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filosofia & religione


N. 90 - Giugno 2015 (CXXI)

"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE IX

di Giorgio Giannini

 

A che età è morto?

 

Gli esegeti hanno cercato di definire a quale età è morto Gesù,sulla base di un passo del Vangelo secondo Luca relativo al suo ministero (predicazione), che Gesù ha iniziato quando aveva “circa 30 anni” (Lc 3,23).

 

Probabilmente, però l'indicazione di questa età è “simbolica”, cioè in funzione dell'identificazione di Gesù come Messia,e sembra derivare dall'età in cui Davide, il Primo Messia, è diventato Re.

 

Poiché il suo ministero è durato pochi mesi secondo i Vangeli Sinottici ed almeno due anni in base al Vangelo secondo Giovanni, dato che narra episodi relativi a tre Pasque, si ritiene che Gesù sia morto all’età di circa 30 anni, in base ai Vangeli Sinottici e di circa 33 anni in base al Vangelo secondo Giovanni. Questa età di 33 anni è quella tramandata dalla Tradizione Cristiana.

 

Alcuni autori, però ritengono che Gesù sia morto in età più avanzata. In particolare, Donnini scrive che i primi cristiani dell’Asia Minore sostenevano che la crocefissione aveva avuto luogo sotto il Regno dell’Imperatore Claudio,nel 45, e che Gesù era morto a 49 e non a 33 anni ,come voleva il computo ufficiale” (Breve storia delle religioni,pag.254).

 

Questa età matura sarebbe compatibile con quella che avrebbe Gesù in un passo del Vangelo secondo Giovanni, in cui è scritto che i Giudei ribattono a Gesù, che afferma di aver conosciuto Abramo, che questo non è possibile perché Lui “non ha ancora 50 anni” e quindi non può averlo visto. ( Gv 8,56-58)

 

In quale anno è morto?

 

La nascita di Gesù, come abbiamo visto è narrata,con alcune differenze, solo nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca. Invece,la morte di Gesù è narrata in modo simile i tutti i Vangeli, soprattutto in quelli Sinottici, che sembrano riportare lo stesso racconto.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, invece, ci sono delle differenze, come se l’Evangelista abbia voluto raccontare la storia di Gesù in sintonia con le profezie della Bibbia, narrando una storia “funzionale” alla costruzione teologica e dottrinale della nuova fede, il Cristianesimo.

 

La data della morte di Gesù non si può determinare con precisione perchè le notizie riportate nei documenti canonici,in particolare nei quattro Vangeli,che sono stati scritti più con uno scopo teologico che storico, non forniscono indicazioni precise né sull'anno, né sul mese, né tantomeno sul giorno della morte.

 

Gli esegeti e gli storici hanno cercato di definire almeno l'anno ed il mese della morte di Gesù cercando di interpretare nel modo migliore i documenti storici a disposizione, soprattutto i Vangeli Canonici, gli Atti degli Apostoli e le opere dello storico ebreo filo romano Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche e Guerra Giudaica) e quelle dello storico romano Tacito (Annali).

 

Pertanto, facendo riferimento ad alcuni personaggi citati in questi documenti, di cui è dimostrata l'esistenza storica al tempo in cui è vissuto Gesù (cioè Pilato, Erode Antipa, Caifa..), si è cercato di “combinare” i vari episodi di cui essi sono stati protagonisti, secondo i documenti canonici, per ricavare una data (un anno, un mese ed un giorno) “credibile” per la morte di Gesù.

 

Riguardo all’anno della morte di Gesù, questo si può ricavare dalla durata del suo ministero (predicazione). Si rimanda, pertanto, a quanto abbiamo scritto riguardo a questo argomento.

 

Al riguardo, vari esegeti ritengono che l’anno della morte di Gesù sia l’anno 30. Infatti, Gesù, in base al Vangelo secondo Luca , ha “circa 30 anni” (Lc 3,23) quando è battezzato da Giovanni Battista, nel fiume Giordano, poco dopo l’inizio della sua predicazione, “nel 15° anno dell’Impero di Tiberio” (Lc 3,1), che è considerato comunemente l’anno 28, come abbiamo scritto in precedenza.

