N. 86 - Febbraio 2015
(CXVII)
AN AWESOME WAVE IN MILAN
L’UNICA DATA ITALIANA DEGLI ALT-J
di Andrea Bajocco
Prendete
un
Mac.
Ora,
cambiate
le
impostazioni
della
tastiera
e
configuratela
come
se
fosse
inglese.
Un
ultimo
piccolo
passo.
Aprite
un
programma
di
scrittura
e
digitate
la
combinazione
Alt-J.
Se
avete
seguito
correttamente
le
procedure,
il
risultato
è
questo
simbolo:
∆,
la
lettera
delta
dell’alfabeto
greco.
Questa
rappresenta
nelle
funzioni
matematiche
un
cambiamento.
Quello
stesso
cambiamento
che
ha
condizionato
e
sconvolto
le
vite
di
quattro
studenti
di
Leeds
che
si
sarebbero
chiamati
Alt-J.
Quello
stesso
cambiamento
che
ha
in
qualche
modo
rivoluzionato,
aprendole
nuovi
orizzonti,
la
musica
degli
ultimi
anni.
Gli
Alt-J
hanno
all’attivo
due
album.
Il
primo,
An
Awesome
Wave
(2012),
ha
collezionato
premi
su
premi,
arrivando
a
oltre
300.000
copie
vendute
nel
Regno
Unito,
risultato
che
gli
è
valso
il
Disco
di
Platino.
Il
secondo
lavoro
dei
ragazzi
“hipster”
inglesi
è
datato
2014
ed è
intitolato
This
is
All
Yours.
Il
tour
conseguente
al
lancio
del
disco
ha
portato
il
gruppo
a
esibirsi
nei
palazzetti
di
mezzo
mondo,
quasi
tutti
sold
out
per
l’occasione.
Così
come
è
successo
all’O2
di
Londra
dove
oltre
20.000
persone
hanno
celebrato
la
“vittoria”
del
gruppo.
Così
come
successo
al
Mediolanum
Forum
di
Assago...
Se a
livello
europeo
e
mondiale
può
passare
come
cosa
“normale”,
in
Italia
è
diverso.
Questi
nuovi
gruppi,
in
un
Paese
musicalmente
“chiuso”
come
il
nostro,
faticano
eccome
a
emergere,
non
riuscendo
quasi
mai
in
quella
che
a
tratti
assume
le
sembianze
di
un’impresa.
Invece
questi
ragazzi
di
Leeds
già
nel
tour
del
primo
album
avevano
fatto
parlare
molto
bene
di
sé,
anche
se
in
location
di
gran
lunga
più
modeste,
per
poi
consacrarsi
al
Forum,
con
un
sold
out
che
spesso
e
volentieri
rischia
di
non
riuscire
a
nomi
ben
più
altisonanti.
In
terra
meneghina,
nel
corso
di
un
concerto
che
è
durato
poco
meno
di
un’ora
è
mezza
e
che
è
volato
via
veloce
toccando
picchi
emozionali
molto
alti,
pur
senza
mai
cadere
d’intensità,
gli
Alt-J
hanno
proposto
18
canzoni
divise
tra
entrambi
i
lavori
prodotti
dei
quali
ha
suonato
le
tracce
più
amate.
Pur
rimanendo
abbastanza
statici
sul
palcoscenico
e
nonostante
fossero
muniti
di
una
scenografia
tutt’altro
che
imponente,
i 4
componenti
del
gruppo
sono
riusciti
a
illuminare
il
Forum,
anche
grazie
ai
continui
giochi
di
luce
e di
colore
(praticamente
è
stato
legato
un
colore
a
quasi
ogni
canzone),
e
sono
entrati
subito
in
sintonia
–
in
certi
momenti
quasi
in
intimità
–
con
il
pubblico.
La
serata
è
cominciata
con
Hunger
of
the
Pine
e
con
il
palco
che
si è
subito
colorato
di
un
triste
e
malinconico
rosso.
