N. 87 - Marzo 2015
(CXVIII)
"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE vi
di Giorgio Giannini
I
Vangeli
Canonici
narrano
che
durante
il
suo
ministero,
Gesù
incontra
molte
persone
che
lo
criticano
perchè
non
accettano
la
sua
interpretazione
e la
sua
applicazione
della
Legge
Ebraica.
Chi
sono?
Sicuramente,
i
Farisei
e
gli
Scribi,
con
i
quali
Gesù
“polemizza”
spesso,
come
racconta
il
Vangelo
secondo
Matteo,
nel
quale
Gesù
critica
pubblicamente
il
loro
eccessivo
“formalismo”
e li
chiama
«ciechi
e
guide
di
ciechi»
(Mt
15,16),
«ipocriti»
(Mt
23,13-14
e
23-25),
«sepolcri
imbiancati»
(Mt
23,27),
«serpenti
e
razze
di
vipere».
(Mt
23,33)
Gesù
critica
anche
i
Sadducei
perchè
secondo
Lui
«non
conoscevano
le
Scritture
e
neppure
la
potenza
di
Dio»
(Mt
22,29).
Inoltre,
Gesù
li
accusa
di
gestire
il
culto
e
gli
affari
economici
del
Tempio
di
Gerusalemme
senza
scrupoli,
badando
solo
ad
arricchirsi.
L’apice
della
sua
condanna
contro
di
loro
è la
cosiddetta
“cacciata
dei
mercanti
dal
Tempio”,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni.
(Gv
2,13-16)
Pertanto,
Gesù,
nel
suo
ministero,
dice
agli
ascoltatori:
«Fate
attenzione
e
guardatevi
dal
lievito
dei
Farisei
e
Sadducei»
(Mt
16,6)
Gesù
critica
anche
i
Capi
dei
Sacerdoti
(compreso
il
Sommo
Sacerdote)
e
gli
Anziani
del
Sinedrio,
i
quali
“tennero
consiglio
per
catturare
Gesù
con
un
inganno
e
per
farlo
morire»
.(
Mt
26,4;
Mc
14,1;
Gv
11,53)
Al
riguardo,
i
Vangeli
Canonici
(Mt
26,
3-5;
Mc
14,1-2;
Gv
11,45-57)
narrano
una
“congiura
contro
Gesù”,
per
“ucciderlo”,
preparata
da
tutti
i
suoi
“nemici”,
che
si
realizza
durante
il
periodo
della
Pasqua,
a
Gerusalemme,
quando
è
catturato,
processato
e
crocifisso.
In
particolare,
nel
Vangelo
secondo
Matteo
è
scritto
che,
due
giorni
prima
della
Pasqua
« i
Capi
dei
Sacerdoti
e
gli
Anziani
del
popolo
si
riunirono
nel
palazzo
del
Sommo
Sacerdote,
che
si
chiamava
Caifa,
e
tennero
consiglio
per
catturare
Gesù
con
un
inganno
e
farlo
morire.
Dicevano
però:Non
durante
la
festa,
perchè
non
avvenga
una
rivolta
fra
il
popolo».
(Mt
26,3-5)
Secondo
questo
passo
del
Vangelo,
i
Sacerdoti
ed
gli
Anziani
del
Sinedrio
decidono
di
catturare
Gesù
con
un «inganno»,
ma
non
in
occasione
della
festa
della
Pasqua,
quando
molte
migliaia
di
persone
affluiscono
a
Gerusalemme,
perché
temono
una
«rivolta
fra
il
popolo»,
oltre
ad
una
reazione
violenta
da
parte
dei
suoi
seguaci,
in
caso
di
suo
arresto.
Questo
passo
dimostra
quindi
che
Gesù
ha
molto
seguito
«fra
il
popolo»,
(forse
perchè
predica
la
ribellione
contro
i
Romani
? ),
tanto
da
temere
una
«rivolta».
Anche
nel
Vangelo
secondo
Marco,
il
racconto
della
“congiura”
è
simile.
Infatti,
è
scritto:«
Mancavano
due
giorni
alla
Pasqua
e
agli
Azzimi
e i
Capi
dei
Sacerdoti
e
gli
Scribi
cercavano
il
modo
di
catturarlo
con
un
inganno
per
farlo
morire.
Dicevano
infatti:Non
durante
la
festa,
perchè
non
vi
sia
una
rivolta
del
popolo».
(Mc
14,1-2)
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni
sono
illustrate
le
motivazioni
della
“congiura
contro
Gesù”,
da
parte
dei
Sacerdoti
e
dei
Farisei,
che
hanno
deciso
di
“ucciderlo”.
(Gv
11,53)
Innanzitutto,
la
“congiura”
nasce
subito
dopo
la
notizia
della
resurrezione
di
Lazzaro,
dato
che
alcuni
di
coloro
che
avevano
assistito
al
miracolo
«andarono
dai
Farisei
e
riferirono
loro
quello
che
Gesù
aveva
fatto.
Allora
i
Capi
dei
Sacerdoti
ed i
Farisei
riunirono
il
Sinedrio
e
dissero:
Che
cosa
facciamo?
Questo
uomo
compie
molti
segni.
Se
lo
lasciamo
continuare
così,
tutti
crederanno
in
lui,
verranno
i
Romani
e
distruggeranno
il
nostro
Tempio
e la
nostra
Nazione».
(Gv
11,46-48)
Interviene
il
Sommo
Sacerdote
Caifa,
che
dice:
«è
conveniente
per
voi
che
un
solo
uomo
muoia
per
il
popolo
e
non
vada
in
rovina
la
Nazione
intera».
(Gv
11,50)
Questo
passi
sembrano
essere
inseriti
nel
Vangelo
per
annunciare
la
distruzione
di
Gerusalemme
e
del
Tempio,
che
in
effetti
avviene
dopo
la
ribellione
del
66-70.
Questi
passi
sono
anche
la
prova
che
il
Vangelo
giovanneo
è
stato
scritto
dopo
il
70,
cioè
dopo
la
distruzione
di
Gerusalemme
e
del
Tempio.