 

Secondo i Vangeli Sinottici, Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo, va a predicare in Galilea e tutta la sua storia si svolge in pochi mesi, fino alla primavera dell’anno seguente (cioè il 29), in cui, in occasione della Pasqua, è catturato, processato e crocifisso a Gerusalemme, dove si era recato per celebrare questa festa, che è la più importante per gli Ebrei.

 

Invece, nel Vangelo secondo Giovanni, Gesù, dopo il battesimo, inizia il suo ministero andando a Gerusalemme per la Pasqua degli Ebrei (Gv 2,13), quando probabilmente è l’anno 28.

 

Il Vangelo secondo Giovanni però racconta che Gesù passa a Gerusalemme altre due Pasque (quindi negli anni 29 e 30) e durante la terza Pasqua Gesù è catturato e giustiziato. L’anno della sua morte è quindi il 30.

 

Secondo altri esegeti, invece, l’anno di inizio del ministero è il 27. A sostegno di questa data c’è un altro passo dello stesso Vangelo secondo Giovanni, in cui, quando Gesù è a Gerusalemme, all’inizio del suo ministero e scaccia i mercanti dal Tempio, dicendo che l’avrebbe distrutto e poi l’avrebbe riedificato in tre giorni (è la cosiddetta “purificazione” del Tempio), alcuni Ebrei gli chiedono come farà a ricostruire in pochissimi giorni il Tempio, che è “stato costruito in 46 anni”.

 

Dato che lo storico ebreo filo romano Giuseppe Flavio, nella sua opera Antichità Giudaiche, scrive che il Tempio di Gerusalemme è stato ricostruito dal Re Erode il Grande a partire dal 18° anno del suo Regno, cioè nel 19 a.C. , aggiungendo a questo anno i 46 anni narrati nel passo giovanneo si arriva all’anno 27.

 

Secondo altri autori, invece, Gesù è morto nell’anno 36, basandosi sul fatto che poco prima della crocifissione di Gesù, Erode Antipa fa arrestare e poi uccidere (su indicazione della figliastra Salomè) Giovanni Battista perchè aveva criticato pubblicamente il suo matrimonio con Erodiade, che era la moglie da cui aveva divorziato il fratello Filippo, dato che questo matrimonio era illegittimo secondo la Legge ebraica.

 

Il suddetto matrimonio avviene nell’anno 35 e quindi Giovanni Battista è probabilmente giustiziato nello stesso anno. Pertanto, Gesù, nell’anno 35 è ancora vivo dato che inizia a svolgere il suo ministero dopo l’arresto di Giovanni Battista, in base al Vangelo secondo Matteo (Mt 4,23) ed al Vangelo secondo Marco (Mc 1,14).

 

Pertanto, questi autori ritengono che la terza Pasqua, alla quale Gesù ha partecipato a Gerusalemme,secondo il Vangelo giovanneo, è quella dell’anno 36, quando Pilato è ancora Procuratore della Giudea.

 

Inoltre, la morte di Gesù nell’anno 36 sembra coincidere con la sua nascita durante il “censimento”, fatto da Quirinio nell’anno 6, e con la sua età (“circa 30 anni”), quando inizia il ministero.

 

Altri studiosi però ritengono che l'anno della morte sia diverso, in particolare il 29, dato che sulla Sindone conservata a Torino, è stata trovata l'impronta di due monete coniate da Ponzio Pilato nell'anno 29.

 

Naturalmente, questi calcoli, basati sul computo attuale dell’Era Cristiana, che inizia dall’anno 753 dalla fondazione di Roma, come calcolato dal monaco Dionigi il Piccolo nel 525, sono errati se, come ritengono la maggior parte degli studiosi, Gesù è nato nell’anno 7 a. C.

 

In quale giorno è morto?

 

Riguardo al giorno della morte di Gesù, i quattro Vangeli Canonici concordano nel giorno della settimana, che è venerdì, ma non concordano nel giorno del mese.

