N. 110 - Febbraio 2017
(CXLI)
L’ARTE DELLA GUERRA
LA TEORIA DEL CONFLITTO SUL CAMPO DI BATTAGLIA E
NELLA VITA QUOTIDIANA
di Marco Matta
«La
guerra
e
l’arte
sono
le
risposte
dell’uomo
all’angoscia
della
morte
e
del
tempo.
Con
l’arte,
sfida
il
tempo;
con
la
guerra,
sfida
la
morte».
Strategia
militare
ed
estroversione
artistica
sono
da
sempre
gli
elementi
caratterizzanti
la
natura
di
una
determinata
cultura
o
popolo.
Ogni
società,
epoca
e
luogo
hanno
espresso
–
nel
corso
della
storia
– un
pensiero
artistico
e
uno
strategico
strettamente
correlati
e
insinuati
profondamente
in
ogni
aspetto
della
vita
sociale.
Ne è
un
esempio
la
civiltà
romana:
architetture
eterne
ed
espressioni
artistiche
di
livelli
incomparabili
vivevano
simmetricamente
con
potenti
legioni
e
grandi
strateghi;
il
mondo
romano
in
effetti
è
per
noi
occidentali
la
massima
espressione
di
tutto
ciò,
eppure
già
da
prima
che
in
Occidente
Roma
divenisse
il
centro
politico
e
culturale
del
mondo
nonché
il
grandioso
impero
che
tutti
conosciamo,
in
estremo
Oriente,
e
più
precisamente
in
Cina,
un
uomo
rispondente
all’appellativo
di
Sun
Tzu
(la
cui
reale
identità
ed
esistenza,
similmente
a
Omero,
è
incerta)
redasse,
nel
V
sec.
a.C.,
un’opera
che
sarebbe
stata
destinata
all’eternità:
L’Arte
della
guerra.
L’Arte
della
guerra
è
più
di
un
semplice
trattato
sulla
strategia
militare,
esso
è un
vero
e
proprio
testamento
filosofico,
massima
espressione
della
filosofia
cinese
dell’armonia
degli
opposti,
dell’equilibrio
perfetto
degli
elementi;
sarà
opportuno
quindi
descrivere
brevemente
in
cosa
consiste
quest’opera
e su
quali
elementi
si
basa
la
sua
trattazione
prima
di
verificarne
le
sue
applicazioni
nei
vari
ambiti
della
sfera
umana:
i
principi
che
stanno
alla
base
di
quest’opera
sono
pochi,
essenziali:
il
cielo
e la
terra,
l’elemento
umano,
il
Tao.
Cielo
e
terra
costituiscono
il
limite
spazio-temporale
entro
il
quale
tutto
esiste
e
tutto
accade
e
nel
quale
gli
uomini
sono
costretti
ad
agire;
di
per
sé
spazio
e
tempo
sono
elementi
assolutamente
inscindibili,
neppure
concepibili
se
non
in
assoluta
simbiosi,
(esattamente
come
nella
visione
di
Einstein,
la
visione
della
fisica
moderna),
eppure
le
loro
combinazioni,
all’atto
pratico,
possono
essere
pressoché
infinite.
Potrebbero
essere
definiti
come
‘’le
coordinate
entro
cui
ogni
cosa
accade’’
pertanto,
secondo
Sun
Tzu,
gli
eventi
– e
in
particolare
l’evento-guerra
–
sono
da
considerarsi
come
il
frutto
delle
azioni
umane
in
una
data
configurazione
spazio-temporale.
L’elemento
umano
consiste
in
tutto
ciò
che
riguarda
e
descrive
direttamente
gli
esseri
umani
in
ogni
loro
aspetto:
sociale,
economico,
militare
ecc...
Se
nel
caso
precedente
si
prendevano
in
considerazione
le
configurazioni
di
spazio
e
tempo,
qui
si
analizzano
le
configurazioni
dei
rapporti
umani
(le
gerarchie,
le
emozioni:
disciplina,
coraggio,
paura).
Tutto
è
riconducibile
nella
dimensione
dei
fenomeni
umani
perché
è da
essi
che
tutto
scaturisce
e ha
origine;
I
fenomeni
nei
quali
l’elemento
umano
è
determinante,
pertanto,
sono
numerosissimi,
e
Sun
Tzu
li
considera
tutti,
reiterando
più
volte
ai
suoi
discepoli/lettori
che
è
assolutamente
essenziale
tenere
conto
di
ogni
fattore
e
avere
una
conoscenza
adeguata
di
tutti
gli
eventi
e i
soggetti
in
campo,
perché
senza
questa
conoscenza
non
è
possibile
prendere
le
giuste
decisioni
e
dirigere
gli
eventi.
Questa
considerazione
per
l’elemento
umano
è
estremamente
interessante,
in
quanto
in
essa
possiamo
trovare
forse
la
principale
differenza
fra
il
concetto
bellico
orientale
e
quello
occidentale.
