N. 13 - Giugno 2006
ARMI D’ASSEDIO
MEDIEVALI
Tecnologia
dell'assedio nel medioevo
di
Alessandro
Farris
Nel corso del medioevo le battaglie non si sono
soltanto svolte in campo aperto.
Infatti la presenza di città murate sia di costruzione
romana, sia di costruzione contemporanea, imponeva
agli eserciti terrestri la capacità di dover valicare
o abbattere quelle mura che come un ostacolo,
all’apparenza insormontabile, si poneva sul loro
cammino.
Le armi d’assedio dell’epoca sono costruite
interamente in legno, con l’eccezione della parte di
arma che deve essere usata per lo sfondamento delle
mura, e questa era in ferro.
Una tipica arma d’assedio di questo periodo è la
catapulta.
Si chiama catapulta una macchina d’assedio capace di
scagliare tramite un braccio un proiettile a grande
distanza.
Vengono riprese armi del periodo romano, quali la
testuggine, chiamata in questo periodo gatto.
Come l’arma d’epoca romana anche questa permetteva
agli eserciti di avvicinarsi alle mura nemica e
tentarne l’abbattimento mediante picconi e affini.
Ma non era facile avvicinarsi alle città pur con una
formazione così coperta.
Infatti dall’alto gli assediati facevano piovere
frecce sia normali che incendiare, pece bollente che
infiltrandosi negli intersizi degli scudi e\o delle
armature causavano atroci dolori agli assediati e li
costringevano a disunire la formazione.
E il risultato era uno solo: quello che era un blocco
compatto di uomini divenivano uomini separati gli uni
dagli altri alle prese con il dolore e molto
vulnerabili alle frecce che venivano scagliate
attraverso le feritoie delle mura nemiche.
Il trabucco era un’arma d’assedio a lunga gittata
ed evitava i rischi dell’avvicinamento diretto.
Permetteva sia il superamento in altezza delle mura,
sia di usare proiettili non “convenzionali”. Infatti
la maggior parte delle armi da “getto” di questo
periodo utilizza proiettili in pietra da scagliare
oltre le mura, ma taluni assedianti utilizzano
carcasse di animali morti per malattia per diffondere
le malattie tra gli assediati.
Un’ altra arma ripresa dal periodo precedente è la
mina.
Non sorprenda sentire parlare di mina in un periodo
così lontano dalla polvere da sparo.
Era lo scavo di gallerie sotterranee che arrivavano
fino alle fondamenta delle mura delle città. Una volta
giunti in loco l’opera si fermava, e venivano
ammassati legno, paglia, pece.
Dopo quest’operazione venivano appiccate le fiamme.
E le fondamenta cedendo facevano crollare le mura
permettendo l’ingresso in città da parte degli
assedianti.
Gli assedianti potevano difendersi dalla mina
tramite un lavoro di contromina.
Tramite gallerie che gli stessi assediati scavavano
nel terreno, cercavano o di intercettare chi scavava
verso di loro, oppure, se non riuscivano, trovando il
materiale da mina lo bagnavano e in tal modo le
fiamme non avevano luogo.
L’ ariete. Montato su ruote e con un tetto spiovente
per fare in modo che i proiettili non lo sfondassero
con facilità. Talvolta gli assediati usavano frecce di
fuoco e allora chi attaccava ricopriva il medesimo di
pelli di animali appena scuoiati. In tal modo le
fiamme non si trasferivano al legno e chi muoveva l’
ariete era al riparo dal fuoco. Era munito di
una testa in metallo gli permetteva di sfondare le
mura nemiche.
La torre d’assedio. Non sempre le mura venivano
abbattute durante le operazioni d’assedio e talvolta
si puntava a superarle in altezza. Inoltre si
permetteva ad un maggior numero di soldati di
attaccare un singolo settore e avere così la
supremazia locale in modo da sopraffare le difese.
La torre d’assedio permetteva di avvicinarsi a
quelle mura non protette da fossato e tramite un ponte
levatoio che veniva calato sulle merlature, di fare
irruzione nel cammino di ronda ( passaggio
delle sentinelle sopra le mura di un castello che è
protetto dalle armi nemiche) e prendere le difese del
castello alle spalle.
Oltre al trabucco vi era un’ altra arma in
dotazione a chi assediava una città od un castello.
Era il mangano.
Più piccolo del trabucco, e poteva essere
montato sulle torri d’assedio, il mangano aveva la
peculiarità del tiro teso, quasi come un odierno
cannone usato ad alzo zero, e in tal modo il
proiettili scagliato raggiungeva la massima capacità
di penetrazione nelle mura nemiche.
In seguito, con l’avvento delle prime armi da fuoco,
queste armi divengono obsolete.
Una sola nazione le manterrà ancora in uso per
difendersi. E’ Costantinopoli, ma ciò avviene per la
scarsità di fondi ad acquisire armi di nuovo tipo
quali i cannoni, usati invece molto bene dai Turchi
assedianti nel maggio del 1453, e poi in quanto le
mura della città non erano in grado di reggere il
rinculo delle artiglierie.
In conclusione la maggior parte della storia degli
assedi è stata vissuta tramite l’utilizzo di armi che
oggi appaiono obsolete, ma allora era quasi una “gara”
per rinnovare queste armi e renderle più efficaci
rispetto a quelle del nemico. |