SULL’APPROVVIGIONAMENTO GRANARIO DI
ATENE
IL RUOLO DEL BOSFORO CIMMERIO
di Fabrizio Di Sarro
Nel 347/6 a.C. la città di Atene
emanò un decreto (IG II/III3
1, 298) in onore di Spartokos II e
Pairisades I, figli di Leukon e
dinasti del Bosforo Cimmerio. Il
documento costituisce – cito M.
Canevaro (2016, 88) – “solo un
passaggio in una relazione tra la
città e la famiglia regnante del
Bosforo durata per generazioni”,
relazione nella quale
l’approvvigionamento cerealicolo
costituiva un elemento senza dubbio
centrale: i due dinasti vengono
infatti onorati, tra le altre cose,
per aver promesso di farsi carico
dell’invio agli Ateniesi di una non
specificata quantità di grano. Prima
di evidenziare i principali aspetti
della relazione che lo legava
aAtene, è opportuno ripercorrere
brevemente la storia del regno del
Bosforo Cimmerio (fino al periodo in
cui fu emanato il decreto).
Il Bosforo Cimmerio era una regione
del Chersoneso Taurico che si
estendeva dalla Crimea orientale a
parte del Caucaso settentrionale,
dall’altro lato dell’attuale stretto
di Kerč’, che connette il mar Nero
con il mare d’Azov. L’area fu
interessata dal fenomeno della
colonizzazione greca a partire dal
VII secolo a.C.: dagli abitanti di
Mileto, ma anche da altri Greci
d’Asia Minore, furono fondate, tra
le altre, le colonie di Panticapeo
(l’odierna Kerč’), Teodosia,
Phanagoria, Hermonassa e Gorgippia;
mentre è attribuita proprio a Atene
la fondazione di Nymphaion.
Costituito da una popolazione mista
che adottò la lingua e la cultura
greca, il regno sviluppatosi in
quest’area fu governato dalla
dinastia degli Archeanactidi dal 480
al 438 a.C., anno in cui – come
racconta Diodoro Siculo (Diod. Sic.
12.31) – Spartokos I prese il potere
e fondò la nuova e ancor più
ellenizzata dinastia degli
Spartocidi, che regnò fino al 110
a.C. e stabilì la sua capitale a
Panticapeo (cf. Plin. HN
4.78).
Alla morte di Spartokos I (433 a.C.)
salì al trono il figlio Satyros I,
che governò fino al 389 (o al 387)
a.C. e accrebbe l’estensione
territoriale del regno, conquistando
Nymphaion – città all’epoca sotto il
controllo di Atene, che vi aveva
installato una guarnigione– e dando
inizio all’assedio di Teodosia,
durante il quale morì (cf.
Aeschin. 3.171; Periplus Ponti
Euxini 51; Steph. Byz.s.v.Θευδοσία).
A prendere il suo posto alla guida
del regno fu il figlio Leukon I, il
quale regnò dal 389 (o dal 387) al
348/7 a.C. e completò la conquista
di Teodosia. Quando Leukon I morì,
il potere passò ai suoi due figli
maggiori, Spartokos II e Pairisades
I: costoro governarono insieme fino
al 342/1 a.C., anno in cui il primo
morì e lasciò il secondo a governare
da solo fino alla sua morte,
avvenuta nel 309/8 a.C. e seguita
dallo scoppio di una guerra civile.
I rapporti tra la polis di
Atene e il regno del Bosforo
Cimmerio si intensificarono
soprattutto a partire dai decenni
finali del V secolo a.C., per quanto
gli interessi – per lo più di tipo
economico – degli Ateniesi nei
confronti del mar Nero siano ben più
risalenti. Le ragioni per le quali
Atene iniziò a stabilire una più
marcata presenza in quest’area – in
particolare a Sinope e a Nymphaion
(città in cui, come si è già detto,
installò una guarnigione) – sono
legate all’esigenza di contrastare
più da vicino gli interessi della
Persia, che aveva ottenuto il
controllo del mar Nero in seguito
alla pace di Callia (449 a.C.).
Gli Ateniesi riuscirono nel loro
intento: fu proprio durante il regno
di Spartokos I che il Bosforo
Cimmerio – e, in generale, l’area
del mar Nero tutta – iniziò a uscire
dall’orbita persiana per allinearsi
agli interessi di Atene, anche se i
rapporti tra la polis e il
regno divennero solidi e stabili
soprattutto sotto il figlio Satyros
e il nipote Leukon (cf. e.g.
Lys. 16 e Isoc. 17.3-5). A
connettere Atene con il regno del
Bosforo Cimmerio era una relazione
di carattere politico, finanziario e
commerciale che vedeva coinvolti
individui e gruppi di entrambe le
parti.
Alfonso Moreno (2007, 173-6) ha
tentato di ricostruire la rete delle
relazioni tra gli Ateniesi e gli
Spartocidi, e ha individuato nello
storico attico Androzione (il
proponente del decreto per Spartokos
II e Pairisades I) e in Agirrio
(colui che proporrà, nel 285/4 a.C.,
gli onori per Spartokos III: IG
II/III3 1, 870) due
figure importantissime per la tenuta
di questi rapporti. Nel network
lo studioso inserisce anche
Demostene, non solo per le parole di
elogio che spende in favore di
Leukon nella Contro Leptine (cf.
infra), ma anche per i legami
di suo nonno Gilone con il Bosforo (cf.
Aeschin. 3.171-3) e per via delle
accuse rivoltegli da Dinarco (Din.
