N. 29 - Maggio 2010
(LX)
Berthe Morisot
La donna dell’impressionismo
di Michele Broccoletti
Principalmente
ricordata
come
la
modella
di
Manet,
Berthe
Marie
Pauline
Morisot,
meglio
conosciuta
come
Berthe
Morisot,
fu
forse
la
più
importante
pittrice
impressionista,
troppo
spesso
dimenticata
dalla
storia
dell’arte,
ma
allo
stesso
tempo
amatissima,
e
celebrata
in
poesie
e
dipinti,
dagli
amici
artisti
e
scrittori
suoi
contemporanei.
Nipote
del
pittore
rococò
Jean-Honoré
Fragonard,
Berthe
Morisot
nacque
a
Bourges,
il
14
gennaio
del
1841,
da
una
famiglia
benestante
e
colta,
in
quanto
il
padre
era
un
funzionario
statale
d’alto
rango,
impiegato
alla
Corte
dei
Conti.
Dopo
aver
passato
l’infanzia
in
provincia,
Berthe
Morisot
si
trasferì
a
Parigi
nel
1855,
ed
iniziò
ad
apprendere
i
primi
dettami
del
disegno
e
della
pittura
dai
suoi
stessi
genitori.
Quest’ultimi
la
incoraggiarono
e la
spinsero
ad
intraprendere
gli
studi
artistici,
anche
ospitando
ed
accogliendo
ogni
settimana,
nella
loro
casa
in
via
Franklin,
pittori,
musicisti
ed
artisti
amici
di
famiglia,
che
rappresentarono
un
punto
di
riferimento
per
Berthe
e
per
le
sue
due
sorelle.
Nel
1857,
non
potendo
iscriversi
all’Ecole
des
Beaux-Arts
in
quanto
donna,
Berthe,
insieme
alle
sorelle,
iniziò
a
seguire
i
corsi
di
disegno
e di
pittura
di
un
certo
Chocarne,
per
poi
passare
all’atelier
del
più
rinomato
e
qualificato
pittore
accademico
Joseph
Guichard,
allievo
di
Ingres
e
Delacroix.
Inizialmente
Guichard
sprona
Berthe
e la
sorella
Edma
a
copiare
i
capolavori
del
Louvre
ma,
dal
momento
in
cui
Berthe
sognava
di
abbandonare
gli
accademismi
della
tradizione
e la
pittura
d’atelier,
Guichard,
nel
1861,
le
presentò
Camille
Corot,
sotto
la
cui
guida
iniziò
a
dipingere
paesaggi
all’aperto,
a
diretto
contatto
con
la
natura.
Poco
dopo,
Berthe
iniziò
a
studiare
scultura
con
Aimé
Millet,
e
venne
introdotta
da
Corot
nell’atelier
di
Charles
Daubigny,
dove
conobbe
anche
Daumier.
Nel
1864,
Berthe
Morisot
venne
ammessa
per
la
prima
volta
a
partecipare
al
Salon,
al
quale
sarà
regolarmente
presente
fino
al
1873.
Un
anno
più
tardi,
nel
1865,
i
genitori
di
Berthe
realizzarono,
nel
giardino
di
casa,
un
atelier
destinato
alle
figlie,
dove
la
stessa
Berthe
iniziò
ad
approfondire
le
sue
ricerche
sulla
luce
e
sul
colore.
Ma è
il
1868
l’anno
in
cui
Berthe
Morisot
conobbe,
tramite
Fantin-Latour,
Edouard
Manet,
di
cui
sposò
il
fratello
Eugène
nel
1874.
La
giovane
pittrice
si
trovava
al
Louvre
ed
era
impegnata
a
copiare
un
dipinto
di
Rubens,
quando
incontrò
il
famoso
artista,
dalla
cui
personalità
fu
subito
ammaliata.
Tra
di
loro
scoccò
una
scintilla,
ed
Edouard
Manet
rimase
incantato
dalla
bellezza
di
Berthe:
pallida,
magra,
con
i
capelli
scuri
e le
magnifiche
mani,
la
giovane
affascinò
il
pittore
e
divenne
la
modella
che
Manet
raffigurò
più
spesso
nei
suoi
dipinti:
nel
corso
degli
anni
le
dedicò
ben
undici
ritratti.
Con
il
passar
del
tempo,
fra
Berthe
e
Manet
nacque
un
rapporto
strettissimo
di
reciproca
ammirazione
e
stima:
la
loro
relazione
era
dettata
da
una
strana
alchimia,
che
creava
un’alternanza
tra
momenti
di
vicinanza
quasi
intima,
a
periodi
di
allontanamento.
L’amicizia
con
Manet
influenzò
anche
lo
stile
pittorico
di
Berthe
che,
dopo
aver
seguito
i
consigli
di
Corot,
si
avvicinò
allo
stile
impressionista
trasformando
il
suo
tratto
in
una
linea
sciolta,
immediata
e
spontanea.
Nella
sua
tavolozza
è
sempre
presente
il
bianco,
che
spesso
viene
arricchito
con
decise
pennellate
di
colore
vivace
ed
intenso,
mentre
l’uso
dei
colori
ad
olio
uniti
agli
acquerelli,
permette
alla
pittrice
di
creare
particolari
effetti
di
luminosa
trasparenza.
