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N. 84 - Dicembre 2014 (CXV)

"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE III

di Giorgio Giannini

 

Il concepimento divino e verginale di Maria

 

La nascita di Gesù a Betlemme è narrata solo nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca, che però non danno indicazioni cronologiche precise sull’anno e sul giorno dell’evento.

 

Gli altri due Vangeli Canonici, il Vangelo secondo Marco ed il Vangelo secondo Giovanni, non raccontano nulla sulla nascita e sull’infanzia di Gesù, ma descrivono solo il suo ministero pubblico (la sua predicazione), quando è ormai adulto (ha circa 30 anni), a partire dal suo battesimo nel fiume Giordano, da parte di Giovanni Battista, fino alla sua morte e resurrezione, durante la Pasqua, a Gerusalemme.

 

Il Vangelo secondo Matteo inizia con la genealogia di Gesù (Mt 1, 1-17), quindi racconta, senza precisare il luogo in cui avviene, il concepimento miracoloso e verginale di Maria, “promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme….per opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 18).

 

Giuseppe, accortosi della gravidanza di Maria, pensa di “ripudiarla” perché il concepimento è avvenuto “prima che andassero a vivere insieme”, ma un “angelo del Signore” gli appare “in sogno” e lo rassicura sul concepimento divino di Maria, dato che “ il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. L’angelo dice anche a Giuseppe che dovrà chiamare Gesù il bambino perché “salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 19-21). Infatti, il nome Gesù (Iesus in latino e Iesous in greco) deriva dall’aramaico Yeshua, che è la contrazione dell’ebraico Yehoshua, che significa “Dio è salvezza”.

 

Il Vangelo ricorda che “tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato

detto dal Signore per mezzo del profeta:”Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: /a lui sarà dato il nome di Emanuele”, che significaDio è con noi”. (Is 7, 14 in Mt 1, 22-23). Questo passo del Vangelo è la prima chiara dimostrazione che l’Evangelista Matteo racconta la vita di Gesù attraverso la realizzazione delle profezie annunciate dai Profeti nelle Sacre Scritture, per dimostrare che Gesù è veramente il nuovo Messia, atteso dagli Ebrei, che libererà il Popolo di Israele dalla dominazione straniera (romana).

 

Giuseppe fa quello che l’angelo gli ha ordinato e prende “con sé la sua sposa” Maria, la quale, “senza che egli la conoscesse… diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù” (Mt 1, 24-25).

 

Il Vangelo secondo Luca racconta che l’angelo Gabriele annuncia a Maria, che si trova a Nazaret, in Galilea, e che è “vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe” (Lc 1, 26-27), che concepirà e partorirà un figlio al quale dovrà mettere nome Gesù, che “sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo;il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe ed il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 31-33). È la cosiddetta annunciazione.

 

Maria chiede all’angelo come può avvenire il suo concepimento, dato che “non conosce uomo”. L’angelo le risponde che lo “Spirito Santo” scenderà su di lei e che “colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1, 34-35).

 

L’angelo, inoltre, le annuncia che anche la sua parente Elisabetta, anziana e sterile, ha concepito un figlio per intervento divino ed è al 6° mese di gravidanza, perché “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1, 36-37). Quindi Maria parte per andare a trovare Elisabetta, che si trova “in una città della Giudea” (è la cosiddetta visitazione). “Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua” (Lc 1, 56), a Nazaret, in Galilea.

 

Gesù è nato a Betlemme ?

 

Riguardo alla nascita di Gesù, il Vangelo secondo Matteo racconta che Gesù nasce a “Betlemme di Giudea, al tempo del Re Erode” e che “alcuni Magi vennero da Oriente a Gerusalemme”, Capitale della Giudea, in cui regna Erode il Grande, ed andavano in giro a chiedere dove fosse “il Re dei Giudei…che è nato”, perché hanno visto “spuntare la sua stella” e sono “venuti ad adorarlo” (Mt 2, 1-2).

 

Questo Vangelo è l’unica fonte canonica che racconta della stella che guida i Magi dall’Oriente fino a Betlemme per adorare Gesù.

 

Anche in questo caso, l’Evangelista Matteo racconta la realizzazione di una profezia delle Sacre Scritture. Infatti, nel Libro dei Numeri, è riportata la profezia di Balaam: “Una stella sorge da Giacobbe / e si alza uno scettro da Israele /spezza le tempie di Moab / ed il cranio dei figli di Set” (Nm 24, 17).

 

Gli Ebrei ne avevano dedotto che la nascita del nuovo Messia, che avrebbe sconfitto i nemici di Israele, sarebbe stato annunciata dall’apparizione di una nuova stella nel cielo. Pertanto, Matteo, nel suo Vangelo, abbina la nascita di Gesù, come nuovo Messia, all’apparizione di una stella splendente, come racconta la profezia di Balaam, che guida il cammino dei Magi, di cui però Matteo non dice nulla in merito al luogo di origine, al loro numero ed ai loro nomi.

 

Erode, venuto a sapere dell’arrivo dei Magi che chiedevano dove fosse il nuovo Re dei Giudei, restò turbato”. Riunì quindi “i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo”, per sapere da loro quale fosse il “luogo in cui doveva nascere il Cristo” (cioè il Messia). Quelli gli dissero che il Messia doveva nascere “ A Betlemme di Giuda”, secondo la profezia di Michea 5, 1: “E tu, Betlemme, terra di Giuda / non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda /da te infatti uscirà un capo / che sarà il pastore del mio popolo, Israele” (Mt 2, 5-6).

 

In questo caso, Matteo fa nascere Gesù a Betlemme, in Giudea, patria di Davide, il primo Messia, per raccordarla con la profezia di Michea, per sottolineare la natura di Gesù come il nuovo Messia, che avrebbe sconfitto i nemici di Israele.

 

Il Vangelo secondo Matteo racconta inoltre che “Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro, con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme” (dove i suoi Scribi e Sacerdoti gli hanno detto che sarebbe nato il Messia) esortandoli a cercare “accuratamente” il bambino e ad informarlo quando l’avrebbero trovato, in modo che anche lui potesse andare “ad adorarlo” (Mt 2, 7-8).

