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N. 14 - Febbraio 2009 (XLV)

Colpo d’occhio all’arte contemporanea
Il valore del territorio

di Francesca Pontuale

 

Il recupero delle identità territoriali, nato come necessità culturale ed esigenza sociale, è diventato, da qualche anno a questa parte, un concetto alla moda attraverso il quale veicolare con successo ogni tipo di prodotto, da quello alimentare a quello artistico.

 

Nell’ambito della scena artistica contemporanea il decentramento, ossia la realizzazione d’importanti eventi in piccole città di provincia o addirittura in paesi poco conosciuti ha risposto molte volte proprio a questo tipo di sistema, vera e propria strategia di marketing, che poco si allontana dalla politica di chi spaccia cibi cinesi per prodotti di nicchia italiani.

 

Succede talvolta che dai grandi centri si muova tutta una compagine, fatta di sponsor, gallerie, critici e media e che in un batter d’occhio si realizzi una grande mostra che porta, per un lasso di tempo molto breve, il piccolo centro agli onori delle cronache nazionali. Questo non è assolutamente sufficiente però, e non tanto perché tali eventi non siano destinati al successo immediato, ma semplicemente perché non hanno la forza, la capacità e la pazienza di confrontarsi proprio con il luogo che li ospita, e che subisce questa sorta di occupazione culturale.

 

Da qualche anno, nella provincia di Viterbo, si è proposto un modello “permeabile”, un modello che attraverso l’appoggio di professionalità anche esterne riesce a comunicare con il territorio circostante, in uno scambio continuo di esperienze e nuove modalità di lavoro. Ne sono un esempio alcune realtà che vi lavorano ormai da anni con una progettualità ben definita che ha come presupposto fondamentale la partecipazione del territorio, delle sue istituzioni e delle persone che vi abitano.

 

Viterbo, Caprarola, Carbognano, Calcata e Civitella D’Agliano, sono alcuni dei luoghi che tentano, non tra mille difficoltà, attraverso la stimolazione del pensiero contemporaneo, a generare nuova cultura in un territorio dove la storia e i suoi lasciti sono così esageratamente belli da creare una sorta di complesso di inadeguatezza a chiunque cerchi di proporre nuovi linguaggi creativi.

 

Un esempio di come lavorare sui luoghi è quello proposto dal Centro Arte Contemporanea DANAE che dal 2002 si muove con l’appoggio delle istituzioni locali per creare eventi d’Arte Contemporanea di alto profilo, con la convinzione che cultura si possa fare a Roma, a Berlino, a New York come a Caprarola e Carbognano.

 

Nonostante il confronto possa generare qualche sorriso, questo è stato il punto di partenza di ogni progetto che ha visto nelle mostre realizzate, all’interno dell’ex Chiesa di Santa Maria, a Carbognano, e presso le Scuderie Farnese di Caprarola, l’alternarsi di artisti della scena nazionale ed internazionale – Flavio Favelli, Carlos Garaicoa, Francesco Simeti e Gioacchino Pontrelli, solo per citarne alcuni - accanto a giovani artisti provenienti da tutta Italia che sul luogo sono stati, hanno sostato, hanno ragionato e si sono confrontati.

 

Un’iniezione di contemporaneo che è iniziata in piccole dosi e che ha generato molta curiosità nel territorio, che ha avuto modo, attraverso i lavori degli artisti, di ripercorrere la propria storia e le proprie tradizioni attraverso nuovi mezzi e forme espressive.

 

Molto apprezzato, ad esempio, è stato il lavoro che Flavio Favelli ha portato a termine nel 2008 presso le ex Scuderie Farnese e che proponeva una rilettura del tutto personale di alcuni affreschi presenti all’interno del Palazzo Farnese di Caprarola.

 

In questo caso, come nel caso dell’associazione Spatrimonio di Viterbo legata all’Università della Tuscia o del Museo Opera Bosco di Calcata - per citare il meglio delle realtà attive in provincia - la presenza di nomi importanti non è che uno stimolo ed un modello per i giovani artisti del territorio che sempre in ogni evento sono chiamati a raffrontarsi con loro.


Accanto a queste strutture che lavorano grazie al sostegno di alcuni privati e delle istituzioni, sostegno che c’è ma che non è ancora adeguato, sono nate giovani gallerie, che tra eventi più o meno degni d’attenzione stanno cercando di svegliare Viterbo e provincia dal torpore culturale in cui versa ormai da troppi anni.

 

Certo si potrebbe fare di più, anzi si deve, ma il salto si farà solo quando anche la politica, e chi per lei, comprenderà il valore della cultura contemporanea e soprattutto quando sarà capace di discernere progetti di valore ed utili al territorio da quelli sterili, da vetrina e di poco valore per il futuro, cercando di spendere al meglio le risorse di cui dispone.

 



 

 

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