Quindi,
Caifa
«profetizzò
che
Gesù
doveva
morire
per
la
nazione
...
Da
quel
giorno
decisero
di
ucciderlo».
(Gv
11,51-53)
Dal
tenore
del
discorso
del
Sommo
Sacerdote,
sembra
che
Gesù
abbia
compiuto
azioni
(“segni”)
talmente
gravi
da
provocare
la “rovina”
della
intera
Nazione,
se i
Romani
lo
sapessero.
Di
cosa
si
tratta?
Probabilmente,
Gesù
ha
intenzione
di
attuare
una
rivolta
contro
i
Romani.
In
questo
caso,
Egli
è il
Capo
degli
Zeloti.
Caifa
pensa
che
eliminando
Gesù,
si
possa
salvare
la
Nazione
ebraica
(dalla
repressione
romana)
e
pertanto
«da
quel
giorno
decisero
di
ucciderlo».
(Gv
11,53)
Il
Vangelo
giovanneo
racconta
due
fatti
nuovi,
non
raccontati
nei
Vangeli
Sinottici,
che
evidenziano
maggiormente
l’esistenza
della
“congiura
contro
Gesù”.
Infatti,
Gesù
probabilmente
aveva
saputo
della
“congiura”
contro
di
lui
e «dunque
non
andava
più
in
pubblico
tra
i
Giudei,ma
da
lì
si
ritirò
nella
regione
vicina
al
deserto,in
una
città
chiamata
Efraim,
dove
rimase
con
i
suoi
discepoli»
(Gv
11,54)
Gesù,
quindi,
non
si
sente
“sicuro”
a
predicare
pubblicamente
tra
i
Giudei,
forse
perché
teme
di
essere
arrestato
e
pertanto
si
ritira
per
alcuni
giorni
con
i
suoi
Discepoli
in
un
luogo
considerato
più
sicuro,
nel
deserto,
nella
città
di
Efraim.
Intanto,
«Era
vicina
la
Pasqua
dei
Giudei
e
molti
dalla
regione
salivano
a
Gerusalemme
...
per
purificarsi».
Allora,
i
membri
del
Sinedrio,
che
vogliono
la
morte
di
Gesù,
si
chiedono:
«
Non
verrà
alla
festa?».
Inoltre,
«i
Capi
dei
Sacerdoti
ed i
Farisei
avevano
dato
ordine
che
chiunque
sapesse
dove
si
trovava
lo
denunciasse,perché
potessero
arrestarlo».(
Gv
11,55-57)
In
questo
passo
giovanneo
è
chiaro
che
i
Capi
dei
Sacerdoti
ed i
Farisei
vogliono
arrestarlo
perchè
ordinano
a «
chiunque
sapesse
dove
si
trovava»
di
denunciarlo.
Inoltre,
i
Capi
dei
Sacerdoti
«decisero
di
uccidere
anche
Lazzaro»
perché
«una
grande
folla
di
Giudei»
era
accorsa
a
Betania,
nella
casa
di
Lazzaro,
per
vedere
sia
Gesù
che
Lazzaro,
che
Egli
aveva
«resuscitato
dai
morti».
(Gv
12,9-10)
Perché
i
Capi
dei
Sacerdoti
vogliono
uccidere
anche
Lazzaro?
Probabilmente
perché
è un
testimone
vivente
della
potenza
di
Gesù,
dato
che
l’ha
«resuscitato
dai
morti»,
ed
anche
perchè
«molti
Giudei
se
ne
andavano
e
credevano
in
Gesù»,
cioè
abbandonavano
l’ebraismo
e
diventavano
seguaci
di
Gesù
e la
sua
“fama”
aumentava.(Gv
12,11)
Forse
la
causa
principale
della
“congiura
contro
Gesù”
è il
fatto
che
nella
casa
di
Lazzaro,
«sei
giorni
prima
della
Pasqua»,
durante
una
cena,
c’è
stata
l’unzione
di
Gesù
da
parte
di
Maria,
la
sorella
di
Lazzaro.
(Gv
12,1-3)
Probabilmente,
attraverso
l’unzione,
Gesù
è
stato
proclamato
come
il
Cristo
(Messia)
atteso
da
tanto
tempo
dai
Giudei,
che
quindi
accorrono
a
vedere
Lui
e
non
Lazzaro.
Questa
ipotesi
è
avvalorata
dal
fatto
che
«Il
giorno
seguente,
la
grande
folla
che
era
venuta
alla
festa
(di
Pasqua),
udito
che
Gesù
veniva
a
Gerusalemme,prese
dei
rami
di
palme
ed
uscì
incontro
a
Lui
gridando:
Osanna!\
Benedetto
colui
che
viene
nel
nome
del
Signore\
il
Re
di
Israele!».(Gv
12,12-13)
Pertanto,
il
giorno
seguente
alla
sua
unzione,
Gesù
entra
a
Gerusalemme,
in
groppa
ad «un
asinello»,
accolto
trionfalmente,
come
«
Re
di
Israele»,
cioè
come
Messia,
dalla
«grande
folla
…venuta
alla
festa»
di
Pasqua.
L’ipotesi
che
Gesù
è
considerato
il
nuovo
“Re
di
Israele”,
è
avvalorata
dal
fatto
che
durante
l’interrogatorio
davanti
a
Pilato,
questi
gli
chiede:
«
Sei
tu
il
Re
dei
Giudei?”
(Gv
18,
33).
Pertanto,
tutti
questi
fatti
allarmano
molto
i
Capi
dei
Sacerdoti,
i
Farisei,
gli
Scribi
e
gli
altri
membri
del
Sinedrio,
che
organizzano
la
cattura
di
Gesù
“per
ucciderlo”.
Nel
Vangelo
secondo
Luca
non
si
narra
apertamente,
come
negli
altri
tre
Vangeli,
di
una
“congiura
contro
Gesù”,
ma è
scritto
che
Egli
«durante
il
giorno
insegnava
nel
Tempio;la
notte,
usciva
(dalla
città
di
Gerusalemme)
e
pernottava
all’aperto
sul
monte
detto
degli
Ulivi.