I Magi quindi si mettono in cammino verso Betlemme, guidati dalla stella, che indica loro la strada. Ad un certo punto, la stella “si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”, ed essi provarono “una gioia grandissima” (Mt 2, 9-10).

 

Entrati nella casa”, videro il bambino (Gesù) con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi, aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e

mirra” (Mt 2, 11).

 

Questi tre doni, molto preziosi, che in genere sono offerti ai Re, hanno un chiaro significato simbolico oltre a quello del numero tre. Infatti, l’oro simboleggia la regalità;l’incenso la divinità; la mirra la mortalità e quindi l’umanità. Pertanto, Matteo vuole rappresentare le tre nature di Gesù: quella regale, con l’oro; quella divina, con l’incenso; quella umana, con la mirra. Quindi, i Magi, “avvertiti in sogno (probabilmente da un angelo) di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2.12).

 

Dopo la partenza dei Magi da Betlemme, appare in sogno a Giuseppe un “angelo del Signore “ che gli dice di prendere “il bambino e sua madre” e di fuggire in Egitto, e di restarci finchè non sarà avvisato che potrà ritornare in Giudea, perché Erode sta cercando il bambino “per ucciderlo”. E così, Giuseppe “si alzò nella notte, prese il bambino (Gesù) e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Dall’Egitto ho chiamato mio figlio” (Mt 2, 13-15).

 

Anche questo passo è inserito da Matteo per realizzare un’altra profezia delle Sacre Scritture, relativa alla partenza degli ebrei dalla prigionia in Egitto ed al loro ritorno in Israele. Quindi, Erode, infuriato perché i Magi “ si erano presi gioco di lui”, cioè non erano tornati da lui per riferire su Gesù, e temendo di perdere il Regno a causa della nascita del nuovo Re di Giudea, “mandò ad uccidere tutti bambini che stavano a Betlemme ed in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso esattamente dai Magi” (è la cosiddetta Strage degli innocenti). In questo modo si compì la profezia di Geremia: “Un grido è stato udito in Rama / un pianto ed un lamento grande / Rachele piange i suoi figli / e non vuole essere consolata, / perché non sono più” (Ge 31, 15 in Mt 2, 16-18).

 

Anche questo passo è inserito da Matteo per realizzare la profezia di Geremia, relativa alla uccisione dei bambini maschi ebrei, raccontata nell’Esodo, ordinata dal Faraone d’Egitto, alla quale scampò Mosè (Es 1, 15 - 22).

 

Dopo la morte di Erode (nell’anno 4 a.C.), un angelo appare “in sogno a Giuseppe in Egitto” e gli dice di ritornare “con il bambino e sua madre.. nella terra di Israele”. Così Giuseppe parte, ma dopo aver appreso che in Giudea regna “Archelao, il figlio di Erode”, ha paura di ritornare in Giudea, nella loro città di Betlemme, e su indicazione di un angelo, che gli appare di nuovo in sogno, va “ad abitare in una città chiamata Nazaret “, in Galilea, “perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei Profeti:”Sarà chiamato Nazareno” (Mt 2, 19-23).

 

Matteo, dando a Gesù l’appellativo di Nazareno, fa realizzare un’altra profezia e stabilisce una correlazione tra Gesù e la città di Nazaret, ma non nel significato di “nato a Nazaret”, dato che è nato a Betlemme, ma di “cittadino di Nazaret”.

 

Molti esegeti ritengono che i fatti narrati nel Vangelo secondo Matteo sono elaborazioni tardive, a carattere leggendario o simbolico, inserite proprio per la realizzazione delle profezie contenute nelle Sacre Scritture dato che questo Vangelo si rivolge agli ebrei (e non ai gentili, cioè ai pagani, come il Vangelo secondo Luca) e quindi è fondamentale per Matteo narrare la realizzazione delle profezie dell’Antico Testamento per far accettare dagli ebrei Gesù come il nuovo Messia.

 

Pertanto, Matteo racconta nel suo Vangelo, attraverso la vita di Gesù, la realizzazione di varie profezie: il concepimento verginale di Maria (Is 7, 14-Mt 1, 22-23); la nascita a Betlemme (Mi 5, 1- Mt 2, 5); la stella nel cielo che guida i Magi (Nm 24, 17-Mt 2, 2); l’adorazione di Gesù da parte dei Magi (Sal 72, 10 - Mt 2.11); il ritorno della Sacra Famiglia dall’Egitto (Es 11, 1- Mt 2, 15); la strage degli innocenti (Ger 31, 15- Mt 2, 16-18).

 

In particolare, molto importante è il riferimento a Betlemme, come luogo della nascita di Gesù, che è determinato dal fatto di realizzare la profezia di Michea (Mi 5, 1) che ha predetto in questa cittadina (che è la patria di Davide, il primo Messia) la nascita del nuovo Messia, che avrebbe liberato Israele dalla dominazione straniera (romana).

 

Riguardo alla nascita di Gesù, il Vangelo secondo Luca, racconta che Maria parte da Nazaret, mentre è “incinta”, insieme con Giuseppe, di cui è “sposa”, per recarsi a Betlemme, in Giudea, per il “primo censimento fatto quando Quirinio era Governatore della Siria”, in attuazione di un decreto di Cesare Augusto, che aveva ordinato “che si facesse il censimento di tutta la terra” (Lc 2, 1-2), cioè il censimento “universale” per tutto l’Impero Romano.

 

Dato che Giuseppe “apparteneva alla casa ed alla famiglia di Davide”, doveva recarsi, con la moglie Maria, a Betlemme (patria di Davide) per “farsi censire”.

 

Mentre Giuseppe e Maria sono a Betlemme, si compiono “i giorni del parto” e Maria dà alla luce “il suo figlio primogenito”, lo avvolge “in fasce” e lo pone “in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc 2, 6-7).

 

Gesù quindi nasce a Betlemme, in una stalla perché Giuseppe e Maria non hanno trovato alcun alloggio durante il loro soggiorno nella cittadina per il censimento.

