N. 84 - Dicembre 2014
(CXV)
"MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?"
Breve biografia di Gesù di Nazaret - PARTE III
di Giorgio Giannini
Il
concepimento
divino
e
verginale
di
Maria
La
nascita
di
Gesù
a
Betlemme
è
narrata
solo
nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Luca,
che
però
non
danno
indicazioni
cronologiche
precise
sull’anno
e
sul
giorno
dell’evento.
Gli
altri
due
Vangeli
Canonici,
il
Vangelo
secondo
Marco
ed
il
Vangelo
secondo
Giovanni,
non
raccontano
nulla
sulla
nascita
e
sull’infanzia
di
Gesù,
ma
descrivono
solo
il
suo
ministero
pubblico
(la
sua
predicazione),
quando
è
ormai
adulto
(ha
circa
30
anni),
a
partire
dal
suo
battesimo
nel
fiume
Giordano,
da
parte
di
Giovanni
Battista,
fino
alla
sua
morte
e
resurrezione,
durante
la
Pasqua,
a
Gerusalemme.
Il
Vangelo
secondo
Matteo
inizia
con
la
genealogia
di
Gesù
(Mt
1,
1-17),
quindi
racconta,
senza
precisare
il
luogo
in
cui
avviene,
il
concepimento
miracoloso
e
verginale
di
Maria,
“promessa
sposa
di
Giuseppe,
prima
che
andassero
a
vivere
insieme….per
opera
dello
Spirito
Santo”
(Mt
1,
18).
Giuseppe,
accortosi
della
gravidanza
di
Maria,
pensa
di “ripudiarla”
perché
il
concepimento
è
avvenuto
“prima
che
andassero
a
vivere
insieme”,
ma
un “angelo
del
Signore”
gli
appare
“in
sogno”
e lo
rassicura
sul
concepimento
divino
di
Maria,
dato
che
“ il
bambino
che
è
generato
in
lei
viene
dallo
Spirito
Santo”.
L’angelo
dice
anche
a
Giuseppe
che
dovrà
chiamare
Gesù
il
bambino
perché
“salverà
il
suo
popolo
dai
suoi
peccati”
(Mt
1,
19-21).
Infatti,
il
nome
Gesù
(Iesus
in
latino
e
Iesous
in
greco)
deriva
dall’aramaico
Yeshua,
che
è la
contrazione
dell’ebraico
Yehoshua,
che
significa
“Dio
è
salvezza”.
Il
Vangelo
ricorda
che
“tutto
questo
è
avvenuto
perché
si
compisse
ciò
che
era
stato
detto
dal
Signore
per
mezzo
del
profeta:”Ecco,
la
vergine
concepirà
e
darà
alla
luce
un
figlio:
/a
lui
sarà
dato
il
nome
di
Emanuele”,
che
significa
“Dio
è
con
noi”.
(Is
7,
14
in
Mt
1,
22-23).
Questo
passo
del
Vangelo
è la
prima
chiara
dimostrazione
che
l’Evangelista
Matteo
racconta
la
vita
di
Gesù
attraverso
la
realizzazione
delle
profezie
annunciate
dai
Profeti
nelle
Sacre
Scritture,
per
dimostrare
che
Gesù
è
veramente
il
nuovo
Messia,
atteso
dagli
Ebrei,
che
libererà
il
Popolo
di
Israele
dalla
dominazione
straniera
(romana).
Giuseppe
fa
quello
che
l’angelo
gli
ha
ordinato
e
prende
“con
sé
la
sua
sposa”
Maria,
la
quale,
“senza
che
egli
la
conoscesse…
diede
alla
luce
un
figlio
ed
egli
lo
chiamò
Gesù”
(Mt
1,
24-25).
Il
Vangelo
secondo
Luca
racconta
che
l’angelo
Gabriele
annuncia
a
Maria,
che
si
trova
a
Nazaret,
in
Galilea,
e
che
è “vergine,
promessa
sposa
di
un
uomo
della
casa
di
Davide,
chiamato
Giuseppe”
(Lc
1,
26-27),
che
concepirà
e
partorirà
un
figlio
al
quale
dovrà
mettere
nome
Gesù,
che
“sarà
grande
e
verrà
chiamato
Figlio
dell’Altissimo;il
Signore
Dio
gli
darà
il
trono
di
Davide
suo
padre
e
regnerà
per
sempre
sulla
casa
di
Giacobbe
ed
il
suo
regno
non
avrà
fine”
(Lc
1,
31-33).
È la
cosiddetta
annunciazione.
Maria
chiede
all’angelo
come
può
avvenire
il
suo
concepimento,
dato
che
“non
conosce
uomo”.
L’angelo
le
risponde
che
lo “Spirito
Santo”
scenderà
su
di
lei
e
che
“colui
che
nascerà
sarà
santo
e
sarà
chiamato
Figlio
di
Dio”
(Lc
1,
34-35).
L’angelo,
inoltre,
le
annuncia
che
anche
la
sua
parente
Elisabetta,
anziana
e
sterile,
ha
concepito
un
figlio
per
intervento
divino
ed è
al
6°
mese
di
gravidanza,
perché
“nulla
è
impossibile
a
Dio”
(Lc
1,
36-37).
Quindi
Maria
parte
per
andare
a
trovare
Elisabetta,
che
si
trova
“in
una
città
della
Giudea”
(è
la
cosiddetta
visitazione).
“Maria
rimase
con
lei
circa
tre
mesi,
poi
tornò
a
casa
sua”
(Lc
1,
56),
a
Nazaret,
in
Galilea.
Gesù
è
nato
a
Betlemme
?
Riguardo
alla
nascita
di
Gesù,
il
Vangelo
secondo
Matteo
racconta
che
Gesù
nasce
a
“Betlemme
di
Giudea,
al
tempo
del
Re
Erode”
e
che
“alcuni
Magi
vennero
da
Oriente
a
Gerusalemme”,
Capitale
della
Giudea,
in
cui
regna
Erode
il
Grande,
ed
andavano
in
giro
a
chiedere
dove
fosse
“il
Re
dei
Giudei…che
è
nato”,
perché
hanno
visto
“spuntare
la
sua
stella”
e
sono
“venuti
ad
adorarlo”
(Mt
2,
1-2).
Questo
Vangelo
è
l’unica
fonte
canonica
che
racconta
della
stella
che
guida
i
Magi
dall’Oriente
fino
a
Betlemme
per
adorare
Gesù.
Anche
in
questo
caso,
l’Evangelista
Matteo
racconta
la
realizzazione
di
una
profezia
delle
Sacre
Scritture.
Infatti,
nel
Libro
dei
Numeri,
è
riportata
la
profezia
di
Balaam:
“Una
stella
sorge
da
Giacobbe
/ e
si
alza
uno
scettro
da
Israele
/spezza
le
tempie
di
Moab
/ ed
il
cranio
dei
figli
di
Set”
(Nm
24,
17).
Gli
Ebrei
ne
avevano
dedotto
che
la
nascita
del
nuovo
Messia,
che
avrebbe
sconfitto
i
nemici
di
Israele,
sarebbe
stato
annunciata
dall’apparizione
di
una
nuova
stella
nel
cielo.
Pertanto,
Matteo,
nel
suo
Vangelo,
abbina
la
nascita
di
Gesù,
come
nuovo
Messia,
all’apparizione
di
una
stella
splendente,
come
racconta
la
profezia
di
Balaam,
che
guida
il
cammino
dei
Magi,
di
cui
però
Matteo
non
dice
nulla
in
merito
al
luogo
di
origine,
al
loro
numero
ed
ai
loro
nomi.
Erode,
venuto
a
sapere
dell’arrivo
dei
Magi
che
chiedevano
dove
fosse
il
nuovo
Re
dei
Giudei,
“restò
turbato”.
Riunì
quindi
“i
capi
dei
sacerdoti
e
gli
scribi
del
popolo”,
per
sapere
da
loro
quale
fosse
il “luogo
in
cui
doveva
nascere
il
Cristo”
(cioè
il
Messia).
Quelli
gli
dissero
che
il
Messia
doveva
nascere
“
A
Betlemme
di
Giuda”,
secondo
la
profezia
di
Michea
5,
1: “E
tu,
Betlemme,
terra
di
Giuda
/
non
sei
davvero
l’ultima
delle
città
principali
di
Giuda
/da
te
infatti
uscirà
un
capo
/
che
sarà
il
pastore
del
mio
popolo,
Israele”
(Mt
2,
5-6).