E
tutto
il
popolo
di
buon
mattino
andava
da
lui
nel
Tempio
ad
ascoltarlo».
(Lc
21,37-38)
Pertanto,
è
chiaro
che
Gesù
non
si
fida
a
dormire
in
città
perché
probabilmente
teme
di
essere
arrestato
per
quello
che
predica.
Quindi
va a
dormire
(se
le
condizioni
del
tempo
lo
permettono)
sul
Monte
degli
Ulivi,
con
i
suoi
Discepoli.
Poi,
la
mattina
presto
va
in
città
e
predica
nel
Tempio
e
nessuno
osa
fermarlo
perché
«tutto
il
popolo»
lo
ascolta
e
quindi
è
“dalla
sua
parte”.
Coloro
che
congiurano
contro
di
lui
e
vogliono
la
sua
morte,
temono
che,
se
l’avessero
arrestato
quando
predicava
nel
Tempio,
ci
sarebbe
stata
una
rivolta
popolare.
Quindi
«i
Capi
dei
Sacerdoti
e
gli
Scribi
cercavano
in
che
modo
toglierlo
di
mezzo»
(Lc
22,1-2),
cioè
aspettavano
il
momento
favorevole
per
arrestarlo,
quando
era
solo
con
i
suoi
Discepoli.
E
questo
avviene,
con
la
complicità
di
Giuda
Iscariota,
in
cui
è
“entrato”
Satana,
che
va “a
trattare
con
i
Capi
dei
Sacerdoti
ed i
Capi
delle
guardie
sul
modo
di
consegnarlo
a
loro»
e,
dopo
essersi
accordato
per
un
compenso
di
30
monete
d’argento,
cerca
“l’occasione
propizia
per
consegnarlo
a
loro,
di
nascosto
dalla
folla»
.(Lc
22,3-6)
L’occasione
è
dopo
la
“cena
pasquale”,
dato
che
la
notte
Gesù
va
con
i
Discepoli
nell’orto
del
Getsemani,
alle
pendici
del
Monte
degli
Ulivi,
è
Giuda
lo
riferisce
ai
Capi
dei
Sacerdoti,
che
organizzano
la
cattura
di
Gesù.
L’Ultima
Cena
Secondo
i
Vangeli
Sinottici,
la
cosiddetta
“ultima
cena”,
che
Gesù
fa
con
gli
Apostoli
a
Gerusalemme,
per
celebrare
la
Pasqua,
in
un
luogo
non
precisato,
indicato
vagamente
solo
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco,
è la
“cena
pasquale
ebraica”,
che
gli
ebrei
fanno
all’inizio
del
giorno
di
Pasqua
(che
in
quell’anno
ricorre
venerdi
15
Nisan),
cioè
la
sera
del
giorno
precedente,
giovedì
14
Nisan.
Infatti,
secondo
il
calendario
lunare
ebraico,
il
giorno
inizia
al
tramonto
del
sole
e
termina
al
tramonto
del
sole
del
giorno
successivo.
In
merito
al
luogo
in
cui
si
celebra
la
Pasqua,
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
Gesù
,«il
primo
giorno
degli
Azzimi
»
dice
ai
Discepoli
di
andare
in
città
(a
Gerusalemme)
«da
un
tale»
, al
quale
avrebbero
dovuto
dire:
«Il
Maestro
dice:
il
mio
tempo
è
vicino:
farò
la
Pasqua
da
te
con
i
miei
discepoli.
I
Discepoli
fecero
come
aveva
loro
ordinato
Gesù
e
prepararono
la
Pasqua».
(Mt
26,17-19)
Nel
Vangelo
secondo
Marco,
il
racconto
è
più
articolato.
Infatti,
Gesù,
sempre
«il
primo
giorno
degli
Azzimi,quando
si
immolava
la
Pasqua»,
manda
due
Discepoli
in
città
dicendo
loro:
«…vi
verrà
incontro
un
uomo
con
una
brocca
d’acqua:
seguitelo.
La
dove
entrerà,dite
al
padrone
di
casa:il
Maestro
dice:
Dov’è
la
mia
stanza,in
cui
io
possa
mangiare
la
Pasqua
con
i
miei
discepoli?
Egli
vi
mostrerà
al
piano
superiore
una
grande
sala,arredata
e
già
pronta;lì
preparerete
la
cena
per
noi».
I
Discepoli
“andarono
e,
entrati
in
città,
trovarono
come
aveva
detto
loro
e
prepararono
la
Pasqua».
(Mc
14,12-16)
Nel
Vangelo
secondo
Luca,
il
racconto
è
identico
a
quello
del
Vangelo
secondo
Marco.
(Lc
22
7-13)
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
la
cena
non
è la
“cena
pasquale
ebraica”,
ma
un’altra
cena,
durante
la
quale
Gesù
lava
i
piedi
ai
Discepoli,
probabilmente
di
commiato
da
essi,
dato
che
si
avvicina
la
“sua
ora”
(la
sua
passione,
morte
e
resurrezione).
(Gv
13,1-20)
Forse
è
una
cena
pasquale
fatta
seguendo
il
calendario
liturgico
esseno,
che
è
diverso
da
quello
ebraico
ufficiale.
Secondo
il
Vangelo
giovanneo,
la
cena
ha
avuto
luogo
probabilmente
martedì
11
Nisan,
cioè
tre
giorni
prima
di
quello
indicato
nei
Vangeli
Sinottici
(giovedì
14
Nisan).
Durante
la
cosiddetta
“ultima
cena”,
ci
verificano
tre
episodi
significativi:
l’annuncio
di
Gesù
che
uno
dei
discepoli
lo
avrebbe
tradito;
l’annuncio
di
Gesù
a
Pietro
che
lo
avrebbe
rinnegato
tre
volte
prima
dell’alba,
annunciata
dal
canto
di
un
gallo;
l'istituzione
dell’Eucarestia,
che
però
non
è
narrata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni.
