezza televisiva,
mentre Spencer non fa che qualche
breve interpretazione, quasi sempre
senza buoni risultati. I due
torneranno sulla scena assieme il 7
maggio 2010, quando venne conferito
a entrambi il David di Donatello
alla carriera: una lunga standing
ovation accolse i due leggendari
attori, un po' impacciati e
imbarazzati per gli onori riservati.
Bud Spencer muore il 27 giugno 2016,
in casa sua, a causa di alcune
complicazioni derivate da una
caduta, lasciando il cinema
italiano, e chi era cresciuto con
lui, un po' più solo. Terence Hill
invece continua a essere attivo nel
mondo dello spettacolo: dopo avere
abbandonato la serie di Don Matteo e
avere girato lo sfortunato Il mio
nome è Thomas, ha dichiarato di
avere scritto e diretto un terzo
film della saga di Trinità,
intitolato Trinità, la suora e la
pistola: a 85 anni compiuti e
cinquantatré trascorsi dal secondo
film, non è da nascondere una certa
curiosità nel vederlo tornare a
vestire i panni, sporchi e laceri,
che lo resero famoso.
Da parte mia, inoltre, per vedere in
che modo omaggerà il suo amico e
collega, con il quale per decenni
interi ha condiviso la scena e, in
buona parte, i sogni cinematografici
di noi tutti.