N. 86 - Febbraio 2015
(CXVII)
"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE V
di Giorgio Giannini
Secondo
i
Vangeli
Canonici,
Gesù
inizia
il
suo
ministero
(la
predicazione)
in
Galilea,
dopo
aver
ricevuto
il
battesimo
da
Giovanni
Battista
nel
fiume
Giordano,
e
dopo
che
Giovanni
è
stato
arrestato,
per
ordine
dal
Tetrarca
della
Galilea
Erode
Antipa,
figlio
di
Erode
il
Grande.
In
quel
periodo,
Gesù
ha “circa
30
anni”,
in
base
al
Vangelo
secondo
Luca.(Lc
3,
23).
Gli
studiosi
hanno
cercato
di
definire
l’anno
dell’inizio
del
ministero
di
Gesù,
facendo
riferimento
ad
un
passo
del
Vangelo
secondo
Luca,
nel
quale
è
scritto
che
Giovanni
Battista
inizia
a
predicare,
annunciando
“un
battesimo
di
conversione
per
il
perdono
dei
peccati”
(Lc
3,3),
“nell’anno
quindicesimo
dell’Impero
di
Tiberio
Cesare,
mentre
Ponzio
Pilato
era
Governatore
della
Giudea”
(Lc
3,1).
Però,
il “quindicesimo
anno
dell’Impero
di
Tiberio”
può
essere
interpretato
in
modo
diverso,
secondo
se
si
ritiene
che
“l’Impero
di
Tiberio”
è
iniziato
quando
Egli
è
“associato
al
potere”
da
Augusto,
tre
anni
prima
della
sua
morte
(avvenuta
il
19
agosto
14),
cioè
nell’anno
12,
oppure
è
iniziato
quando
Tiberio
ha
la
“reggenza
dell’Impero”,
dopo
la
morte
di
Augusto,
oppure
è
iniziato
quando
è
“nominato”
Imperatore
dal
Senato
il
17
settembre
14.
Inoltre,
il
calcolo
per
l’individuazione
del
“quindicesimo
anno”
è
complicato
dal
fatto
che
in
quel
periodo,
nell’Impero
Romano,
si
usavano
vari
Calendari,
con
differenti
inizi
di
anno.
Questo
problema
però
è
risolto
dai
principali
storici
romani
(Tacito,
Svetonio,
Dione
Cassio),
che
si
basano
sul
Calendario
Giuliano
(approvato
da
Giulio
Cesare,
che
inizia
a
gennaio
e
termina
a
dicembre
e
che
segue
il
moto
solare),
i
quali
calcolano
l’inizio
dell’Impero
di
Tiberio
da
quando
ha
la
“reggenza
dell’Impero”,
dopo
la
morte
di
Augusto.
Pertanto, il “quindicesimo anno dell’Impero
di
Tiberio”,
in
cui
inizia
la
predicazione
di
Giovanni
Battista,
e
dopo
la
quale
inizia
il
ministero
di
Gesù,
corrisponde
all’anno
che
va
dal
1
gennaio
al
31
dicembre
28.
Infatti,
in
quel
periodo,
si
usava
calcolare
i
mesi
restanti
dell’anno
in
cui
era
morto
l’Imperatore
(nel
caso
di
Augusto,i
mesi
da
agosto
a
dicembre
dell’anno
14),
come
il
primo
anno
del
Regno
del
suo
successore.
Pertanto
il
primo
anno
“dell’Impero
di
Tiberio”
è
l’anno
14
ed
il
“quindicesimo
anno”
è
l’anno
28.
Altri
autori,
invece,ritengono
che
l’Evangelista
Luca
abbia
usato,
dato
che
la
Giudea
faceva
parte
della
Provincia
di
Siria,
il
Calendario
Siriaco,
nel
quale
l’anno
inizia
dal
mese
da
ottobre.
Pertanto,
nell’anno
14,quando
muore
Augusto,
si
calcolano,
secondo
questo
Calendario,
due
anni
(
uno
prima
di
ottobre
e
l’altro
a
partire
da
questo
mese).
Quindi il “quindicesimo anno dell’Impero
di
Tiberio”
è
l’anno
27,
in
quanto
Augusto
muore
il
19
agosto
14
ed
il
“primo
anno”
dell’Impero
di
Tiberio
comprende
i
pochi
giorni
dal
19
agosto
alla
fine
di
settembre,
mentre
il
“secondo
anno”
dell’Impero
di
Tiberio
inizia
dal
mese
di
ottobre
14,
quando
inizia
il
nuovo
anno.
Lo
stesso
risultato
temporale
(anno
27)
è
ottenuto
da
altri
studiosi,
facendo
riferimento
al
passo
del
Vangelo
secondo
Giovanni,
in
cui,
quando
Gesù
è a
Gerusalemme,
all’inizio
del
suo
ministero,
e
scaccia
i
mercanti
dal
Tempio,
dicendo
che
l’avrebbe
distrutto
e
poi
riedificato
in
tre
giorni
( è
la
cosiddetta
“purificazione
del
Tempio”),
alcuni
Giudei
gli
chiedono
come
farà
a
ricostruire
in
questi
pochissimi
giorni
il
Tempio,che
è “stato
costruito
in
46
anni”.
(Gv
2,20)
Dato
che
lo
storico
ebreo,
filo
romano,
Giuseppe
Flavio,
nella
sua
opera
Antichità
Giudaiche,
scrive
che
il
(terzo)
Tempio
di
Gerusalemme
è
stato
ricostruito
dal
Re
Erode
il
Grande
a
partire
dal
18°
anno
del
suo
Regno,
cioè
dal
19
a.C.
,
aggiungendo
a
questo
anno,
i 46
anni
narrati
nel
passo
giovanneo,
si
arriva
all’anno
27.
Invece,
secondo
altri
autori,
Gesù
inizia
il
suo
ministero
nell’anno
35,
dato
che
la
sua
predicazione
inizia
dopo
l’arresto
di
Giovanni
Battista,
per
ordine
del
Tetrarca
della
Galilea
Erode
Antipa,
per
aver
criticato
pubblicamente
il
suo
matrimonio
con
Erodiade,
la
moglie
da
cui
aveva
divorziato
il
fratellastro
Erode
Filippo,
dato
che
questo
era
un
comportamento
illecito
ed
immorale
secondo
la
Legge
Ebraica.
