ANNUNCIO DELLA MORTE DI ALDO MORO
(nota: comunicato br n°9, 5/5/1978)
ALLE ORGANIZZAZIONI COMUNISTE
COMBATTENTI, AL MOVIMENTO
RIVOLUZIONARIO, A TUTTI I PROLETARI.
Compagni, la battaglia iniziata il 16
marzo con la cattura di Aldo Moro è
giunta alla sua conclusione. Dopo
l'interrogatorio ed il Processo Popolare
al quale è stato sottoposto, il
Presidente della Democrazia Cristiana è
stato condannato a morte. A quanti tra i
suoi compari della DC, del governo e dei
suoi complici che lo sostengono,
chiedevano il rilascio, abbiamo fornito
una possibilità, l'unica praticabile, ma
nello stesso tempo concreta e reale: per
la libertà di Aldo Moro, uno dei massimi
responsabili di questi trent'anni di
lurido regime democristiano, la libertà
per tredici Combattenti Comunisti
imprigionati nei lager dello Stata
imperialista.
LA LIBERTÀ' QUINDI IN CAMBIO DELLA
LIBERTÀ'.
In questi 51 giorni la risposta della DC,
del suo governo e dei complici che lo
sostengono, è arrivata con tutta
chiarezza, e più che con le parole e con
le dichiarazioni ufficiali, l'hanno data
con i fatti, con la violenza
controrivoluzionaria che la cricca al
servizio dell'imperialismo ha scagliato
contro il movimento proletario. La
risposta della DC, del suo governo e dei
complici che lo sostengono, sta nei
rastrellamenti operati nei quartieri
proletari ricalcando senza troppa
fantasia lo stile delle non ancora
dimenticate SS naziste, nelle leggi
speciali che rendono istituzionale e
"legale" la tortura e gli assassinii dei
sicari del regime, negli arresti di
centinaia di militanti comunisti (con la
lurida collaborazione dei berlingueriani)
con i quali si vorrebbe annientare la
resistenza proletaria.
Lo Stato delle multinazionali ha
rivelato il suo vero volto, senza la
maschera grottesca della democrazia
formale è quello della controrivoluzione
imperialista armata, del terrorismo dei
mercenari in divisa, del genocidio
politico delle forze comuniste.
Ma tutto questo non ci inganna. La
ferocia, la violenza sanguinaria che il
regime scaglia contro il proletariato e
le sue avanguardie, sono soltanto le
convulsioni di una belva ferita a morte,
e quello che sembra la sua forza
dimostra invece la sua sostanziale
debolezza. In questi 51 giorni la DC e
il suo governo non sono riusciti a
mascherare, nemmeno con tutto
l'armamentario della controguerriglia
psicologica, quello che la cattura, il
processo e la condanna del Presidente
della DC Aldo Moro, è stato nella
realtà: una vittoria del Movimento
Rivoluzionario, ed una cocente sconfitta
delle forze imperialiste. Ma abbiamo
detto che questa è stata solo una
battaglia, una fra le tante che il
Movimento di Resistenza Proletario
Offensivo sta combattendo in tutto il
paese, una fra le centinaia di azioni di
combattimento che le avanguardie
comuniste stanno conducendo contro i
centri e gli uomini della
controrivoluzione imperialista,
imprimendo allo sviluppo della Guerra di
Classe per il Comunismo un formidabile
impulso. Nessun battaglione di "teste di
cuoio", nessun super specialista
tedesco, inglese o americano, nessuna
spia o delatore dell'apparato di Lama e
Berlinguer, sono riusciti minimamente ad
arrestare la crescente offensiva delle
forze comuniste combattenti.
E' questa in realtà la maggiore
sconfitta delle forze imperialiste.
Estendere l'attività di combattimento,
concentrare l'attacco armato contro i
centri vitali dello Stato imperialista,
organizzare nel proletariato il Partito
Comunista Combattente è la strada giusta
per preparare la vittoria finale del
proletariato, per annientare
definitivamente il mostro imperialista e
costruire una società comunista. Questo
oggi bisogna fare per inceppare e
vanificare i piani delle multinazionali
imperialiste, questo bisogna fare per
non permettere la sconfitta del
Movimento proletario e per fermare gli
assassini capeggiati da Andreotti. Per
quanto riguarda la nostra proposta di
uno scambio di prigionieri politici
perché venisse sospesa la condanna e
Aldo Moro venisse rilasciato, dobbiamo
soltanto registrare il chiaro rifiuto
della DC, del governo e dei complici che
lo sostengono e la loro dichiarata
indisponibilità ad essere in questa
vicenda qualche cosa di diverso da
quello che fino ad ora hanno dimostrato
di essere: degli ottusi, feroci
assassini al servizio della borghesia
imperialista. Dobbiamo soltanto
aggiungere una risposta alla "apparente"
disponibilità del PSI.
Va detto chiaro che il gran parlare del
suo segretario Craxi è solo apparenza
perché non affronta il problema reale:
lo scambio dei prigionieri. I suoi
fumosi riferimenti alle carceri
speciali, alle condizioni disumane dei
prigionieri politici sequestrati nei
campi di concentramento, denunciano ciò
che prima ha sempre spudoratamente
negato; e cioè che questi infami luoghi
di annientamento esistono, e che sono
stati istituiti anche con il contributo
e la collaborazione del suo partito.
Anzi i "miglioramenti" che il segretario
del PSI come un illusionista cerca di
far intravedere, provengono dal cappello
di quel manipolo di squallidi "esperti"
che ha riunito intorno a sé, e che sono
(e la cosa se per i proletari detenuti
non fosse tragica sarebbe a dir poco
ridicola) gli stessi che i carceri
speciali li hanno pensati, progettati e
realizzati. Combattere per la
distruzione delle carceri e per la
liberazione dei prigionieri comunisti, è
la nostra parola d'ordine e ci
affianchiamo alla lotta che i compagni e
il proletariato detenuto stanno
conducendo all'interno dei lager dove
sono sequestrati, e lo faremo non solo
idealmente ma con tutta la nostra
volontà militante e la nostra capacità
combattente.
Le cosiddette "proposte umanitarie" di
Craxi, qualunque esse siano dal momento
che escludono la liberazione dei tredici
compagni sequestrati, si qualificano
come manovre per gettare fumo negli
occhi, e che rientrano nei giochi di
potere, negli interessi di partito od
elettorali, che non ci riguardano.
L'unica cosa chiara è che sullo scambio
di prigionieri la posizione del PSI è la
stessa, di ottuso rifiuto, della DC e
del suo governo, e questo ci basta. A
parole non abbiamo più niente da dire
alla DC, al suo governo e ai complici
che lo sostengono. L'unico linguaggio
che i servi dell'imperialismo hanno
dimostrato di saper intendere è quello
delle armi, ed è con questo che il
proletariato sta imparando a parlare.
Concludiamo quindi la battaglia iniziata
il 16 marzo, eseguendo la sentenza a cui
Aldo Moro è stato condannato.
"P.S. – Le risultanze
dell'interrogatorio di Aldo Moro e le
informazioni in nostro possesso, ed un
bilancio complessivo politico militare
della battaglia che qui si conclude,
verrà fornito al Movimento
Rivoluzionario e alle O.C.C. attraverso
gli strumenti di propaganda
clandestini".
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