In
questo
caso,
Matteo
fa
nascere
Gesù
a
Betlemme,
in
Giudea,
patria
di
Davide,
il
primo
Messia,
per
raccordarla
con
la
profezia
di
Michea,
per
sottolineare
la
natura
di
Gesù
come
il
nuovo
Messia,
che
avrebbe
sconfitto
i
nemici
di
Israele.
Il
Vangelo
secondo
Matteo
racconta
inoltre
che
“Allora
Erode,
chiamati
segretamente
i
Magi,
si
fece
dire
da
loro,
con
esattezza
il
tempo
in
cui
era
apparsa
la
stella
e li
inviò
a
Betlemme”
(dove
i
suoi
Scribi
e
Sacerdoti
gli
hanno
detto
che
sarebbe
nato
il
Messia)
esortandoli
a
cercare
“accuratamente”
il
bambino
e ad
informarlo
quando
l’avrebbero
trovato,
in
modo
che
anche
lui
potesse
andare
“ad
adorarlo”
(Mt
2,
7-8).
I
Magi
quindi
si
mettono
in
cammino
verso
Betlemme,
guidati
dalla
stella,
che
indica
loro
la
strada.
Ad
un
certo
punto,
la
stella
“si
fermò
sopra
il
luogo
dove
si
trovava
il
bambino”,
ed
essi
provarono
“una
gioia
grandissima”
(Mt
2,
9-10).
“Entrati
nella
casa”,
videro
il
bambino
(Gesù)
con
Maria
sua
madre,
si
prostrarono
e
lo
adorarono.
Poi,
aprirono
i
loro
scrigni
e
gli
offrirono
in
dono
oro,
incenso
e
mirra”
(Mt
2,
11).
Questi
tre
doni,
molto
preziosi,
che
in
genere
sono
offerti
ai
Re,
hanno
un
chiaro
significato
simbolico
oltre
a
quello
del
numero
tre.
Infatti,
l’oro
simboleggia
la
regalità;l’incenso
la
divinità;
la
mirra
la
mortalità
e
quindi
l’umanità.
Pertanto,
Matteo
vuole
rappresentare
le
tre
nature
di
Gesù:
quella
regale,
con
l’oro;
quella
divina,
con
l’incenso;
quella
umana,
con
la
mirra.
Quindi,
i
Magi,
“avvertiti
in
sogno
(probabilmente
da
un
angelo)
di
non
tornare
da
Erode,
per
un’altra
strada
fecero
ritorno
al
loro
paese”
(Mt
2.12).
Dopo
la
partenza
dei
Magi
da
Betlemme,
appare
in
sogno
a
Giuseppe
un “angelo
del
Signore
“
che
gli
dice
di
prendere
“il
bambino
e
sua
madre”
e di
fuggire
in
Egitto,
e di
restarci
finchè
non
sarà
avvisato
che
potrà
ritornare
in
Giudea,
perché
Erode
sta
cercando
il
bambino
“per
ucciderlo”.
E
così,
Giuseppe
“si
alzò
nella
notte,
prese
il
bambino
(Gesù)
e
sua
madre
e si
rifugiò
in
Egitto,
dove
rimase
fino
alla
morte
di
Erode,
perché
si
compisse
ciò
che
era
stato
detto
dal
Signore
per
mezzo
del
profeta:
“Dall’Egitto
ho
chiamato
mio
figlio”
(Mt
2,
13-15).
Anche
questo
passo
è
inserito
da
Matteo
per
realizzare
un’altra
profezia
delle
Sacre
Scritture,
relativa
alla
partenza
degli
ebrei
dalla
prigionia
in
Egitto
ed
al
loro
ritorno
in
Israele.
Quindi,
Erode,
infuriato
perché
i
Magi
“
si
erano
presi
gioco
di
lui”,
cioè
non
erano
tornati
da
lui
per
riferire
su
Gesù,
e
temendo
di
perdere
il
Regno
a
causa
della
nascita
del
nuovo
Re
di
Giudea,
“mandò
ad
uccidere
tutti
bambini
che
stavano
a
Betlemme
ed
in
tutto
il
suo
territorio
e
che
avevano
da
due
anni
in
giù,
secondo
il
tempo
che
aveva
appreso
esattamente
dai
Magi”
(è
la
cosiddetta
Strage
degli
innocenti).
In
questo
modo
si
compì
la
profezia
di
Geremia:
“Un
grido
è
stato
udito
in
Rama
/ un
pianto
ed
un
lamento
grande
/
Rachele
piange
i
suoi
figli
/ e
non
vuole
essere
consolata,
/
perché
non
sono
più”
(Ge
31,
15
in
Mt
2,
16-18).
Anche
questo
passo
è
inserito
da
Matteo
per
realizzare
la
profezia
di
Geremia,
relativa
alla
uccisione
dei
bambini
maschi
ebrei,
raccontata
nell’Esodo,
ordinata
dal
Faraone
d’Egitto,
alla
quale
scampò
Mosè
(Es
1,
15 -
22).
Dopo
la
morte
di
Erode
(nell’anno
4
a.C.),
un
angelo
appare
“in
sogno
a
Giuseppe
in
Egitto”
e
gli
dice
di
ritornare
“con
il
bambino
e
sua
madre..
nella
terra
di
Israele”.
Così
Giuseppe
parte,
ma
dopo
aver
appreso
che
in
Giudea
regna
“Archelao,
il
figlio
di
Erode”,
ha
paura
di
ritornare
in
Giudea,
nella
loro
città
di
Betlemme,
e su
indicazione
di
un
angelo,
che
gli
appare
di
nuovo
in
sogno,
va “ad
abitare
in
una
città
chiamata
Nazaret
“,
in
Galilea,
“perché
si
compisse
ciò
che
era
stato
detto
per
mezzo
dei
Profeti:”Sarà
chiamato
Nazareno”
(Mt
2,
19-23).
Matteo,
dando
a
Gesù
l’appellativo
di
Nazareno,
fa
realizzare
un’altra
profezia
e
stabilisce
una
correlazione
tra
Gesù
e la
città
di
Nazaret,
ma
non
nel
significato
di
“nato
a
Nazaret”,
dato
che
è
nato
a
Betlemme,
ma
di
“cittadino
di
Nazaret”.
Molti
esegeti
ritengono
che
i
fatti
narrati
nel
Vangelo
secondo
Matteo
sono
elaborazioni
tardive,
a
carattere
leggendario
o
simbolico,
inserite
proprio
per
la
realizzazione
delle
profezie
contenute
nelle
Sacre
Scritture
dato
che
questo
Vangelo
si
rivolge
agli
ebrei
(e
non
ai
gentili,
cioè
ai
pagani,
come
il
Vangelo
secondo
Luca)
e
quindi
è
fondamentale
per
Matteo
narrare
la
realizzazione
delle
profezie
dell’Antico
Testamento
per
far
accettare
dagli
ebrei
Gesù
come
il
nuovo
Messia.
Pertanto,
Matteo
racconta
nel
suo
Vangelo,
attraverso
la
vita
di
Gesù,
la
realizzazione
di
varie
profezie:
il
concepimento
verginale
di
Maria
(Is
7,
14-Mt
1,
22-23);
la
nascita
a
Betlemme
(Mi
5,
1-
Mt
2,
5);
la
stella
nel
cielo
che
guida
i
Magi
(Nm
24,
17-Mt
2,
2);
l’adorazione
di
Gesù
da
parte
dei
Magi
(Sal
72,
10 -
Mt
2.11);
il
ritorno
della
Sacra
Famiglia
dall’Egitto
(Es
11,
1-
Mt
2,
15);
la
strage
degli
innocenti
(Ger
31,
15-
Mt
2,
16-18).
In
particolare,
molto
importante
è il
riferimento
a
Betlemme,
come
luogo
della
nascita
di
Gesù,
che
è
determinato
dal
fatto
di
realizzare
la
profezia
di
Michea
(Mi
5,
1)
che
ha
predetto
in
questa
cittadina
(che
è la
patria
di
Davide,
il
primo
Messia)
la
nascita
del
nuovo
Messia,
che
avrebbe
liberato
Israele
dalla
dominazione
straniera
(romana).