Dato
che
il
suddetto
matrimonio
è
celebrato
nell’anno
35,
Giovanni
Battista
è
arrestato
e
probabilmente
giustiziato
nello
stesso
anno,
su
indicazione
della
figlia
di
Erodiade
(che
secondo
lo
storico
Flavio
Giuseppe
si
chiama
Salomè),
come
narrano
i
Vangeli
Sinottici.
Pertanto, questi autori ritengono che la Pasqua,
alla
quale
Gesù
partecipa
a
Gerusalemme,
e
durante
la
quale
è
crocifisso,
è
quella
dell’anno
36,
quando
Pilato
è
ancora
Procuratore
della
Giudea,
dato
che
secondo
i
Vangeli
Sinottici
il
ministero
di
Gesù
dura
pochi
mesi.
Peraltro,
l’anno
36
coincide
con
la
nascita
di
Gesù
durante
il
censimento
dell’anno
6,
ordinato
dal
Procuratore
Quirino,
e
con
il
fatto
che
Egli
ha
“circa
30
anni”
quando
inizia
il
ministero,
in
base
al
Vangelo
secondo
Luca.(Lc
3,
23)
Comunque, la maggior parte degli studiosi ritengono
che
il “quindicesimo
anno
dell’Impero
di
Tiberio”
è
l’anno
28 e
pertanto
in
questo
anno
inizia
il
ministero
di
Gesù,
che
però
ha
35
anni,
se
si
ritiene
fondata
l’ipotesi
che
è
nato
nell’anno
7 a.
C..
Gli
studiosi,
dopo
aver
accertato
l’anno
dell’inizio
del
ministero
di
Gesù,
hanno
cercato
di
definirne
la
durata,
tenendo
conto
che
termina
con
la
morte
di
Gesù.
Al
riguardo,
nei
Vangeli
Sinottici
non
ci
sono
notizie
utili
per
definire
il
trascorrere
del
tempo
e
quindi
sembra
che
il
ministero
di
Gesù
sia
durato
pochi
mesi,
probabilmente
dall’estate-autunno,
di
un
determinato
anno,
alla
primavera
dell’anno
seguente.
Al
riguardo,
il
trascorrere
di
questo
breve
periodo
di
tempo
è
chiaramente
scritto
in
due
passi
del
Vangelo
secondo
Marco
(
Mc
2,23;
Mc
6,39).
Pertanto, secondo i Vangeli Sinottici, Gesù,
dopo
aver
ricevuto
il
battesimo
da
Giovanni
Battista
(probabilmente
nell’anno
28),
va a
predicare
in
Galilea,
ed
il
suo
ministero
si
svolge
in
pochi
mesi,
fino
alla
primavera
dell’anno
seguente
(probabilmente
l’anno
29),
in
cui,
in
occasione
della
Pasqua,
è
catturato,
processato
e
crocifisso
a
Gerusalemme,
dove
si è
recato
per
celebrare
questa
festa,
che
è la
più
importante
per
gli
ebrei.
Però,
tenendo
conto
dell’elevato
numero
di
fatti
narrati
nei
Vangeli,
riferiti
a
numerose
località,
anche
di
Regioni
diverse
e
lontane
tra
loro
(e
quindi
scomode
da
raggiungere
facilmente,
per
quel
tempo)
è
molto
improbabile,
se
non
impossibile,
che
il
ministero
di
Gesù
si
sia
svolto
nell’arco
di
tempo
di
un
solo
anno.
Invece, nel Vangelo secondo Giovanni si fa
riferimento
in
modo
chiaro
a
tre
Pasque,
e
quindi
a
tre
anni
consecutivi
(gli
anni
28,29
30,
se
riteniamo
valida
l’ipotesi
dell’inizio
del
ministero
nel
28),
con
una
durata
del
ministero
di
almeno
due
anni
pieni.
Le tre Pasque sono le seguenti:
-
la
Prima
Pasqua,
durante
la
quale
Gesù
caccia
i
mercanti
dal
Tempio
(è
la
cosiddetta
“purificazione
del
Tempio”),
poco
dopo
l’inizio
del
suo
ministero,
quando
va a
Gerusalemme
per
la
Pasqua
degli
Ebrei
( Gv
2,13),
probabilmente
nell’anno
28;
-
la
Seconda
Pasqua,
prima
della
quale
avviene
il
miracolo
della
“moltiplicazione
dei
pani
e
dei
pesci”(
Gv
6,1-15),
probabilmente
nell’anno
29;
-
la
Terza
Pasqua,
prima
della
quale
c’è
l’unzione
di
Gesù
a
Betania,
nella
casa
di
Lazzaro
(Gv
12,
1-8)
e
durante
la
quale
avviene
la
passione,
la
morte
( Gv
19,28-30)
e la
resurrezione
di
Gesù
(Gv
20,1-29),
probabilmente
nell’anno
30.
Alcuni autori, però, ritengono che nel Vangelo
secondo
Giovanni
è
narrata
una
Quarta
Pasqua
(che
in
realtà
è la
Seconda
dato
che
è
posta
dopo
la
Prima),
laddove
si
racconta
che
“ricorreva
una
Festa
dei
Giudei
e
Gesù
salì
a
Gerusalemme”
(Gv
5,1).
Orbene,
la “Festa
dei
Giudei”
è
chiaramente
la
Pasqua
perchè
è la
festa
più
importante
per
gli
Ebrei.
Inoltre,
in
un
successivo
passo
giovanneo,
relativo
alla
Seconda
Pasqua,
è
scritto
: “Era
vicina
la
Pasqua,
la
festa
dei
Giudei”
(Gv
6,4).
Comunque
la
maggior
parte
degli
esegeti,
seguendo
la
cronologia
del
Vangelo
secondo
Giovanni,
ritengono
che
il
ministero
di
Gesù
è
durato
almeno
due
“anni
pieni”,
in
tre
anni
consecutivi,
presumibilmente
dalla
primavera
dell’anno
28,
poco
prima
della
Pasqua
di
quell’anno,
alla
primavera
dell’anno
30,
in
cui
ricorre
la
Terza
Pasqua.