Il
Tradimento
di
Giuda
Riguardo
al
tradimento
di
Giuda,
il
racconto
dei
Vangeli
Canonici
è
differente.
Infatti,
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
Gesù
dice:
«
...guai
a
quell’uomo
dal
quale
il
Figlio
dell’uomo
viene
tradito!
Meglio
per
quell’uomo
che
non
fosse
mai
nato!
Giuda
il
traditore
disse:
Rabbi
sono
forse
io?
Gli
rispose:Tu
l’hai
detto».(Mt
26,20-25)
Nel
Vangelo
secondo
Marco,
la
scena
è
simile,
con
Gesù
che
dice:«uno
di
voi,colui
che
mangia
con
me
mi
tradirà»,ma
non
interviene
Giuda.
Invece,
l’anatema
di
Gesù
contro
il
traditore
è lo
stesso.
(Mc
14,17-21)
Nel
Vangelo
secondo
Luca,
il
racconto
avviene
dopo
l’Eucarestia
ed è
più
articolato.
Infatti
Gesù
dice:
«
la
mano
di
colui
che
mi
tradisce
è
con
me,
sulla
tavola…..guai
a
quell’uomo...Allora
essi
(i
Discepoli)
cominciarono
a
domandarsi
l’un
l’altro
chi
di
loro
avrebbe
fatto
questo.
E
nacque
tra
loro
anche
una
discussione:chi
di
loro
fosse
da
considerare
più
grande».
(Lc
22,21-24)
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
il
racconto
è
più
ampio
e
particolareggiato.
Infatti,
Gesù
annuncia
il
tradimento,
dicendo:
«Uno
di
voi
mi
tradirà».
Allora,
Simon
Pietro
fa
cenno
al
discepolo
«che
Gesù
amava»
e
che
«si
trovava
a
tavola
al
fianco
di
Gesù»
di
chiedere
chi
fosse
il
traditore.
Costui,
«chinandosi
sul
petto
di
Gesù,gli
disse:Signore
chi
è ?
Rispose
Gesù:È
colui
per
il
quale
intingerò
il
boccone
e
glielo
darò.
E
intinto
il
boccone,lo
prese
e lo
diede
a
Giuda,figlio
di
Simone
Iscariota»
,
dicendogli
«quello
che
vuoi
fare,
fallo
presto».
Sentendo
queste
parole,
gli
altri
Discepoli
pensano
che
Gesù
abbia
incaricato
Giuda
di
preparare
la «festa»
(della
Pasqua)
o di
«dare
qualche
cosa
ai
poveri»,
dato
che
«teneva
la
cassa»,
era
cioè
il
tesoriere
del
“gruppo”.
(Gv
13,21-29)
Da
questo
passo
del
Vangelo
giovanneo,
è
evidente
che
anche
il
Padre
di
Giuda,
Simone,
in
base
al
suo
appellativo
Iscariota,
è
probabilmente
un
sicario,
cioè
uno
Zelota.
Il
rinnegamento
di
Gesù
da
parte
di
Pietro
Anche
l’annuncio
di
Gesù
del
suo
rinnegamento
da
parte
di
Pietro
è
differente
nei
Vangeli
Canonici,
innanzitutto
riguardo
alla
cronologia
dell’evento,
cioè
al
momento
in
cui
avviene
il
fatto.
Infatti,
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
dopo
la
cosiddetta
“ultima
cena”,
tutti
vanno
“verso
il
monte
degli
Ulivi»
e
Gesù
dice
ai
Discepoli:
«Questa
notte
per
tutti
voi
sarò
motivo
di
scandalo»
e
cita
la
profezia
di
Zaccaria
«Percuoterò
il
pastore
/ e
saranno
disperse
le
pecore
del
gregge»
(Zaccaria
13,7),
che
probabilmente
significa
la
dispersione
dei
Discepoli
dopo
la
sua
cattura.
Pietro
gli
dice:«Io
non
mi
scandalizzerò
mai»,
è
Gesù
gli
risponde:
«In
verità,io
ti
dico:questa
notte,prima
che
il
gallo
canti,tu
mi
rinnegherai
tre
volte».
Pietro
e
gli
altri
Discepoli
gli
rispondono
che
non
l'avrebbero
mai
rinnegato.
(Mt
26,30-35)
Nel
Vangelo
secondo
Marco,
dopo
essere
usciti
per
andare
al «monte
degli
Ulivi»,
Gesù
dice
ai
Discepoli:«
Tutti
rimarrete
scandalizzati,perché
sta
scritto:Percuoterò
il
pastore
e le
pecore
saranno
disperse.
Ma
dopo
che
sarò
risorto,vi
precederò
in
Galilea».
Pietro
gli
risponde:
«Anche
se
tutti
si
scandalizzeranno,io
no!»
ed
allora
Gesù
gli
dice:«
In
verità
ti
dico:Proprio
tu,
oggi,
questa
notte,
prima
che
due
volte
il
gallo
canti,
tre
volte
mi
rinnegherai».
Pietro
replica:«Anche
se
dovessi
morire
con
te,
io
non
ti
rinnegherò.
Lo
stesso
dicevano
anche
tutti
gli
altri».
(Mc
14,26-31)
Nel
Vangelo
secondo
Luca,
invece,
l’annuncio
di
Gesù
è
posto
durante
la
cena,
prima
di
andare
nell’orto
del
Getsemani.
Infatti,
Gesù,
durante
la
cena,
mette
in
discussione
la
fede
di
Pietro,
che
gli
dice:
«Signore,
con
te
sono
pronto
ad
andare
anche
in
prigione
e
alla
morte».
Gesù
gli
risponde:
«Pietro,
io
ti
dico:Oggi
il
gallo
non
canterà
prima
che
tu,
per
tre
volte
abbia
negato
di
conoscermi
». (Lc
22,33-34)
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
il
racconto
è
più
articolato.
