N. 48 - Dicembre 2011
(LXXIX)
ANONYMOUS
Chi era il vero Shakespeare?
di Giovanna D’Arbitrio
In tutti i libri di storia della letteratura inglese si legge sempre che le notizie sulla vita di William Shakespeare sono davvero poche e vaghe, per cui molti sono stati i dubbi e tante le ipotesi sulla sua vera identità.
Il
regista
Roland
Emmerich
nel
suo
recente
film,
“Anonymous”,
sostiene
la
tesi
che
attribuisce
le
famose
opere
teatrali
a
Edward
de
Vere,
conte
di
Oxford
(Rhys
Ifans),
figlio
di
Elisabetta
I la
quale,
totalmente
manipolata
dal
suo
Segretario
di
Stato,
William
Cecil
(D.Thewlis)
e
dal
figlio
Robert
(E.
Hogg),
fu
vittima
di
una
serie
di
intrighi
che
coinvolsero
i
suoi
amanti
e i
figli
illegittimi.
Secondo
tale
tesi,
dunque,
il
conte
Edward,
non
potendo
apparire
come
autore
di
opere
teatrali
per
la
sua
importante
posizione
sociale,
avrebbe
chiesto
ad
un
drammaturgo
dell’epoca,
Ben
Jonson,
di
fare
da
prestanome
dietro
lauto
compenso,
ma
dopo
varie
vicissitudini
alla
fine
un
attore
riuscirà
a
sfruttare
l’
occasione,
William
Shakespeare
per
l’appunto,
che
poi
diventerà
famoso.
Francamente
il
film
appare
piuttosto
macchinoso
con
il
suo
racconto
tortuoso
e a
tratti
incomprensibile
tra
intrighi
veri
e
falsi
e
continui
flashback
che
disorientano
lo
spettatore
nei
passaggi
tra
passato
e
presente.
E in
verità
anche
la
figura
della
grande
Elisabetta
I,
malgrado
l’impegno
della
brava
Vanessa
Redgrave,
viene
molto
sminuita
e
quasi
messa
in
ridicolo
in
tale
pellicola.
Anche
l’immagine
di
William
Shakespeare
personaggio
ignorante
e
avido
ci
sembra
alquanto
“romanzata”,
poiché
dalle
cronache
del
tempo
si
sa
che
egli
era
un
attore
molto
famoso,
protetto
dal
conte
di
Southempton
il
quale
gli
consentì
di
diventare
membro
della
Compagnia
dei
Chamberlain’s
Men,
che
organizzava
spettacoli
a
Corte,
e
fondatore
del
“Globe
Theatre”
.
Vale
la
pena,
inoltre,
ricordare
studi
molto
più
approfonditi
sull’identità
di
W.
Shakespeare,
come
“The
Shakespeare
Code”
di
Virginia
M.
Fellows
(un
libro
pubblicato
nel
2006,
scaturito
da
30
anni
di
ricerche)
in
cui
le
vite
di
Elizabeth,
Shakespeare
e
del
filosofo
Francis
Bacon,
appaiono
intrecciate
in
un’affascinante
storia
segreta.
La
prima
indagine
storica
risale
alla
fine
del
19°
secolo,
quando
il
Dr.
Orville
Owen
fece
una
sconvolgente
scoperta
con
l’aiuto
di
una
sua
collaboratrice,
Elizabeth
Wells
Gallup.
Essi,
infatti,
riuscirono
a
costruire
una
macchina
“the
cipher
Wheel”,
una
sorta
di
decodificatore
di
messaggi
criptati,
seguendo
le
istruzioni
contenute
in
un
libro
di
Francis
Bacon,
pubblicato
nel
1623.
Poiché
stranamente
nello
stesso
anno
era
apparso
il
First
Folio
delle
opere
di
Shakespeare,
i
due
ricercatori
le
sottoposero
al
vaglio
della
“Wheel”
e
scoprirono
in
esse
la
misteriosa
storia
del
matrimonio
segreto
di
Elisabetta
con
sir
Robert
Dudley,
conte
di
Leicester,
dal
quale
ella
ebbe
due
figli,
Francis
e
Robert:
il
primo
venne
affidato
al
Gran
Cancelliere,
Nicholas
Bacon
e
sua
moglie
Ann,
il
secondo
alla
nobile
famiglia
degli
Essex.
Il
matrimonio
non
fu
mai
ufficializzato,
poiché
la
ragion
di
Stato
mise
a
tacere
i
sentimenti
e la
regina
decise
di
nascondere
la
verità,
imponendo
anche
al
figlio,
il
colto
Francis
Bacon,
di
cercarsi
un
prestanome
per
le
sue
opere
teatrali,
il
famoso
attore
William
Shakespeare
ben
noto
a
corte.
Elizabeth,
figlia
di
Enrico
VIII
e
Anna
Bolena,
salita
al
trono
nel
1559,
governò
con
intelligenza
e
saggezza
e
“The
Elizabethan
Age”
ancora
oggi
rappresenta
nella
storia
inglese
un
periodo
di
grande
ricchezza,
prosperità
ed
immenso
splendore.
Anche
Francis
Bacon,
malgrado
i
suddetti
imbarazzanti
segreti,
godé
comunque
di
posizioni
di
prestigio:
nominato
Barone
Verulano
e
Visconte
di
Sant’Albano,
ricoprì
molte
importanti
cariche
politiche
e
diplomatiche
sotto
il
regno
di
Elizabeth
e
del
suo
successore
James
I,
figlio
di
Mary
Stuart.
Autore,
inoltre,
di
numerose
opere
filosofiche,
nel
suo
libro
“Novum
Organum”,
egli
sostenne
la
validità
del
metodo
induttivo
e
sperimentale
nella
ricerca
scientifica,
contro
i
seguaci
di
Aristotele.
Fu
così
che
le
vite
di
questi
tre
personaggi
s’intrecciarono?
E fu
così
che
tra
William
e
Francis
Bacon
nacque
un
patto
per
permettere
al
vero
autore
di
poter
far
liberamente
rappresentare
i
suoi
drammi
sotto
il
nome
del
famoso
attore
per
portare
ad
un
vasto
pubblico
idee,
conoscenze
e
messaggi
universali
di
grande
bellezza,
senza
il
pericolo
di
incorrere
in
censure
e
divieti
per
la
sua
impegnativa
posizione
(
sia
“segreta”
che
pubblica)?
Qual
è la
verità?
Il
libro
è
interessante
e
sembra
avvalorare
inoltre
la
tesi
dei
cosiddetti
“Baconians”,
illustri
studiosi
(tra
i
quali
ricordiamo
Nietzche
e
Cantor)
che
considerarono
il
filosofo
come
il
vero
autore
delle
opere
attribuite
a
Shakespeare.