I Vangeli Canonici raccontano in modo diverso
come
Gesù
ha
scelto
i
dodici
Apostoli.
Nel
Vangelo
secondo
Matteo,
Gesù
li
sceglie
uno
ad
uno,
durante
il
suo
ministero.
Infatti,
si
narra
che
Gesù,
“mentre
camminava
lungo
il
mare
di
Galilea,
vide
due
fratelli,
Simone,
chiamato
Pietro,
e
Andrea
suo
fratello,
che
gettavano
le
reti
in
mare;erano
infatti
pescatori.
E
disse
loro:”
Venite
dietro
a
me,
vi
farò
pescatori
di
uomini”.
Ed
essi
lasciarono
le
reti
e lo
seguirono”.
(Mt
4,18-20)
In
seguito,
Gesù
vide
“altri
due
fratelli,
Giacomo,
figlio
di
Zebedeo,
e
Giovanni,
suo
fratello”,
che
stanno
riparando
le
reti
nella
barca,
insieme
con
il
padre.
Anche
essi,
al
richiamo
di
Gesù,
“subito
lasciarono
la
barca
e il
loro
padre
e lo
seguirono”.
(Mt
4,21-22)
Successivamente, il Vangelo secondo Matteo
riporta
i
nomi
dei
dodici
Apostoli,
che
sono
: “Simone,
chiamato
Pietro,
e
Andrea
suo
fratello;
Giacomo,figlio
di
Zebedeo,
e
Giovanni
suo
fratello;Filippo
e
Bartolomeo;
Tommaso
e
Matteo,il
pubblicano;Giacomo,figlio
di
Alfeo,
e
Taddeo;
Simone
il
Cananeo
e
Giuda
l’Iscariota
,colui
che
poi
lo
tradì”
(Mt
10,2-4)
Nel Vangelo secondo Marco, invece, le modalità
di
scelta
degli
Apostoli
sono
diverse
da
quelle
indicate
nel
Vangelo
secondo
Matteo
dato
che
Gesù
sceglie
12
persone
tra
i
suoi
discepoli
e li
chiama
Apostoli.
Infatti,
è
scritto
che
Gesù
“Salì
poi
sul
monte
,chiamò
a sé
quelli
che
voleva
ed
essi
andarono
da
lui.
Ne
costituì
Dodici,che
chiamò
Apostoli,perché
stessero
con
lui
e
per
mandarli
a
predicare
con
il
potere
di
scacciare
i
demòni”.
I
Dodici
sono:
“Simone,
al
quale
impose
il
nome
di
Pietro,
poi
Giacomo,figlio
di
Zebedeo,
e
Giovanni,
fratello
di
Giacomo,
ai
quali
diede
il
nome
di
Boanèrghes,
cioè
“
figli
del
tuono”,
e
Andrea
,Filippo,Bartolomeo,Matteo,Tommaso,Giacomo,figlio
di
Alfeo,Taddeo,Simone
il
Cananeo
e
Giuda
Iscariota,il
quale
poi
lo
tradì”.
(Mc
3,13-19)
Anche nel Vangelo secondo Luca, Gesù sceglie
gli
Apostoli
tra
i
suoi
discepoli.
Infatti,
è
scritto:
“In
quei
giorni
egli
(Gesù)
se
ne
andò
sul
monte
a
pregare
e
passò
tutta
la
notte
pregando
Dio.
Quando
fu
giorno,
chiamò
a sé
i
discepoli
e ne
scelse
dodici,
ai
quali
diede
i
nome
di
Apostoli:
Simone,al
quale
diede
anche
il
nome
di
Pietro;Andrea,
suo
fratello;Giacomo,
Giovanni,Filippo,Bartolomeo,Matteo,Tommaso;Giacomo,
figlio
di
Alfeo;Simone,
detto
Zelota;Giuda,
figlio
di
Giacomo,
e
Giuda
Iscariota,
che
divenne
traditore”.
(Lc
6,13-16)
Nel Vangelo secondo Giovanni c’è un elenco
parzialmente
diverso
degli
Apostoli.
Infatti,
alcuni,
come
Bartolomeo,
Matteo,Giacomo
e
Giuda
Taddeo,
figli
di
Alfeo,
non
figurano.
Inoltre,
gli
Apostoli
Andrea,
fratello
di
Simone
Pietro,
e
Giovanni,
figlio
di
Zebedeo
e
fratello
di
Giacomo
il
Maggiore,
erano
in
precedenza
discepoli
di
Giovanni
Battista
e
poi
seguono
Gesù.
Infatti,il
vangelo
giovanneo
racconta
che
mentre
Giovanni
Battista
stava
con
due
suoi
discepoli,
vede
passare
Gesù
e
fissando
lo
sguardo
su
di
Lui,
dice:
“Ecco
l’agnello
di
Dio!
“ ed
i
suoi
discepoli
“seguirono
Gesù”.
Uno
dei
due,
di
nome
Andrea,
incontra
il
fratello
Simon
Pietro
e lo
conduce
da
Gesù,
che
“fissando
lo
sguardo
su
di
lui”
gli
dice:
“Tu
sei
Simone,
figlio
di
Giovanni;sarai
chiamato
cefa,
che
significa
Pietro”.
(Gv
1,35-42)
Il
giorno
dopo,
Gesù
parte
per
la
Galilea
ed
incontra
Filippo,
di
Betsaida,
la
città
di
Andrea
e di
Pietro,
e
gli
dice
di
seguirlo.
Filippo
trova
Natanaele
e
gli
dice
di
seguirlo
per
conoscere
Gesù
di
Nazaret,che
quando
lo
vede
lo
elogia.(Gv
1,43-51)
Mettendo
a
confronto
i
nomi
degli
Apostoli
citati
nei
tre
Vangeli
Sinottici,
essi
corrispondono,
anche
se
qualcuno
è
chiamato
con
un
nome
diverso:
ad
es.