Infatti,
dopo
essere
usciti
dal
luogo
in
cui
hanno
celebrato
la
cena
(che
non
è
precisato),
Gesù
dice
ai
Discepoli:
«
Figlioli
ancora
per
poco
sono
con
voi;
voi
mi
cercherete,
ma
dove
vado
io,
voi
non
potete
venire».
Pietro
gli
chiede:«Signore
dove
vai?»
e
Gesù
gli
risponde:«Dove
io
vado,tu
per
ora
non
puoi
seguirmi;
mi
seguirai
più
tardi».
Pietro
replica:
«
Signore,
perchè
non
posso
seguirti
ora?
Darò
la
mia
vita
per
te!»
e
Gesù
gli
dice:
«
Darai
tu
la
vita
per
me?
In
verità,in
verità
io
ti
dico:non
canterà
il
gallo,prima
che
tu
non
mi
abbia
rinnegato
tre
volte».
(Gv
14,33-38)
In
base
a
quello
che
è
scritto
nei
passi
suddetti
dei
quattro
Vangeli,
anche
il
contenuto
dell’annuncio
del
rinnegamento
di
Gesù
da
parte
di
Pietro
è in
parte
differente.
Infatti,
nel
Vangelo
secondo
Marco
Gesù
dice
a
Pietro
che
lo
avrebbe
rinnegato
tre
volte
prima
che
il
gallo
avesse
cantato
due
volte,
mentre
negli
altri
tre
Vangeli
il
rinnegamento
di
Gesù,
sempre
per
tre
volte
da
parte
di
Pietro,
avviene
prima
che
il
gallo
canti
una
sola
volta.
La
celebrazione
dell’Eucarestia
Il
racconto
della
celebrazione
della
Eucarestia,
è
simile
nei
tre
Vangeli
Sinottici.
In
particolare,nel
Vangelo
secondo
Matteo,
è
scritto:
«Ora,
mentre
mangiavano,
Gesù
prese
il
pane,
recitò
la
benedizione,
lo
spezzò
e
mentre
lo
dava
ai
discepoli,
disse:
“Prendete,mangiate:questo
è il
mio
corpo”.
Poi
prese
il
calice,
rese
grazie
e lo
diede
loro
dicendo:
“Bevetene
tutti
perché
questo
è il
mio
sangue
dell’alleanza,che
è
versato
per
molti
per
il
perdono
dei
peccati.
Io
vi
dico
che
d’ora
in
poi
non
berrò
di
questo
frutto
della
vite
fino
al
giorno
in
cui
lo
berrò
nuovo
con
voi,
nel
Regno
del
Padre
mio».
(Mt
26,26-29)
In
questi
passi,
Gesù
dice
chiaramente
agli
Apostoli
che
il
pane
è il
suo
«
corpo»
e
che
il
suo
sangue
è «versato
per
molti,
per
il
perdono
dei
peccati».
Nel
Vangelo
secondo
Marco,
il
racconto
è
molto
simile.
Infatti,
«
Mentre
mangiavano,
(Gesù)
prese
il
pane
e
recitò
la
benedizione,lo
spezzò
e lo
diede
loro,dicendo:
“Prendete:questo
è il
mio
corpo”.
Poi
prese
un
calice
e
rese
grazie,
lo
diede
loro
e ne
bevvero
tutti.
E
disse
loro:
“Questo
è il
mio
sangue
dell’alleanza,che
è
versato
per
molti.
In
verità
vi
dico
che
non
berrò
mai
più
il
frutto
della
vite
fino
al
giorno
in
cui
lo
berrò
nuovo,
nel
Regno
di
Dio».
(Mc
14
22-25)
In
questo
passo
non
compare
il
riferimento
di
Gesù
del
suo
sacrificio
finalizzato
al
«perdono
dei
peccati».
Nel
Vangelo
secondo
Luca,
il
racconto
è
più
ampio.
Infatti,
«Quando
venne
l’ora,prese
posto
a
tavola
e
gli
Apostoli
con
lui,
e
disse
loro:
Ho
tanto
desiderato
mangiare
questa
Pasqua
con
voi,
prima
della
mia
passione,
perché
io
vi
dico:
non
mangerò
più,
finchè
essa
non
si
compia
nel
Regno
di
Dio.
E
ricevuto
un
calice,
rese
grazie
e
disse:
“Prendetelo
e
fatelo
passare
tra
voi,
perché
io
...
non
berrò
più
del
frutto
della
vite...”...
Poi
prese
il
pane,
rese
grazie,
lo
spezzò
e lo
diede
loro
dicendo:
“Questo
è il
mio
corpo,che
è
dato
per
voi;
fate
questo
in
memoria
di
me”.
E,dopo
aver
cenato,
fece
lo
stesso
con
il
calice
dicendo:
“Questo
calice
è la
nuova
alleanza
nel
mio
sangue,
che
è
versato
per
voi”».
(Lc
22,14-20)
In
questo
racconto,
Gesù
si
compiace
di
stare
ancora
una
volta
con
i
suoi
Discepoli
prima
della
sua
“passione”.
Poi
prende
il
calice
per
due
volte
e la
prima
volta
lo
utilizza
come
strumento
comune
di
libagione,
dato
che
vi
bevono
tutti
i
presenti.
Anche
in
questo
Vangelo,
come
nei
precedenti,
Gesù
dice
che
non
berrà
più
il «frutto
della
vite».Poi,
mentre
da
il
pane
ai
Discepoli,
dice
loro
chiaramente
«fate
questo
in
memoria
di
me»,
cioè
li
invita
a
tramandare
in
perpetuo
la
cerimonia,
che
poi
sarà
chiamata
Eucarestia.
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
è
raccontato
durante
la
cena
un
fatto
nuovo:
la
lavanda
dei
piedi
degli
Apostoli.
Infatti,
Gesù,
«durante
la
cena…
si
alzò
da
tavola,
depose
le
vesti,
prese
un
asciugamano
e se
lo
cinse
attorno
alla
vita.