Dal
rosso
al
viola,
con
le
note
di
Fitzpleasure;
dal
viola
di
nuovo
al
rosso
ed è
il
momento
di
Something
Good,
attraverso
la
quale
il
gruppo
si
vuole
schierare
contro
l’uso
delle
droghe
e
contro
il
(mal)costume
che
vede
nella
corrida
un
divertimento
per
le
folle.
Il
protagonista
del
videoclip
è un
torero,
assetato
della
sfida
con
il
toro,
che
si
può
facilmente
accomunare
a un
tossicodipendente
bloccato
nel
tunnel
della
droga.
Dopo
Left
Hand
Free,
il
verde
prende
il
sopravvento
e
arriva
Dissolve
Me.
Un
boato
accompagna
l’inizio
della
canzone,
ma è
nulla
in
confronto
a
quello
che
succederà
al
termine
della
stessa...
This
is
from...
This
is
from
Matilda...
Poche
parole
e il
Forum
impazzisce.
È il
momento
di
Matilda,
pezzo
che
al
pari
di
Léon
(suonata,
anzi
canticchiata
dopo
Bloodflood
e
Bloodflood
Pt.2)
dichiara
neanche
velatamente
l’amore
degli
Alt-J
per
il
film
Léon
di
Luc
Besson.
I
titoli
delle
due
canzoni
prendono
il
nome
dai
protagonisti
della
pellicola,
interpretati
rispettivamente
da
Natalie
Portman
e
Jean
Reno.
Il
concerto
vive
un
momento
di
calma
con
il
trittico
composto
da
Interlude
-
Ripe
&
Ruin,
Tesselate
e
Every
Other
Freckle,
per
poi
ripartire
subito
alla
grande
con
Taro,
vero
omaggio
a
Gerda
Taro
e
alla
sua
breve
e
struggente
storia
d’amore
con
Endre
Friedman.
Erano
entrambi
fotoreporter
di
guerra
ed
entrambi
(prima
Gerda
Taro)
morirono
sul
campo
durante
l’amato
lavoro.
Dopo
Warm
Foothills
e
The
Gospel
of
John
Hurt
è il
momento
dei
saluti.
O
almeno
è il
momento
che
la
band
lascia
il
palco
per
poi
rientrare
per
il
canonico
encore
che
inizia
con
la
cover
di
Bill
Withers
Lovely
Day
e
prosegue
con
le
nuove
Nara
e
Leaving
Nara,
per
poi
concludersi
con
Breezeblocks,
inno
quasi
metafisico
all’amore,
durante
la
quale
una
ragazza
munita
di
Hula
Hoop
dà
spettacolo
sul
parterre
andando
a
tempo
con
la
musica
(così
come
in
realtà
ha
fatto
per
buona
parte
del
concerto).
In
molti
si
sono
soffermati
su
questa
fan
tralasciando
il
resto,
lasciando
che
la
musica
facesse
da
cornice,
a
coronamento
di
un
quadro
perfetto.
Il
concerto
è
stato
un
vero
successo.
All’uscita
e
dentro
la
metro
direzione
Milano
gli
spettatori
sono
ancora
in
estasi.
Visi
felici
e
sorridenti
nonostante
la
calca
si
chiedono
se e
quando
potranno
rivivere
gli
Alt-J
dal
vivo.
A
questa
domanda
hanno
risposto
quelli
del
gruppo
la
sera
stessa
con
una
foto
pubblicata
sul
profilo
twitter
di
Vivo
Concerti.
Nella
foto
c’era
la
copertina
dei
This
is
All
Yours
con
una
scritta
che
poco
lascia
all’immaginazione:
“See
you
this
summer”.
Gli
Alt-J
hanno
quindi
anticipato
la
notizia
di
un
nuovo
concerto
estivo
italiano.
La
location
è
l’Ippodromo
delle
Capannelle,
all’interno
del
Rock
in
Roma.
La
data
scelta
è
quella
del
14
giugno.
Una
data
da
segnare
sul
calendario,
promemoria
di
un
evento
da
non
perdere...