“Simone,
il
Cananeo”,
citato
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco,
è “Simone
detto
Zelota”,
nel
Vangelo
secondo
Luca.
Inoltre,
nel
Vangelo
secondo
Marco
l’Apostolo
Andrea,
stranamente,
non
è
indicato
come
fratello
di
Simone
Pietro
(al
quale
Gesù
“impose
il
nome
di
Pietro”,
dall’aramaico
cefa
,che
significa
pietra).
Nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco,Giacomo
(il
Maggiore),
è
detto
“figlio
di
Zebedeo”
mentre
è
semplicemente
Giacomo,
senza
specificarne
la
paternità,
nel
Vangelo
secondo
Luca.
Inoltre,
Giovanni
è
indicato
come
fratello
di
Giacomo
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco,mentre
nel
Vangelo
secondo
Luca
non
è
spiegato
che
Giacomo
e
Giovanni,
sono
figli
di
Zebedeo
e
quindi
sono
fratelli.
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni,nel
Capitolo
21,che
però
è
stato
aggiunto
a
posteriori,
l’Apostolo
Tommaso
è
detto
“Didimo”
(
che
in
aramaico
significa
gemello)
(Gv
21,2)
e
Simone
Pietro
è
chiamato
“figlio
di
Giovanni”,
senza
specificare
chi
sia.(Gv
21,15)
Sempre
nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
nel
Capitolo
21,
sono
menzionati
i “figli
di
Zebedeo”,
cioè
gli
Apostoli
Giacomo
(il
Maggiore)
e
Giovanni,
senza
però
specificarne
i
nomi,
(Gv
21,2).
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
non
sono
menzionati
gli
Apostoli
Bartolomeo
e
Matteo,che
potrebbero
essere,
rispettivamente,
Natanaele
e
Levi.
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni
non
sono
menzionati
gli
Apostoli
Giacomo
(il
Minore),
(Giuda
)Taddeo
e
Simone
il
Cananeo.
Invece
è
citato
il “discepolo
che
Gesù
amava”
(Gv
21,20),
detto
il
“discepolo
prediletto”,
di
cui
però
non
si
fa
il
nome,
ma
che
Evangelista
identifica
con
sé
stesso.
Talvolta,
l’ordine
in
cui
sono
citati
gli
Apostoli
è
diverso:
ad
es.
Andrea,
il
fratello
di
Simone
Pietro,
è al
secondo
posto,
dopo
il
fratello,
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Luca,
ed è
al
quarto
posto,
dopo
Giacomo
e
Giovanni,
figli
di
Zebedeo,
nel
Vangelo
secondo
Marco.
Simone
il
Cananeo
è
citato
dopo
(Giuda)
Taddeo
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco
e
prima
di
lui
nel
Vangelo
secondo
Luca,
nel
quale
Simone
è “detto
Zelota”
.
Invece,
Simone
Pietro
è
sempre
citato
al
primo
posto
(
non
può
essere
diversamente
dato
che
è
l’Apostolo
più
importante)
e
Giuda
Iscariota
è
sempre
indicato
per
ultimo,
nei
tre
Vangeli
Sinottici,
specificando
che
ha
tradito
Gesù.
Diversi Apostoli sono fratelli: Simone Pietro ed
Andrea;
Giacomo
(il
Maggiore)
e
Giovanni,
“figli
di
Zebedeo”
(e
di
Salomè,
sorella
di
Maria,
la
madre
di
Gesù);
Giacomo
(il
Minore)
e
(Giuda)
Taddeo,
“figli
di
Alfeo”
(che
potrebbe
essere
il
Clèofa
o
Cleopa,
citato
in
altri
passi
dei
Vangeli),
che
è il
fratello
di
Giuseppe,
il
padre
di
Gesù.
Pertanto,
gli
ultimi
quattro
Apostoli
sono
anche
cugini
di
Gesù,
rispettivamente
da
parte
della
madre
e
del
padre.
Qualche
autore
ha
anche
ipotizzato
che
gli
Apostoli
Giacomo
e
Giuda,
erano
fratelli
di
Gesù,
data
l’omonimia
dei
nomi.
Secondo altri autori, alcuni Apostoli erano prima
discepoli
di
Giovanni
Battista
e
poi
diventano
seguaci
di
Gesù:
ad
es.
Andrea,
fratello
di
Simone
Pietro,
e
Giovanni,
figlio
di
Zebedeo.
Alcuni autori ritengono che almeno la metà degli
Apostoli
sono
Zeloti
in
base
ai
loro
appellativi
o
soprannomi:
-
Simone
Pietro
è
detto
Bariona,
che
in
aramaico
significa
latitante;
-
Simone
il
Cananeo,
il
cui
appellativo
non
significa
“originario
o
abitante
di
Cana”,
ma
deriva
dall’aramaico
qen’ana,
che
corrisponde
al
greco
zeloten
e
significa
zelante.
È
chiaramente
“detto
Zelota”,
nel
Vangelo
secondo
Luca;
-
Giuda
Iscariota,
il
traditore
di
Gesù,
il
cui
appellativo
non
significa
che
era
“originario
di
Keriot”,
un
villaggio
del
Sud
della
Palestina
(come
sostengono
gli
esegeti
cattolici),
ma
significa
in
aramaico
sicario
(che
è
colui
che
usa
la
sica,
un
pugnale
corto
usato,
appunto,
dai
sicari,
per
uccidere
i
nemici);
-
Giacomo
e
Giovanni,
“figli
di
Zebedeo”
(e
di
Salomè,
sorella
di
Maria,
la
madre
di
Gesù
e
quindi
cugini
di
Gesù),
che
sono
chiamati
da
Gesù
“Boanèrghes”,
cioè
“figli
del
tuono”,
nel
Vangelo
secondo
Marco;
-
Giuda
Taddeo,il
cui
appellativo
in
aramaico
significa
coraggioso.
Alcuni
autori
ritengono
che
tutti
gli
Apostoli
erano
Zeloti.