 

Alcuni pastori, che pernottano “all’aperto”, avvertiti da un angelo della nascita del “Salvatore, che è Cristo Signore”, si recano a rendere omaggio a Gesù, “adagiato in una mangiatoia” (Lc 2, 11-12).

 

Dopo la circoncisione (all’ottavo giorno dalla nascita) gli è “messo nome Gesù”, come ha detto l’angelo “prima che fosse concepito” (Lc 2, 21).

 

Al 40° giorno dalla nascita, Gesù è portato a Gerusalemme “per presentarlo al Signore”, al Tempio (è la cosiddetta presentazione), e “per offrire in sacrificio una coppia di colombi, come prescrive la Legge del Signore” (Lc 2, 22-23).

 

Al Tempio, Gesù è riconosciuto come il Messia dal vecchio Simeone, “uomo giusto e pio” al quale lo Spirito Santo “aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza aver veduto il Cristo del Signore” (Lc 2, 25-26). Pertanto, Simeone muore felice dopo aver riconosciuto in Gesù il Cristo-Messia.

 

Nel Tempio, Gesù è anche lodato dalla vecchia profetessa Anna, di “84 anni”, che “non si allontanava mai dal Tempio, servendo Dio giorno e notte con digiuni e preghiere” (Lc 2, 36-38). La Sacra Famiglia ritorna quindi “in Galilea, alla loro città di Nazaret” (Lc 2, 39).

 

Il racconto di Luca della nascita di Gesù è quindi più ampio di quello di Matteo, narrando vari fatti, non citati nel Vangelo secondo Matteo: l’annuncio della nascita di Giovanni Battista; il riferimento al censimento ordinato dall’Imperatore Romano Augusto; l’adorazione dei pastori a Gesù appena nato; la circoncisione e la presentazione al Tempio di Gesù.

 

Anche il Vangelo secondo Matteo però racconta fatti originali, non citati nel Vangelo secondo Luca: l’arrivo da Oriente dei Magi per adorare Gesù e la fuga in Egitto della Sacra Famiglia per scampare alla uccisione dei bambini di età inferiore a due anni (la strage degli innocenti), ordinata dal Erode, Re di Giudea.

 

Nel Vangelo secondo Giovanni non è descritta la nascita di Gesù, ma è citata la cittadina di Betlemme: Infatti, mentre Gesù sta predicando in una cittadina (ritenuta dagli esegeti Nazaret), alcuni Giudei rifiutano di considerarlo il Messia dato che viene “ dalla Galilea” mentre le Sacre Scritture dicono che il Cristo-Messia deve venire “dalla stirpe di Davide, da Betlemme, il villaggio di Davide”, dove la profezia di Michea ha previsto la nascita del nuovo Messia (Gv 7, 41-42).

 

Alcuni di questi ebrei vogliono anche “arrestarlo”, ma poi “nessuno mise le mani su di lui” (Gv 7, 44). Molti autori ritengono che la narrazione della nascita di Gesù da una vergine sia simile a quanto accaduto a personaggi mitologici (Gilgamesh, Ercole-Eracle..) o a personaggi di origine divina, di altre civiltà, che nascono da una “vergine”: Horus (Egitto), Mitra (Persia), Prometeo (Grecia), Krishna (India), Quetzalcoatl (Messico). Inoltre, anche in altri miti si narra della persecuzione del neonato da parte delle Autorità (Sargon, Mosè, Romolo e Remo).

 

Gesù è nato a Nazaret?

 

Il Vangelo secondo Marco, che non racconta nulla sulla nascita di Gesù, non cita mai Betlemme, ma cita la cittadina di Nazaret. Infatti, racconta che “In quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano” (Mc 1, 9).

 

In un altro passo, Marco scrive che dopo aver predicato in Galilea, Gesù “andò nella sua patria ed i discepoli lo seguirono” (Mc 6, 1), senza però indicarla con precisione.

 

In un passo successivo, Gesù dice agli abitanti di una cittadina, che rifiutano la sua predicazione (e che è ritenuta dagli esegeti Nazaret): “un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti ed in casa sua” (Mc 6, 4), alludendo chiaramente alla sua città natale e si meraviglia “della loro incredulità” (Mc 6, 6). Un passo analogo si trova anche nel Vangelo secondo Matteo. (Mt 13, 57).

 

Un racconto simile, relativo al rifiuto della predicazione di Gesù, che si trova a Nazaret, è anche nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 7, 41-42). Inoltre, per l’Evangelista Giovanni, Gesù è “il figlio di Giuseppe di Nazaret” (Gv 1, 45).

 

Per alcuni esegeti, questi passi provano la nascita di Gesù a Nazaret (in Galilea) e non a Betlemme (in Giudea), come sostenuto nei Vangeli secondo Matteo e secondo Luca. Per altri studiosi, invece, questi passi dimostrano solo che Gesù vive a Nazaret con la sua Famiglia (che vi viveva anche prima della sua nascita, in base al Vangelo secondo Luca). Nazaret è quindi la “patria” di Gesù, cioè il luogo in cui vive.

 

Qualche autore, per conciliare la citazione di Betlemme, da parte degli Evangelisti Matteo e Luca, con Nazaret, ha ipotizzato la nascita di Gesù nel villaggio di Betlemme, in Galilea, a circa 11 Km da Nazaret, menzionata nel Libro di Giosuè, nella parte relativa al territorio delle 12 tribù di Israele (Gs 19, 15).

 

Altri autori ritengono che la nascita a Betlemme è stata inserita solo per provare la messianicità davidica di Gesù, cioè la sua discendenza da Davide e la sua natura di nuovo Messia. Pertanto credono che la città natale di Gesù sia Nazaret. Anche nella tradizione cristiana, Gesù è chiamato Gesù di Nazaret.

