[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

179 / NOVEMBRE 2022 (CCX)


contemporanea

La produzione italiana delle Army Maps Papers
Cartiere ED economia di guerrA

di Damiano Trillò

 

Il Servizio Cartografico dell’Esercito (AMS, Army Map Service) fu costituito nel 1942 dal consolidamento dello Stabilimento di Riproduzione del Genio insieme alla Biblioteca e la Sezione Cartografica dello Stato Maggiore del Dipartimento della Guerra. L’Engineer Reproduction Plant (ERP), consiste in un’unità di litografi e personale militare nata dal Corpo degli Ingegneri; un piccolo gruppo in gran parte dedito “alle esigenze di mappatura di un piccolo esercito in tempo di pace”. Il consolidamento dell’ERP con la Sezione Cartografica dello Stato Maggiore Generale del Dipartimento della Guerra pose l’AMS fu in prima linea nelle campagne di mappatura militare durante la seconda guerra mondiale e, successivamente, nel dopoguerra. Durante il secondo conflitto mondiale, l’AMS mappò i teatri di guerra in Europa e nell’Asia orientale, operando “24 ore al giorno, 6 giorni alla settimana” fornendo, successivamente, la mappatura della pianificazione strategica della guerra fredda.

 

L’Allied Military Government, AMG, organizzava e pianificava tutte le attività concernenti uno Stato sovrano: dalla giustizia, ai trasporti, dall’istruzione all’industria, al commercio e via dicendo. Le attività erano di concerto con il Governo Italiano di Badoglio tuttavia le scelte strategiche, le riconversioni industriali, il controllo della sicurezza sui territori, erano tutte in capo ai vertici del Comando Alleato. Su tale prospettiva le direttive della “outline plan for occupation of Italy” del 21 Agosto 1943, classificate come “Most Secret”, erano inequivocabilmente chiare, si legge infatti che a seguito dell’imminente formalizzazione dell’armistizio: «[…] make a complete submission to the Allied Nations and that the Italianterritoryis to be occupied by AlliedForces. The administrative system and economy of Italy are to brought under Armistice Control Authority asrapidlyasmay be. […] In post armistice conditions even more thanduringMilitary Government, itwll be desirable to control the administrations and economy of Italy by indirect methods, trough the Italian Government, so long asadequate results are produced».

 

La capillare, minuziosa, attività di controllo sul territorio dell’AMG si esercitava grazie alla possibilità di impiegare un numero elevatissimo di persone che componevano degli organigrammi efficienti e cospicui in grado di agire con “disinvoltura” anche in uno scenario drammatico come quello dell’Italia della II guerra mondiale. Solo a titolo di esempio basti pensare che tra le fila dell’esercito statunitense esisteva il reparto dei Monuments Men, cioè di coloro che si dovevano occupare della salvaguardia dei beni culturali e artistici pre e post bombardamenti e/o azioni belliche di varia natura.

 

Le declinazioni delle Sub Commission per ogni settore, dal produttivo al sociale, dal lavoro, alla pubblica sicurezza, rendeva la struttura particolarmente efficiente perché impiegava ufficiali e personale specializzato in ogni settore. Leggiamo nel documento del 26 settembre del 1943: “Planning Directive n. 7”, App C to P.D.n.7 classificato “Most Secret” i principali scopi e funzioni delle Sub Commission specifici per l’Industria e il Commercio: “the prime objects will be to harness the italian potential to the allied war effect, […]” che si sarebbe raggiunto fissando obiettivi e regole ben precise tra le quali: formulare e adattare politiche riguardanti il commercio e l’industria, monitorare costantemente le attività commisurando i risultati agli obiettivi militari raggiunti, operare di concerto con la Sub Commission del Lavoro, fornire le materie prime laddove si necessita per la produzione e la riconversione industriale. Ed è proprio dall’applicazione di queste linee direttive che inizia il racconto della nostra storia.

 

Nel dicembre del 1944 la Società Cartiere Meridionali fu annoverata tra le fabbriche atte a produrre le carte geografiche militari, Army Map Papers, sotto il controllo dell’AMG, Allied Military Government. Unitamente alle Cartiere di Isola del Liri furono coinvolte anche le Cartiere Miliani di Fabriano.