Riguardo
alla
nascita
di
Gesù,
il
Vangelo
secondo
Luca,
racconta
che
Maria
parte
da
Nazaret,
mentre
è “incinta”,
insieme
con
Giuseppe,
di
cui
è “sposa”,
per
recarsi
a
Betlemme,
in
Giudea,
per
il “primo
censimento
fatto
quando
Quirinio
era
Governatore
della
Siria”,
in
attuazione
di
un
decreto
di
Cesare
Augusto,
che
aveva
ordinato
“che
si
facesse
il
censimento
di
tutta
la
terra”
(Lc
2,
1-2),
cioè
il
censimento
“universale”
per
tutto
l’Impero
Romano.
Dato
che
Giuseppe
“apparteneva
alla
casa
ed
alla
famiglia
di
Davide”,
doveva
recarsi,
con
la
moglie
Maria,
a
Betlemme
(patria
di
Davide)
per
“farsi
censire”.
Mentre
Giuseppe
e
Maria
sono
a
Betlemme,
si
compiono
“i
giorni
del
parto”
e
Maria
dà
alla
luce
“il
suo
figlio
primogenito”,
lo
avvolge
“in
fasce”
e lo
pone
“in
una
mangiatoia,
perché
per
loro
non
c’era
posto
nell’alloggio”
(Lc
2,
6-7).
Gesù
quindi
nasce
a
Betlemme,
in
una
stalla
perché
Giuseppe
e
Maria
non
hanno
trovato
alcun
alloggio
durante
il
loro
soggiorno
nella
cittadina
per
il
censimento.
Alcuni
pastori,
che
pernottano
“all’aperto”,
avvertiti
da
un
angelo
della
nascita
del
“Salvatore,
che
è
Cristo
Signore”,
si
recano
a
rendere
omaggio
a
Gesù,
“adagiato
in
una
mangiatoia”
(Lc
2,
11-12).
Dopo
la
circoncisione
(all’ottavo
giorno
dalla
nascita)
gli
è “messo
nome
Gesù”,
come
ha
detto
l’angelo
“prima
che
fosse
concepito”
(Lc
2,
21).
Al
40°
giorno
dalla
nascita,
Gesù
è
portato
a
Gerusalemme
“per
presentarlo
al
Signore”,
al
Tempio
(è
la
cosiddetta
presentazione),
e “per
offrire
in
sacrificio
una
coppia
di
colombi,
come
prescrive
la
Legge
del
Signore”
(Lc
2,
22-23).
Al
Tempio,
Gesù
è
riconosciuto
come
il
Messia
dal
vecchio
Simeone,
“uomo
giusto
e
pio”
al
quale
lo
Spirito
Santo
“aveva
preannunciato
che
non
avrebbe
visto
la
morte
senza
aver
veduto
il
Cristo
del
Signore”
(Lc
2,
25-26).
Pertanto,
Simeone
muore
felice
dopo
aver
riconosciuto
in
Gesù
il
Cristo-Messia.
Nel
Tempio,
Gesù
è
anche
lodato
dalla
vecchia
profetessa
Anna,
di “84
anni”,
che
“non
si
allontanava
mai
dal
Tempio,
servendo
Dio
giorno
e
notte
con
digiuni
e
preghiere”
(Lc
2,
36-38).
La
Sacra
Famiglia
ritorna
quindi
“in
Galilea,
alla
loro
città
di
Nazaret”
(Lc
2,
39).
Il
racconto
di
Luca
della
nascita
di
Gesù
è
quindi
più
ampio
di
quello
di
Matteo,
narrando
vari
fatti,
non
citati
nel
Vangelo
secondo
Matteo:
l’annuncio
della
nascita
di
Giovanni
Battista;
il
riferimento
al
censimento
ordinato
dall’Imperatore
Romano
Augusto;
l’adorazione
dei
pastori
a
Gesù
appena
nato;
la
circoncisione
e la
presentazione
al
Tempio
di
Gesù.
Anche
il
Vangelo
secondo
Matteo
però
racconta
fatti
originali,
non
citati
nel
Vangelo
secondo
Luca:
l’arrivo
da
Oriente
dei
Magi
per
adorare
Gesù
e la
fuga
in
Egitto
della
Sacra
Famiglia
per
scampare
alla
uccisione
dei
bambini
di
età
inferiore
a
due
anni
(la
strage
degli
innocenti),
ordinata
dal
Erode,
Re
di
Giudea.
Nel
Vangelo
secondo
Giovanni
non
è
descritta
la
nascita
di
Gesù,
ma è
citata
la
cittadina
di
Betlemme:
Infatti,
mentre
Gesù
sta
predicando
in
una
cittadina
(ritenuta
dagli
esegeti
Nazaret),
alcuni
Giudei
rifiutano
di
considerarlo
il
Messia
dato
che
viene
“
dalla
Galilea”
mentre
le
Sacre
Scritture
dicono
che
il
Cristo-Messia
deve
venire
“dalla
stirpe
di
Davide,
da
Betlemme,
il
villaggio
di
Davide”,
dove
la
profezia
di
Michea
ha
previsto
la
nascita
del
nuovo
Messia
(Gv
7,
41-42).
Alcuni
di
questi
ebrei
vogliono
anche
“arrestarlo”,
ma
poi
“nessuno
mise
le
mani
su
di
lui”
(Gv
7,
44).
Molti
autori
ritengono
che
la
narrazione
della
nascita
di
Gesù
da
una
vergine
sia
simile
a
quanto
accaduto
a
personaggi
mitologici
(Gilgamesh,
Ercole-Eracle..)
o a
personaggi
di
origine
divina,
di
altre
civiltà,
che
nascono
da
una
“vergine”:
Horus
(Egitto),
Mitra
(Persia),
Prometeo
(Grecia),
Krishna
(India),
Quetzalcoatl
(Messico).
Inoltre,
anche
in
altri
miti
si
narra
della
persecuzione
del
neonato
da
parte
delle
Autorità
(Sargon,
Mosè,
Romolo
e
Remo).
Gesù
è
nato
a
Nazaret?
Il
Vangelo
secondo
Marco,
che
non
racconta
nulla
sulla
nascita
di
Gesù,
non
cita
mai
Betlemme,
ma
cita
la
cittadina
di
Nazaret.
Infatti,
racconta
che
“In
quei
giorni,
Gesù
venne
da
Nazaret
di
Galilea
e fu
battezzato
da
Giovanni
nel
Giordano”
(Mc
1,
9).
In
un
altro
passo,
Marco
scrive
che
dopo
aver
predicato
in
Galilea,
Gesù
“andò
nella
sua
patria
ed i
discepoli
lo
seguirono”
(Mc
6,
1),
senza
però
indicarla
con
precisione.
In
un
passo
successivo,
Gesù
dice
agli
abitanti
di
una
cittadina,
che
rifiutano
la
sua
predicazione
(e
che
è
ritenuta
dagli
esegeti
Nazaret):
“un
profeta
non
è
disprezzato
se
non
nella
sua
patria,
tra
i
suoi
parenti
ed
in
casa
sua”
(Mc
6,
4),
alludendo
chiaramente
alla
sua
città
natale
e si
meraviglia
“della
loro
incredulità”
(Mc
6,
6).
Un
passo
analogo
si
trova
anche
nel
Vangelo
secondo
Matteo.
(Mt
13,
57).
Un
racconto
simile,
relativo
al
rifiuto
della
predicazione
di
Gesù,
che
si
trova
a
Nazaret,
è
anche
nel
Vangelo
secondo
Giovanni
(Gv
7,
41-42).
Inoltre,
per
l’Evangelista
Giovanni,
Gesù
è “il
figlio
di
Giuseppe
di
Nazaret”
(Gv
1,
45).
Per
alcuni
esegeti,
questi
passi
provano
la
nascita
di
Gesù
a
Nazaret
(in
Galilea)
e
non
a
Betlemme
(in
Giudea),
come
sostenuto
nei
Vangeli
secondo
Matteo
e
secondo
Luca.
