.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

ATTUALITà


N. 67 - Luglio 2013 (XCVIII)

LA TRADIZIONE DELL'ALTA MODA ITALIANA TRA FIRENZE E ROMA
LA STORIA DELLA MAISON ANTONELLA ROSSI

di Leila Tavi

 

In occasione della settimana dell’alta moda a Roma vogliamo presentare ai lettori di InStoria l’estratto di un saggio pubblicato il mese scorso negli atti del Convegno “L’immagine dell’Italia divina e comune dal punto di vista del romanista”, a cura del Centro di Cultura Italiana della Facoltà di Lingue dell’Università di Čeljabinsk e con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca della Federazione russa.

 

Milano e la moda sono un indissolubile binomio che rappresenta il “Made in Italy” nel mondo. Eppure tutto ebbe inizio a Firenze nel febbraio del 1951, quando il conte Giorgini decise di dare lustro alla nobiltà italiana, riportando in auge le serate mondane della nobiltà fiorentina, in rivalsa al disconoscimento giuridico del valore dei titoli nobiliari che avvenne in seguito all’entrata in vigore della Costituzione repubblicana nel 1948.

 

Giovanni Battista Giorgini organizzò nella sua dimora fiorentina, villa Torrigiani in via de’i serragli, la prima sfilata collettiva di moda italiana, il First Italian High Fashion Show.

 

Sulla passerella vi fu un esiguo gruppo di sartorie, che sfilarono davanti a pochi giornalisti stranieri e ad alcuni facoltosi acquirenti dei department store statunitensi.

 

L’evento segnò un’importante tappa per l’industria tessile manifatturiera italiana: l’incontro tra la moda italiana e i divi di Hollywood, che portò il “Made in Italy” in auge sia come prodotto di alta sartoria, sia come prodotto di consumo per le masse, che sfocerà in seguito nel prêt-à-porter milanese.

 

Il conte ripropose nel luglio dello stesso anno un evento intitolato “Il festival della moda italiana”, dove la fantasia dei roseti italiani, la tradizione dei leggeri ricami fiorentini, i foulard capresi ammaliarono i magnati della moda statunitense, accompagnati dalla famosa giornalista del Life Sally Kirkland.

 

In quell’occasione i compratori stranieri furono trecento e le case di moda in passerella quindici, con settecento modelli presentati.

 

Firenze entrò così in competizione con Parigi, che fino a quel momento era stata considerata il simbolo per antonomasia della moda nel mondo. La gioia, la leggerezza e il senso del colore tipici del genio italiano rivissero nei modelli presentati a Firenze da stilisti milanesi e romani, uniti alla secolare tradizione dei ricami fiorentini.

 

Il 6 agosto dell’anno successivo il conte Giorgini organizzò la IV mostra dell’alta moda italiana per la prima volta a Palazzo Pizzi, nella cornice rinascimentale della Sala Bianca, luogo dove si tenevano i ricevimenti, quando il palazzo era la reggia del Granducato di Toscana. Con compratori da tutto il mondo e ottantatre giornalisti in rappresentanza della stampa italiana ed estera, l’esposizione fu un trionfo.

 

Firenze offrì alla moda, un’arte applicata, la stessa degna accoglienza che riserbò alle arti nobili del Rinascimento. Le sfilate di moda italiane divennero così la regia della bellezza femminile nel mondo.

 

In quegli anni nasceva una piccola casa di moda, fondata da esperti ricamatori e sarti di Empoli, un piccolo comune in provincia di Firenze: la maison Antonella Rossi, in onore della figlia appena nata. Antonella Rossi fu inserita fin in giovane età nell’azienda di famiglia, a causa di un evento drammatico della sua vita, la prematura scomparsa della madre, come ricorda la stilista stessa:

 

Il mio lavoro è cresciuto con me. Nata a Empoli, Firenze, tra tessuti e pizzi, in quanto era il lavoro dei miei genitori, purtroppo ricordo molto bene il primo punto di svolta della mia vita, perché è stato un evento molto triste. La perdita di mia madre mi ha portato a sostituirla attivamente nel lavoro, scoprendo in me una creatività e un’intuizione che mai avrei pensato di avere.

 

La storia della casa di moda Antonella Rossi ha seguito in un certo senso l’evoluzione della storia dell’alta sartoria italiana, che parallelamente al prêt-à-porter milanese, legato invece all’industria all’ingrosso della moda, ha tramandato per decenni le tecniche tradizionali sartoriali fino ai nostri giorni.

