.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

contemporanea


N. 70 - Ottobre 2013 (CI)

Una storia della Shoah
La brigata della carta del ghetto di Vilna

di Davide Amoroso

 

L’avvento della seconda guerra mondiale, che vide l’Europa travolta dalla barbarie nazista, segnò l’inizio di un’incredibile avventura che si sviluppò all’interno del ghetto ebraico di Vilna (Vilnius, la capitale dell’attuale Lituania) dove un coraggioso gruppo di intellettuali ebrei riuscì a salvare, sacrificando anche sé stessi, il grande patrimonio culturale ebraico situato nella città ma minacciato dalla presenza dell’ERR di Alfred Rosenberg, uno dei massimi ideologi del nazismo.

 

L’ERR (Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg) era un’unità speciale creata dai nazisti per raccogliere, tramite confische e razzie, vari documenti, manoscritti, incunaboli, libri, oggetti culturali delle popolazioni sottomesse al dominio nazista. Molto attivi furono i membri dell’ERR nel requisire opere di “Judaica” e altri scritti ebraici con il fine di arricchire gli archivi del nascente Istituto per la ricerca sulla questione ebraica voluto da Rosenberg, con l’appoggio dei gerarchi nazisti, a Francoforte.

 

Nel giugno 1941 le truppe della Weirmacht entrarono a Vilna e poco dopo arrivarono anche le SS e membri dell’ERR. A capo della spedizione nella città lituana fu posto il dottor Gotthardt il quale cominciò a raccogliere informazioni su libri e ogni genere di documento ebraico presente in città e sugli intellettuali e studiosi ebraici residenti nella capitale baltica.

 

Per questo immenso progetto decise, con la collaborazione della Gestapo, di arrestare tre dei principali intellettuali lituani dell’epoca ovvero Khaykl Lunski (che fu l’unico poi a salvarsi), Eliahu Goldschmidt e Noah Prilutsky (che dopo il lavoro svolto vennero assassinati). I tre intellettuali ebrei ebbero incarico di stilare gli elenchi richiesti da Gotthardt, specie su libri ed incunaboli posti nella grande biblioteca ebraica Strashun – che prendeva il nome dalla via in cui era sita -  a Vilna e gestita proprio da Lunski.

 

L’elenco stilato mostrò ai tedeschi la grande mole di libri, documenti storici ed incunaboli ebraici presenti a Vilna e che sarebbe stato impossibile sequestrare o distruggere tutto in poco tempo e con pochi uomini incaricati, come invece fatto in altri territori occupati.

 

I membri dell’ERR capirono la necessità di affidare il lavoro ad un gruppo studio permanente - posto ovviamente sotto il controllo degli incaricati dell’unità speciale di Rosenberg -  e fu il capo dell’ERR ovvero il dr. Johannes Pohl (mandato addirittura da Hitler tra il 1934 ed il 1939 a studiare a Gerusalemme per meglio apprendere la lingua e la cultura ebraica) a scegliere la squadra; scelse 12 operai del ghetto per raccogliere ed imballare materiali e affidò incarichi di supervisione al già citato Lunski, a Herman Kruk (ex membro dell’ormai disciolto Bund, ovvero il partito socialista ebreo, di Varsavia e divenuto responsabile della biblioteca del ghetto di Vilna) e Zelig Kalmanovich (ex direttore dell’YIVO, ovvero l’istituto di ricerca ebraica fondato nel 1925 e ancora oggi esistente).

 

Questi tre “savi” nominati da Pohl avevano ufficio presso l’Università di Vilna e qui dovevano essere portati i libri e i documenti ebrei della biblioteca di Strashun - e da altre biblioteche della città - requisiti. Il compito dei tre intellettuali era quello di effettuare una selezione del materiale dividendolo in due: 1) materiale da spedire all’Istituto a Francoforte; 2) materiale da distruggere. Kruk e Kalmanovich riuscirono fin da subito a mettere in salvo alcuni materiali e libri ma la grande impresa doveva ancora avere inizio.

 

Successivamente l’attenzione dei funzionari dell’ERR si spostò sull’intero patrimonio conservato alla sede dell’istituto YIVO di Vilna. Qui vennero fatte confluire tutte le opere e i documenti sequestrati presso città russe, ucraine, polacche e divenne centro di deposito e smistamento.

 

La mole di lavoro crebbe notevolmente e per questo Kruk e Kalmanovich ebbero il permesso di scegliere collaboratori per svolgere il lavoro. I due membri dell’intelligencjia ebraica della città optarono per chiamare a collaborare alcuni intellettuali chiusi nel ghetto e insieme intrapresero la loro eroica azione creando quella che sarà presto definita la “brigata della carta”.

 

I componenti del gruppo di lavoro presso l’YIVO impararono presto a conoscere espedienti per cercare di salvare libri e documenti.

 

Ad esempio cercavano di ritardare il più possibile il lavoro di selezione, nascondendo libri e documenti sotto i vestiti approfittando della distrazione delle guardie e poi, a lavoro concluso, portavano tutto con sé nel ghetto cercando di superare i controlli all’ingresso con grave pericolo (era più facile passare se ad effettuare i controlli c’era la polizia collaborazionista ebrea mentre se c’erano le SS era molto più difficile e se scoperti le punizioni erano severe).