La
presenza
di
almeno
sei
Zeloti
tra
gli
Apostoli
avvalora
l’ipotesi,
sostenuta
da
alcuni
autori
laici,
che
anche
Gesù
fosse
un
sostenitore
del
Movimento
zelota,
che
si
opponeva
fieramente
all’occupazione
romana,
o
addirittura
ne
facesse
parte, in
quanto
egli
inizia
la
sua
attività
pubblica
di
predicatore
(
cioè
il
suo
ministero)
a Cafarnao,
che
è
una
cittadina
sul
Lago
di
Tiberiade,
vicino
a
Gamala,
che
è il
centro
del
Movimento
zelota,
dato
che
è
originario
di
questa
cittadina
Giuda
il
Galileo,
che
guida
la
rivolta
degli
anni
6-7,
in
occasione
del
censimento
fiscale,
ordinato
nell’anno
6
dalle
Autorità
romane,
quando
la
Giudea,
dopo
la
destituzione
dell’Etnarca
Archelao,
figlio
di
Erode
il
Grande,
passa
sotto
l’amministrazione
diretta
dell’Impero
Romano.
Altri
autori
ritengono
che
Gesù
è
addirittura
il
Capo
del
Movimento
e
taluni
lo
identificano
con
Giovanni
di
Gamala,
figlio
di
Giuda
il
Galileo,
di
cui
però
non
è
accertata
l’esistenza,
a
meno
che
Giovanni
sia
Menahem,
figlio
di
Giuda,
che
durante
la
rivolta
antiromana
del
66
conquista
per
un
breve
periodo
Gerusalemme,
ma
poi
è
catturato
ed
ucciso
dai
Romani.
Altri
autori
ancora
ritengono
che,
dopo
la
sconfitta
nella
rivolta
antiromana
scoppiata
nel
66 e
conclusasi
con
la
distruzione
di
Gerusalemme
nel
70,
in
cui
la
maggior
parte
dei
guerriglieri
Zeloti
sono
eliminati,
la
componente
“pacifica”
degli
Esseni
(
che
non
ha
seguito
gli
Zeloti
nella
loro
“guerra
santa”
contro
i
Romani)
accentuano
il
carattere
messianico
della
loro
dottrina,
facendosi
chiamare
“cristiani”
(cioè
seguaci
del
Cristo-
Messia).
Infine,
dato
che
il
termine
ribelli
(quali
erano
gli
Zeloti)
in
greco
è
lestes
ed
in
latino
latrones
( in
italiano
ladroni),
qualche
autore
ipotizza
che
erano
Zeloti
anche
i
due
latrones
che
sono
crocifissi
con
Gesù
sul
Golgota,
anche
perché
il
supplizio
della
crocefissione
era
riservato
dai
Romani
ai
ribelli
e
non
ai
ladri.
CHI
È IL
“DISCEPOLO
CHE
GESU’
AMAVA”
?
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni
è
citato
il “discepolo
che
Gesù
amava,
che
nella
(ultima)
cena
si
era
chinato
sul
suo
petto”
(Gv
20,20).
Chi
è?
Secondo
l’Evangelista,
il
cosiddetto
“discepolo
prediletto”,
al
quale
Gesù,
prima
di
morire
sulla
croce,
affida
la
madre
Maria,
è
lui
stesso.
Infatti
scrive:
“Questi
(
cioè
il
“discepolo
che
Gesù
amava”)
è
il
discepolo
che
testimonia
queste
cose
e le
ha
scritte“.
(Gv
2,24)
L’Evangelista
Giovanni
è
quindi
l’Apostolo
Giovanni.
Invece,
secondo
alcuni
autori
laici
il
“discepolo
prediletto”
è
Lazzaro,
di
Betania,
fratello
di
Marta
e di
Maria,
identificata
con
Maria
Maddalena,
da
taluni
ritenuta
la
“moglie”
di
Gesù.
In
particolare,
secondo
David
Donnini,
Lazzaro
sarebbe
Eleazar
bar
Jiar
(Lazzaro,
figlio
di
Giaro)
che
guida
gli
ultimi
resistenti
zeloti
nella
fortezza
di
Masada,
dopo
che
Menahem,
l’ultimo
figlio
di
Giuda
il
Galileo
(
considerato
fratello
di
Gesù)
è
stato
catturato
ed
ucciso,
dopo
essere
riuscito
a
prendere
il
potere,
come
Re,per
un
breve
periodo,
a
Gerusalemme.
Lazzaro
sarebbe
“depositario”
di
una
conoscenza
iniziatica,
ricevuta
attraverso
un
“rito
di
iniziazione”,
rappresentato
dalla
sua
“morte
simbolica”
e
dalla
sua
successiva
resurrezione,
dopo
4
giorni.
Pertanto,
la
morte
e la
resurrezione
di
Lazzaro
sarebbe
la
rappresentazione
simbolica
del
rito
di
iniziazione,
trasformato
dalla
Chiesa
in
“miracolo”.
Probabilmente,
Lazzaro
era
stato
“iniziato”
da
Gesù.
Secondo
David
Donnini,
questo
rito
di
iniziazione
(rappresentato
anche
con
l’atto
di
rinchiudere
per
4
giorni
l’interessato,
che
era
in
tranche,
in
un
vero
sepolcro)
era
praticato
in
passato
o al
tempo
di
Gesù
da
alcune
“sette”,
come
i “terapeuti”
egizi,
con
i
quali
alcuni
autori
ritengono
che
Gesù
era
entrato
in
contatto,
durante
il
suo
soggiorno
in
Egitto,
nel
cosiddetto
periodo
degli
“anni
perduti”,
di
ben
18
anni,
da
quando
ne
aveva
12 (
e
discute
con
i
Sacerdoti
e
gli
Scribi
nel
Tempio
di
Gerusalemme,
in
cui
è
ritrovato
dai
Genitori
dopo
3
giorni,
nel
periodo
della
Pasqua)
a
quando
ha “circa
30
anni”,
in
base
al
Vangelo
secondo
Luca,
quando
inizia
il
suo
ministero,
dopo
aver
ricevuto
il
battesimo
da
Giovanni
Battista.
Probabilmente,
anche
il
periodo
di
tre
giorni
passati
da
Gesù
nel
Tempio,
quando
ha
12
anni,
a
discutere
con
i
Sacerdoti
e
gli
Scribi,
è un
“rito
di
iniziazione”,
dato
che
sicuramente
i
tre
giorni
sono
un
periodo
di
tempo
“simbolico”.