 

Però, dato che questo villaggio non è menzionato nelle Sacre Scritture e neppure dallo storico filo romano Giuseppe Flavio, che ha raccontato la storia di Israele nelle Antichità Giudaiche, alcuni storici ritengono che non esisteva al tempo di Gesù. Alcuni autori sostengono che il villaggio in cui vive Gesù sia Gamala (ubicato nella zona montuosa del Golan, vicino al Lago di Tiberiade (o Lago di Gennesaret o Mare di Galilea), la cui ubicazione geografica corrisponde ai dati forniti nei Vangeli. Infatti, Nazaret si trova su un monte (Lc 5, 29), vicino al Lago di Tiberiade (Mt 13, 1-2) mentre l’attuale villaggio di Nazaret si trova in collina e lontano dal Lago.

 

Secondo questi autori, originario di Gamala è Giuda il Galileo, discendente della dinastia regale dei Maccabei o Asmonei, detronizzati dai Romani, che nel 37 a.C. mettono Erode come Re della Giudea. Giuda è il Capo dei cosiddetti Galilei, che attuano la rivolta antiromana dell’anno 7 d. C., contro il censimento fiscale. Per questi autori, Gesù è Giovanni di Gamala, uno dei figli di Giuda, che guida la rivolta antiromana a metà degli anni trenta e che dopo aver occupato Gerusalemme si proclama Re dei Giudei, ma nel 36 è catturato dai Romani e crocifisso.

 

Infine, altri autori credono che l’appellativo nazareno riferito a Gesù indichi Nazaret come suo luogo di origine. Per altri, invece, questo termine è la errata traduzione, nel latino nazarenus, della parola greca nazoraios, che a sua volta è derivata dal termine aramaico nazorai e dall’ebraico nazir, che significa consacrato. Pertanto, il termine nazoreo o nazireo significa consacrato a Dio, perché la persona ha fatto voto di Nazireato.

 

Gesù è nato in una casa o in una stalla?

 

Riguardo al luogo fisico della nascita, nel Vangelo secondo Matteo, Gesù nasce a Betlemme in una casa, che probabilmente è quella di Giuseppe. Infatti, i Magi, arrivati a Betlemme, entrano “nella casa, sopra la quale si è fermata la stella, che ha guidato il loro cammino, e si prostrano davanti a Gesù e gli offrono i tre doni.

 

Invece, nel Vangelo secondo Luca, Gesù nasce a Betlemme, dove Giuseppe e Maria si sono recati da Nazaret per il censimento, non in una casa, ma in una stalla, dato che è posto dalla Madre “in una mangiatoia”. Infatti, per Giuseppe e Maria “non c’era posto nell’alloggio” (Lc 2, 7), cioè non avevano trovato un luogo in cui dormire, perché tutte le locande di Betlemme erano piene, per le molte persone affluite nella cittadina per il censimento, in quanto originarie del luogo, ma che vivevano altrove. Questo fatto appare singolare perché Betlemme è un piccolo villaggio, per cui non vi dovevano affluire molte persone per il censimento. Inoltre, chi veniva da fuori, ma era originario del villaggio, aveva a Betlemme sicuramente dei parenti, che lo potevano ospitare. Non si comprende quindi come mai Giuseppe, che è originario di Betlemme (per questo vi si è recato con la moglie Maria per il censimento) non trova ospitalità da alcun parente.

 

Alcuni studiosi hanno sostenuto che al censimento era soggetto solo il Capofamiglia, che rappresentava i familiari (la moglie e i figli), e quindi solo lui avrebbe dovuto recarsi nel luogo nativo per farsi censire.

 

Infine, è molto improbabile che le persone si dovessero spostare per il censimento, come è scritto nel Vangelo secondo Luca, dal luogo in cui vivono e svolgono le attività economiche (che devono essere tassate) al luogo in cui sono nate. Questo spostamento di massa, peraltro, avrebbe comportato seri problemi di ordine pubblico, per cui i Romani non avevano alcun interesse ad ordinare il censimento con queste modalità.

 

In quale anno è nato?

 

Il Vangelo secondo Matteo ed il Vangelo secondo Luca non riportano l’anno della nascita di Gesù e raccontano l’evento legato ad alcuni fatti, che però sono diversi. Concordano, però, nell’affermare che Gesù nasce a Betlemme, quando Erode è Re della Giudea.

Comunque, se i fatti narrati nei due Vangeli, pur se non concordanti, si ritengono veri, si può calcolare un periodo di tempo nel quale collocare la nascita di Gesù, in base agli eventi narrati.

 

Nel Vangelo secondo Matteo la nascita di Gesù avviene, “al tempo del Re Erode”, in occasione di un evento straordinario, l’apparizione di un stella, che guida i Magi fino a Betlemme, per rendere omaggio a Gesù, che essi ritengono il nuovo “Re dei Giudei”.

 

La stella, secondo quanto scrive Keplero nel De anno natali Christi (Dell’anno della nascita di Cristo)del 1614, sarebbe l’effetto luminoso della tripla congiunzione di Giove e di Saturno nella Costellazione dei Pesci, avvenuta nell’Equinozio di Primavera (mese di Marzo) dell’anno 7 a.C., che fu ben visibile ad occhio nudo per alcuni mesi, come una stella molto luminosa e splendente, come quella che racconta Matteo nel suo Vangelo. Infatti, la congiunzione di Giove e Saturno avvenne tre volte in pochi mesi ed i due Pianeti rimasero nella Costellazione dei Pesci circa un anno e poi furono raggiunti, nel febbraio dell’anno seguente da Marte. Fu quindi un evento eccezionale, che era stato previsto almeno un anno prima dagli astronomi persiani, considerato che ne parla una tavoletta cuneiforme dell’anno 8 a.C., conservata al British Museum di Londra. I Magi, quindi, potrebbero essere astronomi della Persia.

 

Altri ritengono che la stella sia l’effetto dell’esplosione di una supernova, osservata dagli astronomi cinesi nel marzo dell’anno 5 a.C. e durata circa 70 giorni.

 

I Magi avendo visto questo fenomeno astronomico, che secondo loro annuncia la nascita del nuovo “Re dei Giudei”, si recano a Betlemme, in Giudea, seguendo la stella, per rendere omaggio al Re.

