N. 85 - Gennaio 2015
(CXVI)
Gli Azulejos
l'orgoglio di lisbona
di Federica Campanelli
Tra
le
pratiche
decorative
di
maggior
successo
nei
Paesi
iberici
vi è
il
rivestimento
di
superfici
tramite
Azulejos,
mirabili
manufatti
ceramici
conosciuti
principalmente
nelle
varie
tonalità
del
blu.
In
realtà,
la
presenza
dei
blu
e
degli
azzurri
si è
affermata
in
tempi
relativamente
recenti.
La
forma
conferita
a
questo
prodotto
è
generalmente
poligonale:
per
lo
più
ritroviamo
profili
quadrangolari,
esagonali
o
ottagonali
utili
al
riempimento
continuo
dello
spazio
bidimensionale
di
pavimentazioni,
pareti
o
parti
di
queste.
Il
termine
spagnolo
Azulejo
deriva
dall'arabo
az-zulaiŷ,
'pietra
lucidata'
(e
non
da
azul,
cioè 'blu'
come
spesso
indicato)
in
riferimento
all'effetto
di
trasparenza
e
lucentezza
conferite
dagli
smalti
colorati,
in
grado
di
esaltare
le
delicate
tinte.
L'arrivo
degli
azulejos
in
terra
spagnola,
principalmente
in
Andalusia
e
Valencia,
risale
al
secolo
XIII
imitando
gli
Alicatados
di
matrice
araba,
decorazione
parietale
che
similmente
all'opus
sectile
romano,
ricopre
le
superfici
a
intarsio
tramite
tasselli
di
ceramica
definiti
aliceres.
Lo
stile
degli
ornamenti
ad
alicatados
prevede
una
gamma
coloristica
che
va
dal
bianco,
al
nero,
dal
giallo,
al
blu
nonché
la
riproduzione
di
forme
astratte
di
carattere
geometrico.
La
prima
produzione
di
azulejos
s'ispira,
dunque,
per
tecnica
e
stile
ai
mufaṣṣaṣ
propriamente
islamici:
la
cuerda
seca
denota
quel
processo
di
decorazione
ispano-araba
che
prevede
la
realizzazione
del
disegno
tramite
una
tecnica
del
tutto
simile
allo
"spolvero",
tipologia
di
disegno
preparatorio
per
superfici
affrescate.
Il
disegno è
ottenuto
spolverando
del
pigmento
scuro
sopra
un
foglio
di
carta
o
cartone
in
cui
sono
stati
praticati
dei
fori
che
seguono
i
contorni
delle
figure.
Si
ottiene
così
una
linea
discontinua,
fatta
di
tanti
punti
ravvicinati.
In
seguito
vengono
definite
le
forme
con
una
tinta
grassa
di
manganese
e
oli.
I
contorni
così
ottenuti
hanno
il
compito
di
contenere
gli
smalti
colorati
ed
evitare
che
questi
si
amalgamino.
.
Azulejos
realizzati
con
la
tecnica
cuerda
seca al
Real
Alcàzar
di
Siviglia
Un'evoluzione
della
tecnica
a
cuerda
seca,
è
quella
detta
a
cuenca
che
impiega
una
matrice,
generalmente
di
legno,
da
imprimere
sul
manufatto
ceramico
ancora
crudo.
In
seguito
alla
prima
cottura
si
ottiene
il
manufatto
in
terracotta
con
motivi
ornamentali
incisi
sulla
superficie,
poi
ripassati
con
tinta
grassa.
Tale
procedimento
ha
consentito
di
accelerare
notevolmente
i
tempi
di
produzione.
Tra
la
fine
del
XV e
il
primo
XVI
secolo,
gli
azulejos
fanno
il
loro
ingresso
in
territorio
portoghese
quando,
secondo
tradizione,
re
Manuel
I di
Portogallo
(in
carica
dal
1495
al
1521)
decide
di
procedere
alla
decorazione
del
reale
Palàcio
da
Vila
a
Sintra
(oggi
Palàcio
Nacional
de
Sintra)
alla
maniera
dei
grandi
palazzi
Andalusi.