La
morte
e la
resurrezione
di
Lazzaro
è
presente
solo
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
11,38-44).
Però,
nei
Vangeli
Sinottici
sono
narrate
altre
due
resurrezioni:
-
quella
della
figlia,
di
“circa
12
anni”,
di
Giaro,
riportata
in
tutti
i
Vangeli
Sinottici
(
Mt
9,18-19;
Mc
5,22-24;
Lc
8,
41-42).
Giaro
è “uno
dei
Capi
della
Sinagoga”
nel
Vangelo
secondo
Matteo
(Mt
9,18)
e
nel
Vangelo
secondo
Marco
( Mc
5,22)
ed
il “capo
della
Sinagoga”
nel
Vangelo
secondo
Luca
(Lc
8,41).
-
quella
del
figlio
unico
della
vedova
della
città
di
Nain
(riportata
solo
nel
Vangelo
secondo
Luca
(Lc
7,11-15).
I
miracoli
sono
eventi
che
non
si
possono
comprendere
secondo
le
leggi
della
natura.
Anche
nell’Antico
Testamento
sono
riportati
dei
miracoli,
che
testimoniano
la
potenza
di
Javhè
a
favore
del
suo
Popolo,
come
l’apertura
delle
acque
del
Mar
Morto
al
passaggio
degli
ebrei
fuggiti
dall’Egitto
ed
inseguiti
dal
Faraone.
Gesù ha fatto due tipi di miracoli. Al primo “tipo”
appartengono
i
cosiddetti
“miracoli
della
natura”,
che
dimostrano
la
“potenza
divina”
di
Gesù,
come
la
moltiplicazione
dei
pani
e
dei
pesci,
la
trasformazione
dell’acqua
in
vino,
alle
nozze
di
Cana,
ed
il
camminare
sulle
acque.
I miracoli del secondo “tipo”, a cui appartengono la
maggior
parte
di
essi,
sono
le
“guarigioni”,
cioè
i
miracoli
che
producono
guarigioni
di
persone
affette
da
malattie
e da
infermità,
anche
gravi,come
la
guarigione
del
cieco
e
del
paralitico,
e
perfino
la
resurrezione
dalla
morte,
come
quella
di
Lazzaro.
A
questa
categoria
di
miracoli
appartiene
anche
la
liberazione
degli
“indemoniati”
(i
posseduti
dal
demonio).
In
ogni
caso,
il
miracolo
mette
in
evidenza
lo
“stretto
legame
tra
la
fede
e la
guarigione”,
cioè
è la
“fede”
delle
persone
malate
che
le
guarisce,
in
base
al
principio
della
Legge
Ebraica
per
cui
esiste
uno
“stretto
legame
tra
l’infermità
ed
il
peccato”.
Ad
es.,
riguardo
alla
lebbra,
erano
i
Sacerdoti
a
dichiarare
l’esistenza
della
malattia
ed
il
lebbroso
era
isolato
dalla
Comunità
fino
all’eventuale
guarigione.
I miracoli narrati nei Vangeli Canonici sono
una
trentina,
la
maggior
parte
dei
quali
sono
riportati
in
almeno
due
Vangeli
Sinottici,
o in
tutti
e
tre,
e
spesso
in
modo
diverso.
Invece,
il
Vangelo
secondo
Giovanni
riporta
solo
una
decina
di
miracoli,
sei
dei
quali
non
sono
citati
nei
Vangeli
Sinottici.
Solo
due
miracoli
sono
riportati
in
tutti
e
quattro
i
Vangeli
e
precisamente:
-
la
moltiplicazione
dei
pani
e
dei
pesci
( Mt
14,13-21;
Mc
6,32-44;
Lc
9,10-17;
Gv
6,1-13);
-
la
resurrezione
di
Gesù
( Mt
28,1-10;
Mc
16,1-8;
Lc
24,1-12;
Gv
20,1-18).
Vari
miracoli
sono
citati
solo
in
un
Vangelo
e
precisamente:
-
due
nel
Vangelo
secondo
Matteo:
la
resurrezione
di
una
giovane
fanciulla,
(Mt
9,23),che
probabilmente
è la
figlia
di
Giaro,
la
cui
resurrezione
è
raccontata
anche
negli
altri
due
Vangeli
Sinottici;
la
guarigione
di
due
ciechi
e di
un
muto
indemoniato(
Mt
9,27-34;
-
due
nel
Vangelo
secondo
Marco:
la
guarigione
di
un
sordomuto
nella
Decapoli
(Mc
7,31-37);
la
guarigione
del
cieco
a
Betsaida
(Mc
8,22-26);
-
cinque
nel
Vangelo
secondo
Luca:
la
“pesca
miracolosa”
( Lc
5,1-11);
la
resurrezione
a
Nain
di
un
giovane,
figlio
unico
di
una
vedova
(Lc
7,11-15);
la
guarigione
di
una
donna
inferma
da
18
anni,
in
una
Sinagoga,
nel
giorno
di
sabato(
Lc
13,10-17);
la
guarigione
di
un
uomo
malato
di
idropisia,
il
giorno
di
sabato,
mentre
Gesù
è a
pranzo
nella
casa
di “uno
dei
Capi
dei
Farisei”
( Lc
14,1-6);
la
guarigione
dei
dieci
lebbrosi,
in
un
villaggio
(Lc
17,11-19);
-
sei
sono
narrati
solo
nel
Vangelo
secondo
Giovanni:
la
trasformazione
dell’acqua
in
vino
alle
nozze
di
Cana
(Gv
2,1-11);
la
guarigione
del
figlio
di
un
funzionario
del
Tetrarca
Erode
Antipa,
che
vive
a
Cafarnao
( Gv
4,46-54);
la
guarigione
del
paralitico
nella
piscina
di
Betzatà
a
Gerusalemme,
nel
giorno
di
sabato
( Gv
5,1-17);
la
guarigione
del
cieco
dalla
nascita
(Gv
9,1-41);
la
resurrezione
di
Lazzaro
( Gv
11,38-44);
la
seconda
“pesca
miracolosa”,
fatta
da
Gesù
dopo
che
è
risorto
(Gv
21,1-14).
