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N. 4 - Aprile 2008 (XXXV)

Gli Arditi del Piave
1917-1918

di Fabio Luisi

 

Gli anticipatori degli Arditi erano un gruppo di esploratori addestrati ad agire dietro le linee nemiche, che già dal 1914 era stato istituito in ogni reggimento del Regio Esercito.

 

Un luogo comune vuole che predecessori degli Arditi siano i componenti delle “Compagnie della morte”, squadre speciali di fanteria o del genio adibite al taglio o al brillantamento dei reticolati nemici.

Dopo la Grande Guerra si sosteneva che l’idea dell’Ardito fosse stata una creazione del Cap. Baseggio. Quest’ultimo nell’ottobre del 1915 venne posto al comando di una compagnia chiamata “Compagnia volontari esploratori”, operante in Valsugana. Il gruppo contava 13 ufficiali e 400 soldati di truppa scelti su base volontaria e provenienti da vari reparti della 15° Divisione. Però questo gruppo fu annientato nell’attacco al Monte Osvaldo nell’aprile del 1916.

 

Quello stesso anno, il comando supremo del Regio Esercito decise di premiare con la qualifica di militare ardito chi si fosse distinto per decisione e coraggio.

 

Ma nel 1917, giovani ufficiali stanchi della situazione di stasi della guerra e stanchi dell’inutile massacro della vita di trincea, cominciarono a fare proposte e studi per sbloccare la situazione ed uscire da questa pesante condizione. Si giunse così alla sperimentazione di una unità appositamente costituita presso la 48° Divisione dell’VIII Corpo d’Armata.

 

La nascita della nuova specialità fu istituzionalizzata, ma l’inizio dell’attività di questi reparti d’assalto è fissato al 29 luglio1917, quando Vittorio Emanuele III ne sancì la nascita.

Questi neonati reparti d’assalto si svilupparono come un corpo a sé stante, con una propria divisa ed un addestramento diverso e superiore a quello dei normali soldati di truppa. Erano da impiegare a livello di compagnia o di intero battaglione.

 

La sede della scuola di addestramento venne posta a Sdricca di Manzano(Ud) ed il comando fu affidato al Magg. Bassi, un giovane ufficiale che aveva seguito la creazione della nuova specialità sin dall’inizio.

 

I primi reparti vennero creati nella 2° Armata, e al momento di Caporetto risultavano costituiti 27 reparti.Poi i primi sei reparti della 2° Armata combatterono la battaglia di Udine e protessero la ritirata sui ponti di Vidor e della Priula. Furono le ultime unità a passare il Piave.

Nel giugno del 1918 venne costituita una Divisione d’assalto con nove reparti al comando del Gen. Zoppi, divenuta poi Corpo d’Armata d’assalto con dodici reparti su due Divisioni.

Così erano costituiti gli Arditi del Piave nel momento del loro massimo numero ed impiego. Gli Arditi furono tra gli artefici dello sfondamento della linea del Piave che permise nel novembre 1918 la vittoria finale sugli eserciti nemici.

Come ho detto prima, i militari che dovevano far parte degli Arditi erano scelti su base volontaria, ma anche scelti dai propri comandi in base al coraggio dimostrato e alle onorificenze ottenute.

 

L’addestramento era molto duro e consisteva oltre che nelle tecniche d’assalto, anche in prove di forza e di coraggio. Molti militari durante il corso di addestramento morivano, colpiti dalle schegge di bomba a mano. Ciò perché la tecnica d’assalto degli Arditi consisteva nel lancio della bomba a mano seguito da un assalto ravvicinato, quindi il soldato si trovava spesso ad essere investito dalla deflagrazione del suo stesso ordigno.

 

L’equipaggiamento tipico degli arditi era costituito dal pugnale per la lotta corpo a corpo e dalle già citate bombe a mano. Queste erano utilizzate anche per creare panico e confusione, oltre che per il loro effetto dirompente. La bomba utilizzata, inoltre era particolarmente adatta all’assalto visto che era molto rumorosa e creava paura e spavento nel nemico, mentre non era molto potente (anche se come abbiamo visto faceva i suoi danni).

Erano utilizzate anche mitragliatrici e lanciafiamme.

 

L’uniforme degli Arditi, invece, era costituita da una giubba da Bersagliere ciclista con fiamme nere sul bavero per i provenienti dalla Fanteria, verdi per i provenienti dagli Alpini, rosse per i provenienti dai Bersaglieri. Poi maglione verde scuro o nero, fez da Bersagliere e pantaloni da Alpino.

 

Infine va detto che la maggior parte degli Arditi del Piave erano anche loro “ragazzi del ‘99” (1899), cioè la classe di leva che nel 1917 compiva diciotto anni e poteva pertanto essere impiegata al fronte. Il contributo delle giovani leve fu decisivo per rinsaldare le linee del Piave e per dare inizio alla riscossa del dopo Caporetto (24 ottobre 1917). Ad un anno esatto da quella rovinosa sconfitta si giungerà il 3 novembre del 1918 alla vittoria finale sugli esercirti austro-ungarici nella battaglia di Vittorio Veneto.

 

Quasi sicuramente la controffensiva italiana non sarebbe stata possibile senza il contributo di questi giovani ragazzi guidati dai militari più “anziani” ed esperti. Molti italiani caddero al fronte per liberare l’Italia dall’occupazione straniera e il loro sacrificio non va dimenticato.

 

 

 

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