Poi
versò
dell’acqua
nel
catino
e
cominciò
a
lavare
i
piedi
dei
discepoli
ed a
asciugarli
con
l’asciugamano
con
cui
si
era
cinto…
Quando
ebbe
lavato
i
piedi,
riprese
le
sue
vesti,sedette
di
nuovo
e
disse
loro:
Capite
quello
che
ho
fatto
per
voi?Voi
mi
chiamate
il
Maestro
ed
il
Signore,
e
dite
bene,
perchè
lo
sono.
Se,
dunque
io,
il
Signore
e il
Maestro,ho
lavato
i
piedi
a
voi,anche
voi
dovete
lavare
i
piedi
gli
uni
agli
altri.
Vi
ho
dato
un
esempio…».
(Gv
13,2-5)
Il
gesto
che
compie
Gesù,
che,
nonostante
sia
«
il
Maestro
ed
il
Signore»,
lava
i
piedi
ai
suoi
Discepoli,
è
una
dimostrazione
di
grande
umiltà
ed
invita
i
suoi
Discepoli
a
fare
altrettanto,
cioè
ad
essere
umili
verso
gli
altri,
perché
lui
ha
dato
loro
«un
esempio».
Anche
nel
Vangelo
secondo
Luca
è
narrato
un
fatto
nuovo.
Infatti,
prima
di
uscire
per
andare
al
Monte
degli
Ulivi,
Gesù
dice
agli
Apostoli:
«...
Chi
non
ha
una
spada,
venda
il
mantello
e ne
compri
una».
Loro
gli
dicono
«Signore,
ecco
qui
due
spade»
ed
Egli
dice:«Basta!».
(Lc
22,36-38)
La
Passione
di
Gesù
Cronologia
dei
fatti
Nei
Vangeli
Canonici
il
contenuto
dei
fatti
narrati
nella
cosiddetta
“passione
“ di
Gesù,
dopo
la
“ultima
cena”
con
gli
Apostoli
(la
cattura
nell’orto
del
Getsemani;
l’interrogatorio
davanti
al
Sommo
Sacerdote;
il
processo
prima
davanti
al
Sinedrio
e
poi
davanti
al
Procuratore
romano
Ponzio
Pilato;
la
crocifissione;
la
morte;
la
resurrezione)
è
talvolta
anche
molto
differente,
con
l’aggiunta
di
eventi
particolari,
riportati
solo
in
un
Vangelo,
come
l’interrogatorio
di
Gesù
davanti
all’ex
Sommo
Sacerdote
Anna,
suocero
del
Sommo
Sacerdote
in
carica,
Caifa,
che
è
narrato
solo
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
18,12-23)
e
come
l’invio
di
Gesù,
da
parte
di
Pilato,
al
Re
della
Galilea
Erode
Antipa,
che
si
trova
a
Gerusalemme
per
celebrare
la
Pasqua,
che
è
narrato
solo
nel
Vangelo
secondo
Luca
( Lc
23,6-12).
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
inoltre,
manca
il
processo
a
Gesù
davanti
al
Sinedrio.
Anche
la
cronologia
dei
fatti
narrati
è
diversa.
Infatti,
in
merito
al
giorno
in
cui
muore
Gesù,
dopo
essere
stato
crocifisso,
i
quattro
Vangeli
Canonici
concordano
sul
fatto
che
è
venerdì.
Però,
differiscono
riguardo
al
giorno
del
mese
di
Nisan,
che
è il
primo
del
calendario
ebraico
e
cade
a
cavallo
degli
attuali
mesi
di
marzo
e di
aprile.
Infatti,
nei
Vangeli
Sinottici,
Gesù
muore
venerdì
15
del
mese
di
Nisan,
in
cui
cade,
in
quell’anno,
la
Pasqua,
che,
secondo
la
cronologia
dell’Era
Cristiana,
corrisponde
al 7
aprile
dell’anno
30.
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
Gesù
muore
venerdì
14
Nisan,
che
è la
“parasceve”
della
Pasqua,
cioè
il
giorno
di
preparazione
alla
Pasqua,
cioè
il
giorno
precedente
alla
Pasqua,
che
cade
sabato
15
Nisan.
Pertanto,
sabato
15
Nisan,
secondo
il
Vangelo
giovanneo,
è
una
doppia
festa,
perché
oltre
ad
essere
il
giorno
festivo
della
settimana,
in
cui
non
si
può
svolgere
alcuna
attività,
dato
che
è
dedicato
alla
preghiera
a
Dio
ed
al
riposo,
è
anche
Pasqua.
Poiché,
in
base
al
calendario
lunare
ebraico,
il
giorno
inizia
al
tramonto
del
sole
e
finisce
al
tramonto
del
sole
nel
giorno
successivo,
secondo
i
Vangeli
Sinottici,
la
Pasqua,
che
cade
venerdì
15
Nisan,
inizia
al
tramonto
del
giorno
precedente,
cioè
giovedì
14
Nisan,
quando
si
fa
la
“cena
pasquale
ebraica”,
durante
la
quale
si
usa
mangiare
l’agnello
pasquale,
macellato
ritualmente
nel
Tempio
nelle
ore
precedenti,
cioè
al
mattino
o al
pomeriggio
di
giovedì
14
Nisan,
che
è la
“parasceve”,
cioè
la
preparazione
alla
Pasqua.
Pertanto,
i
fatti
della
“passione”,
secondo
i
Vangeli
Sinottici,
si
svolgono
dalla
sera
del
giovedì
14
Nisan,
che
segna
l’inizio
della
Pasqua,
con
la
“cena
pasquale
ebraica”,
fino
alla
sera
di
venerdì
15
Nisan,
che
è il
giorno
di
Pasqua.
È
però
improbabile
che
tutte
le
vicende
della
“passione”
di
Gesù
si
svolgan
in
poche
ore,
per
giunta
durante
il
giorno
della
Pasqua,
che
è la
festa
più
importante
per
gli
ebrei
(
dato
che
ricorda
la
fine
della
loro
schiavitù
in
Egitto
e la
loro
partenza
per
raggiungere
la
“terra
promessa”),
durante
la
quale
non
si
può
svolgere
alcuna
attività
e
quindi
si
osserva
un
riposo
assoluto.