Anche
gli
Apostoli
cercano
di
compiere
i
Miracoli,
come
la
tentata
guarigione
dell’epilettico
(
dopo
la
“trasfigurazione”
di
Gesù
avvenuta
sulla
montagna,
dove
è
salito
insieme
con
Pietro,
Giacomo
e
Giovanni),
ma
non
ci
riescono.
Avendo
chiesto
spiegazioni
a
Gesù,
Egli
risponde
loro
che
non
sono
riusciti
a
scacciare
il
demonio
dall’epilettico
perchè
hanno
“poca
fede”.(
Mt
17,14-20
).
Nei
Vangeli
Sinottici,
i
miracoli
sono
riportati
con
una
cronologia
(seguenza)
diversa,
cioè
sono
compiuti
da
Gesù
prima
o
dopo
altri
secondo
il
Vangelo
in
cui
sono
raccontati.
Riportiamo
i
vari
miracoli,
seguendo
la
cronologia
del
Vangelo
secondo
Luca,
considerata
“attendibile”
dagli
studiosi,
integrata
con
i
fatti
miracolosi
raccontati
negli
altri
Vangeli.
-
La
trasformazione
dell’acqua
in
vino
alle
nozze
di
Cana,
un
villaggio
vicino
a
Nazaret,
raccontata
solo
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
2,1-11).
Al
fatto
assiste
anche
Maria,
la
madre
di
Gesù,
che
si
accorge
della
scarsità
del
vino
per
gli
invitati
e ne
riferisce
a
Gesù
che
interviene.
È il
primo
miracolo
compiuto
da
Gesù,
all’inizio
del
suo
ministero,
nella
primavera,
prima
della
Pasqua,
probabilmente
nell’anno
28.
-
La
guarigione
dell’indemoniato
nella
Sinagoga
di
Cafarnao,
narrata
nel
Vangelo
secondo
Marco
( Mc
1,21-27)
e
nel
Vangelo
secondo
Luca
(Lc
4,33-37).
-
La
guarigione
della
suocera
di
Pietro,
a
Cafarnao,
raccontata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
8,14-15;
Mc
1,29-31;
Lc
4,38-39).
Guariscono
anche
tutti
i
malati
che
si
presentano
nella
casa
di
Pietro.
-
La
“pesca
miracolosa”,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Luca
( Lc
5,1-11).
-
La
guarigione
del
lebbroso,
in
un
luogo
non
specificato
della
Galilea,
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
8,1-4;
Mc
1,40-45;
Lc
5,12-15).
-
La
guarigione
a
Cafarnao
del
paralitico,
che
è
calato
con
il
letto
dal
tetto
(
dopo
che
è
stato
scoperchiato)
della
casa
in
cui
Gesù
sta
predicando,
narrato
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
9,1-8;
Mc
2,1-12;
Lc
5,18-26).
-
La
guarigione,
nella
Sinagoga,
nel
giorno
di
sabato,
di
un
uomo
con
la
mano
paralizzata,
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt12,9-14;
Mc
3,1-6;
Lc
6,6-11).
-
La
guarigione
a
Cafarnao
del
servo
di
un
centurione
romano,
narrato
nel
Vangelo
secondo
Matteo
(Mt
8,5-13)
e
nel
Vangelo
secondo
Luca
( Lc
7,1-10).
-
La
resurrezione
a
Nain
di
un
giovane,
figlio
unico
di
una
vedova,
narrato
solo
nel
Vangelo
secondo
Luca
(Lc
7,11-17).
-
La
sedazione
della
tempesta,
durante
la
traversata
del
Mar
di
Galilea
(Lago
di
Tiberiade),
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
8,23-27;
Mc
4,35-41;
Lc
8,22-25).
-
La
guarigione
di
due
indemoniati
(un
cieco
ed
un
muto),
compiuta
da
Gesù
a
Gàdara,
durante
la
predicazione
nel
paese
dei
Geraseni
(Decapoli),
sulla
riva
orientale
del
Mar
di
Galilea,
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
8,28-34;
Mc
5,1-20;
Lc
8,26-39).
I
demoni,
usciti
dal
loro
corpo,
entrano
in
un
branco
di
porci
che
si
gettano
nel
Lago
di
Tiberiade,
annegando.
-
La
guarigione
di
una
“emorroissa”
(
una
donna
che
soffre
di
emorragia
da
12
anni),
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
9,20-22;
Mc
5,24-34;
Lc
8,43-48).
La
donna
guarisce
dopo
aver
toccato
il
mantello
di
Gesù,
appena
ritornato
dalla
sua
predicazione
nella
Decapoli.
-
La
resurrezione
di
una
giovane
fanciulla,
narrata
nel
Vangelo
secondo
Matteo
(Mt
9,23).
Probabilmente
è la
figlia
di
Giaro,
la
cui
resurrezione
è
raccontata
anche
negli
altri
due
Vangeli
Sinottici.
-
La
guarigione
di
due
ciechi
e di
un
muto
indemoniato,
narrata
nel
Vangelo
secondo
Matteo.(Mt
9,27-34)
-
La
guarigione
del
figlio
di
un
funzionario
del
re
Erode
Antipa,
che
vive
a
Cafarnao,
narrata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni.
( Gv
4,46-54)
-
La
guarigione
dell’infermo
da
38
anni,nel
giorno
di
sabato,
nella
piscina
di
Betzatà
a
Gerusalemme,
narrata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
.(
Gv
5,1-17)
-
La
moltiplicazione
dei
pani
e
dei
pesci,
poco
prima
della
Pasqua,
narrata
in
tutti
i
quattro
Vangeli
(Mt
14,13-21;
Mc
6,32-44;
Lc
9,10-17;
Gv
6,1-13).
-
La
guarigione
di
un
indemoniato,cieco
e
muto,
raccontata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
( Mt
12,22;
Mc
3,22;
Lc
11,14).