Per
altri
studiosi,
invece,
questi
passi
dimostrano
solo
che
Gesù
vive
a
Nazaret
con
la
sua
Famiglia
(che
vi
viveva
anche
prima
della
sua
nascita,
in
base
al
Vangelo
secondo
Luca).
Nazaret
è
quindi
la
“patria”
di
Gesù,
cioè
il
luogo
in
cui
vive.
Qualche
autore,
per
conciliare
la
citazione
di
Betlemme,
da
parte
degli
Evangelisti
Matteo
e
Luca,
con
Nazaret,
ha
ipotizzato
la
nascita
di
Gesù
nel
villaggio
di
Betlemme,
in
Galilea,
a
circa
11
Km
da
Nazaret,
menzionata
nel
Libro
di
Giosuè,
nella
parte
relativa
al
territorio
delle
12
tribù
di
Israele
(Gs
19,
15).
Altri
autori
ritengono
che
la
nascita
a
Betlemme
è
stata
inserita
solo
per
provare
la
messianicità
davidica
di
Gesù,
cioè
la
sua
discendenza
da
Davide
e la
sua
natura
di
nuovo
Messia.
Pertanto
credono
che
la
città
natale
di
Gesù
sia
Nazaret.
Anche
nella
tradizione
cristiana,
Gesù
è
chiamato
Gesù
di
Nazaret.
Però,
dato
che
questo
villaggio
non
è
menzionato
nelle
Sacre
Scritture
e
neppure
dallo
storico
filo
romano
Giuseppe
Flavio,
che
ha
raccontato
la
storia
di
Israele
nelle
Antichità
Giudaiche,
alcuni
storici
ritengono
che
non
esisteva
al
tempo
di
Gesù.
Alcuni
autori
sostengono
che
il
villaggio
in
cui
vive
Gesù
sia
Gamala
(ubicato
nella
zona
montuosa
del
Golan,
vicino
al
Lago
di
Tiberiade
(o
Lago
di
Gennesaret
o
Mare
di
Galilea),
la
cui
ubicazione
geografica
corrisponde
ai
dati
forniti
nei
Vangeli.
Infatti,
Nazaret
si
trova
su
un
monte
(Lc
5,
29),
vicino
al
Lago
di
Tiberiade
(Mt
13,
1-2)
mentre
l’attuale
villaggio
di
Nazaret
si
trova
in
collina
e
lontano
dal
Lago.
Secondo
questi
autori,
originario
di
Gamala
è
Giuda
il
Galileo,
discendente
della
dinastia
regale
dei
Maccabei
o
Asmonei,
detronizzati
dai
Romani,
che
nel
37
a.C.
mettono
Erode
come
Re
della
Giudea.
Giuda
è il
Capo
dei
cosiddetti
Galilei,
che
attuano
la
rivolta
antiromana
dell’anno
7 d.
C.,
contro
il
censimento
fiscale.
Per
questi
autori,
Gesù
è
Giovanni
di
Gamala,
uno
dei
figli
di
Giuda,
che
guida
la
rivolta
antiromana
a
metà
degli
anni
trenta
e
che
dopo
aver
occupato
Gerusalemme
si
proclama
Re
dei
Giudei,
ma
nel
36 è
catturato
dai
Romani
e
crocifisso.
Infine,
altri
autori
credono
che
l’appellativo
nazareno
riferito
a
Gesù
indichi
Nazaret
come
suo
luogo
di
origine.
Per
altri,
invece,
questo
termine
è la
errata
traduzione,
nel
latino
nazarenus,
della
parola
greca
nazoraios,
che
a
sua
volta
è
derivata
dal
termine
aramaico
nazorai
e
dall’ebraico
nazir,
che
significa
consacrato.
Pertanto,
il
termine
nazoreo
o
nazireo
significa
consacrato
a
Dio,
perché
la
persona
ha
fatto
voto
di
Nazireato.
Gesù
è
nato
in
una
casa
o in
una
stalla?
Riguardo
al
luogo
fisico
della
nascita,
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
Gesù
nasce
a
Betlemme
in
una
casa,
che
probabilmente
è
quella
di
Giuseppe.
Infatti,
i
Magi,
arrivati
a
Betlemme,
entrano
“nella
casa”,
sopra
la
quale
si è
fermata
la
stella,
che
ha
guidato
il
loro
cammino,
e si
prostrano
davanti
a
Gesù
e
gli
offrono
i
tre
doni.
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Luca,
Gesù
nasce
a
Betlemme,
dove
Giuseppe
e
Maria
si
sono
recati
da
Nazaret
per
il
censimento,
non
in
una
casa,
ma
in
una
stalla,
dato
che
è
posto
dalla
Madre
“in
una
mangiatoia”.
Infatti,
per
Giuseppe
e
Maria
“non
c’era
posto
nell’alloggio”
(Lc
2,
7),
cioè
non
avevano
trovato
un
luogo
in
cui
dormire,
perché
tutte
le
locande
di
Betlemme
erano
piene,
per
le
molte
persone
affluite
nella
cittadina
per
il
censimento,
in
quanto
originarie
del
luogo,
ma
che
vivevano
altrove.
Questo
fatto
appare
singolare
perché
Betlemme
è un
piccolo
villaggio,
per
cui
non
vi
dovevano
affluire
molte
persone
per
il
censimento.
Inoltre,
chi
veniva
da
fuori,
ma
era
originario
del
villaggio,
aveva
a
Betlemme
sicuramente
dei
parenti,
che
lo
potevano
ospitare.
Non
si
comprende
quindi
come
mai
Giuseppe,
che
è
originario
di
Betlemme
(per
questo
vi
si è
recato
con
la
moglie
Maria
per
il
censimento)
non
trova
ospitalità
da
alcun
parente.
Alcuni
studiosi
hanno
sostenuto
che
al
censimento
era
soggetto
solo
il
Capofamiglia,
che
rappresentava
i
familiari
(la
moglie
e i
figli),
e
quindi
solo
lui
avrebbe
dovuto
recarsi
nel
luogo
nativo
per
farsi
censire.
Infine,
è
molto
improbabile
che
le
persone
si
dovessero
spostare
per
il
censimento,
come
è
scritto
nel
Vangelo
secondo
Luca,
dal
luogo
in
cui
vivono
e
svolgono
le
attività
economiche
(che
devono
essere
tassate)
al
luogo
in
cui
sono
nate.
Questo
spostamento
di
massa,
peraltro,
avrebbe
comportato
seri
problemi
di
ordine
pubblico,
per
cui
i
Romani
non
avevano
alcun
interesse
ad
ordinare
il
censimento
con
queste
modalità.
In
quale
anno
è
nato?
Il
Vangelo
secondo
Matteo
ed
il
Vangelo
secondo
Luca
non
riportano
l’anno
della
nascita
di
Gesù
e
raccontano
l’evento
legato
ad
alcuni
fatti,
che
però
sono
diversi.
Concordano,
però,
nell’affermare
che
Gesù
nasce
a
Betlemme,
quando
Erode
è Re
della
Giudea.
Comunque,
se i
fatti
narrati
nei
due
Vangeli,
pur
se
non
concordanti,
si
ritengono
veri,
si
può
calcolare
un
periodo
di
tempo
nel
quale
collocare
la
nascita
di
Gesù,
in
base
agli
eventi
narrati.
Nel
Vangelo
secondo
Matteo
la
nascita
di
Gesù
avviene,
“al
tempo
del
Re
Erode”,
in
occasione
di
un
evento
straordinario,
l’apparizione
di
un
stella,
che
guida
i
Magi
fino
a
Betlemme,
per
rendere
omaggio
a
Gesù,
che
essi
ritengono
il
nuovo
“Re
dei
Giudei”.
La
stella,
secondo
quanto
scrive
Keplero
nel
De
anno
natali
Christi
(Dell’anno
della
nascita
di
Cristo)del
1614,
sarebbe
l’effetto
luminoso
della
tripla
congiunzione
di
Giove
e di
Saturno
nella
Costellazione
dei
Pesci,
avvenuta
nell’Equinozio
di
Primavera
(mese
di
Marzo)
dell’anno
7
a.C.,
che
fu
ben
visibile
ad
occhio
nudo
per
alcuni
mesi,
come
una
stella
molto
luminosa
e
splendente,
come
quella
che
racconta
Matteo
nel
suo
Vangelo.
