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N. 61 - Gennaio 2013 (XCII)

civita di Bagnoregio
La città che muore

di Christian Vannozzi

 

Civita di Bagnoregio è una frazione del comune di Bagnoregio, paese che fa parte dell’attuale provincia di Viterbo.

Il nome latino Balneum Regis, in italiano bagno del Re, è stato dato al paese per il complesso termale che è stato trovato nei paraggi, dove, secondo la leggenda, il re longobardo Desiderio si è immerso per ristorarsi dalle ferite della guerra e ne uscì completamente sanato.

La frazione è collegata con il resto del paese da un ponte di cemento armato finito di costruire nel 1965 per non lasciare il luogo isolato dal resto della civiltà.

Civita è conosciuta anche come la città che muore a causa dell’erosione della collina sulla quale sorge Civita che è minacciata dall’azione di due torrenti che scorrono alla sua base.

La definizione fu data da uno dei suoi più illustri cittadini, e cioè il Santo Bonaventura, che fu professore di teologia alla Sorbona di Parigi e amico di Tommaso d’Aquino.

Bonaventura è senza dubbio il cittadino più illustre del comune, ed ha un monumento dedicato nel centro del paese di Bagnoregio.

Il paese, di origine etrusca, è conosciuto nel medioevo con il nome di Bagnorea, come testimoniato dalle lettere tra le sedi episcopali italiane.

Dopo la caduta dell’impero romano passò prima sotto il dominio dei goti e poi dei longobardi, fino a quando Carlo Magno non lo cedette al papato che a sua volta lo cedette come feudo alla famiglia Monaldeschi.

Nel borgo di Civita, vivono ormai poche famiglie che attendono l’inevitabile erosione del colle Tufaceo come gli abitanti di Atlantide attendevano che la loro città fosse sommersa dai mari.

La vista della paese di Civita che si erge alla fine del ponte di pietra è uno spettacolo molto suggestivo quando il sole fa risplendere i calanchi argillosi e il tufo che formano la collinetta.

La frazione è formata interamente da case medievali, che la rendono unica nel suo genere, quasi come si fosse tornati indietro nel tempo ai tempi di Carlo Magno.

La prima cosa che notiamo una volta entrati in città è la maestosa porta di Santa Maria sormontata da una coppia di Leoni che artigliano due teste umane. Questa raffigurazione rammenta l’eroica lotta dei bagnoresi contro i tiranni Monaldeschi che furono definitivamente sconfitti e cacciati dal comune nel 1494.

Superata la porta con i minacciosi leoni si può ammirare la piazza principale dove è ubicata la chiesa romanica di S. Donato. In questa chiesa si può ammirare un crocifisso ligneo della scuola di Donatello e un affresco della scuola del Perugino.

Sul crocifisso ligneo c’è una leggenda che narra che una donna, durante la terribile epidemia che colpì il paese, pregò intensamente il Cristo affinché risparmiasse la città dal flagello. Il Cristo rispose alla donna e l’epidemia cessò. Da quel momento il crocifisso viene onorato come se fosse una reliquia.

Nelle viuzze si possono ammirare le tipiche case medievali viterbesi, basse con balconcini e scalette esterne dette ‘profferli’. Questi sono tipici dell’architettura medievale, specialmente nella zona del viterbese. Questi consistono in una scala ad una sola rampa che si erge lungo la facciata dell’edificio.

In cima alla scala c’è un balconcino che precede la porta d’ingresso. Sotto la scala c’è un mezzo arco che introduce all’ambiente del pian terreno, utilizzato solitamente come stalla, ripostiglio o officina nel caso di una casa bottega.

Dal belvedere di Civita si può poi ammirare la valle dei calanchi, che evoca negli spettatori i paesaggi fiabeschi e suggestivi che ci tornano in mente in virtù delle storie ascoltate da bambini.

La lucentezza della valle quando il sole la fa risplendere completamente è uno dei spettacoli più belli da vedere al mondo.



 

 

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