 

Infatti, mentre secondo i Vangeli Sinottici Gesù muore il giorno della Pasqua ebraica (Pesach), che ricorre in un giorno fisso, il 15 del mese di Nisan, nel Vangelo secondo Giovanni è scritto che Gesù muore il giorno che “era la Parasceve ( la “preparazione”) della Pasqua” (Gv 19,14), cioè il giorno precedente la Pasqua, e quindi venerdì 14 Nisan.

 

Per determinare il giorno della Pasqua si deve accertare quando c’è stata la cosiddetta “ultima cena” di Gesù con gli Apostoli.

 

Nei Vangeli Sinottici è scritto che Gesù, durante la cena con gli Apostoli, secondo il rito ebraico della Pesach, “mangiò la Pasqua”, cioè l'agnello pasquale, che veniva mangiato all'inizio della Pasqua. Però, dato che, secondo il calendario lunare ebraico, il giorno inizia al tramonto del sole del giorno precedente, la Pasqua, che ricorre il 15 Nisan, in effetti inizia la sera del giorno precedente, cioè la sera del 14 Nisan, che è giovedì. (Mt 26,17-20; Mc 14,12-17; Lc 22,7-14).

 

Dopo la cena, mentre tutti sono nell'Orto del Getsemani, Gesù è arrestato dai soldati ebrei mandati dal Sinedrio.

 

Durante la notte di Pasqua si svolge il processo davanti al Sinedrio e poi la mattina seguente, in piena Pasqua, c’è il giudizio da parte del Procuratore romano Ponzio Pilato (Mt 27,1; Mc 15,1; Lc 22,66).

 

Segue quindi, nel primo pomeriggio, la crocefissione di Gesù e la sua morte. Pertanto, secondo i Vangeli Sinottici Gesù muore il giorno di Pasqua,15 Nisan, che è venerdì. Questo però è incredibile perchè la Pasqua è la festa più importante per gli Ebrei e quindi in quel giorno non si può svolgere alcuna attività non religiosa.

 

In particolare, a conferma del fatto che la morte di Gesù avviene di venerdì, nel Vangelo secondo Matteo è scritto che poiché “il giorno seguente” a quello in cui Gesù è sepolto era “quello dopo la Parasceve“ (cioè era sabato, dato che la Parasceve era la preparazione al sabato), andarono da Pilato “i capi dei Sacerdoti e i Farisei” per chiedergli di far vigilare dai soldati romani la tomba di Gesù, “fino al terzo giorno”, per evitare che il suo corpo fosse trafugato dai suoi discepoli, i quali avrebbero potuto quindi dire “al popolo” che Gesù era “risorto dai morti…dopo tre giorni”, come Egli aveva detto (Mt 27,62-64).

 

Anche nel Vangelo secondo Marco,laddove si descrive la sepoltura di Gesù, dopo la sua morte sulla croce, è scritto che quel giorno era la “Parasceve, cioè la vigilia del sabato”, e quindi era venerdì.(Mc 15,42)

 

Anche nel Vangelo secondo Luca, riguardo al giorno della sepoltura di Gesù, è scritto che “Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato” (Lc 23,54); era cioè venerdì sera.

 

Si desume, pertanto, che il giorno della crocifissione e della morte di Gesù era la Paresceve, cioè venerdì.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni, il giorno in cui Gesù è portato davanti a Pilato “era la Parasceve della Pasqua ,verso mezzogiorno” (l’ora sesta), cioè il giorno precedente la Pasqua, e quindi il 14 Nisan. (Gv 19,14)

 

In un passo successivo dello stesso Vangelo giovanneo, è scritto che il giorno della morte di Gesù “era il giorno della Paresceve”(cioè il venerdì, che era il giorno precedente il sabato), per cui i Giudei, per evitare che i corpi dei crocifissi “rimanessero sulla croce durante il sabato… chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via”. (Gv 19,31)

 

Da questi due passi del Vangelo secondo Giovannei, ritenendosi consequenziali ed avvenuti nello stesso giorno i due episodi narrati (il giudizio davanti a Pilato e la crocifissione), si deduce che Gesù muore il giorno della Paresceve della Pasqua ( cioè il giorno precedente la Pasqua), che però è anche la Paresceve tradizionale, cioè la preparazione al sabato, e quindi è venerdì 14 Nisan. Pertanto la Pasqua, quell’anno, ricorre il giorno di Sabato.

