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N. 27 - Agosto 2007

L'ALTRA METà DELLA STORIA

La presentazione del saggio di Marco Demarco risveglia il dibattito politico a Napoli

di Antonio Pisanti

 

Nel corso dell’incontro tenutosi a Napoli, per la presentazione del saggio del direttore del "Corriere del Mezzogiorno", Marco Demarco, dal titolo “L’altra metà della storia”, il pubblico ha ripetutamente e veementemente interrotto l’assessore regionale Andrea Cozzolino che, insieme ad Aurelio Musi, e ad Anna Rea, era stato invitato dal moderatore Ottavio Lucarelli  a dibattere sul tema dello sviluppo della città, della attuale situazione e, quindi, delle possibili soluzioni perché Napoli possa uscire dalla difficile crisi nella quale è piombata in questi anni.

 

L’aspetto più clamoroso della pesante contestazione dell’operato del Comune e della Regione Campania non sta solo nei toni determinati e perentori provenienti da ogni parte dell’uditorio, ma anche nella diversa estrazione socio-culturale degli intervenuti e nel fatto che quasi tutti hanno dichiarato, come anche in altre analoghe occasioni, di essere o di essere, ormai, stati militanti e/o elettori  di centrosinistra.

 

Il direttore Demarco ha dovuto più volte amabilmente minacciare addirittura di interrompere l’incontro per ottenere, anche per ovvi motivi di ospitalità, che Cozzolino avesse la possibilità di continuare il suo discorso, tendente, nonostante tutto,  più ad una ricognizione storica di quanto accaduto nella sinistra napoletana e campana negli ultimi quindici anni che ad una ammissione di responsabilità e ad una enunciazione di prospettive e di impegni per il futuro.

 

Lo stesso Musi, a conclusione dell’intervento di Cozzolino, ha rilevato che non si può candidamente parlare di rifondazione della politica se si è stati coinvolti nella sua degenerazione e causa dell’attuale situazione di crisi.

 

Demarco, nell’auspicare che la città possa reagire all’attuale stato di decadenza e di vergognoso degrado attraverso una partecipazione più impegnata ed attiva alle sue vicende, che non si limiti all’immancabile giudizio sull’operato fallimentare delle amministrazioni locali e alla delega in bianco del momento  elettorale, ha anche ribadito che è indispensabile abbandonare i luoghi comuni e i falsi storici propinati dalla sinistra sulle molte vicende della storia della città.

 

A tale proposito, come nel suo libro (Guida editori, Napoli),  l’autore ha ricordato la vicenda della strage di via Medina, perché di strage si trattò, ha ribadito, e il clima di  connivenze e di silenzi che accompagnò l’uccisione dei giovani monarchici nel giugno del ’46.

 

Ha ricordato ancora l’incalzante propaganda che attribuì il “sacco di Napoli” al sindaco Lauro,  colpevole di aver inondato la città con un milione di tonnellate di cemento, ben poche rispetto alle sopraggiunte tonnellate e agli scempi perpetrati dalle amministrazioni immediatamente successive.

 

Il libro, ha precisato Demarco, vuole non solo stimolare un’analisi obiettiva e serena di quanto è accaduto a Napoli nella sua storia più recente,  ma anche coinvolgere i lettori e la società civile perché si diano quelle risposte per il presente e per l’avvenire della città  che la politica, non solo locale, di governo e di opposizione, presa da tutt’altre preoccupazioni, sembra non essere più in grado di dare. 

 

Dal dibattito serio e qualificato suscitato in città, ci sembra che l’obiettivo sia stato pienamente centrato e di questo va dato ampio merito all’autore.

 

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