-
Gesù
che
cammina
sulle
acque
agitate
del
Lago
di
Tiberiade,
per
raggiungere
i
Discepoli
che
sono
sulla
barca
e
sono
impauriti
per
la
tempesta,
che
poi
si
placa.
Il
miracolo
è
narrato
nel
Vangelo
secondo
Matteo
( Mt
14,22-33),
nel
Vangelo
secondo
Marco
(Mc
6,45-51)
e
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
6,15-21).
-
La
guarigione
del
cieco
dalla
nascita,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
9,1-41).
-
La
guarigione
della
figlia
indemoniata
di
una
cananea,
nel
giorno
di
sabato,
narrata
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco
( Mt
15,21-28;
Mc
7,24-30.
-
La
guarigione
di
un
sordomuto
nella
Decapoli,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Marco
(Mc
7,31-37).
-
La
guarigione
del
cieco
a
Betsaida,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Marco
(Mc
8,22-26).
-
La
trasfigurazione
di
Gesù,
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
17,1-8;
Mc
9,2-8;
Lc
9,28-36).
-
La
resurrezione
di
Lazzaro,
a
Betania,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
( Gv
11,1-45).
-
La
guarigione
di
un
giovane
epilettico,
che
non
sono
riusciti
a
guarire
i
discepoli
di
Gesù,
raccontata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
17,14-21;
Mc
9,14-29;
Lc
9,37-42).
-
La
guarigione
di
una
donna
inferma
da
18
anni,
in
una
Sinagoga,
nel
giorno
di
sabato,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Luca
( Lc
13,10-17).
-
La
guarigione
di
un
uomo
malato
di
idropisia,
il
giorno
di
sabato,
mentre
Gesù
è a
pranzo
nella
casa
di “uno
dei
Capi
dei
Farisei”,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Luca
( Lc
14,1-6).
-
La
guarigione
dei
dieci
lebbrosi,
raccontata
solo
nel
Vangelo
secondo
Luca
(Lc
17,11-19).
-
La
guarigione
di
un
cieco,
a
Gerico,
narrata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
(Mt
20,29-34;
Mc
10,46-52;
Lc
18,35-43).
-
Il
fico
inaridito
da
Gesù,
raccontato
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Marco
(Mt
21,18-22;
Mc
11,12-14
e Mc
11,20-25).
-
La
tempesta
al
momento
della
morte
di
Gesù
sulla
croce,raccontata
nei
tre
Vangeli
Sinottici
( Mt
27,45;
Mc
15,33;
Lc
23,43-45).
-
La
resurrezione
di
Gesù,
raccontata
in
tutti
i
quattro
Vangeli
data
l’importanza
del
“fatto”
per
la
dottrina
cristiana
(Mt
28,1-10;Mc
16,1-18;
Lc
24,1-12;
Gv
20,1-18).
-
Le
“apparizioni”
di
Gesù
risorto
agli
Apostoli
ed
ai
discepoli,
narrate
in
tutti
i
Vangeli,
ma
in
modo
diverso.
Infatti,
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
appare
prima
a
Maria
di
Magdala
ed
all’altra
Maria
(Mt
28,
8-10)
e
poi
ai
discepoli
( Mt
28,
18-20).
Nel
Vangelo
secondo
Marco
appare
prima
a
Maria
di
Magdala
(Mc
16,9)
e
poi
agli
11
Apostoli
( Mc
16,12--18).
Nel
Vangelo
secondo
Luca
appare
prima
a
due
discepoli
e
poi
agli
11
Apostoli
ed
ai
discepoli
riuniti
con
loro
(Lc
24,13-44).
Infine,
nel
Vangelo
secondo
Giovanni,
appare
prima
a
Maria
di
Magdala
(Gv
20,11-18)
e
poi
agli
Apostoli
ed
ai
discepoli
( Gv
20,19-28).
-
La
seconda
pesca
miracolosa,
operata
da
Gesù
risorto,
che
però
non
è
riconosciuto
dagli
Apostoli,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
21,1-14).È
l’ultimo
miracolo
raccontato
nei
Vangeli
Canonici.
Ci
sono
inoltre
una
decina
di
miracoli,
compiuti
dagli
Apostoli
Pietro
e
Paolo,
raccontati
negli
Atti
degli
Apostoli,
che
avvengono
dopo
l’ascensione
al
cielo
di
Gesù,
e
precisamente:
- La
guarigione
di
un
mendicante
storpio,
da
parte
di
Pietro
(Atti
3,1-7).
- La
guarigione
dei
malati
da
parte
degli
Apostoli
che
stanno
nel
“portico
di
Salomone”
del
Tempio
di
Gerusalemme,
e
soprattutto
da
parte
di
Pietro
(At
5,12-16)
-
La
guarigione
di
un
uomo,
paralitico
da 8
anni,
di
nome
Enea,
da
parte
di
Pietro
a
Lidda
( At
9,32-35).
-
La
resurrezione
operata
da
Pietro,
a
Giaffa,
di
una
discepola
di
Gesù,
di
nome
Tabità
(Gazzella),
che
era
morta,
(At
9,36-41).
-
La
conversione
di
Paolo
(Saulo
di
Tarso),
che
cade
da
cavallo,
folgorato
da
una
luce
mentre
si
reca
a
Damasco
(
Atti
9,1-19).
-
La
guarigione
operata
da
Paolo
di
un
paralitico,
a
Listra
(At
14,8-10).
-
La
liberazione
di
uno
spirito,
operata
da
Paolo,
da
una
schiava
che
faceva
l’indovina,
con
grande
guadagno
per
i
suoi
padroni
(At
16,16-18).
-
La
liberazione
dal
carcere
di
Paolo
e
del
suo
discepolo
Sila,
che
erano
stati
arrestati
dopo
il
miracolo
precedente
( At
16,25-40).
-
Vari
“prodigi
non
comuni”
operati
da
Dio,
“per
mano
di
Paolo”
(At
19,11).
-
La
resurrezione
da
parte
di
Paolo
di
un
discepolo,
morto
cadendo
dal
terzo
pano
a
Troade
(At
20,7-12).
-
Paolo
si
salva
dal
morso
di
una
vipera
ad
una
mano
(At
28,3-9).