Infatti,
la
congiunzione
di
Giove
e
Saturno
avvenne
tre
volte
in
pochi
mesi
ed i
due
Pianeti
rimasero
nella
Costellazione
dei
Pesci
circa
un
anno
e
poi
furono
raggiunti,
nel
febbraio
dell’anno
seguente
da
Marte.
Fu
quindi
un
evento
eccezionale,
che
era
stato
previsto
almeno
un
anno
prima
dagli
astronomi
persiani,
considerato
che
ne
parla
una
tavoletta
cuneiforme
dell’anno
8
a.C.,
conservata
al
British
Museum
di
Londra.
I
Magi,
quindi,
potrebbero
essere
astronomi
della
Persia.
Altri
ritengono
che
la
stella
sia
l’effetto
dell’esplosione
di
una
supernova,
osservata
dagli
astronomi
cinesi
nel
marzo
dell’anno
5
a.C.
e
durata
circa
70
giorni.
I
Magi
avendo
visto
questo
fenomeno
astronomico,
che
secondo
loro
annuncia
la
nascita
del
nuovo
“Re
dei
Giudei”,
si
recano
a
Betlemme,
in
Giudea,
seguendo
la
stella,
per
rendere
omaggio
al
Re.
Tenendo
conto
del
fatto
che
Erode,
nell’ultimo
anno
della
sua
vita,
soggiorna
a
Gerico
e
non
a
Gerusalemme,
per
motivi
di
salute,
per
cui
non
ha
potuto
provvedere
a
curare
personalmente
gli
affari
del
suo
Regno,
è
presumibile
che
abbia
ordinato,
almeno
nell’anno
precedente
la
sua
morte
(cioè
nell’anno
5
a.C.
dato
che
è
morto
nell’anno
4
a.C.),
l’uccisione
di
tutti
i
bambini
di
Betlemme
e
del
suo
territorio
fino
a
due
anni
di
età,
nati
quindi
fino
all’anno
7
a.C.
(il
periodo
della
visibilità
del
fenomeno
astronomico),
allo
scopo
di
eliminare
il “Re
dei
Giudei”,
a
cui
sono
venuti
a
rendere
omaggio
i
tre
Magi.
Erode
teme
infatti
che
il
neonato
sia
il
legittimo
pretendente
al
Regno
di
Israele,
sul
quale
lui
è
stato
posto
dai
Romani
nel
37
a.C..
La
strage
degli
innocenti,
molto
probabilmente,
non
c’è
mai
stata
perché
non
è
citata
in
alcun
documento
storico.
Molti
esegeti
si
sono
chiesti
il
motivo
per
cui
Erode
ordina
l’uccisione
dei
bambini
di
Betlemme
fino
a
due
anni.
Sicuramente,
questo
fatto
è
stato
inserito
da
Matteo
nel
Vangelo
per
realizzare
la
profezia
di
Geremia
(Ge
31,
15)
riportata
nelle
Sacre
Scritture.
Inoltre,
questa
strage
ricorda
quella
dei
bambini
ebrei,
durante
la
loro
prigionia
in
Egitto,
ordinata
dal
Faraone,
e
alla
quale
scampa
Mosè,
raccontata
nell’Esodo
(Es,
15-22).
Molti
autori
si
sono
posti
la
domanda
perché
mai
i
Magi
sarebbero
venuti
da
Oriente
per
rendere
omaggio
al “Re
dei
Giudei”.
Sono
state
date
molte
risposte,
ma
quella
che
appare
quantomeno
la
più
suggestiva
è
quella
secondo
la
quale
i
Magi,
che
probabilmente
erano
astronomi
persiani,
seguivano
dal
VII
sec
le
vicende
della
Giudea,
grazie
alla
profezie
fatte
da
Daniele,
che,
dopo
essere
stato
fatto
prigioniero
e
portato
come
schiavo
a
Babilonia,
nel
VII
sec.
a.C.,
era
diventato
un
alto
dignitario,
proprio
grazie
alle
sue
profezie,
che
erano
molto
apprezzate
dai
sovrani
babilonesi,
in
particolare
da
Nabucodonosor,
che
lo
chiama
Capo
dei
saggi
di
Babilonia.
Sicuramente,
il
nuovo
“Re
dei
Giudei”
doveva
essere
per
i
Magi
un
personaggio
molto
importante,
altrimenti
non
sarebbero
andati
a
cercarlo,
per
rendergli
omaggio.
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Luca,
la
nascita
avviene
a
Betlemme,
“al
tempo
di
Erode,
Re
della
Giudea”
(Lc
1,
5),
in
occasione
del
“primo
censimento”
fatto
“quando
Quirinio
era
Governatore
della
Siria”,
ordinato
dall’Imperatore
Augusto
(Lc
2,
1-2).
La
maggior
parte
degli
esegeti
considerano
questo
“primo
censimento”
quello
che
Quirinio
ha
curato
in
Giudea,
come
alto
funzionario
imperiale,
probabilmente
nell’anno
7
a.C.
quando
il
Governatore
della
Siria
era
Gaio
Senzio
Saturnino
(Governatore
dal
9-8
al 6
a.C.)
in
attuazione
del
“censimento
di
tutta
la
terra”
(cioè
per
tutto
l’Impero
Romano)
ordinato
nell’anno
8
a.C.
da
Augusto.
Questa
ipotesi
è
anche
sostenuta
da
Tertulliano,
che
nella
sua
opera
Contro
Marcione,
racconta
che
al
tempo
della
nascita
di
Gesù,
Saturnino
era
Governatore
della
Siria.
La
maggior
parte
degli
studiosi
ritengono,
in
base
ai
fatti
narrati
da
Luca,
che
la
nascita
di
Gesù
avviene
tra
l’effettuazione
del
censimento
“universale”,
ordinato
dall’Imperatore
Augusto
e
curato
da
Quirinio
in
Giudea,
mentre
Saturnino
era
Governatore
della
Siria,
probabilmente
nell’anno
7
a.C..,
e
l’anno
precedente
la
morte
di
Erode,
cioè
l’anno
5
a.C..
Tenendo
poi
conto,
che
Erode
fa
uccidere
i
bambini
nati
nei
due
anni
precedenti,
cioè
fino
all’anno
7 a.
C,
questo
anno
sembra
il
più
probabile
per
la
nascita
di
Gesù.
In
conclusione,
l’anno
della
nascita
di
Gesù,
che
si
desume
dal
Vangelo
secondo
Luca,
probabilmente
il
7
a.C.,
in
occasione
del
censimento,
coincide
con
quello
che
si
desume
dal
Vangelo
secondo
Matteo,
dato
che
nell’anno
7
a.C.
c’è
la
tripla
congiunzione
di
Giove
e
Saturno
nella
Costellazione
dei
Pesci,
che
per
alcuni
mesi
appare
come
una
stella
brillante,
che,
molto
probabilmente,
è
quella
che
guida
i
Magi
fino
a
Betlemme,
per
rendere
omaggio
a
Gesù,
ritenuto
il
nuovo
“Re
dei
Giudei”.
Alcuni
esegeti,
ritengono
però,
che
Gesù
sia
nato
nel
6 d.
C..
Infatti,
sulla
base
della
specificazione
fatta
nel
Vangelo
Secondo
Luca
di
un “primo
censimento”,
credono
che
l’Evangelista
conoscesse
anche
un
“secondo
censimento”
disposto
da
Quirinio,
divenuto
Governatore
della
Siria
proprio
nel
6 d.
C.,
che
probabilmente
è il
censimento
fatto
in
quell’anno.
Infatti,
i
Romani
hanno
assunto
nel
6 d.
C.,
dopo
la
destituzione
di
Archealo,
figlio
di
Erode
(che
dopo
la
morte
del
padre,
nel
4
a.C.,
era
diventato
Etnarca
di
Giudea,
Samaria
e
Idumea),
ed
al
suo
esilio
nella
Gallia,
il
controllo
diretto
della
Giudea,
per
cui
si
rende
necessario
un
censimento
a
fini
fiscali,
che
provoca
la
ribellione,
guidata
da
Giuda
il
Galileo
e
Zadok
il
Fariseo.
Nel
7 d.
C.
la
rivolta
viene
duramente
repressa
nel
sangue
dai
Romani,
che
catturano
e
giustiziano
i
due
Capi
dei
ribelli.
