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storia & sport


N. 93 - Settembre 2015 (CXXIV)

storia degli Australian Open

parte I - Un inizio in sordina
di Francesco Agostini

 

I tornei più importanti del tennis sono denominati Slam e vengono disputati in Europa (Wimbledon e Roland Garros), negli Stati Uniti d'America (Us Open) e, appunto, in Australia.

 

Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, lo Slam giocato nell'emisfero australe fu inizialmente considerato di poco rilievo. Come mai? Le ragioni sono molteplici e variegate.

 

Un primo punto da considerare è sicuramente la distanza geografica che la separava dai tennisti (europei) più in voga del momento. Siamo ai primi del novecento e i mezzi di trasporto non sono così evoluti e attrezzati come li abbiamo noi oggi, anzi. Giungere fino in Australia è un lusso che praticamente nessuno è in grado di permettersi e così i giocatori che vi prendono parte sono quasi tutti australiani.

 

Un secondo aspetto interessante consiste nel clima che si respira nell'emisfero australe. Le temperature qui sono torride e afose, ai limiti dell'impraticabilità. Riuscite a immaginarvi alcune tenniste dover affrontare una partita con un gonna lunga a strascico mentre fuori il calore sale a più di quaranta gradi? Per le giocatrici europee, l'Australian Open era quasi un tabù.

 

Terzo motivo, ma non ultimo, era la sua superficie. Pochi sanno che l'Australian Open per gran parte della sua storia si è giocato sull'erba e non sul cemento come lo vediamo noi oggi. Per amore della precisione e della statistica, questo Slam si è giocato sull'erba dal 1905 al 1987.

 

Ma cosa centra col suo scarso appeal nei confronti dei tennisti dell'epoca? La motivazione principale era che “il” torneo principe su questa superficie era Wimbledon e per forza di cose l'Australian Open ne usciva nettamente sminuito. Il confronto con il grande torneo inglese era a dir poco improponibile.

 

Per tutta questa serie di motivazioni, l'Open d'Australia è stato per lungo tempo un fatto prettamente  australiano. Il dato, se scorriamo l'albo d'oro sia maschile che femminile, è molto evidente.

 

Per le donne bisogna aspettare addirittura la fine degli anni settanta per vedere qualche tennista di nazionalità straniera in più e prevalentemente statunitensi.

 

Per gli uomini l'andamento è più o meno lo stesso, anche se la svolta si ebbe una decina dai anni prima, verso la fine dei sessanta. Fatto alquanto incredibile e singolare, l'Australian Open è stato per moltissimo tempo un torneo australiano fatto apposta per gli australiani.

 

Anche lo scenario non è stato sempre lo stesso. All'inizio il trofeo veniva giocato in un altro complesso, cambiato poi assieme alla superficie nel 1988 e aveva il nome di Warehouseman's Cricket Ground. Oggi, invece, i tennisti sono ospitati dal monumentale Melbourne Park, suggestivo e affascinante come pochi.

 

La punta di diamante dell'intero impianto è sicuramente il campo centrale, la Rod Laver Arena, che ospita oltre quattordicimila posti a sedere. Nella Rod Laver Arena vengono disputate tutte le finali di tennis: singolare maschile, femminile e doppio.

 

Molto importante è anche il cosiddetto “campo numero due”, ossia la Margaret Court Arena, che conta seimila posti e che per lungo tempo è stato il campo centrale degli Australian Open.

 

Per concludere questa breve trattazione, è opportuno ricordare quali siano stati i primi vincitori in assoluto di questa importante competizione. Tra loro, annoveriamo: Rodney Heath per il singolare maschile e Margaret Molesworth per il femminile.



 

 

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