Dalle
guerre
storiche
occidentali
infatti,
sappiamo
che
il
conflitto
era
una
realtà
strettamente
legata
ad
una
visione
religiosa,
la
guerra
era
una
manifestazione
della
volontà
divina;
questa
visione
delle
cose
comportava
una
conseguenza
fondamentale:
il
ruolo
dell’uomo,
e
soprattutto
le
sue
responsabilità,
erano
ridotti,
svalutati.
Tale
modo
di
concepire
il
conflitto
perdurò
fino
a
circa
due
secoli
fà.
Fu
soltanto
a
partire
dalla
rivoluzione
francese
che
questa
visione
teologica
lasciò
spazio
ad
una
visione
ideologica,
ossia
la
guerra
risultava
ora
essere
esclusivamente
il
frutto
delle
qualità
di
una
nazione
o di
uno
specifico
gruppo
etnico/sociale.
Anche
questo
approccio
prettamente
ideologico
però,
limitava
il
puro
concetto
di
strategia,
concetto
che
sarà
riscoperto
soltanto
nella
seconda
metà
del
‘900,
quando
si
risveglierà
nell’uomo
un
forte
bisogno
di
razionalismo
che
lo
porterà
ad
esplorare
ed
analizzare
i
testi
antichi
riguardanti
la
strategia
e
l’arte
della
guerra,
un’azione
che
denota
in
maniera
chiara
un
approccio
puramente
razionale
alla
realtà
del
conflitto.
Ultimo
fra
i
principi
cardine
di
Sun
Tzu
è il
Tao:
il
Tao
è la
Via,
la
strada,
ma
non
una
fra
tante,
essa
è la
‘’retta
via’’
ossia
il
percorso
tramite
il
quale
gli
elementi
visti
in
precedenza
possono
confluire
armoniosamente
ed
essere
combinati
al
fine
di
ottenere
un
risultato
significativo,
o
nel
caso
specifico
della
guerra,
una
vittoria
netta
e
schiacciante.
Occorre
tuttavia
porre
attenzione
ad
un
fatto,
il
concetto
di
Tao
non
implica
che
esista
un
unico
modo
per
ottenere
la
vittoria,
la
Strada
è
una,
ma
possono
esistere
molti
modi
per
crearla.
Il
Tao
è un
concetto
spirituale
introdotto
da
Lao
Tzu
con
il
Tao
Te
Ching,
l’opera
letteraria
fulcro
del
culto
taoista,
esso
consiste
nell’armonia
perfetta
degli
opposti,
nel
nulla
e
nel
tutto
che
convivono,
nel
Wu
Wei,
la
non
azione,
che
non
significa
eliminazione
della
volontà
di
agire,
ma
conformazione
agli
eventi,
essere
come
l’acqua
che
sfugge
dalle
mani
ma
che
tuttavia
è in
grado
di
erodere
le
rocce
(agire
senza
sforzo),
il
raggiungimento
di
una
condizione
di
consapevolezza
tale
da
permettere
l’adattamento
a
qualsiasi
situazione
e il
suo
superamento.
In
maniera
molto
sintetica,
possiamo
dire
che
questi
sono
i
principi
fondamentali
alla
base
dell’opera
di
Sun
Tzu,
gli
elementi
cardine
della
filosofia
del
conflitto;
una
volta
analizzati
nella
loro
purezza
non
è
difficile
immaginare
come
essi
possano
trovare
applicazione
non
solo
in
un
ambito
strettamente
militare,
ma
come
al
contrario
possano
essere
un
valido
sistema
per
affrontare
i
più
disparati
contesti
della
vita
quotidiana;
non
sarà
infatti
di
certo
possibile
gestire
con
successo
un’azienda
o
una
qualsiasi
attività
imprenditoriale
e/o
commerciale
se
non
si
terrà
conto
dei
principi
fondamentali
entro
cui
essa
ha
origine
e
opera:
spazio
e
tempo,
natura
umana
e il
Tao,
ossia
il
modo
corretto
entro
cui
le
azioni
devono
essere
svolte
e
gli
elementi
devono
essere
combinati.
Non
c’è
da
stupirsi
quindi
se
oggi
giorno
L’Arte
della
guerra
di
Sun
Tzu
venga
non
solo
studiato
in
prestigiose
accademie
militari
come
West
Point,
ma
sia
uno
strumento
fondamentale
nelle
mani
di
manager
e
personalità
con
a
carico
un
elevato
numero
di
responsabilità
e
decisioni
da
affrontare;
un
metodo,
quello
di
Sun
Tzu,
che
dal
mondo
antico
ancora
oggi
pervade
e
condiziona
l’uomo,
e lo
guida
verso
una
visione
totalitaria
e
armoniosa
del
mondo
che
lo
circonda
in
modo
che
egli
possa
riuscire
ad
ottenere,
con
il
minor
dispendio
di
energie
possibile,
il
maggior
risultato
auspicabile.