N. 140 - Agosto 2019
(CLXXI)
Boudicca
un'eroina
celtica
contro
Roma
di
Federica
Ruggiero
Gaio
Giulio
Cesare,
dopo
aver
sconfitto
i
feroci
Galli
e
aver
romanizzato
i
loro
territori
(rendendo
il
Reno
la
sua
frontiera
est)
puntò
lo
sguardo
verso
la
Britannia:
durante
le
campagne
del
nord
era
giunto
sulle
rive
della
Manica
e
sapeva
per
certo
che
esistesse
una
grande
isola
abitata
da
feroci
popoli.
Il
suo
interesse
per
questa
impresa
di
conquista
crebbe
durante
le
campagne
in
Gallia,
ove
si
informò
nel
dettaglio
sulle
risorse
ipoteticamente
presenti
sul
luogo:
piombo,
ferro,
cuoio,
oro,
bestiame.
Vide
l’incursione
in
Britannia
come
la
logica
prosecuzione
della
sua
campagna
in
terre
galliche,
temeva
però
queste
genti,
descrivendole
come
“orribili
sul
campo
di
battaglia”
e
sottolineando
la
loro
tendenza
a
dipingersi
le
pelli
di
azzurro,
al
fine
di
rendersi
ancor
più
spaventosi.
Nell’agosto
del
55
a.C.
la
prima
flotta
romana
approdò
sulle
coste
britanniche,
al
cospetto
di
migliaia
di
guerrieri
riuniti
sulla
spiaggia
ad
attenderli:
il
risultato
fu
un
fallimento,
Cesare
ritirò
le
sue
truppe
e
l’anno
seguente
si
ripresentò
la
stessa
scena,
riuscendo
però
questa
volta
a
rendere
le
tribù
del
sud
regni
clienti
di
Roma.
Fu
l’imperatore
Claudio,
non
appena
salito
al
trono,
a
ritentarne
la
conquista
con
l’obiettivo
di
dimostrarsi
superiore
addirittura
al
grande
Cesare:
i
britanni
vennero
sconfitti
e
l’imperatore
fece
il
suo
ingresso
a
Camulodunum
(odierna
Colchester)
su
di
un
elefante.
La
città
divenne
una
fortezza
di
legionari.
Il
popolo
di
Britannia
non
era
però
del
tutto
sottomesso,
alcune
tribù
combatterono,
altre
divennero
clienti
dell’impero.
La
prima
tribù
cliente
a
comprendere
che
Roma
non
sempre
manteneva
la
parola
data
fu
quella
degli
Iceni,
popolo
di
Boudicca.
Il
suo
nome
significa
“vittoria”,
sfidò
Roma,
è
ricordata
come
una
potente
e
carismatica
regina,
un’eroina
celtica
che,
a
seguito
di
un’umiliazione
subìta
dai
romani,
si
rifiutò
di
abbassare
la
testa.
Originaria
della
Britannia,
di
nobili
natali,
fu
addestrata
nelle
arti
militari
dalle
tribù
celtiche
e fu
data
in
sposa
a
Prasutago,
re
della
tribù
degli
Iceni,
probabilmente
giunto
al
trono
in
quanto
re
cliente
e
alleato
dei
romani.
Secondo
il
testamento
di
Prasutago,
al
sopraggiungere
della
morte
il
regno
sarebbe
stato
ereditato
in
parti
uguali
da
Boudicca,
le
due
figlie
e
l’Impero
romano.
Era
usanza
di
Roma
lasciare
in
vita
e
indipendenti
i
regni
clienti,
a
patto
che
lasciassero
poi
il
regno
in
eredità
all’Impero.
Quando
Prasutago
morì,
non
riconoscendo
l’eredità
per
linea
femminile,
il
regno
fu
annesso
come
conquista
dall’imperatore
in
carica,
Nerone.
Tutto
fu
conquistato,
tutti
furono
trattati
da
schiavi.
Boudicca
non
poteva
accettarlo.
I
legionari
romani
giunsero
in
forze
per
acquisire
il
dominio
assoluto
del
territorio
e la
regina
degli
Iceni,
dopo
aver
espresso
dissenso
per
ciò
che
stava
accadendo,
venne
frustata
nuda
dinnanzi
a
tutti,
assistendo
anche
allo
stupro
delle
sue
due
giovani
figlie:
da
lì
in
poi
la
sete
di
vendetta
accecò
completamente
il
suo
giudizio.
In
veste
di
regina
degli
Iceni,
sacerdotessa,
profetessa
e
condottiera,
intenzionata
a
farsi
valere
e a
vendicarsi
sul
nemico
e
oppressore
romano,
si
coalizzò
inizialmente
con
il
popolo
dei
vicini
Trinovanti,
ponendosi
come
obiettivo
la
colonia
romana
di
Camulodunum,
contando
sul
risentimento
della
popolazione
locale,
ormai
ridotta
in
schiavitù
e
condannata
alla
prigionìa,
scacciati
dalle
loro
case.
Il
proconsole
romano
e
attuale
governatore
britannico
Gaio
Svetonio
Paolino
era
impegnato
a
fronteggiare
i
druidi
dell’isola
di
Anglesey
e
non
aveva
a
disposizione
sufficienti
truppe
per
affrontare
i
ribelli,
perciò
vennero
intanto
rase
al
suolo
anche
Londinium
(Londra)
e
Verulamium
(st.
Albans).
Boudicca
adottò
come
modus
operandi
il
massacro
di
chiunque
incrociasse
il
suo
cammino.
La
resa
dei
conti
si
ebbe
con
la
nota
battaglia
di
Watling,
in
Anglia
orientale:
i
romani
vinsero
nonostante
l’inferiorità
numerica,
a
giocare
a
loro
favore
furono
le
loro
abilità
tattiche,
sconosciute
ai
popoli
barbari.
I
morti
furono
tantissimi,
compresi
donne
e
bambini
giunti
sul
campo
di
battaglia
per
assistere
dalle
retrovie
a
una
schiacciante
vittoria
che,
purtroppo,
non
arrivò
mai.
Boudicca
si
suicidò,
avvelenandosi,
per
non
cadere
loro
prigioniera
e
finire
in
schiavitù;
delle
figlie
non
è
nota
la
sorte.
Questa
battaglia
segnò
la
conquista
della
Britannia
da
parte
dell’Impero
Romano
e la
fine
della
ribellione
delle
tribù
che
mise
a
dura
prova
l’Impero.
La
conquista
dell’isola
fu
portata
a
termine
dall’imperatore
Adriano,
il
quale
ordinò
117
km
di
mura
(il
noto
Vallo
di
Adriano)
confine
più
settentrionale
dell’Impero
e
simbolo
del
potere
di
Roma,
oggi
patrimonio
dell’UNESCO.
Un’enorme
statua
bronzea
raffigurante
la
regina
degli
Iceni
fu
realizzata
tra
il
1856
e il
1883,
la
rappresenta
in
veste
di
guerriera
su
un
carro
trainato
da
due
cavalli,
brandendo
una
lancia,
attorniata
dalle
figlie.
Boudicca
verrà
ricordata
come
“prima
regina
d’Inghilterra”,
anche
se
tecnicamente
è un
riconoscimento
improprio,
dato
che
non
vi
regnò
affatto.