N. 140 - Agosto 2019
(CLXXI)
i borghi più belli d'Italia
Nel
nostro
Paese
c'è
un
ricchezza
nascosta
di
Riccardo
Filippo
Mancini
Tutti
conoscono
Roma,
Firenze,
Venezia,
Torino,
Napoli
o
Palermo
(senza
voler
fare
torto
a
nessuno).
Sono
alcune
fra
le
mete
più
importanti
non
solo
per
il
turismo
estero
ma
anche
per
quello
interno.
Certo
gli
italiani
non
mancano
mai
di
fare
un
giro
al
mare,
con
tutta
la
bellezza
e i
magnifici
luoghi
che
possiamo
trovare
indistintamente
da
Nord
a
Sud,
dalla
Liguria,
alle
isole,
al
Salento,
alla
Sicilia.
Siamo
fortunati
perché
la
nostra
penisola
ci
offre
veramente
di
tutto,
c’è
qualcosa
per
ogni
palato
(in
tutti
i
sensi).
Alcune
volte
però
ci
si
dimentica
di
tutto
quello
che
abbiamo
soprattutto
all’interno
del
nostro
territorio:
una
miriade
di
piccoli
centri
che
sono
dei
veri
e
proprio
gioielli
ricchi
di
arte,
cultura
e
storia.
I
cosiddetti
Borghi
più
belli
d’Italia.
Andiamo
subito
a
specificare
una
cosa
importante:
stiamo
parlando
di
una
associazione,
nata
nel
2001
con
la
regia
della
Consulta
del
Turismo
dell’Associazione
Nazionale
dei
Comuni
Italiani
(ANCI).
L’intento,
facilmente
intuibile,
è
quello
di
dare
visibilità
a
tutti
qui
piccoli
centri
italiani
che,
pur
essendo
ricchi
di
cose
da
offrire,
restano
quasi
sempre
esclusi
dai
flussi
del
turismo
di
massa.
Questa
condizione
di
marginalità
acuisce
lo
spopolamento
già
in
atto,
ponendo
questa
miriade
di
bellissimi
luoghi
in
una
situazione
di
grande
difficoltà,
sotto
tutti
i
punti
di
vista.
Non
essere
infatti
presenti
nei
circuiti
turistici
porta
anche
un
importante
danno
economico,
togliendo
linfa
vitale
per
la
sopravvivenza
di
questi
borghi.
Però
l’associazione
non
è
nata
solamente
con
l’intento
di
aumentare
il
turismo
e
far
circolare
gente
e
capitali:
c’è
anche
una
importantissima
finalità
di
conservazione
e
tutela
di
un
patrimonio
che
possiamo
considerare
inestimabile,
il
mantenimento
di
una
memoria
che
senza
alcuna
difesa
rischierebbe
di
andare
rapidamente
perduta.
Si
cerca
di
aiutare
questi
centri
a
valorizzare
la
loro
unicità,
per
fa
vivere
a
chi
li
visita
una
esperienza
dal
carattere
particolare.
Per
entrare
a
far
parte
di
questo
importante
circuito
si
devono
possedere
delle
caratteristiche
ben
precise,
bisogna
avere
uno
spiccato
interesse
storico
e
culturale
all’interno
dei
criteri
scelti
dall’associazione.
Ne
citiamo
alcuni
fra
i
principali:
la
popolazione
nel
Borgo
antico
del
Comune
non
deve
superare
i
2.000
abitanti
(e
nel
territorio
comunale
non
si
devono
eccedere
le
15.000
unità);
possedere
un
patrimonio
architettonico
e/o
naturale
certificato
da
documenti
in
possesso
del
Comune
o
della
Soprintendenza
delle
Belle
Arti,
gli
edifici
storici
devono
prevalere
sull’insieme
della
massa
costruita;
qualità
urbanistica,
qualità
architettonica.
Il
tutto
viene
controllato
da
un
comitato
scientifico
che
si
reca
di
volta
in
volta
nei
centri
che
fanno
richiesta
di
adesione,
con
lo
scopo
di
verificare
il
rispetto
di
tutti
i
requisiti
richiesti.
Stringendo
il
discorso
non
è
propriamente
semplice
(ma
è
anche
giusto
che
sia
così)
inserirsi
tra
i
borghi
più
belli
d’Italia.
Attualmente
fanno
parte
dell’associazione
ben
289
borghi
(più
3
“onorari”)
distribuiti
in
tutte
le
regioni
italiane.
Nel
corso
degli
anni
sono
stati
circa
800
i
borghi
che
hanno
chiesto
di
poter
entrare
nell’associazione.
L’associazione
ogni
anno
stampa
una
guida
che
contiene
storie,
info
utili,
strutture
e
tutto
quello
che
serve
per
poter
passare
qualche
giorno
all’interno
dei
borghi.
Tutto
questo
grande
lavoro
passa
anche
per
una
serie
di
eventi
che
vengono
costantemente
organizzati
all’interno
dei
borghi
associati:
una
vasta
gamma
di
proposte
che
puntano
a
mettere
in
risalto
le
peculiarità
dei
piccoli
centri
attraverso
festival
di
ogni
sorta,
mostre,
fiere,
conferenze
e
concerti
musicali.
Al
centro
dei
programmi
di
queste
iniziative
c’è
sempre
una
attenzione
particolare
all’aspetto
culturale
tradizionale,
storico,
eno-gastronomico,
dialettale.
Tutto
quello
che
può
servire
per
cercare
di
promuovere
il
territorio
e
farlo
conoscere
all’esterno.
Un
lavoro
di
rete
davvero
molto
prezioso
che
in
questi
18
anni
è
riuscito
a
far
interessare
tour
operator
e
turisti
stranieri
a
questi
piccoli
paesini
convincendo
tante
persone
ad
abbracciare
un
turismo
più
“calmo”,
“lento”,
un’esperienza
senza
dubbio
diversa
dal
solito
e
che
vale
la
pena
di
provare.