Inoltre,
non
si
possono
convocare
le
decine
di
persone,
membri
del
Sinedrio,
in
poche
ore
e
per
di
più
in
piena
notte.
Infatti,
il
Sinedrio
aveva
una
procedura
di
convocazione,
che
non
è
affatto
rispettata,
nella
cosiddetta
“cronologia
breve
“,
che
si
ricava
dalla
narrazione
dei
Vangeli
Sinottici.
Gli
esegeti
cristiani,
soprattutto
cattolici,
hanno
giustificato
la
“cronologia
breve“,
sostenendo
che
gli
Evangelisti
dei
Vangeli
Sinottici
narrano
lo
scorrere
in
poche
ore
delle
vicende
della
“passione”
di
Gesù,
dalla
sera
di
giovedì
14
Nisan
al
pomeriggio
di
venerdì
15
Nisan
(che
è
Pasqua),
per
esigenze
di
“semplificazione
catechistica”,
cioè
per
far
meglio
comprendere
a
persone
semplici
e
non
acculturate
la
storia
di
Gesù.
Del
resto,
la
stessa
”semplificazione”,
è
stata
fatta
per
raccontare
il
ministero
pubblico
(cioè
la
predicazione)
di
Gesù,
che
secondo
i
Vangeli
Sinottici
si
svolge
in
pochi
mesi,
a
cavallo
di
due
anni,
dall’autunno
del
primo
anno
alla
primavera
dell’anno
seguente,
mentre
in
base
al
Vangelo
secondo
Giovanni
si
svolge
attraverso
tre
(o
quattro)
Pasque
e
quindi
nell’arco
di
due
o
tre
anni
“pieni”.
Invece,
nel
Vangelo
giovanneo,
i
fatti
della
passione
di
Gesù
sono
raccontati
con
una
“cronologia
lunga”.Infatti,
la
cena
ha
luogo
probabilmente
martedì
11
Nisan,
cioè
tre
giorni
prima
di
quello
indicato
dai
Vangeli
Sinottici
(giovedì
14
Nisan).
Pertanto,
considerato
che,
secondo
il
Vangelo
giovanneo,
Gesù
è
morto
venerdi
14
Nisan,
che
era
il
giorno
precedente
la
Pasqua
(
che
cadeva
sabato
15
Nisan),
gli
eventi
della
“passione”
si
sono
svolti,
non
in
poche
ore
(
come
secondo
i
Vangeli
Sinottici),
ma
nell’arco
di
tre
giorni,
dalla
sera
del
martedì
11
Nisan
al
pomeriggio
di
venerdi
14
Nisan,
quando
Gesù
muore.
Pertanto,questa
“cronologia
lunga”
o
“cronologia
giovannea”
appare
più
realistica
per
giustificare
tutte
le
vicende,
alquanto
complesse,
della
“passione”
di
Gesù,
dal
suo
arresto
nell’orto
del
Getsemani
fino
alla
sua
crocefissione
sul
Golgota.
La
cattura
di
Gesù
Anche
le
modalità
della
cattura
di
Gesù
sono
narrate
nei
Vangeli
Canonici
con
qualche
differenza
e
c’è
anche
un
episodio
narrato
solo
nel
Vangelo
secondo
Marco.
Nel
Vangelo
secondo
Matteo,dopo
la
cosiddetta
“ultima
cena”,
Gesù
va
con
gli
Apostoli
nell’orto
del
Getsemani
e
dice
loro
di
sedersi
mentre
lui
va a
pregare.
Quindi
torna
e
prende
con
sè
Pietro
ed i
figli
di
Zebedeo
(Giacomo
e
Giovanni)
e si
allontana
con
loro
per
pregare,
ma
essi
si
addormentano.
Gesù
li
sveglia
e li
invita
a
vegliare
ed a
pregare.
Quindi
si
allontana
di
nuovo
e
quando
ritorna
li
trova
di
nuovo
addormentati.
Non
li
sveglia
e si
allontana
per
la
quarta
volta
per
pregare.
Quindi
ritorna
e li
sveglia
dicendo
«Alzatevi,andiamo!
Ecco,colui
che
mi
tradisce
è
vicino».
Mt
26,36-46).
Infatti,
sta
arrivando
Giuda
«con
una
grande
folla
con
spade
e
bastoni,mandata
dai
Capi
dei
Sacerdoti
e
dagli
anziani
del
popolo».
Giuda
si
avvicina
a
Gesù,
lo
saluta
dicendogli
«Salve
Rabbì!»
e lo
bacia.
Allora,
gli
altri
«si
fecero
avanti,
misero
le
mani
addosso
a
Gesù
e lo
arrestarono».
Uno
dei
discepoli
«impugnò
la
spada,
la
estrasse
e
colpì
il
servo
del
Sommo
sacerdote,
staccandogli
un
orecchio».
Gesù
però
gli
dice:
«Rimetti
la
tua
spada
al
suo
posto,
perchè
tutti
quelli
che
prendono
la
spada,
di
spada
moriranno».
Poi
Gesù
si
rivolge
alla
folla
dicendo:
«Come
se
fossi
un
ladro
siete
venuti
a
prendermi,con
spade
e
bastoni.
Ogni
giorno
sedevo
nel
Tempio
a
insegnare
e
non
mi
avete
arrestato».
Intanto,
«tutti
i
discepoli
lo
abbandonarono
e
fuggirono».
(Mt
26,47-56)
Questo
passo
dimostra
chiaramente
che
almeno
un
Apostolo
è
armato
e
questo
è in
contrasto
con
il
messaggio
di
pace
predicato
da
Gesù.
Il
passo,
quindi,
avvalora
l'ipotesi
che
ameno
una
parte
degli
Apostoli
sono
Zeloti.