 

Tenendo conto del fatto che Erode, nell’ultimo anno della sua vita, soggiorna a Gerico e non a Gerusalemme, per motivi di salute, per cui non ha potuto provvedere a curare personalmente gli affari del suo Regno, è presumibile che abbia ordinato, almeno nell’anno precedente la sua morte (cioè nell’anno 5 a.C. dato che è morto nell’anno 4 a.C.), l’uccisione di tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio fino a due anni di età, nati quindi fino all’anno 7 a.C. (il periodo della visibilità del fenomeno astronomico), allo scopo di eliminare il “Re dei Giudei”, a cui sono venuti a rendere omaggio i tre Magi. Erode teme infatti che il neonato sia il legittimo pretendente al Regno di Israele, sul quale lui è stato posto dai Romani nel 37 a.C..

 

La strage degli innocenti, molto probabilmente, non c’è mai stata perché non è citata in alcun documento storico. Molti esegeti si sono chiesti il motivo per cui Erode ordina l’uccisione dei bambini di Betlemme fino a due anni. Sicuramente, questo fatto è stato inserito da Matteo nel Vangelo per realizzare la profezia di Geremia (Ge 31, 15) riportata nelle Sacre Scritture. Inoltre, questa strage ricorda quella dei bambini ebrei, durante la loro prigionia in Egitto, ordinata dal Faraone, e alla quale scampa Mosè, raccontata nell’Esodo (Es, 15-22).

 

Molti autori si sono posti la domanda perché mai i Magi sarebbero venuti da Oriente per rendere omaggio al “Re dei Giudei”. Sono state date molte risposte, ma quella che appare quantomeno la più suggestiva è quella secondo la quale i Magi, che probabilmente erano astronomi persiani, seguivano dal VII sec le vicende della Giudea, grazie alla profezie fatte da Daniele, che, dopo essere stato fatto prigioniero e portato come schiavo a Babilonia, nel VII sec. a.C., era diventato un alto dignitario, proprio grazie alle sue profezie, che erano molto apprezzate dai sovrani babilonesi, in particolare da Nabucodonosor, che lo chiama Capo dei saggi di Babilonia.

 

Sicuramente, il nuovo “Re dei Giudei” doveva essere per i Magi un personaggio molto importante, altrimenti non sarebbero andati a cercarlo, per rendergli omaggio. Invece, nel Vangelo secondo Luca, la nascita avviene a Betlemme, “al tempo di Erode, Re della Giudea” (Lc 1, 5), in occasione del “primo censimento” fatto “quando Quirinio era Governatore della Siria”, ordinato dall’Imperatore Augusto (Lc 2, 1-2).

 

La maggior parte degli esegeti considerano questo “primo censimento” quello che Quirinio ha curato in Giudea, come alto funzionario imperiale, probabilmente nell’anno 7 a.C. quando il Governatore della Siria era Gaio Senzio Saturnino (Governatore dal 9-8 al 6 a.C.) in attuazione del “censimento di tutta la terra” (cioè per tutto l’Impero Romano) ordinato nell’anno 8 a.C. da Augusto. Questa ipotesi è anche sostenuta da Tertulliano, che nella sua opera Contro Marcione, racconta che al tempo della nascita di Gesù, Saturnino era Governatore della Siria.

 

La maggior parte degli studiosi ritengono, in base ai fatti narrati da Luca, che la nascita di Gesù avviene tra l’effettuazione del censimento “universale”, ordinato dall’Imperatore Augusto e curato da Quirinio in Giudea, mentre Saturnino era Governatore della Siria, probabilmente nell’anno 7 a.C.., e l’anno precedente la morte di Erode, cioè l’anno 5 a.C.. Tenendo poi conto, che Erode fa uccidere i bambini nati nei due anni precedenti, cioè fino all’anno 7 a. C, questo anno sembra il più probabile per la nascita di Gesù.

 

In conclusione, l’anno della nascita di Gesù, che si desume dal Vangelo secondo Luca, probabilmente il 7 a.C., in occasione del censimento, coincide con quello che si desume dal Vangelo secondo Matteo, dato che nell’anno 7 a.C. c’è la tripla congiunzione di Giove e Saturno nella Costellazione dei Pesci, che per alcuni mesi appare come una stella brillante, che, molto probabilmente, è quella che guida i Magi fino a Betlemme, per rendere omaggio a Gesù, ritenuto il nuovo “Re dei Giudei”.

 

Alcuni esegeti, ritengono però, che Gesù sia nato nel 6 d. C.. Infatti, sulla base della specificazione fatta nel Vangelo Secondo Luca di un “primo censimento”, credono che l’Evangelista conoscesse anche un “secondo censimento” disposto da Quirinio, divenuto Governatore della Siria proprio nel 6 d. C., che probabilmente è il censimento fatto in quell’anno. Infatti, i Romani hanno assunto nel 6 d. C., dopo la destituzione di Archealo, figlio di Erode (che dopo la morte del padre, nel 4 a.C., era diventato Etnarca di Giudea, Samaria e Idumea), ed al suo esilio nella Gallia, il controllo diretto della Giudea, per cui si rende necessario un censimento a fini fiscali, che provoca la ribellione, guidata da Giuda il Galileo e Zadok il Fariseo. Nel 7 d. C. la rivolta viene duramente repressa nel sangue dai Romani, che catturano e giustiziano i due Capi dei ribelli.

 

Però, in questo caso, la data della nascita di Gesù, nell’anno 6 d. C., non è attendibile perché si discosta molto (di ben 13 anni) da quella che si desume dal Vangelo secondo Matteo, collocata all’anno 7 a.C..

 

Alcuni Padri della Chiesa hanno ipotizzato la nascita di Gesù nel periodo 3-2 a.C., tenendo conto di quanto scritto nel Vangelo secondo Luca, in cui Giovanni Battista inizia la sua predicazione “nell’anno 15° dell’Impero di Tiberio Cesare” (Lc 3, 1), cioè il 28 d. C. dato che succede ad Augusto, dopo la sua morte, nell’anno 14, che pertanto è considerato il primo del Regno di Tiberio.