Però,
in
questo
caso,
la
data
della
nascita
di
Gesù,
nell’anno
6 d.
C.,
non
è
attendibile
perché
si
discosta
molto
(di
ben
13
anni)
da
quella
che
si
desume
dal
Vangelo
secondo
Matteo,
collocata
all’anno
7
a.C..
Alcuni
Padri
della
Chiesa
hanno
ipotizzato
la
nascita
di
Gesù
nel
periodo
3-2
a.C.,
tenendo
conto
di
quanto
scritto
nel
Vangelo
secondo
Luca,
in
cui
Giovanni
Battista
inizia
la
sua
predicazione
“nell’anno
15°
dell’Impero
di
Tiberio
Cesare”
(Lc
3,
1),
cioè
il
28
d.
C.
dato
che
succede
ad
Augusto,
dopo
la
sua
morte,
nell’anno
14,
che
pertanto
è
considerato
il
primo
del
Regno
di
Tiberio.
Poichè
Gesù
inizia
il
suo
ministero
poco
dopo
Giovanni,
quando
ha “circa
30
anni”
(Lc
3,
23),
si
desume
che
Gesù
è
nato
nel
3-2
a.C..
Però,
alcuni
esegeti
contestano
questo
calcolo
perché
ritengono
che
Tiberio
fu
associato
come
Imperatore
da
Augusto
3
anni
prima
della
sua
morte
(avvenuta
nel
14).
Altri
autori,
inoltre,
ritengono
che
l’età
di “circa
30
anni”,
attribuita
a
Gesù
all’inizio
del
suo
ministero,
è
simbolica
in
quanto
ricorda
l’età
di
Davide
quando
diventa
Re.
In
quale
giorno
è
nato?
Il
Vangeli
secondo
Matteo
ed
il
Vangelo
secondo
Luca
non
riportano
il
giorno
della
nascita
di
Gesù.
All’inizio
la
Chiesa
Cristiana
di
Oriente
celebra
la
nascita
il 6
gennaio,
il
giorno
in
cui
ricorre
l’Epifania,
cioè
l’Apparizione
di
Gesù.
Il
sistema
utilizzato
per
calcolare
la
nascita
di
Gesù
in
questo
giorno
è
alquanto
complesso
e
parte
a
ritroso
dalla
sua
morte.
Infatti,
essendo
opinione
diffusa
che
Gesù
è
morto,
a 33
anni,
il
venerdi
6
aprile
(14
di
Nisan,
il
giorno
precedente
la
Pasqua
che
cade
il
15),
gli
si
assegnano
32
anni
e 3
mesi
di
vita
terrena
(esclusi
cioè
i 9
mesi
della
gestazione).
Pertanto,
la
nascita
cade
il 6
gennaio,
che
le
Chiese
Orientali
celebrano
appunto
come
la
sua
Epifania,
che
è la
sua
Apparizione
sulla
terra
(cioè
la
sua
nascita).
In
seguito,
con
il
Concilio
di
Nicea
del
325,
la
nascita
di
Gesù
è
fissata
il
25
dicembre
(il
giorno
di
Natale).
Secondo
alcuni
esegeti,
questa
data
si
ricava
dalla
nascita
di
Giovanni
Battista,
raccontata
nel
Vangelo
secondo
Luca.
Infatti,
l’annunciazione
della
nascita
di
Giovanni
è
fatta
dall’angelo
al
padre
Zaccaria
mentre
sta
celebrando
nel
Tempio
di
Gerusalemme,
nel
turno
della
sua
Classe
Sacerdotale
di
Abia
(Lc
1,
8-13).
Attraverso
un
capillare
controllo
dei
turni
(che
andavano
da
sabato
a
sabato)
per
la
celebrazione
nel
Tempio
da
parte
delle
24
Classi
Sacerdotali,
si è
scoperto
che
la
Classe
di
Abia
celebrava,
come
tutte
le
altre,
due
volte
l’anno
ed
il
secondo
turno
era
nell’ultima
decade
del
mese
di
settembre.
Questo
giustifica
la
nascita
di
Giovanni
il
24
giugno
(che
peraltro
è
vicino
al
Solstizio
d’Estate),
9
mesi
dopo
l’annuncio
del
concepimento,
collocato
al
25
settembre.
Tenendo
conto
che
l’annunciazione
del
concepimento
di
Gesù
è
fatta
a
Maria
6
mesi
dopo
quella
di
Giovanni,
e
quindi
il
25
marzo,
la
nascita
di
Gesù
si
colloca
9
mesi
dopo
l’annunciazione
e
quindi
il
25
dicembre,
6
mesi
dopo
la
nascita
di
Giovanni.
Il
25
dicembre
è
peraltro
vicino
al
Solstizio
d’Inverno.
Quindi
il
25
dicembre,
è il
giorno
in
cui,
tradizionalmente,
la
Chiesa
Cattolica
celebra
la
nascita
di
Gesù,
ma
certamente
Gesù
è
nato
in
un
periodo
diverso,
dato
che:
nel
mese
di
dicembre
fa
freddo
e
quindi
i
pastori
non
possono
dormire
all’aperto,
vicino
alle
greggi,
come
riferisce
il
Vangelo
secondo
Luca
(Lc
2,
8)
il
censimento
di
cui
parla
il
Vangelo
secondo
Luca
non
poteva
svolgersi
in
inverno
perché
si
doveva
facilitare
lo
spostamento
della
popolazione
verso
il
luogo
di
origine
della
persona
soggetta
al
censimento
(il
Capofamiglia).
La
Chiesa
Cristiana,
quando
il
Cristianesimo
diventa
Culto
ammesso,
con
l’Editto
di
Milano
di
Costantino
del
313,
e
soprattutto
quando
diventa
Religione
Ufficiale
del’Impero
Romano,
con
l’Editto
di
Tessalonica
emanato
da
Teodosio
del
380,
si
appropria
delle
feste
pagane,
quali
i
Saturnali
(che
si
celebravano
nell’ultima
decade
di
dicembre),
o di
altri
culti
religiosi,
per
celebrare
le
proprie
ricorrenze
e
feste,
in
modo
da
facilitare
la
propria
diffusione
come
Religione.
Pertanto,
la
data
del
25
dicembre
è
stata
presa
dalla
festa
pagana
(mitraica),
del
culto
solare,
in
cui
si
celebrava
il
Dies
Natalis
Solis
Invicti
(Giorno
della
Nascita
del
Dio
Sole
Invincibile),
in
cui
il
Sol
Invictus
(Sole
Invincibile),
dopo
aver
raggiunto,
nel
Solstizio
d’Inverno
(solstitium-
fermata
del
Sole),
che
ricorre
in
genere
il
21
dicembre,
la
sua
durata
più
breve
(e
quindi
la
notte
ha
la
durata
più
lunga),
“riprende
a
vivere”
(cioè
rinasce,
dopo
essere
“morto”
simbolicamente),
e
quindi
le
giornate
di
luce
si
allungano.
La
trasformazione
della
festa
pagana
del
Sol
Invictus
nella
principale
festa
religiosa
cristiana
(la
nascita
di
Gesù),
rappresenta
simbolicamente
la
nascita
del
Cristo-Messia
–
Salvatore,
che
salverà
il
Mondo.
Anche
altri
personaggi
mitologici
nascono
in
occasione
del
Solstizio
d’Inverno
(Horus,
Dioniso).
Il
primo
che
ha
sostenuto
la
nascita
di
Gesù
il
25
dicembre,
è
stato
Sesto
Giulio
Africano,
ma
la
sua
Cronografia,
pubblicata
nel
221,
è
andata
in
gran
parte
perduta.
Il
primo
Padre
della
Chiesa
che
ha
celebrato
la
nascita
di
Gesù
il
25
dicembre
è
stato
S.
Ippolito.
Nel
321,
l’Imperatore
romano
Costantino
ha
scelto
il
25
dicembre
come
“giorno
di
riposo”,
poi
recepito
dalla
Chiesa
Cristiana
come
giorno
della
nascita
di
Gesù.
Nel
350,
il
Papa
Giulio
I ha
stabilito
il
25
dicembre
come
giorno
fisso
della
nascita
di
Gesù.
