N. 96 - Dicembre 2015
(CXXVII)
LE API E LA VITA SUL PIANETA
“SE SPARISSERO TUTTE LE API..."
di Giovanna D'Arbitrio
“Se sparissero tutte le api dalla Terra, allora l’Uomo avrebbe soltanto quattro anni di vita. Niente impollinazione, niente piante, né animali, né uomini”.
(A.
Eistein)
Più volte autorevoli scienziati hanno lanciato appelli contro inquinamento e mancanza di rispetto per l’ambiente che con la loro negativa ricaduta sul clima (buco nell’ ozono, effetto serra e quant’altro), minacciano ormai la stessa sopravvivenza del nostro pianeta.
Contro
tutto
ciò
la
società
civile
è
scesa
in
strada
in
tutto
il
mondo
per
un’ennesima
“Climate
March”
mentre
iniziava
la
Conferenza
Mondiale
di
Parigi
2015,COP/CMP1,1
con
la
partecipazione
di
80
capi
di
stato
e di
governo,
compresi
tutti
i
principali
leader
occidentali,
riuniti
per
sottoscrivere
un
nuovo
trattato
da
sostituire
al
Protocollo
di
Kyoto
del
1997.
Persone
di
ogni
età,
genitori
con
bambini,
attivisti,
scienziati,
medici,
studenti,
gente
di
ogni
classe
sociale,
in
tutte
le
nazioni
hanno
chiesto
ai
leader
della
Terra
un
futuro
vivibile,
proteggendo
l’ambiente.
Per
interessi
economici,
ottusità,
ignoranza,
disinformazione
stiamo
danneggiando
in
modo
irreparabile
la
nostra
Madre
Terra.
Ad
esempio
quanti
sono
informati
sull’importanza
delle
api
per
la
sopravvivenza
della
vita
stessa
sulla
Terra?
Tempo
fa
lessi
un
libro
in
inglese
“A
world
without
bees”,
scritto
da
una
giornalista
del
Guardian,
Alison
Benjamin,
in
collaborazione
con
Brian
McCallum.
In
esso
si
analizza
uno
strano
fenomeno
denominato
Ccd,
cioé
Colony
collapse
disorder,
responsabile
della
scomparsa
di
milioni
di
api.
Negli
USA
il
primo
a
dare
l’allarme
è
stato
un
apicoltore,
Dave
Hackenberg,
che
nel
2006
trovò
tutte
le
arnie
completamente
vuote,
dopo
averle
trasportate
in
California
per
usarle
nell’impollinazione
per
la
coltivazione
delle
mandorle.
Nessuna
traccia
di
api
morte:
sparite!
Lo
stesso
accadde
in
Gran
Bretagna
nel
2007
ad
un
altro
apicoltore,
John
Chapple,
che
definì
il
fenomeno
“sindrome
della
Marie
Celeste”,
una
nave
misteriosamente
scomparsa
nell’Atlantico
alla
fine
dell’800.
A
quanto
pare
le
api
continuano
a
sparire
in
diversi
paesi
del
mondo.
A
Taiwan,
per
esempio,
ne
sono
scomparse
10
milioni
in
due
settimane!
Gli
scienziati
stanno
ora
cercando
le
cause
di
tutto
ciò
e
diverse
ipotesi
sono
state
prese
in
considerazione.
Secondo
il
patologo
Peter
Newman,
il
colpevole
è un
acaro
parassita,
chiamato
“Varroa
destructor”,
secondo
altri
invece
è il
virus
IAPV,
trovato
nelle
arnie
colpite
da
Ccd.
Diversi
studiosi
comunque
sono
giunti
alla
conclusione
che
stress,
inquinamento
e
pesticidi
(soprattutto
quelli
contenenti
una
dannosa
nicotina)
indeboliscono
il
sistema
immunitario
delle
api
e
disturbano
le
loro
capacità
di
memoria,
comunicazione
e
orientamento,
ostacolando
quindi
il
ritorno
alle
arnie
e
causando
poi
la
loro
morte.
L’impollinazione
su
scala
industriale
impone
ritmi
frenetici
a
questi
poveri
insetti
che
vengono
trasportati
da
un
luogo
all’altro,
sballottati
e
accatastati
sui
camion,
senza
un
po’
di
riposo,
senza
tregua,
con
l’obiettivo
di
lauti
guadagni.
Un
tempo
gli
apicoltori
le
lasciavano
in
pace
almeno
d’inverno,
ora
invece
le
ingannano
portandole
continuamente
in
luoghi
caldi.
E
come
se
non
bastasse,
essi
nutrono
le
api
regine
con
proteine
ed
integratori
per
costringerle
a
deporre
più
uova
e
ottenere
così
un
maggior
numero
di
operaie
che
a
loro
volta,
con
l’uso
di
ferormoni
sparsi
nelle
arnie,
sono
indotte
a
pensare
che
ci
siano
molte
larve
da
nutrire
e
quindi
a
lavorare
di
più
per
procurare
una
maggiore
quantità
di
cibo.
Le
api
vengono
pertanto
considerate
come
macchine
senza
alcun
rispetto
per
il
loro
ciclo
vitale
e il
riposo.
Colpito
da
tutto
ciò,
Il
prof.
Jurgen
Tautz,
nel
suo
libro
“Il
Ronzio
delle
Api”,
ha
messo
in
rilievo
la
loro
inquietante
intelligenza
collettiva
ed
ha
affermato
che
esse,
creature
molto
sensibili,
non
possono
assolutamente
essere
trattate
come
si
fa
oggi.
Il
libro
di
A.
Benjamin
contiene
interessanti
notizie
sulla
storia
delle
api
attraverso
i
secoli
e
altre
dettagliate
informazioni
,
come
la
descrizione
della
“waggle
dance”.
Karl
von
Frisch,
Premio
Nobel
nel
1973,
svelò
il
mistero
dell’incredibile
danza
delle
api,
un
sistema
per
comunicare
tra
loro
ed
indicare
alle
compagne
il
luogo
in
cui
trovare
nettare
e
polline,
cioè
l’esatta
posizione
dei
fiori
rispetto
al
sole.
La
Natura
non
finisce
mai
di
stupirci!
Concludendo,
dunque,
le
api
stanno
segnalando
una
drammatica
crisi
ambientale
che
non
va
sottovalutata.
Riusciremo
a
cogliere
il
significato
del
loro
messaggio
e a
trovare
una
strada
che
ci
riconduca
al
rispetto
per
la
Natura?