 

Poichè Gesù inizia il suo ministero poco dopo Giovanni, quando ha “circa 30 anni” (Lc 3, 23), si desume che Gesù è nato nel 3-2 a.C.. Però, alcuni esegeti contestano questo calcolo perché ritengono che Tiberio fu associato come Imperatore da Augusto 3 anni prima della sua morte (avvenuta nel 14). Altri autori, inoltre, ritengono che l’età di “circa 30 anni”, attribuita a Gesù all’inizio del suo ministero, è simbolica in quanto ricorda l’età di Davide quando diventa Re.

 

In quale giorno è nato?

 

Il Vangeli secondo Matteo ed il Vangelo secondo Luca non riportano il giorno della nascita di Gesù.

 

All’inizio la Chiesa Cristiana di Oriente celebra la nascita il 6 gennaio, il giorno in cui ricorre l’Epifania, cioè l’Apparizione di Gesù. Il sistema utilizzato per calcolare la nascita di Gesù in questo giorno è alquanto complesso e parte a ritroso dalla sua morte. Infatti, essendo opinione diffusa che Gesù è morto, a 33 anni, il venerdi 6 aprile (14 di Nisan, il giorno precedente la Pasqua che cade il 15), gli si assegnano 32 anni e 3 mesi di vita terrena (esclusi cioè i 9 mesi della gestazione). Pertanto, la nascita cade il 6 gennaio, che le Chiese Orientali celebrano appunto come la sua Epifania, che è la sua Apparizione sulla terra (cioè la sua nascita). In seguito, con il Concilio di Nicea del 325, la nascita di Gesù è fissata il 25 dicembre (il giorno di Natale).

 

Secondo alcuni esegeti, questa data si ricava dalla nascita di Giovanni Battista, raccontata nel Vangelo secondo Luca. Infatti, l’annunciazione della nascita di Giovanni è fatta dall’angelo al padre Zaccaria mentre sta celebrando nel Tempio di Gerusalemme, nel turno della sua Classe Sacerdotale di Abia (Lc 1, 8-13). Attraverso un capillare controllo dei turni (che andavano da sabato a sabato) per la celebrazione nel Tempio da parte delle 24 Classi Sacerdotali, si è scoperto che la Classe di Abia celebrava, come tutte le altre, due volte l’anno ed il secondo turno era nell’ultima decade del mese di settembre. Questo giustifica la nascita di Giovanni il 24 giugno (che peraltro è vicino al Solstizio d’Estate), 9 mesi dopo l’annuncio del concepimento, collocato al 25 settembre. Tenendo conto che l’annunciazione del concepimento di Gesù è fatta a Maria 6 mesi dopo quella di Giovanni, e quindi il 25 marzo, la nascita di Gesù si colloca 9 mesi dopo l’annunciazione e quindi il 25 dicembre, 6 mesi dopo la nascita di Giovanni. Il 25 dicembre è peraltro vicino al Solstizio d’Inverno.

 

Quindi il 25 dicembre, è il giorno in cui, tradizionalmente, la Chiesa Cattolica celebra la nascita di Gesù, ma certamente Gesù è nato in un periodo diverso, dato che: nel mese di dicembre fa freddo e quindi i pastori non possono dormire all’aperto, vicino alle greggi, come riferisce il Vangelo secondo Luca (Lc 2, 8) il censimento di cui parla il Vangelo secondo Luca non poteva svolgersi in inverno perché si doveva facilitare lo spostamento della popolazione verso il luogo di origine della persona soggetta al censimento (il Capofamiglia).

 

La Chiesa Cristiana, quando il Cristianesimo diventa Culto ammesso, con l’Editto di Milano di Costantino del 313, e soprattutto quando diventa Religione Ufficiale del’Impero Romano, con l’Editto di Tessalonica emanato da Teodosio del 380, si appropria delle feste pagane, quali i Saturnali (che si celebravano nell’ultima decade di dicembre), o di altri culti religiosi, per celebrare le proprie ricorrenze e feste, in modo da facilitare la propria diffusione come Religione.

 

Pertanto, la data del 25 dicembre è stata presa dalla festa pagana (mitraica), del culto solare, in cui si celebrava il Dies Natalis Solis Invicti (Giorno della Nascita del Dio Sole Invincibile), in cui il Sol Invictus (Sole Invincibile), dopo aver raggiunto, nel Solstizio d’Inverno (solstitium- fermata del Sole), che ricorre in genere il 21 dicembre, la sua durata più breve (e quindi la notte ha la durata più lunga), “riprende a vivere” (cioè rinasce, dopo essere “morto” simbolicamente), e quindi le giornate di luce si allungano.

 

La trasformazione della festa pagana del Sol Invictus nella principale festa religiosa cristiana (la nascita di Gesù), rappresenta simbolicamente la nascita del Cristo-Messia Salvatore, che salverà il Mondo.

 

Anche altri personaggi mitologici nascono in occasione del Solstizio d’Inverno (Horus, Dioniso). Il primo che ha sostenuto la nascita di Gesù il 25 dicembre, è stato Sesto Giulio Africano, ma la sua Cronografia, pubblicata nel 221, è andata in gran parte perduta. Il primo Padre della Chiesa che ha celebrato la nascita di Gesù il 25 dicembre è stato S. Ippolito. Nel 321, l’Imperatore romano Costantino ha scelto il 25 dicembre come “giorno di riposo”, poi recepito dalla Chiesa Cristiana come giorno della nascita di Gesù. Nel 350, il Papa Giulio I ha stabilito il 25 dicembre come giorno fisso della nascita di Gesù.

 

L’istituzione della festa liturgica del Natale risale al VI secolo in quanto all’inizio i Cristiani festeggiavano il giorno dell’ascensione al cielo di Gesù, dopo la sua resurrezione, cioè la sua nascita celeste, e non quello della sua nascita terrena.