L’istituzione
della
festa
liturgica
del
Natale
risale
al
VI
secolo
in
quanto
all’inizio
i
Cristiani
festeggiavano
il
giorno
dell’ascensione
al
cielo
di
Gesù,
dopo
la
sua
resurrezione,
cioè
la
sua
nascita
celeste,
e
non
quello
della
sua
nascita
terrena.
Le
differenze
nei
Vangeli
secondo
Matteo
e
Luca
Come
abbiamo
visto,
il
Vangelo
secondo
Matteo
ed
il
Vangelo
secondo
Luca,
riguardo
alla
nascita
di
Gesù,
concordano
solo
su
pochi
eventi,
tra
i
quali
due
fondamentali,
che
realizzano
due
profezie
dell’Antico
Testamento:
il
concepimento
da
una
vergine,
per
intervento
divino
(per
opera
dello
Spirito
Santo),
come
ha
predetto
il
Profeta
Isaia
(Is
7,
14);
la
nascita
a
Betlemme,
“al
tempo
del
Re
Erode”,
il
Grande,
che
regna
dal
37
al 4
a.C..
Betlemme
è
un
villaggio
della
Giudea
a
circa
10
Km a
sud
di
Gerusalemme,
in
cui
è
nato
il
primo
Messia,
Davide,
secondo
la
profezia
di
Michea
(Mi
5,
1).
Nel
Vangelo
secondo
Matteo,
Betlemme
è la
città
in
cui
vivono
Giuseppe
e
Maria.
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Luca,
Giuseppe
e
Maria
vivono
a
Nazaret
(in
Galilea)
e si
recano
a
Betlemme
(in
Giudea)
per
il
censimento,
ordinato
dall’Imperatore
Augusto,
dato
che
Giuseppe
appartiene
alla
“casa
ed
alla
famiglia
di
Davide”
e
quindi
deve
recarsi
nel
suo
villaggio
di
origine,
Betlemme,
che
si
trova
in
Giudea.
Per
il
resto,
i
racconti
dei
due
Vangeli
secondo
Matteo
e
secondo
Luca
sono
diversi,
anche
con
differenze
rilevanti
nella
narrazione
dei
fatti,
per
cui
molti
studiosi
ritengono
che
queste
differenze
sono
la
prova
della
redazione
indipendente
ed
autonoma
dei
due
Vangeli.
In
particolare,
le
differenze
più
evidenti,
riguardano:
- l’annunciazione
del
concepimento
verginale
di
Maria
per
opera
dello
Spirito
Santo:
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
l’annunciazione
è
fatta,
in
un
luogo
non
precisato
(che
probabilmente
è
Betlemme),
da
un
angelo
(senza
nome)
a
Giuseppe,
suo
“sposo”,
che,
accortosi
della
gravidanza
di
Maria,
vuole
ripudiarla
perché
ha
pensato
ad
un
suo
concepimento
adulterino,
quando
era
sua
“promessa
sposa”.
L’angelo
però
lo
rassicura
del
concepimento
divino,
dato
che
“ il
bambino
che
è
generato
in
lei
viene
dallo
Spirito
Santo”
(Mt
1,
20),
e
gli
dice
anche
di
chiamarlo
Gesù.
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Luca,
l’annuncio
è
fatto
direttamente
a
Maria,
che
è “vergine”
e “promessa
sposa”
di
Giuseppe
(Lc
1,
26),
che
si
trova
a
Nazaret,
dall’angelo
Gabriele,
che
le
dice
anche
che
dovrà
chiamare
Gesù
il
figlio.
-
gli
eventi
della
nascita:
nel
Vangelo
secondo
Matteo
la
nascita
avviene
in
occasione
di
un
evento
straordinario:
l’apparizione
di
una
stella
splendente,
che
è
vista
dai
Magi
e
che
li
guida
da
Oriente
a
Betlemme,
per
rendere
omaggio
al “Re
dei
Giudei”.
La
stella
probabilmente
è
l’effetto
della
tripla
congiunzione
dei
Pianeti
Giove
e
Saturno
nella
Costellazione
dei
Pesci,
avvenuta
nell’anno
7
a.C..
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Luca,
la
nascita
avviene,
come
abbiamo
visto,
in
occasione
del
“primo
censimento”
ordinato
dall’Imperatore
Cesare
Augusto
nell’anno
8
a.C.
ed
effettuato
in
Giudea
da
Quirinio,
quando
era
alto
funzionario
imperiale
e
Saturnino
era
Governatore
della
Siria
(Lc
2,
2),
probabilmente
nell’anno
7
a.C..
- il
luogo
della
nascita:
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
Gesù
nasce
a
Betlemme
in
una
casa,
sopra
la
quale
si è
fermata
la
stella
che
ha
guidato
i
Magi.
La
casa,
molto
probabilmente,
è
quella
di
Giuseppe
e
Maria,
che
vivono
in
questa
cittadina.
Invece,
nel
Vangelo
secondo
Luca,
Gesù
nasce
a
Betlemme,
da
dove
sono
giunti
da
Nazaret
per
il
censimento,
in
una
stalla,
dato
che
è
posto
da
Maria
“in
una
mangiatoia”.
La
nascita
di
Gesù
secondo
i
Vangeli
Apocrifi
Anche
i
Vangeli
Apocrifi
dell’infanzia
descrivono
la
nascita
di
Gesù
arricchendola
di
particolari
e di
aspetti
miracolistici.
In
particolare,
nel
Protovangelo
di
Giacomo
(della
metà
del
II
sec.),
che
armonizza
la
narrazione
di
Matteo
(riferimento
ai
Magi
ed
alla
persecuzione
di
Gesù
bambino
da
parte
di
Erode)
e di
Luca
(riferimento
al
censimento)
Gesù
nasce
in
una
grotta,
avvolta
da
una
“nube
luminosa”.
Questo
Vangelo
riporta
anche
due
episodi
leggendari:
Giuseppe
racconta
che
il
tempo
si è
fermato
al
momento
della
nascita
di
Gesù
(c.
18);
Giuseppe
chiama
per
assistere
Maria
due
levatrici,
che
arrivano
nelle
grotta
quando
Gesù
è
nato
e
testimoniano
(una
delle
due
levatrici
con
un’ispezione
vaginale),
la
verginità
di
Maria
dopo
il
parto
(c.19-20).
La
nascita
di
Gesù
in
una
grotta
è
ripresa
anche
nel
Vangelo
arabo
dell’infanzia
arabo
siriano
(VII-IX
sec),
che
narra
anche
dei
fatti
originali.
In
particolare,
racconta
che
i
Magi
vengono
dall’Oriente
“come
aveva
predetto
Zaratustra”
e
che
Maria
dona
loro
“alcune
fasce
del
bambino
Gesù,
che
i
Magi
accettano
con
grande
riconoscenza”.
Quindi
i
Magi
ritornano
nella
“loro
patria”,
guidati
da
un
angelo.
Nei
loro
Paesi,
raccontano
la
loro
storia
e
mostrano
la
fascia
che
hanno
ricevuto
da
Maria.
Celebrano
una
festa,
accendono
un
fuoco
e vi
gettano
sopra
la
fascia
di
Gesù,
che
però
“rimane
integra...
come
se
il
fuoco
non
l’avesse
nemmeno
toccata”.
Perciò,
baciano
la
fascia,
mettendola
“sugli
occhi
e
sul
capo”
e
poi
la
ripongono
tra
i
loro
tesori.
Invece,
nel
Vangelo
dello
pseudo-Matteo
(VII-IX
sec.)
Gesù
nasce
in
una
grotta
(c.
13),
ma
il
terzo
giorno
è
portato
in
una
stalla,
in
cui
sono
presenti
un
bue
ed
un
asino,
che
entrano
nella
tradizione
popolare
del
presepe.
(c.14).
Inoltre,
i
Magi
arrivano
quando
Gesù
ha
più
di
due
anni
e lo
trovano
che
siede
“in
grembo
alla
madre”.
Gli
offrono
prima
una
moneta
d’oro
ciascuno
e
poi
i
doni
che
gli
hanno
portato:
oro,
incenso
e
mirra.
(c.
16).
Il
Vangelo
dell’infanzia
Armeno
contiene
la
descrizione
più
dettagliata
del
viaggio
e
della
visita
dei
Magi.