1.43), secondo cui il celebre
oratore si sarebbe fatto più tardi
corrompere e avrebbe proposto onori
per Pairisades I e per i figli
Satyros e Gorgippos. Come detto, il
grano costituiva un elemento
centrale nella relazione tra la
città e gli Spartocidi: l’Attica non
era infatti in grado di produrre una
quantità di frumento sufficiente a
soddisfare il fabbisogno dei suoi
abitanti e era perciò costretta a
importarlo dall’estero, in
particolare proprio dal regno del
Bosforo Cimmerio, che – soprattutto
nel IV secolo a.C. – costituiva la
fonte cerealicola primaria di Atene.
Demostene, nella Contro Leptine
(Dem. 20.29-40), fornisce preziose
informazioni in merito.Elogiando
Leukon, l’oratore sottolinea che, a
differenza degli altri benefattori
della città– i quali avevano
compiuto benefici solo in
particolari circostanze e/o per un
tempo limitato –, il figlio di
Satyros si impegnava continuamente e
costantemente a favore degli
Ateniesi, procurando loro ciò di cui
più avevano bisogno, ossia il grano
(cf. anche Strab. 7.4.6).
Demostene afferma addirittura che la
quantità di frumento importata dal
Ponto era pari alla somma dei
quantitativi che giungevano dagli
altri empori: con ogni probabilità,
l’autore si riferisce qui alle
importazioni da tutta l’area del mar
Nero e non solo dal Bosforo Cimmerio
(con “Ponto” gli oratori indicavano
infatti non solo il regno degli
Spartocidi, ma anche l’area del mar
Nero in generale); in ogni caso,
l’importanza del Bosforo Cimmerio
nell’ambito dell’approvvigionamento
cerealicolo dell’Attica è ben
chiara.
Demostene ricorda inoltre che
Leukon,per ringraziare gli Ateniesi
dell’esenzioneconcessa a lui e ai
suoi figli– probabilmente l’immunità
dalle tasse portuali e in
particolare dalla tassa del 2% del
Pireo –, aveva accordato importanti
privilegi ai mercanti che
trasportavano il grano dal suo regno
a Atene: la precedenza in fase di
carico delle navi granarie e
l’esenzione dalla tassa portuale di
un trentesimo sui 400.000 medimni di
frumento forniti.
Pare molto probabile che già Satyros
avesse concesso questi privilegi, in
particolare la priorità nel carico
delle navi granarie: Leukon, dunque,
non fece altro che confermarli. Il
giovane aristocratico bosforano
difeso da Isocrate nel
Trapezitico dice infatti (Isoc.
17.57): “Ma è giusto anche tenere
a mente Satiro e mio padre, che da
sempre vi stimano più di tutti gli
altri Elleni, e già spesso, in tempo
di carestia di grano, mentre
rimandavano vuote le navi degli
altri mercanti, concessero a voi il
permesso di esportazione […]”
(trad. M. Marzi).
Verosimilmente, queste concessioni –
di cui i mercanti ateniesi
beneficiavano non solo nel porto
della capitale Panticapeo, ma anche
nell’emporio che Leukon aveva da
poco aperto a Teodosia – resero
Atene una meta privilegiata per i
mercanti da tutto il Mediterraneo
che comprassero e caricassero il
grano nei due porti bosforani,
garantendo un flusso costante del
cereale dal Bosforo Cimmerio
all’Attica, e anche notevoli
guadagni a Atene per via della tassa
portuale del 2% che i mercanti che
transitavano per il Pireo erano
tenuti a pagare.
Demostene fa poi riferimento a una
carestia – probabilmente quella
verificatasi nel 357/6 a.C., di cui
ci dà notizia Dionigi di Alicarnasso
(Dion. Hal., Ad Ammaeum1.4.2)
–, in occasione della quale Leukon
spedì un quantitativo di grano
sufficiente a coprire il fabbisogno
della popolazione attica e procurò
anche un guadagno di 15 talenti
(amministrati da un certo
Callistene): secondo M. Canevaro
proprio in questa occasione sarebbe
stato contratto dagli Ateniesi il
debito a cui accenna il decreto per
Spartokos II e Pairisades I (cf.
supra) alle ll. 53-59.
Considerata dunque l’importanza del
regno del Bosforo Cimmerio per
l’approvvigionamento granario di
Atene, non risulta affatto difficile
comprendere quella che è
probabilmente la principale
motivazione alla base degli
importanti onori accordati a
Spartokos II e Pairisades I nel
347/6 a.C. In quel periodole rotte
granarie ateniesi erano infatti
gravemente minacciate da Filippo II
di Macedonia – il quale controllava
tutto ciò che si trovava a nord del
Golfo di Lamia –, e Atene dovette
perciò sentire l’esigenza di onorare
i dinasti del Bosforo Cimmerio così
da riaffermare e consolidare
l’alleanza con quello che allora era
il suo principale fornitore di
grano.
Riferimenti bibliografici:
D. Braund,
“The Relief and Text of IG II3
I 298: Leukon and his Sons in Athens
and Mytilene”, in ABSA 114,
2019, pp. 241-261.
M. Canevaro
(a cura di), Demostene, “Contro
Leptine”. Introduzione, Traduzione e
Commento Storico, Berlin-Boston
(Mass.) 2016.
J. Fornasier, B. Böttger,
Das Bosporanische Reich: der
Nordosten des Schwarzen Meeres in
der Antike, Mainz 2002.
A. Moreno,
Feeding the Democracy. The
Athenian Grain Supply in the Fifth
and Fourth Centuries BC, Oxford
2007.
P.J. Rhodes, R. Osborne,
Greek Historical Inscriptions.
404-323 BC, Oxford 2003.