 

L’ufficialità della consegna per la lavorazione possiamo fissarla alla data del 16 dicembre 1944, a firma del Colonnello Vaughan, direttore della Industry Sub Commission. Con questo atto si apre una breve, insolita e singolare linea di produzione che s’inserisce nella vasta riconversione bellica di moltissime industrie. Nel testo della comunicazione si precisa che la produzione sarà sotto la supervisione della Industry Sub Commission, il controllo dell’AFHQ e le materie prime saranno prelevate dalla zona di Napoli. Inoltre si formalizza il supporto da fornire all’Ing. Osvaldo Emery, delle Cartiere Meridionali, per le prime operazioni di trasporto e i relativi permessi.

 

La storia di questo complesso industriale è stata scritta e documentata in modo esemplare da Amleto ed Edmondo Iafrate in La Società delle Cartiere Meridionali. Gli stabilimenti di Isola de Liri. Oltre ad acquistare e mettere in salvo l’archivio delle Cartiere hanno contribuito a divulgare una storia di due secoli di produzione industriale che ha percorso tutti i profondi cambiamenti storici: dal regno di Napoli all’Unità d’Italia, al Fascismo e all’Italia Repubblicana che ha segnato anche il punto di arrivo di questa grandiosa realtà industriale italiana.

 

Dal confronto diretto con i fratelli Iafrate è emerso che tra le carte dell’ex archivio di fabbrica, da loro conservato, non vi sia traccia documentale di questa fase storica. Diversamente, dalla consultazione dell’Archivio della Fondazione Fedrigoni Fabriano, il fondo “Sede Sociale di Roma – Cons. Delegato” - Volume 52, riporta due fugaci ma preziosissime testimonianze: «La Società delle Cartiere Meridionali è stata invitata dal Comando Alleato a fornire un certo quantitativo di carte geografiche per l’esercito, e si trova in condizioni di vantaggio avvalendosi del fatto dell’avvenuta liberazione prima della Miliani; la nostra Società si propone però, benché sia in ritardo, di sostenere la concorrenza, soprattutto mercè l’opera inestimabile dei propri tecnici e delle proprie maestranze» – e ancora – «La centrale elettrica di S. Vittore potrà, nel mese di aprile, rientrare in funzione con una turbina, permettendo così di avviare la macchina piana di Fabriano per una piccola produzione di carte geografiche militari per il Comando Alleato».

 

Entrando nel merito delle carte dei fascicoli dell’Allied Control Commission si evince che nel giugno del 1944 una relazione dettagliata sulla consistenza degli Stabilimenti delle Cartiere Meridionali era stata redatta e consegnata al Lt. Col. Archbald del Supply Officer, Region IV, Corso d’Italia 20, Roma. Leggiamo che gli stabilimenti erano due: il più grande a Isola del Liri che disponeva di una forza motrice di 5.000 HP e quello di Anitrella, frazione di Monte San Giovanni Campano, di 700 HP. Inoltre le Cartiere Meridionali producevano direttamente prodotti chimici nel proprio stabilimento e avevano un reparto per la fabbricazione di cellulosa di paglia di circa 50 quintali giornalieri. Le carte prodotte erano “carte da scrivere ordinarie e finissime, carte Kraft per i sacchi di cemento e per filare, cartoncini, carte sottili e carte da sigarette” e per quest’ultima tipologia di prodotto, la carta da sigaretta, la produzione su commissione del Monopolio di Stato era atta anche al soddisfacimento dell’esportazione in “Egitto, Oriente e nei Balcani”.

 

Seguiva, poi, l’elenco delle devastazioni subite dallo stabilimento per opera dei tedeschi e un programma per riprendere le attività di produzione seppur in minore quantità. Di rilievo anche la descrizione dell’indotto generato dalla fabbrica; seguendo l’elenco per il reperimento delle materie prime, leggiamo: «il legno di pioppo dalle province di Frosinone, Napoli, Benevento e Littoria; la paglia per cellulosa dal vicino circondariato di Avezzano, o meglio dal bacino del Fucino; i cordami e lo straccio di canapa dalla Sicilia, Campania, dai porti delle Puglie e da quelli delle Marche; il sale dalla Sicilia o dalle Saline di Margherita di Savoia, Foggia. Manca il carbone che dovrebbe essere ritirato dalla Sardegna e in parte da Terni (la lignite)». Uno stabilimento di tutto rilievo, un’eccellenza nella produzione della carta, un sito industriale che non aveva mai interrotto la produzione.