La
luminosità
e la
trasparenza
delle
opere
di
Berthe
scomparvero
con
l’inizio
della
guerra
franco-prussiana
che,
nel
luglio
del
1870,
richiamò
alle
armi
molti
artisti
amici
di
Berthe,
tra
cui
Manet.
La
stessa
Berthe
Morisot
decise
di
rifugiarsi
presso
Cherbourg,
dove
risiedeva
la
sorella.
In
questo
periodo,
Berthe
si
dedicò
alla
rappresentazione
del
mare
ed
iniziò
ad
usare
la
tecnica
dell’acquerello,
grazie
alla
quale
tornò
a
schiarirsi
la
tavolozza
dell’artista,
che
proprio
con
l’acquerello
riuscì
a
tradurre
la
fluidità
ed
il
movimento
dell’acqua.
Arriviamo
al
1874,
che
fu
un
anno
cruciale
per
Berthe
e
per
tutti
i
pittori
impressionisti.
Dal
15
aprile
al
15
maggio
del
1874
infatti,
venne
allestita,
presso
lo
studio
del
fotografo
Nadar,
la
prima
mostra
degli
impressionisti,
i
quali
si
erano
recentemente
riuniti
nella
“Société
anonyme
coopérative
d'artistes
peintres
et
sculpteurs”.
La
stessa
Berthe
Morisot
prese
parte
all’evento
–
che
in
un
mese
richiamò
più
di
tremila
persone
–
come
unica
donna,
esponendo
nove
opere
tra
acquerelli,
oli
e
pastelli,
ed
ottenendo
sia
giudizi
positivi,
ma
anche
critiche
e
derisioni.
Da
quel
momento
Berthe
Morisot
divenne
la
“donna
dell’impressionismo”,
venne
accolta
senza
riserve
nel
gruppo
e fu
soprattutto
considerata
un
modello
d’indipendenza
e di
talento.
Il
suo
vecchio
professore
Joseph
Guichard
rimase
inorridito,
ma
la
pittrice
francese
continuò
ad
esporre
regolarmente
a
tutte
le
mostre
degli
impressionisti,
ad
eccezione
di
quella
del
1879,
anno
in
cui
nacque
sua
figlia
Julie,
che
prestò
diverrà
uno
dei
modelli
preferiti
della
madre.
Berthe
Morisot
contribuì,
anche
economicamente
(finanziò
l’ultima
edizione
della
mostra
degli
impressionisti
nel
1886),
a
sostenere
ed
incoraggiare
le
iniziative
dei
giovani
artisti
impressionisti,
ed
il
suo
ruolo
all’interno
del
movimento
venne
da
subito
riconosciuto
anche
dalla
critica,
che,
attorno
al
1880,
iniziò
a
definire
i
dipinti
dell’artista
francese,
raffinati
ed
autoritari
allo
stesso
tempo.
Nel
1892
morì
Eugène
Manet,
e
Berthe,
dopo
la
scomparsa
del
marito,
iniziò
a
dedicarsi
assiduamente
alla
pittura,
riuscendo
ad
organizzare
una
sua
esposizione
personale
che
riscosse
un
buon
successo,
sia
da
parte
degli
appassionati
d’arte
che
degli
artisti.
Berthe
Morisot
morì
a
Parigi
nel
1895,
a
soli
54
anni,
ed
un
anno
più
tardi,
la
galleria
Durand
Ruel
le
dedicò
una
retrospettiva
con
la
quale
le
venne
reso
l’ultimo
omaggio
e
con
la
quale
gli
amici
artisti
le
dimostrarono
tutta
la
propria
ammirazione
per
il
suo
talento.
“La
peculiarità
di
Berthe
Morisot
fu
di
vivere
la
sua
pittura
e di
dipingere
la
sua
vita”:
così
scrisse
il
poeta
francese
Paul
Valery.
Nei
dipinti
di
Berthe
ricorrono
i
temi
cari
alla
poetica
impressionista:
i
paesaggi,
il
mare
ed i
ritratti
en
plein
air.
I
ritratti,
in
particolar
modo,
raffigurano
attentamente
il
mondo
femminile,
che
divenne
un
tratto
fondamentale
della
produzione
dell’artista,
alla
quale
erano
preclusi
alcuni
luoghi
tipici
della
pittura
impressionista.
Studi
di
donne,
ritratte
all’aperto
o
raffigurate
nell’intimità
dell’ambiente
domestico,
sono
affiancate
alle
immagini
ispirate
all’universo
familiare
che
vengono
rappresentate
con
una
pittura
costruita
su
toni
chiari,
con
rapide
pennellate
intrise
di
luce.
Come
molte
altre
artiste
del
suo
periodo,
anche
Berthe
Morisot
lottò
contro
i
pregiudizi
di
coloro
che
trovavano
disdicevole
la
professione
di
pittrice
per
una
donna
e fu
un’artista
fuori
dai
canoni
e
dagli
schemi
del
tempo,
ma
comunque
mai
superficiale:
la
sua
arte
ed i
suoi
ritratti
sono
caratterizzati
da
un’analisi
interiore
dei
personaggi.
Berthe
Morisot
può
essere
definita
come
uno
degli
esponenti
più
importanti
del
movimento
impressionista.
Berthe
Morisot
fu
La
donna
dell’impressionismo.