 

Questo fatto è compatibile con il divieto, imposto per la Pasqua e per le altre Feste, ed anche per il sabato, di svolgere qualsiasi attività umana (e quindi anche l’attività giudiziaria), essendo giorno di festa “dedicato al Signore”.

 

Peraltro,anche in un passo del Vangelo secondo Marco, i “capi dei Sacerdoti e gli Scribi cercavano di catturarlo con un inganno per farlo morire”, ma “non durante la Festa” ,che è quella della Pasqua ebraica (alla quale mancano due giorni), perché temevano “una rivolta di popolo”.(Mc 14,1-2)

 

Questo passo del Vangelo secondo Marco farebbe pensare che si temeva una rivolta in città dato che Gesù aveva un ampio seguito di discepoli e seguaci, anche perché radunava sempre una grande folla dove predicava.

 

Per questo motivo,i Capi dei Sacerdoti e gli Scribi tradiscono Gesù perché pensano che stia organizzando una rivolta e quindi temono la reazione dei Romani con una cruenta repressione,come era accaduto nella rivolta dell’anno 6-7 (durante il censimento) e quindi ordiscono la “congiura” contro di Lui (Mc 14,1-2) e lo denunciano ai Romani che intervengono con proprie truppe nell’Orto del Getsemani e lo arrestano.

 

Alcuni esegeti hanno spiegato l'incongruenza della data della cosidetta “ultima cena”, raccontata nel Vangelo secondo Giovanni, con quella dei Vangeli Sinottici, facendo presente che la cena descritta nel Vangelo secondo Giovanni, nella quale Gesù lava i piedi agli Apostoli, non è la Pasqua ebraica, anche perché avviene “prima della festa di Pasqua”. (Gv 13,1-11),

 

Infatti, in un passo successivo sembra di capire che la Pasqua deve ancora essere consumata, dato che gli Ebrei che conducono Gesù dalla casa del Sommo Sacerdote Caifa al Pretorio, davanti a Ponzio Pilato, non vi entrano per non contaminarsi (dato che il Pretorio è un luogo pagano) perché altrimenti non avrebbero potuto celebrare la Pasqua, con la rituale cena pasquale. ( Gv 18,28)

 

Pertanto, molti studiosi ritengono che quella “cena è in realtà una cena intima di Gesù con i suoi Discepoli, con la quale si congeda da essi, nel mondo terreno.

 

Molti esegeti hanno cercato di armonizzare il racconto della morte di Gesù fornito dai Vangeli Sinottici con quello fornito dal Vangelo secondo Giovanni, trovando soluzioni a dir poco incredibili. In particolare, alcuni hanno ipotizzato che in quell'anno c’era stato un dissidio tra i Sadducei ed i Farisei in merito all'inizio del mese di Nisan e quindi riguardo al giorno della settimana in cui ricorreva la Pasqua.

 

Altri hanno ipotizzato che la Pasqua celebrata da Gesù e dagli Apostoli, nell'ultima cena, non era quella ebraica, ma quella del “loro rito”, che potrebbe essere quello esseno, in cui la Pasqua ricorreva sempre di mercoledi, cioè in un giorno fisso, secondo il loro calendario liturgico solare, e quindi la cena pasquale si faceva la sera del giorno precedente la Pasqua, cioè il martedì sera.

 

In questo caso, la cena non prevedeva il pasto dell’agnello, perchè gli Esseni non sacrificavano animali e mangiavano poca carne. In questo modo, Gesù sarebbe stato catturato la sera del martedi (dopo la cena) e processato nei tre giorni seguenti (mercoledì,giovedì e venerdì), in cui era possibile svolgere le attività giudiziarie.

 

Inoltre, questa “cronologia lunga” di tre giorni è compatibile con tutte le vicende della “passione” di Gesù, fino alla sua crocifissione ed alla sua morte il giorno precedente la Pasqua ebraica, che è venerdì, dato che la Pasqua ricorre il sabato secondo il Vangelo giovanneo.