Si
narra
che
subito
dopo
che
un
angelo
ha
annunciato
a
Maria
il
suo
concepimento,
ed
era
“
il
15
di
Nisan,
cioè
il 6
aprile,
un
mercoledì,
alla
terza
ora”,
un
altro
angelo
va
in
Persia
per
avvertire
i
Magi
in
modo
che
vengano
per
adorare
il
neonato.
I
Magi,
guidati
da
una
stella,
dopo
9
mesi
di
viaggio
(il
tempo
della
“gestazione”),
con
un
seguito
di
quattromila
uomini
ciascuno,
giungono
a
Gerusalemme
3
giorni
dopo
che
la
vergine
Maria
ha
partorito,
il 9
gennaio.
I
Magi
sono
tre
fratelli:
il
primo,
di
nome
Melkon,
regna
sui
Persiani
e
porta
“mirra,
aloe
mussolina,
porpora,
pezze
di
lino
e
libri
scritti
e
sigillati
dalle
mani
di
Dio”;
il
secondo,
di
nome
Balthasar,
regna
sugli
indiani
e
porta
“del
nardo
prezioso,
della
cannella,
del
cinnamomo
e
dell’incenso
ed
altri
profumi”;
il
terzo,
di
nome
Gaspar,
regna
sugli
arabi
e
porta
“oro,
argento,
pietre
preziose,
zaffiri
di
grande
valore
e
perle
fini”.
Poichè
l’astro
che
li
ha
preceduti
e
guidati
non
risplende
più
quando
arrivano
a
Gerusalemme,
i
Magi
non
sanno
dove
andare
a
cercare
il
bambino.
Vanno
quindi
dal
Re
Erode
che
li
interroga,
ma
non
ricevendo
risposte
esaurienti,
chiede
loro
di
fargli
vedere
il
libro
con
la
profezia
della
nascita
del
nuovo
Re
di
Israele.
I
Magi
gli
fanno
vedere
il
libro
“scritto,
chiuso
e
sigillato
dalle
mani
di
Dio”,
che
Dio
ha
dato
a
Abramo
e
che
è
giunto
fino
a
loro
e
che
nessun
altro
popolo
conosce.
Erode
chiede
di
vedere
il
libro,
ma
in
quel
momento
il
palazzo
reale
crolla.
Erode
quindi
lascia
liberi
i
Magi,
che
trovano
Gesù
e
gli
consegnano
i
doni
che
gli
hanno
portato.
Melkon
consegna
a
Gesù
il
Libro
dicendogli
:”Prendi
e
leggi
il
documento
che
tu
stesso
hai
scritto”.
Anche
il
Vangelo
di
Nicodemo
narra
della
visita
dei
Magi
a
Gesù,
al
quale
portano
“doni
come
a un
Re”,
che
è
raccontata
da
Pilato
agli
ebrei
presenti
nel
Pretorio.
Gesù
è di
stirpe
regale?
Nel
Vangelo
secondo
Matteo
e
nel
Vangelo
secondo
Luca
è
scritto
che
Gesù
nasce
a
Betlemme
(in
Giudea)
per
avvalorare
la
sua
natura
di
nuovo
Messia,
sulla
base
della
sua
discendenza
da
Davide
(la
cosiddetta
messianicità
davidica),
realizzando
la
profezia
di
Michea,
riportata
nelle
Sacre
Scritture
(Mi
5,
1),
secondo
la
quale
in
questa
cittadina,
in
cui
è
nato
Davide,
il
primo
Messia,
sarebbe
nato
il
nuovo
Messia,
discendente
di
Davide,
appunto
Gesù,
che
avrebbe
liberato
il
Popolo
di
Dio,
cioè
Israele,
dalla
dominazione
straniera
(romana).
Per
questo
motivo,
sono
riportate
nei
due
suddetti
Vangeli
le
genealogie
di
Gesù,
che
però
sono
molto
diverse.
Infatti,
nel
Vangelo
secondo
Matteo,
la
genealogia
è
riportata
all’inizio
e ci
sono
52
generazioni,
che
discendono
da
Abramo
a
Gesù
(Mt
1,
1-17).
Invece
nel
Vangelo
secondo
Luca
ci
sono
76
generazioni,
che
salgono
da
Gesù
fino
ad
Adamo
(Lc
3,
24-38).
Inoltre,
quasi
tutti
i
nomi
intermedi,
a
partire
da
Giacobbe
e
Eli,
che
sono
il
padre
di
Giuseppe
e
quindi
il
nonno
di
Gesù,
sono
diversi.
Probabilmente,
le
genealogie
si
riferiscono
a
due
personaggi
diversi,
che
alcuni
autori
hanno
identificato
in
Gesù
ed
in
Giovanni
Battista.
Le
due
genealogie
sembrano
scritte
apposta,
e
quindi
a
posteriori,
per
dimostrare
la
discendenza
regale
di
Gesù
da
Davide.
Se
questo
è
vero,
e
Gesù
appartiene
alla
stirpe
regale
di
Davide,
allora
la
sua
predicazione,
come
sostengono
alcuni
autori,
non
sarebbe
religiosa,
ma
politica,
per
rivendicare
il
Regno
di
Israele,
occupato
illegittimamente
da
Erode,
che
era
stato
messo
sul
trono
della
Giudea
dai
Romani,
nel
37
a.C.,
esautorando
i
Maccabei
o
Asmonei.
Pertanto,
Gesù,
essendo
di
stirpe
regale,
sarebbe
il
“legittimo
pretendente
al
Regno
di
Giudea”,
in
quanto
discendente
di
Davide,
come
sostengono
gli
Evangelisti
Matteo
e
Luca,
ed
in
quanto
discendente
dei
Maccabei
o
Asmonei,
come
sostengono
alcuni
autori.
Questa
ipotesi,
molto
affascinante,
di
Gesù
Re
di
Israele
o di
Giudea,
è
avvalorata
dal
fatto
che
al
momento
della
crocifissione,
sulla
croce
è
apposta
la
scritta
INRI,
cioè
Iesus
Nazarenus,
Rex
iudeorum
(Gesù
di
Nazaret,
Re
dei
Giudei).
In
questo
modo,
si
comprende
meglio
la
volontà
di
Erode
di
uccidere
Gesù,
dato
che
i
Magi
gli
hanno
detto
che
è
nato
il
nuovo
“Re
dei
Giudei”
e
quindi
lui
teme
di
perdere
il
suo
Regno;
per
questo
ordina
l’uccisione
dei
bambini
fino
a
due
anni
di
età
(la
cosiddetta
strage
degli
innocenti).
L’ipotesi
dell’appartenenza
di
Gesù
alla
stirpe
regale
di
Davide
potrebbe
essere
avvalorata
dal
fatto
che,
come
riportato
dallo
scrittore
cristiano
del
II
secolo,
Egesippo,
l’Imperatore
Vespasiano,
dopo
la
distruzione
del
Tempio
di
Gerusalemme
nell’anno
70,
cercò
i
discendenti
di
Davide
per
assicurarsi
che
non
avrebbero
più
“tramato
contro
Roma”.
In
seguito,
il
figlio
Domiziano,
diventato
Imperatore,
incontra
i
familiari
di
Gesù
e li
lascia
andare
liberi
dopo
essersi
reso
conto
che
non
sono
pericolosi
perché
sono
dediti
all’attività
agricola
e
non
svolgono
attività
politica.
Alcuni
autori
ritengono
che
i
familiari
di
Gesù
sono
sospettati
di
“tramare
contro
Roma”
proprio
per
il
fatto
che
sono
idi
stirpe
regale,
come
discendenti
di
Davide.
Inoltre,
Egesippo
riferisce
che
i
familiari
di
Gesù
sono
chiamati
despusunoi
(gente
del
Signore)
ed è
riservato
a
loro,
per
molti
anni,
un
ruolo
particolare
nella
Chiesa
Cristiana.
Al
riguardo,
il
fratello
di
Gesù,
Giacomo,
detto
il
Giusto,
diventa
il
primo
Vescovo
di
Gerusalemme
ed è
fatto
uccidere
dai
Giudei,
con
decisione
del
Sinedrio,
mediante
lapidazione,
nell’anno
62
ed
il
suo
corpo
è
sepolto
vicino
al
Tempio.