 

Le differenze nei Vangeli secondo Matteo e Luca

 

Come abbiamo visto, il Vangelo secondo Matteo ed il Vangelo secondo Luca, riguardo alla nascita di Gesù, concordano solo su pochi eventi, tra i quali due fondamentali, che realizzano due profezie dell’Antico Testamento: il concepimento da una vergine, per intervento divino (per opera dello Spirito Santo), come ha predetto il Profeta Isaia (Is 7, 14); la nascita a Betlemme, al tempo del Re Erode”, il Grande, che regna dal 37 al 4 a.C..

 

Betlemme è un villaggio della Giudea a circa 10 Km a sud di Gerusalemme, in cui è nato il primo Messia, Davide, secondo la profezia di Michea (Mi 5, 1). Nel Vangelo secondo Matteo, Betlemme è la città in cui vivono Giuseppe e Maria. Invece, nel Vangelo secondo Luca, Giuseppe e Maria vivono a Nazaret (in Galilea) e si recano a Betlemme (in Giudea) per il censimento, ordinato dall’Imperatore Augusto, dato che Giuseppe appartiene alla “casa ed alla famiglia di Davide” e quindi deve recarsi nel suo villaggio di origine, Betlemme, che si trova in Giudea.

 

Per il resto, i racconti dei due Vangeli secondo Matteo e secondo Luca sono diversi, anche con differenze rilevanti nella narrazione dei fatti, per cui molti studiosi ritengono che queste differenze sono la prova della redazione indipendente ed autonoma dei due Vangeli.

 

In particolare, le differenze più evidenti, riguardano:

 

- l’annunciazione del concepimento verginale di Maria per opera dello Spirito Santo: nel Vangelo secondo Matteo, l’annunciazione è fatta, in un luogo non precisato (che probabilmente è Betlemme), da un angelo (senza nome) a Giuseppe, suo “sposo”, che, accortosi della gravidanza di Maria, vuole ripudiarla perché ha pensato ad un suo concepimento adulterino, quando era sua “promessa sposa”. L’angelo però lo rassicura del concepimento divino, dato che “ il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1, 20), e gli dice anche di chiamarlo Gesù.

Invece, nel Vangelo secondo Luca, l’annuncio è fatto direttamente a Maria, che è “vergine” e “promessa sposa” di Giuseppe (Lc 1, 26), che si trova a Nazaret, dall’angelo Gabriele, che le dice anche che dovrà chiamare Gesù il figlio.

 

- gli eventi della nascita: nel Vangelo secondo Matteo la nascita avviene in occasione di un evento straordinario: l’apparizione di una stella splendente, che è vista dai Magi e che li guida da Oriente a Betlemme, per rendere omaggio al “Re dei Giudei”. La stella probabilmente è l’effetto della tripla congiunzione dei Pianeti Giove e Saturno nella Costellazione dei Pesci, avvenuta nell’anno 7 a.C.. Invece, nel Vangelo secondo Luca, la nascita avviene, come abbiamo visto, in occasione del “primo censimento” ordinato dall’Imperatore Cesare Augusto nell’anno 8 a.C. ed effettuato in Giudea da Quirinio, quando era alto funzionario imperiale e Saturnino era Governatore della Siria (Lc 2, 2), probabilmente nell’anno 7 a.C..

 

- il luogo della nascita: nel Vangelo secondo Matteo, Gesù nasce a Betlemme in una casa, sopra la quale si è fermata la stella che ha guidato i Magi. La casa, molto probabilmente, è quella di Giuseppe e Maria, che vivono in questa cittadina. Invece, nel Vangelo secondo Luca, Gesù nasce a Betlemme, da dove sono giunti da Nazaret per il censimento, in una stalla, dato che è posto da Maria “in una mangiatoia”.

 

La nascita di Gesù secondo i Vangeli Apocrifi

 

Anche i Vangeli Apocrifi dell’infanzia descrivono la nascita di Gesù arricchendola di particolari e di aspetti miracolistici. In particolare, nel Protovangelo di Giacomo (della metà del II sec.), che armonizza la narrazione di Matteo (riferimento ai Magi ed alla persecuzione di Gesù bambino da parte di Erode) e di Luca (riferimento al censimento) Gesù nasce in una grotta, avvolta da una “nube luminosa”.

 

Questo Vangelo riporta anche due episodi leggendari: Giuseppe racconta che il tempo si è fermato al momento della nascita di Gesù (c. 18); Giuseppe chiama per assistere Maria due levatrici, che arrivano nelle grotta quando Gesù è nato e testimoniano (una delle due levatrici con un’ispezione vaginale), la verginità di Maria dopo il parto (c.19-20).

 

La nascita di Gesù in una grotta è ripresa anche nel Vangelo arabo dell’infanzia arabo siriano (VII-IX sec), che narra anche dei fatti originali. In particolare, racconta che i Magi vengono dall’Oriente “come aveva predetto Zaratustra” e che Maria dona loro “alcune fasce del bambino Gesù, che i Magi accettano con grande riconoscenza”. Quindi i Magi ritornano nella “loro patria”, guidati da un angelo.

 

Nei loro Paesi, raccontano la loro storia e mostrano la fascia che hanno ricevuto da Maria. Celebrano una festa, accendono un fuoco e vi gettano sopra la fascia di Gesù, che però “rimane integra... come se il fuoco non l’avesse nemmeno toccata”. Perciò, baciano la fascia, mettendola “sugli occhi e sul capo” e poi la ripongono tra i loro tesori. Invece, nel Vangelo dello pseudo-Matteo (VII-IX sec.) Gesù nasce in una grotta (c. 13), ma il terzo giorno è portato in una stalla, in cui sono presenti un bue ed un asino, che entrano nella tradizione popolare del presepe. (c.14). Inoltre, i Magi arrivano quando Gesù ha più di due anni e lo trovano che siede “in grembo alla madre”. Gli offrono prima una moneta d’oro ciascuno e poi i doni che gli hanno portato: oro, incenso e mirra. (c. 16).