 

Sei mesi dopo la ricezione della relazione, nel dicembre del 1944, si formalizza la riconversione della produzione per le Cartiere Meridionali e s’inizia il lavoro di recupero dei macchinari distrutti. Il primo atto fu il recupero gli avvolgimenti dei fili di rame dai rottami e per tale operazione venne contattata l’industria metallurgica Corradini di Napoli. A tale scopo venne inviata una formale richiesta alla Commissione Alleata per ottenerne autorizzazione che fu concessa dal Direttore della Industry Sub Commission, Lt Col. W.S. Vaughan in data 6 febbraio 1945.

 

Il 20 febbraio del 1945 si concretizzò l’ordine e la conseguente autorizzazione per il trasporto su un camion Lancia e tre autisti, su ordine del Colonnello Snodgrass, a capo della sezione tecnica, per prelevare 100 tonnellate di “salvaged maps”. Tale trasporto aveva lo scopo di recuperare dal deposito alleato di Torre Annunziata un carico di carta destinata alla stampa di mappe militari che per qualche ragione subì un ingente danneggiamento dovuto a un prolungato contatto con l’acqua.

 

I lavori procedevano in modo spedito: il primo marzo del 1945 erano pronti 700 kg di avvolgimenti di rame provenienti dalla fabbrica Metallurgica Corradini di Napoli, esattamente il quantitativo richiesto a fine gennaio dalle Cartiere: 695 kg; l’11 marzo 1945 possiamo leggere un dettagliato report del capitano Gardner ai Quartieri Generali sul primo test della carta recuperata che venne considerata, nonostante i danni, ancora stampabile e di buona resistenza e qualità.

 

Ottenuto il via libera dagli Headquarter, il colonello Vaughan diede ordine, il 26 marzo 1945, alla Società Cartiere Meridionali di recarsi a Bari, località Mungivacca, presso la Società Resiniera Italiana per il ritiro di “ulteriori 10 tonnellate” di colofonia che molto probabilmente doveva servire per preparare chimicamente la carta delle mappe rendendola impermeabile. La colofonia, infatti, è una resina utilizzata prevalentemente nella composizione di vernici per renderle idrorepellenti e una delle precise caratteristiche qualitative che dovevano possedere le mappe era proprio quella di essere resistenti in condizioni climatiche sfavorevoli; c’è da comprenderlo: se pensiamo che la mappatura dei territori era una prerogativa essenziale per orientarsi e pianificare tattiche e strategie, lo strumento della mappa non poteva essere fragile e facilmente deteriorabile.

 

Il quantitativo di resina necessario alla produzione tuttavia non fu consegnato a tempo opportuno dalla Società Resiniera Italiana e una lettera di protesta della Società delle Cartiere Meridionali indirizzata in data 6 aprile 1945 ne è testimone diretto. In essa si rimarcò che l’autotreno della ditta tornò da Bari a Isola del Liri così com’era partito: vale a dire vuoto.

 

Sabotaggio, imprevisto, incomprensione o chissà cos’altro accade quel giorno non lo potremmo sapere; sta di fatto che saltando la consegna nel tempo previsto il flusso di lavoro fu frenato, ritardando sensibilmente la prima produzione di mappe per l’esercito statunitense.

 

L’avanzata degli Alleati prosegue verso il Nord e giunti in Umbria, al di sotto della linea gotica, l’attenzione si volge anche alle Cartiere Miliani di Fabriano. È della fine di gennaio del 1945 una nota delle Cartiere Miliani circa gli approvvigionamenti necessari per l’inizio della produzione. In detta nota si evidenzia come per le Cartiere Meridionali tali forniture sono state già elargite.

 

A firma del Lt. Col. Vaughan, Direttore della Sub Commission, abbiamo un’importante attestazione che nel febbraio del 1945 identifica entrambe le Cartiere preposte per la nuova produzione. Negli stessi giorni un documento a firma del Ministro dell’Industria, Commercio e Lavoro indirizzato alla Commissione Alleata elenca minuziosamente le “carte commissionate alla Cartiera Miliani di Fabriano e Pioraco” dal Ministero del Tesoro per “sopperire soprattutto alle attuali esigenze della circolazione monetaria”.