 

A complicare la determinazione del giorno della morte di Gesù c’è anche il fatto che nei Vangeli c’è confusione tra la festa della Pasqua e la festa degli Azzimi, come si legge nel Vangelo secondo Luca (Lc 22,1) e che probabilmente la Pasqua, quell’anno è caduta di sabato in base al Vangelo secondo Giovanni.

 

Gli esegeti ritengono però che la concentrazione degli eventi della “passione” (l’arresto, il giudizio prima davanti al Sinedrio e poi davanti a Pilato, la flagellazione, la crocifissione, la morte e la sepoltura) in neppure un giorno (dalla sera del giovedì 14 Nisan (quando inizia il venerdì 15) al pomeriggio di venerdì 15 Nisan (che è Pasqua), sia dovuto ad esigenze di “semplificazione catechistica” (dottrinali), cioè per semplificare gli eventi e per farli meglio comprendere ai fedeli.

 

In verità, è molto improbabile che tutto si sia svolto in pochissimo tempo, tenendo anche conto del fatto che nel giorno di Pasqua, che è la festa religiosa più importante per gli Ebrei, non si potevano svolgere attività non religiose.

 

Pertanto, molti studiosi ritengono che il riferimento alla Pasqua sia stato inserito nella redazione dei Vangeli Canonici “a posteriori”, per la necessità teologica- dottrinale di identificare Gesù come l'agnello pasquale sacrificatosi per il bene dell’umanità.

 

Era quindi necessario “sostituire” la Pasqua ebraica con la Eucarestia, istituita nella cosiddetta “ultima cena”, prevista solo nei Vangeli Sinottici e di cui non si parla nel Vangelo secondo Giovanni, che pure è pieno di riferimenti teologici e dottrinali. Come mai l’Evangelista Giovanni non ne parla?

 

Alcuni studiosi ritengono che è impossibile cercare di far quadrare le cose,secondo la cronologia dei Vangeli anche perchè questi testi, come del resto tutte le Sacre Scritture, non sono documenti storici, cioè non danno una “cronaca dei fatti”, dato che hanno lo scopo di “trasmettere una testimonianza di fede“.

 

Pertanto, per gli Evangelisti non conta la scansione del tempo, in cui sono narrati i fatti, ma l’evento che essi narrano. In pratica, il tempo è un elemento secondario, “in funzione di ciò che si vuole raccontare”,cioè è al servizio dello scopo teologico-dottrinale che l’Evangelista persegue.

 

Questo è ben chiaro nel Vangelo secondo Giovanni in cui il racconto è finalizzato ad “evidenziare” la figura di Gesù come “Agnello di Dio”, immolatosi per la salvezza dell’Umanità, dato che toglie i “peccati del Mondo”. Questa immagine di Gesù è riproposta ben 29 volte nella Apocalisse.

 

Per concludere, tenendo conto del fatto che è improbabile che Gesù sia morto il giorno di Pasqua (il 15 Nisan), come è scritto nei Vangeli Sinottici, e che pertanto è più credibile la data indicata nel Vangelo secondo Giovanni,cioè venerdì 14 Nisan, il giorno precedente la Pasqua, la maggior parte degli esegeti e degli storici ritengono che il giorno della morte di Gesù sia appunto venerdi 14 Nisan.

 

Alcuni studiosi hanno cercato di individuare nel calendario gregoriano, attualmente in uso, il giorno, mese ed anno in cui Gesù è morto ed hanno ritenuto che queste date corrispondano al venerdi 7 aprile dell’anno 30, tenendo conto, come abbiamo già scritto, dell'inizio del ministero di Gesù nell'anno 28 e del fatto che è durato probabilmente due anni pieni (tre primavere e tre Pasque), in base al Vangelo secondo Giovanni (per cui si arriva all'anno 30).

 

Questo anno è probabile perché la Pasqua ebraica è caduta di sabato, durante il periodo in cui Ponzio Pilato è stato Procuratore della Giudea (dal 26 al 36), negli anni 27, 30 e 33.

 

Naturalmente, questo calcolo è errato se, come ritengono la maggior parte degli studiosi,e come abbiamo già scritto, Gesù è nato nell’anno 7 a. C.



 

 

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