N. 34 - Ottobre 2010
(LXV)
La battaglia di Osaka
Origine dell'ascesa dei Tokugawa
di Christian Vannozzi
Dal 1614 al 1615 il palazzo
di
Osaka,
quartier
generale
del
clan
Toyotomi,
fu
posto
sotto
assedio
dall’esercito
Shogun
Tokugawa.
La
vittoria
dello
Shogun
portò
alla
fine
dell’era
Keichò
e
all’inizio
dell’era
Genna.
Per
questa
ragione
la
fine
della
guerra
tra
le
due
grandi
famiglie
feudali
del
Giappone
porte
anche
il
nome
di
Armistizio
Genna.
Dopo la morte del grande
feudatario
Hideyoshi
Toyotomi,
morto
nel
1598,
il
Giappone
fu
governato
da
cinque
grandi
famiglie
che
formavano
il
Consiglio
dei
cinque
reggenti.
Tokugawa Ieyasu era il
più
potente
tra
i
cinque
e
dopo
aver
sconfitto
Ishida
Mitsunari
a
Sekigahara
si
arrogò
il
potere
di
governare
da
solo
l’intero
Giappone,
creando
lo
Shogunato
ed
eresse
la
città
di
Edo
a
sua
capitale.
L’unico che gli opponeva
resistenza
era
il
figlio
di
Hideyoshi,
Hideyori,
che
comandava
la
resistenza
da
Osaka.
Sulla campana del palazzo
di
Osaka
c’era
una
scritta
che
diceva:
“Possa
lo
stato
essere
pacifico
e
prospero;
ad
Est
saluta
la
pallida
luna,
e ad
Ovest
dice
addio
al
sole
che
tramonta”.
Lo Shogun, che basava il
suo
potere
sulle
province
orientali
che
circondavano
Edo
si
sentì
profondamente
insultato
da
quella
scritta
che
decise
di
cancellare
insieme
all’intero
clan
Toyotomi.
Hideyori radunò ad Osaka
un
possente
esercito
formato
da
molti
Ronin,
Samurai
senza
padrone
che
osteggiavano
il
clan
Tokugawa.
Lo
Shogun
inviò
ad
Osaka
un
esercito
di
circa
164.000
uomini.
L’assedio iniziò il 19
novembre
del
1614,
lo
Shogun
forte
di
un
ingente
numero
di
archibugeri
riuscì
a
conquistare
facilmente
tutti
i
forti
e i
villaggi
attorno
ad
Osaka,
e il
4
dicembre
si
trovò
di
fronte
al
palazzo
e
quartier
generale
del
clan
Toyotomi.
La resistenza di Osaka,
guidata
dal
comandante
Sanada,
fece
indietreggiare
le
file
di
Tokugawa,
che
furono
penetrate
e
costrette
ad
arretrare.
A
nulla
volse
neanche
l’impiego
di
300
cannoni.
Toyotomi si impegnò con
lo
Shogun
a
non
alimentare
una
ribellione,
e
Tokugawa
fece
ritorno
ad
Edo
con
il
suo
esercito.
Nel mese di aprile ripresero
però
le
ostilità.
Il
clan
Toyotomi
radunò
di
nuovo
numerosi
Ronin
ed
iniziò
ad
attaccare
i
contingenti
dello
Shogun
che
presidiavano
le
vicinanze
di
Osaka.
Lo Shogunato si mosse
nuovamente
con
il
proprio
esercito
ed
annientò
l’esercito
Toyotomi
il 2
giugno
1615
nella
battaglia
di
Domyoji,
in
cui
2.600
uomini
dell’armata
Toyotomi
affrontarono
23000
uomini
dell’armata
Tokugawa.
Dopo una eroica
resistenza
il
generale
Sanada
si
ritirò.
Ma
ormai
l’intero
territorio
di
Osaka
era
nelle
mani
delle
truppe
Tokugawa.
I generali dell’armata
di
Edo
ormai
marciavano
trionfanti
verso
il
quartier
generale
del
clan
Toyotomi.
L’esercito
contava
più
di
155.000
uomini,
ma i
generali
di
Hideyori
tentarono
di
cogliere
l’esercito
dello
Shogun
di
sorpresa
nella
battaglia
di
Tennoji.
55000
uomini
avrebbero
affrontato
l’esercito
di
Edo
frontalmente
mentre
16.500
uomini
l’avrebbero
colpito
alle
spalle.
Errori militari non permisero
al
piano
di
avere
successo,
specialmente
a
causa
dei
Ronin
di
Hideyori
che
abbandonarono
il
gruppo
principale
uscendo
fuori
dalle
righe.
Distrutta ormai la forza
principale
dell’esercito
di
Osaka,
Hideyori
organizzo
una
piccola
resistenza
alle
porte
del
palazzo
di
Osaka,
ma
vista
ormai
l’impossibilità
di
vincere
si
arrese
e
fece
seppuku
con
il
suo
wakizashi.
La scomparsa del clan
Toyotomi
spianò
la
strada
allo
Shogunato
Tokugawa
che
rimase
in
vita
fino
al
periodo
Meiji.
Riferimenti bibliografici:
Paul K. Davis, Besieged:
100
Great
Sieges
from
Jericho
to
Sarajevo.
Oxford
University
Press.