Fino
a
quel
momento
era
stata
Siviglia
il
maggior
centro
produttore
di
azulejos.
.
Azulejos
al
Palàcio
da
Vila
Da
questo
periodo
in
poi
i
motivi
decorativi,
oltre
ai
tradizionali
modelli
geometrici
di
gusto
moresco,
includeranno
anche
temi
zoomorfi
e
fitomorfi
d'ispirazione
rinascimentale
mantenendo
una
colorazione
prevalentemente
gialla
e
azzurra.
La
progressiva
predilezione
per
un'arte
di
tipo
figurativo
nella
scelta
degli
schemi
decorativi,
anche
su
influenza
italiana,
ha
contribuito
alla
larga
diffusione
degli
azulejos
in
ambito
mediterraneo.
Ceramisti
italiani
e
fiamminghi
scelgono
Lisbona
come
base
lavorativa
e
centro
produttivo,
introducendo
in
contemporanea
la
tecnica
della
maiolica:
il
manufatto
d'argilla,
dopo
graduale
essiccamento,
subisce
la
prima
cottura
a
900
°C
circa.
Il
prodotto
riceve
in
seguito
smaltatura
(a
base
di
silicati
e
ossidi
di
stagno),
decorazione
e
invetriatura.
Si
procede
poi
alla
seconda
cottura.
Operando
in
tal
modo
non
è
più
necessario
suddividere
preventivamente
la
superficie
in
scomparti
sulla
base
delle
cromie
presenti.
Ciò
consente
di
ampliare
notevolmente
la
complessità
dei
motivi
ornamentali
che
sempre
più
s'avvicinano
agli
stilemi
decorativi
d'ispirazione
rinascimentale
tanto
in
voga,
realizzando
ricche
ed
elaborate
composizioni
prima
impensabili.
Tra
i
più
pregevoli
esempi
di
azulejos
presenti
nella
capitale
Lisbona,
vi
sono
quelli
del
Chiostro
degli
Agostiniani
del
grande
Mosteiro
de
São
Vicente
de
Fora
(Monastero
di
San
Vincenzo
f.l.m.)
realizzato
da
Filippo
Terzi
–
architetto
italiano
attivo
a
Lisbona
durante
il
regno
di
Filippo
II
–
tra
1582
e il
1627
sul
sito
di
un
preesistente
edificio
dell'XII.
Gli
straordinari
pannelli
ad
azulejos
del
chiostro
sono
stati
realizzati
sotto
il
regno
di
João
V
(1705-1750).
Trentotto
di
questi
pannelli,
collocati
al
primo
piano,
illustrano
scene
bucoliche
ispirate
ad
alcune
favole
di
Jean
de
la
Fontaine.
.
Particolare
Azulejos
al
Mosteiro
de
São
Vicente
de
Fora
Si
menziona,
inoltre,
il
Pàlacio
dos
Marqueses
da
Fronteira
(Palazzo
dei
Marchesi
di
Fronteira),
classico
esempio
di
barocco
lusitano,
costruito
nel
1671
come
residenza
di
caccia
per
João
de
Mascarenhas,
primo
marchese
di
Fronteira.
Qui
le
facciate,
le
pareti
delle
sale
interne,
le
fontane
e i
giardini
sono
ricoperte
da
lodevoli
azulejos
di
elevata
qualità.
.
Gli
azulejos
del
Pàlacio
dos
Marqueses
da
Fronteira
Un
vasta
collezione
di
azulejos
–
con
esemplari
che
vanno
dal
XV
al
XX
secolo
– è
esposta
al
Museu
Nacional
do
Azulejo
di
Lisbona,
ambiente
espositivo
ricavato
nell'antico
Convento
de
Madre
de
Deus
per
volere
di
Dona
Leonore,
vedova
del
re
João
II
nel
1509.