 

La “papir-brigade” come presto venne soprannominata, riuscì a salvare migliaia di documenti e libri tra il 1942 ed il 1943; tra i membri attivi, oltre a Kruk e Kalmanovich, c’erano personalità come Abrahm Sutzkever e Shmerke Kaczerginski acclamati poeti ebraici che stilavano poesie e scritti in lingua yiddish.

 

All’interno del ghetto i libri salvati vennero nascosti nella biblioteca Strashun oppure nelle abitazioni private o in un bunker usato dai partigiani ebraici (a cui vennero, tra l’altro, donati libri o manuali su armi e strategie belliche salvati della papir brigade con la speranza che potessero essere utili alla resistenza, di cui comunque molti membri della brigata della carta facevano parte); altri libri vennero camuffati come testi scolastici nella scuola del ghetto o altri ancora fatti fuoriuscire dal ghetto ebreo e dati a fidati amici polacchi che li custodirono.

 

Addirittura Sutzkever arrivò ad ideare un nascondiglio sotto le intercapedini degli uffici dell’YIVO dove nascondere direttamente libri e documenti. Insomma il coraggio e l’opera di salvataggio mostrata da questi uomini fu straordinario e salvò migliaia di preziose opere dalla distruzione, anche se ovviamente poco poté contro l’enorme dispersione che i nazisti stavano effettuando, con studiata cura, sulla cultura ebraica.

 

Con la fine del 1943 il ghetto fu liquidato e i suoi abitanti deportati nei campi di concentramento nazisti. Alcuni membri della papir brigade riuscirono a fuggire ma altri non ce la fecero, come Kruk e Kalmanovich, e trovarono la morte per mano nazista.

 

Tra i pochi a salvarsi ci furono Sutzkever e Kaczerginski i quali tornarono a Vilna al seguito della loro brigata armata partigiana, ovvero i “Vendicatori”, unita all’armata rossa nella primavera 1944.

 

I due ex membri della papir brigade ebbero il compito di riesumare tutto il materiale nascosto da loro e dai loro ex compagni ma molti nascondigli erano stati distrutti durante i bombardamenti oppure scoperti dai nazisti. Uno dei pochi a salvarsi fu il bunker sotterraneo dove si trovavano migliaia di documenti e altre opere od oggetti culturali ebraici.

 

Poco dopo i due crearono il museo di arte e cultura ebraica, prima istituzione culturale ebrea a Vilna dopo la guerra e luogo di riferimento per i cittadini ebrei sopravvissuti. Simbolicamente scelsero di porre la sede presso via Strashun 6 laddove una volta sorgeva la biblioteca.

 

Il museo raccolse, con l’alacre lavoro di Sutzkever e Kaczerginski e alcuni collaboratori, documenti, libri ed opere d’arte ritrovati nei nascondigli oppure anche casualmente - come negli ex uffici della Gestapo abbandonati, in attesa di essere distrutti - o vennero consegnati spontaneamente da chi, ebreo o meno, era riuscito a custodirli durante i difficili anni di guerra.

 

L’iniziativa ebbe forti ostacoli da parte delle autorità sovietiche, poco inclini a far sì che si ricreassero basi culturali ebraiche a Vilna, seguendo la politica tendenzialmente antiebraica di Stalin nel post guerra. Di fatti Mosca dapprima decise di tagliare i fondi e poi il KGB intervenne controllando l’attività di Sutzkever e Kaczerginski; infine il museo fu liquidato nel 1949 e venne ordinata la distruzione di migliaia di opere ma ancora una volta il patrimonio venne salvato. Sutzkever e Kaczerginski riuscirono a nascondere e portare con loro a Parigi molte opere e poi le spedirono alla sede dell’YIVO di New York.

 

L’iniziativa dei due membri sopravvissuti della brigata della carta fu encomiastica e rese onore agli uomini che donarono la loro vita per difendere il patrimonio culturale ebraico dalla distruzione totale. Fu atto che costò a molti la vita ma che nel caos della seconda guerra mondiale e della shoah è emblematico della volontà di resistenza di un intero popolo.

 

“Il rischio corso nel contrabbandare un pezzo di carta è enorme: ognuno di essi può mettere a repentaglio una vita. Ciononostante, vi sono idealisti che lo fanno con grande abilità [...] a tempo debito le generazioni a venire conosceranno i loro nomi” (Kruk, Togbukh, p.300-301).

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Il libro nella Shoah, a cura di J.Rose, Milano, Sylvestre Bonnard, 2003, pp 93-106

Shmerke Kaczerginski,  La notte è il nostro giorno. Diario di un partigiano ebreo del ghetto di Vilna, Firenze, Editrice La Giuntina, 2011

Zaffiri Gabriele, Attività dell' ERR, Nicola Calabria Editore, Patti (ME), 2005

Zaffiri Gabriele, E.R.R. Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg, Nicola Calabria Editore, Patti (ME), 2013.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.