Nel
Vangelo
secondo
Marco,
il
racconto
è
pressochè
identico,
con
la
sola
differenza
(minima)
che
i
figli
di
Zebedeo,
che
Gesù
porta
con
sé,
insieme
con
Pietro,
per
pregare
nell'orto
del
Getsemani,
sono
indicati
con
i
loro
nomi:
Giacomo
e
Giovanni.
Nel
Vangelo
è
raccontato
un
fatto
nuovo:
fa
folla
che
sta
portando
via
Gesù
è
seguita
da «un
ragazzo,che
aveva
addosso
soltanto
un
lenzuolo».
Lo
afferrano,
ma
lui
«lasciato
cadere
il
lenzuolo,fuggì
via
nudo».
(Mc
14,26-
52)
Nel
Vangelo
secondo
Luca,
la
narrazione
dei
fatti
è un
po'
diversa.
Innanzitutto
non
compare,
come
abbiamo
visto,
l’annuncio
di
Gesù
che
Pietro
l’avrebbe
rinnegato,
dato
che
è
narrato
nel
corso
della
cena.
Dopo
la
cena,
tutti
vanno
«al
monte
degli
Ulivi»,
dove
Gesù
dice
ai
Discepoli
di
pregare
mentre
lui
si
allontana
per
pregare
da
solo.
Quando
ritorna,
li
trova
addormentati
e li
rimprovera
dicendo
loro
«Perchè
dormite?
Alzatevi
e
pregate,per
non
entrare
in
tentazione».
(LC
22,39-46)
Mentre
Gesù
sta
ancora
parlando,
sopraggiunge
una
«folla»
preceduta
da
Giuda,
che
si
avvicina
a
Gesù
e lo
bacia.
Gesù
gli
dice:
«
Giuda,
con
un
bacio
tu
tradisci
il
Figlio
dell'uomo?
».
Allora,
i
Discepoli
dicono
a
Gesù:
«Signore,
dobbiamo
colpire
con
la
spada?
Ed
uno
di
loro
colpì
il
servo
del
Sommo
Sacerdote
e
gli
staccò
l'orecchio
destro.
Ma
Gesù
intervenne
dicendo:Lasciate!
Basta
così!
E,
toccandogli
l'orecchio,lo
guarì».
Quindi
Gesù
chiede
«ai
Capi
dei
Sacerdoti,
ai
capi
delle
guardie
del
Tempio
e
agli
anziani»,
perchè
sono
«venuti
contro
di
lui»,
come
se
fosse
«un
ladro…con
spade
e
bastoni».
(Lc
22,47-53)
Anche
da
questo
passo
evangelico,
sembra
che
almeno
una
parte
degli
Apostoli
sono
armati
e
“pronti”
a
combattere,
avvalorando
l'ipotesi
che
sono
Zeloti.
Inoltre,
solo
in
questo
Vangelo
è
narrata
la
guarigione
del
servo
del
Sommo
Sacerdote,
al
quale
Gesù
fa
ricrescere
l’orecchio
destro,
semplicemente
toccandolo
con
un
dito.
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
la
narrazione
di
fatti
è
diversa
e
più
dettagliata.
Infatti,
dopo
la
cena,
Gesù
«uscì
con
i
suoi
discepoli
al
di
là
del
torrente
Cedron,
dove
c'era
un
giardino»
(il
Getsemani),
nel
quale
entrano.
Arriva
Giuda
con
«un
gruppo
di
soldati
(romani)
ed
alcune
guardie
(del
Tempio
)
fornite
dai
Capi
dei
Sacerdoti
e
dai
Farisei».
Gesù,
vedendoli
chiede
loro:
«Chi
cercate?
Gli
risposero:
Gesù
Nazareno.
Disse
loro
Gesù:
Sono
io!
».
A
questo
punto,
i
soldati
«indietreggiarono
e
caddero
a
terra»,come
impauriti.
Gesù
«domandò
di
nuovo:Chi
cercate?Risposero:
“Gesù,il
Nazareno”.
Gesù
replicò:Vi
ho
detto:sono
io.
A
questo
punto,
Simon
Pietro,
che
aveva
una
spada
,la
trasse
fuori,
colpì
il
servo
del
Sommo
sacerdote
e
gli
tagliò
l'orecchio
destro.
Quel
servo
si
chiamava
Malco
».
( Gv
18,1-10)
In
questo
passo
del
Vangelo
giovanneo
è
detto
chiaramente
che
alla
cattura
di
Gesù
procedono
anche
soldati
romani,
segno
evidente
che
le
accuse
mosse
contro
Gesù
sono
“gravi”,
come
quella
di
provocare,
con
la
sua
predicazione,
una
ribellione
antiromana.
Molto
probabilmente,
l’appellativo
Nazareno
rivolto
a
Gesù
non
significa
“di
Nazaret”,
cioè
originario
di
questa
città,
ma
Nazireo,
cioè
Gesù
ha
fatto
il
“voto
di
Nazireato”,
che
prestano
coloro
che
assumono
la
carica
di
Re o
la
funzione
di
leader
politico
o
religioso.
Questa
qualità
morale
è in
genere
abbinata
alla
unzione
come
Cristo-Messia,
come
quella
ricevuta
da
Gesù,
a
Betania,
da
Maria,
la
sorella
di
Lazzaro.
Gesù
riconosce,
in
modo
deciso,
di
essere
il
Nazareno
(o
Nazireo?)
e
questa
sua
affermazione,
probabilmente,
intimorisce
i
soldati
che
sono
venuti
a
catturarlo,
perché
pensano
di
avere
davanti
un
ribelle
pericoloso
e
quindi
temono
la
sua
reazione
e
quella
dei
suoi
seguaci.
Infine,
in
questo
passo
è
detto
chiaramente
che
è
Simon
Pietro,
«che
aveva
una
spada»,
a
tagliare
l’orecchio
destro
del
servo
del
Sommo
Sacerdote,
di
cui
si
fa
chiaramente
il
nome:
Malco.