 

Nello Stabilimento di Fabriano le “carte per i biglietti della Banca d’Italia, di Stato, per i titoli di Consorzio di Credito per le Opere Pubbliche, dell’istituto di Credito per le Imprese di Pubblica utilità, per i Buoni Postali fruttiferi, per la carta bollata, per vaglia postali ordinari, per i bollettini pacchi postali” e per lo Stabilimento di Pioraco, invece, le “carte del lotto, per cambiali, francobolli e marche, per francobolli rotocalcografici, per marche industria e commercio, per ricevute vaglia, per fascette surrogato caffè e per vaglia postali di servizi”. Segue un dettagliato elenco di tutta la produzione, dei relativi quantitativi, dei macchinari impiegati per ciascun stabilimento e la richiesta di assistenza con “particolare riguardo alla fornitura di energia elettrica”, firmato: il Ministro Giovanni Gronchi.

 

Il così ravvicinato scambio di missive sembra quasi voler dire ai vertici della Sub Commission che la richiesta di produzione delle Army Maps Paper per gli stabilimenti di Fabriano siano un carico di lavoro eccessivo ma soprattutto non prioritario considerato l’elevato numero di carte valori da produrre. C’è da comprendere tale velata opposizione. Immaginando la guerra in corso, le difficoltà di approvvigionamenti, mettere in piedi una nuova linea di produzione così differente da quella in corso d’opera avrà senza dubbio preoccupato e messo in apprensione la dirigenza delle Cartiere.

 

Qualunque sia stato l’intento del Ministero, la Sub Commission non deve avergli attributo molta importanza tanto che il 6 marzo del 1945 dà il via libera anche alle Cartiere Miliani di recuperare dal deposito di Torre Annunziata 75 tonnellate di “salvage maps paper”. Stesso stabilimento e partita di materiale che venti giorni prima aveva visto prelevare dalle Cartiere Meridionali.

 

Unitamente all’ordine di prelievo vengono predisposte le condizioni per la lavorazione: supporto nella fornitura di energia elettrica, approvvigionamento di soda caustica, che in parte sarà fornita dalla ditta di Domenico Ceci di San Severino Marche e, come detto, la carta per la stampa che in parte sarà fornita dalle province di Chieti e Pescara, circa 60 tonnellate di “waste paper” da riconvertire.

 

Molto interessante il sollecito, a firma del Direttore Generale delle cartiere Miliani, alla Commissione Alleate datata 5 marzo 1945 nella quale si fa presente che la ditta ha presentata una formale domanda per l’acquisizione di mezzi militari inefficienti perché, si legge: «ci venga assegnato un lotto di automezzi militari in riparazione presso la nostra officina di Castelraimondo. Tale domanda ha lo scopo di facilitarci la possibilità di ottenere quegli automezzi che voi sapete esserci indispensabili per l’esecuzione del programma di fabbricazione che Voi ci avete autorizzato e per il quale è in prima linea la fabbricazione di carte geografiche militari», e per tale ragione si richiede un occhio di riguardo nell’assegnazione di detti mezzi.

 

Tale richiesta venne esaudita e alle Cartiere Miliani fu dato in uso un mezzo militare modello Buick targato RM 69733 per le necessità di detta produzione: dal trasporto delle materie prime a quello degli spostamenti dello staff nei vari siti produttivi. Il carico di produzione delle Cartiere Miliani era di tutto rilievo e oltre alla produzione di elevati quantitativi per la produzione di valori bollati e carta moneta per la banca d’Italia la Food Sub Commission alleata diede inizio anche la produzione delle “tessere annonarie” le “ration card paper” che si aggiungevano alla produzione di carta ordinaria per i consorzi agrari. Inutile dire che dalla Direzione delle Cartiere e dal Ministero si richiedevano sempre maggiori ausili e quantitativi di materie prime, tanto maggiori le richieste della Sub Commission.

 

Ma quante Army Map Paper furono prodotte dalle Cartiere Meridionali e da quelle di Fabriano? Difficile se non impossibile stabilirlo con esattezza.

 

Nel carteggio a noi pervenuto non vi è nessun documento che ne dia contezza e a giudicare dai tempi stretti entro i quali tutto si è svolto si potrebbe ipotizzare che la produzione si sia interrotta sul nascere e che dunque gli esemplari prodotti siano stati davvero pochi, o nel peggiore dei casi nessuno. Non possiamo, infatti, escludere l’ipotesi che tutta la fase preparatoria con il suo alacre incedere e con gli imprevisti che abbiamo documentato sia giunta alla fase di produzione nel momento esatto della cessazione delle ostilità e con esse anche la necessità di produrre mappe militari.