 

Il passaggio del testimone tra Firenze e Roma nel mondo dell’alta moda avvenne alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso, con la complicità del Centro romano alta moda, che volle fortemente, dopo l’istituzione a Roma della Camera sindacale della moda italiana l’11 giugno 1958, la fondazione della Camera nazionale della moda italiana; da quel momento in poi l’unico la Camera nazionale fu l’unico ente organizzatore statale delle sfilate, così da svincolare il settore da eventi, che se pur prestigiosi, erano stati fino a quel momento, legati alla libera e discontinua iniziativa dei privati.

 

Anche per Antonella Rossi la decisione più importante della sua carriera è stata quella di trasferirsi nel cuore di Roma, se pur in tempi più recenti, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso. Ha scelto per la sua sede romana Palazzo Delfini, situato nello storico rione Sant’Angelo ed edificato alla metà del Cinquecento per volere di Mario Delfini.

 

L’atelier di alta sartoria, pur mantenendo una base a Firenze, ha eletto la capitale a sede di rappresentanza, così da poter affacciarsi al mondo dell’industria della moda con una visione internazionale, in una città dove la stilista si è sempre sentita come a casa, affascinata dal continuo andirivieni di gente da ogni angolo del mondo per turismo, per affari, per amore dell’archeologia o per semplice curiosità.

 

Divenuta così romana d’adozione, Antonella Rossi si è fatta apprezzare da subito nel circolo dell’alta moda, affermandosi in poco tempo come una delle stiliste protagoniste delle passerelle dell’haute couture, con un brand riconosciuto nel mondo per il prodotto 100% Made in Italy, senza mai cadere nell’errore di delocalizzare la produzione per abbassare i costi.

 

Questo fattore che contraddistingue la maison, nonostante il grande impegno che una decisione di questo tipo comporta quotidianamente, ha fatto sì che il mercato estero si accorgesse della stilista, in primis la penisola araba, nuova frontiera dell’alta moda mondiale.

 

A conferma della qualità e del gusto unici delle creazioni di Antonella Rossi, una first lady contemporanea come Hilary Clinton ha scelto di vestire gli abiti della stilista fiorentina, che racchiudono in sé la tradizione della manifattura fiorentina, ereditata dai genitori, e l’innovazione delle forme, acquisita attraverso anni di esperienza sul campo e di sperimentazione.

 

La novità dell’atelier di questo anno è la collezione di lingerie; la maison ha infatti recentemente rilevato un’azienda alle porte di Firenze, la Lionella Lingerie; tale fusione ha permesso alla stilista di affiancare alle collezioni di alta moda un prodotto di lingerie di alta gamma e di continuare in entrambe a far emergere la qualità sartoriale. È così che Antonella Rossi è riuscita a portare i suoi due marchi ad avere un respiro internazionale.

 

L’occhio imprenditoriale della stilista è sempre accompagnato dalla ricerca di un racconto di bellezza, proprio come se fosse un film d’autore, tutto in stile italiano, che si esprime attraverso i suoi capi, che legati uno all’altro da grande attenzione e sensibilità, approdano in tutto il mondo, da Dubai a Santo Domingo.

 

La nuova collezione di lingerie trae ispirazione dalla tradizione dei filati fiorentini, che tramanda il lavoro manuale dei preziosi ricami delle sottovesti e delle camice da notte che le donne degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso si cucivano da sé con amore e pazienza, formando a poco a poco il loro corredo nuziale, prerogativa imprescindibile del matrimonio all’italiana.

 

In questo il fatto di essere una donna ha fatto la differenza; Antonella ha attinto ai ricordi e ai racconti delle sue nonne, riuscendo a riproporre su modelli dal taglio innovativo un erotismo pudico e smaliziato, che ci riporta alla mente l’amore romantico di giovane donne di un tempo, fatto di attese e di speranze.

 

Questa è l’altra faccia della medaglia della maison, che fa della tradizione che si rinnova il suo motto, grazie anche all’apporto di giovani e creativi stagisti, che s’inseriscono nei vari settori dell’azienda, valorizzandone le loro personali inclinazioni.

 

Tale processo porta ai due brand Antonella Rossi nuova linfa vitale e, collezione dopo collezione, le nuove creazioni fanno tendenza, senza distaccarsi dal personalissimo gusto della titolare, quel modo di vestire eccentrico, inimitabile ed elegante che ha sempre contraddistinto le sue collezioni nel tempo.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.