L’obiezione di coscienza dei farmacisti è un
“diritto riconosciuto” quando si tratti di fornire
medicine che “abbiano scopi chiaramente immorali,
come l’aborto e l’eutanasia.
Lo sostiene papa Benedetto XVI.
Il Papa, parlando dei farmacisti, “intermediari tra medici
e pazienti”, ne sostiene l'obiezione di coscienza
affinché “facciano conoscere le implicazioni etiche
dell’uso di alcuni farmaci”.
“In questo campo non è possibile anestetizzare le coscienze
– ammonisce il Santo Padre – per esempio a riguardo
degli effetti di alcune molecole che hanno lo scopo
di evitare l’annidamento di un embrione o di
cancellare la vita di una persona”.
Nell’udienza ai farmacisti cattolici del 29 ottobre, papa
Ratzinger ha concluso che “il farmacista deve
invitare ciascuno a un sussulto di umanità, perché
ogni essere possa essere protetto dal concepimento
alla morte naturale e perché i farmaci svolgano
davvero il proprio ruolo terapeutico”.
Il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti
italiani (Fofi), Giacomo Leopardi, ha ritenuto il
richiamo del Papa “apprezzabilissimo” ed ha
auspicato che “il provvedimento legislativo in
materia, al momento fermo alla Camera dei deputati,
venga approvato al più presto, affinché ai
farmacisti sia consentito di esercitare l’obiezione
di coscienza”.
Di diverso parere il presidente di Fedrefarma.
Giorgio Caprino ha affermato che “è un obbligo per i
farmacisti, così come previsto dalla legge,
garantire ai cittadini di trovare in farmacia i
medicinali prescritti dal medico”.
Anche Maurizio Mori, presidente della Consulta di bioetica,
ha affermato l’obbligo per il farmacista di prestare
servizi ai cittadini “indipendentemente da
pregiudizi derivanti dalla sacralità della vita”.
“La consulta di bioetica – conclude Mori – denuncia la
pervicace riaffermazione della sacralità della volta
che a volte risulta contraria al bene della
persona”.
Dura la reazione del Ministro della Salute, Livia Turco,
per la quale “la parola del Pontefice è autorevole
nella sua dimensione pastorale” ma “non può essere
preso in considerazione il suo monito ai farmacisti
di opporsi con l’obiezione di coscienza sulla
pillola del giorno dopo”.
Per il Ministro, infatti, “non esistono nel prontuario
terapeutico medicine immorali secondo la definizione
che ne ha dato il Papa".
"Se così fosse", aggiunge la Turco, "le autorità preposte
alle autorizzazioni e al commercio non ne avrebbero
consentito la circolazione”.