 

Tuttavia non possiamo non menzionare una nota del Capitano Gardner, a capo dell’ufficio tecnico, datata 31 marzo 1945. La nota riguarda la conversazione tra lo stesso e il Dr. Opatowski, un ingegnere polacco che trasferitosi in Italia si laureò al Politecnico di Torino nel 1929, emigrato in USA sul finire degli anni ‘30 prese parte alla seconda guerra mondiale nell’esercito statunitense e divenne a capo della sezione tecnica nella Industry Sub Commission, agevolato dalla perfetta conoscenza della lingua italiana.

 

In detta nota si fa riferimento a 150 fogli di “carta litografica con finitura ad alta resistenza all’acqua” e della necessità che di questi campioni ne vengano prodotti altri della medesima qualità. Allo stesso tempo il capitano Gardner fa riferimento a un invio di materiale del 10 marzo 1945 da non tenere in considerazione in quanto esso non rappresenterebbe gli standard qualitativi richiesti. Da queste poche righe sembrerebbe che sul finire di marzo del 1945 un certo quantitativo di Army Map Paper sia stato prodotto e inviato come modello, come “samples”, agli uffici tecnici della Sub Commission.

 

L’evolversi del conflitto, ormai all’epilogo, interruppe, in ogni caso, le commissioni alleate. Veniamo a conoscenza, infatti, con una lettera del 22 maggio 1945 a firma del colonnello Maskrey, che le fabbriche precedentemente individuate venivano dispensate, causa fine delle ostilità, dalla produzione di Army Maps Paper. Così sia la Società Cartiere Pietro Miliani (Fabriano) che la Società Cartiere Meridionali di Isola del Liri furono sciolte dal vincolo di destinazione che l’ultimo periodo bellico era stato deliberato.

 

La comunicazione formale, sempre a firma del colonnello Maskrey, del decaduto accordo sarà inviato alle Cartiere di Isola del Liri in data 30 maggio 1945 e in detta comunicazione si esplicita che il controllo dei futuri piani industriali sarà sottoposto alle decisioni del Ministero dell’Industria e del Lavoro del nuovo governo, passando in questo modo da un’economia di guerra a un’economia di ricostruzione.

 

Nei primi giorni di giugno 1945 la Società Cartiere Meridionali diede inizio al nuovo ciclo produttivo di produzione per i Monopoli di Stato di cartine da sigarette. Acquistando il materiale necessario per la nuova produzione da ritirare a Milano presso le consociate Cartiere Beniamino Donzelli di Milano, presidente anche delle cartiere Meridionali, e precisamente di tele metalliche e feltri. Nonostante ciò era necessaria l’autorizzazione dell’Allied Commission Industry Sub Commission per il permesso di viaggiare tra Roma e Milano e provincia per la durata di circa venti giorni. Il permesso fu accordato al procuratore generale della Società delle Cartiere, Guglielmo Turini, che leggiamo: “in possesso di regolare porto d’armi”, al suo autista Natale Verga con vettura Lancia Ardea targata LU 8678, agli autisti Tomaselli Federico e Caschera Giovanni alla guida dell’autotreno Lancia, targato NA 33838 con rimorchio targato NA 564.

 

Fu con questo viaggio che, attraverso una Penisola ferita, distrutta, e con ancora una guerra civile in corso, che le Cartiere Meridionali ripresero, a fatica, la produzione del dopoguerra. A Fabriano, invece, le Cartiere Miliani ai primi di giugno, giunta la notizia della cessata commessa, restituivano un documento di sintesi alla Sub Commission con un dettagliato elenco di materie prime ricevute per la produzione di Army Map Papers con il quale scioglievano formalmente l’incarico proseguendo un cammino che ancora oggi è un’eccellenza nel settore.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Archivio Centrale dello Stato, Roma, fondo ACC, Allied Control Commission, Fascicoli: 10400-161-388; 10000-161-1647; 10000-161-1648; 10000-129-33; 10260-161-1298

Amleto ed Edmondo Iafrate, La Società delle Cartiere Meridionali. Gli stabilimenti di Isola de Liri, Marzo 2019.

U.S. Army Corps of Engineers. The Army Map Service: Its Mission, History and Organization, 1960.  

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]