 

Il Vangelo dell’infanzia Armeno contiene la descrizione più dettagliata del viaggio e della visita dei Magi. Si narra che subito dopo che un angelo ha annunciato a Maria il suo concepimento, ed era “ il 15 di Nisan, cioè il 6 aprile, un mercoledì, alla terza ora”, un altro angelo va in Persia per avvertire i Magi in modo che vengano per adorare il neonato. I Magi, guidati da una stella, dopo 9 mesi di viaggio (il tempo della “gestazione”), con un seguito di quattromila uomini ciascuno, giungono a Gerusalemme 3 giorni dopo che la vergine Maria ha partorito, il 9 gennaio.

 

I Magi sono tre fratelli: il primo, di nome Melkon, regna sui Persiani e porta “mirra, aloe mussolina, porpora, pezze di lino e libri scritti e sigillati dalle mani di Dio”; il secondo, di nome Balthasar, regna sugli indiani e porta “del nardo prezioso, della cannella, del cinnamomo e dell’incenso ed altri profumi”; il terzo, di nome Gaspar, regna sugli arabi e porta “oro, argento, pietre preziose, zaffiri di grande valore e perle fini”.

 

Poichè l’astro che li ha preceduti e guidati non risplende più quando arrivano a Gerusalemme, i Magi non sanno dove andare a cercare il bambino. Vanno quindi dal Re Erode che li interroga, ma non ricevendo risposte esaurienti, chiede loro di fargli vedere il libro con la profezia della nascita del nuovo Re di Israele. I Magi gli fanno vedere il libro “scritto, chiuso e sigillato dalle mani di Dio”, che Dio ha dato a Abramo e che è giunto fino a loro e che nessun altro popolo conosce. Erode chiede di vedere il libro, ma in quel momento il palazzo reale crolla. Erode quindi lascia liberi i Magi, che trovano Gesù e gli consegnano i doni che gli hanno portato. Melkon consegna a Gesù il Libro dicendogli :”Prendi e leggi il documento che tu stesso hai scritto”.

 

Anche il Vangelo di Nicodemo narra della visita dei Magi a Gesù, al quale portano “doni come a un Re”, che è raccontata da Pilato agli ebrei presenti nel Pretorio.

 

Gesù è di stirpe regale?

 

Nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca è scritto che Gesù nasce a Betlemme (in Giudea) per avvalorare la sua natura di nuovo Messia, sulla base della sua discendenza da Davide (la cosiddetta messianicità davidica), realizzando la profezia di Michea, riportata nelle Sacre Scritture (Mi 5, 1), secondo la quale in questa cittadina, in cui è nato Davide, il primo Messia, sarebbe nato il nuovo Messia, discendente di Davide, appunto Gesù, che avrebbe liberato il Popolo di Dio, cioè Israele, dalla dominazione straniera (romana).

 

Per questo motivo, sono riportate nei due suddetti Vangeli le genealogie di Gesù, che però sono molto diverse. Infatti, nel Vangelo secondo Matteo, la genealogia è riportata all’inizio e ci sono 52 generazioni, che discendono da Abramo a Gesù (Mt 1, 1-17). Invece nel Vangelo secondo Luca ci sono 76 generazioni, che salgono da Gesù fino ad Adamo (Lc 3, 24-38). Inoltre, quasi tutti i nomi intermedi, a partire da Giacobbe e Eli, che sono il padre di Giuseppe e quindi il nonno di Gesù, sono diversi. Probabilmente, le genealogie si riferiscono a due personaggi diversi, che alcuni autori hanno identificato in Gesù ed in Giovanni Battista.

 

Le due genealogie sembrano scritte apposta, e quindi a posteriori, per dimostrare la discendenza regale di Gesù da Davide. Se questo è vero, e Gesù appartiene alla stirpe regale di Davide, allora la sua predicazione, come sostengono alcuni autori, non sarebbe religiosa, ma politica, per rivendicare il Regno di Israele, occupato illegittimamente da Erode, che era stato messo sul trono della Giudea dai Romani, nel 37 a.C., esautorando i Maccabei o Asmonei.

 

Pertanto, Gesù, essendo di stirpe regale, sarebbe il “legittimo pretendente al Regno di Giudea”, in quanto discendente di Davide, come sostengono gli Evangelisti Matteo e Luca, ed in quanto discendente dei Maccabei o Asmonei, come sostengono alcuni autori.

 

Questa ipotesi, molto affascinante, di Gesù Re di Israele o di Giudea, è avvalorata dal fatto che al momento della crocifissione, sulla croce è apposta la scritta INRI, cioè Iesus Nazarenus, Rex iudeorum (Gesù di Nazaret, Re dei Giudei).

 

In questo modo, si comprende meglio la volontà di Erode di uccidere Gesù, dato che i Magi gli hanno detto che è nato il nuovo “Re dei Giudei” e quindi lui teme di perdere il suo Regno; per questo ordina l’uccisione dei bambini fino a due anni di età (la cosiddetta strage degli innocenti).

 

L’ipotesi dell’appartenenza di Gesù alla stirpe regale di Davide potrebbe essere avvalorata dal fatto che, come riportato dallo scrittore cristiano del II secolo, Egesippo, l’Imperatore Vespasiano, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nell’anno 70, cercò i discendenti di Davide per assicurarsi che non avrebbero più “tramato contro Roma”. In seguito, il figlio Domiziano, diventato Imperatore, incontra i familiari di Gesù e li lascia andare liberi dopo essersi reso conto che non sono pericolosi perché sono dediti all’attività agricola e non svolgono attività politica.

 

Alcuni autori ritengono che i familiari di Gesù sono sospettati di “tramare contro Roma” proprio per il fatto che sono idi stirpe regale, come discendenti di Davide. Inoltre, Egesippo riferisce che i familiari di Gesù sono chiamati despusunoi (gente del Signore) ed è riservato a loro, per molti anni, un ruolo particolare nella Chiesa Cristiana. Al riguardo, il fratello di Gesù, Giacomo, detto il Giusto, diventa il primo Vescovo di Gerusalemme ed è fatto uccidere dai Giudei, con decisione del Sinedrio, mediante lapidazione, nell’anno 62 ed il suo corpo è sepolto vicino al Tempio.



 

 

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