[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

174 / GIUGNO 2022 (CCV)


medievale

MONGOLI E CROCIATI

UN'ALLEANZA CHE AVREBBE POTUTO CAMBIARE LA STORIA

di Domenico Samela

 

L’Europa Mediterranea e il Medio Oriente del VIII secolo furono caratterizzati dallo scontro tra mondo cristiano e quello musulmano. Di centrale importanza furono le crociate, guerre promosse dalla Chiesa di Roma con l’obiettivo di riconquistare la Terra Santa dal dominio islamico. In un clima di demoralizzazione generale prodotto dagli insuccessi riportati in queste campagne militari, una lettera giunta all’imperatore bizantino Manuele I Comneno (1118-1180) nel 1165 risvegliò gli entusiasmi.

 

Nella missiva, di provenienza tuttora ignota, lo scrivente si qualificava come Prete Gianni, sovrano cristiano di un Paese meraviglioso situato a Oriente: «Presbiter Iohannes, potentia et virtute Dei et domini nostri Iesu Christi dominus dominantium, Emanueli, Romeon gubernatori, salute gaudere et gratia ditandi ad ulteriora transire»
(“Io, Prete Gianni, per potere e virtù di Dio e di nostro Signore Gesù Cristo signore dei signori, a Manuele, governatore dei Romei, con l‘augurio di salute e grazia e di procedere oltre”).

 

Le imperfette conoscenze geografiche dell’epoca diedero vita alle più fantasiose ipotesi in merito alla localizzazione dell’ignoto regno. Si narrava che il Paese del Prete Gianni occupasse un luogo impreciso nell’Asia Centrale, tra Medio Oriente, India e Cina. La sua figura divenne presto rinomata, in quanto generò una rinnovata speranza nei cristiani che all’epoca stavano affrontandoun momento particolarmente delicato.

 

L’esistenza del Prete Gianni risultava quantomai credibile agli occhi degli Europei. Infatti, era ben nota all’epoca l’opera di evangelizzazione condotta dall’apostolo Tommaso in Oriente, nell’area compresa tra Asia Centrale, India e Cina. L’entusiasmo dei cristiani europei risiedeva nell’idea di una possibile alleanza con il regno del Prete Gianni in funzione anti-musulmana. Tale entusiasmo spinse gli Europei a cercare più volte di identificare il misterioso mittente della missiva.

 

Proprio in questo periodo di grandi aspettative e speranze si stavano per verificare in Oriente degli eventi che avrebbero mutato completamente l’assetto dell’intero continente, con risvolti tangibili persino in Europa. Nel XII secolo i Mongoli vivevano in Asia Centrale, divisi in tribù autonome e dediti alla pastorizia. Dal punto di vista militare, i Mongoli erano spesso in conflitto con i Tatari, un popolo turco. Tale rivalità era alimentata dalla dinastia Jin, il cui impero occupava gran parte della Cina settentrionale e cercava di creare dissenso tra i popoli della steppa al fine di prevenire eventuali coalizioni.

 

Una delle figure mongole di spicco che prese parte alla guerra contro i Tatari fu il condottiero Yesugei (1134-1171) che, dopo essere riuscito a prendere il sopravvento sulla fazione rivale, venne avvelenato dai suoi avversari nel 1177. Uno dei suoi figli, Temujin (1162-1227), riuscì nell’impresa di unificare le tribù mongole e successivamente vendicò la morte del padre sconfiggendo i Tatari. Il condottiero acquisì una posizione tanto rilevante da divenire il khan dei Mongoli nel 1206. Passato alla storia con il nome di Gengis Khan, intraprese una lunga serie di conquiste che in poco tempo avrebbero costituito un enorme impero, esteso fra la Corea e il Mar Nero.

 

Quando i Mongoli si affacciarono sulla Persia, il Medio Oriente era occupato prevalentemente da dinastie arabe e turche. Durante l’ultimo anno della Quinta Crociata, la notizia della vittoria mongola sui Turcomanni dell’impero di Corasmia spinse gli Europei a identificare nel khanato dei Mongoli il regno del leggendario Prete Gianni. Tra i crociati si diffuse l’idea che il sovrano cristiano d’Oriente fosse venuto in loro soccorso per attaccare i musulmani, al fine di aiutare gli Europei nella liberazione della Terra Santa.

 

Alla morte di Gengis Khan l’impero si frammentò in quattro regni indipendenti: il Gran Khanato in Asia Orientale, il Khanato Chagatai in Asia Centrale, il Khanato dell’Orda d’Oro in Asia Nordoccidentale e Ilkhanato in Asia Sudoccidentale. Quest’ultimo guidato dal sovrano Hulagu Khan (1217-1265), nipote di Temujin, riuscì a ottenere in pochi anni il controllo sulla Persia, sulla Transcaucasia, sull’Anatolia orientale e sulla Mesopotamia, decretando la fine della dinastia Abbaside. Nonostante la frammentazione dell’impero, nei territori a esso appartenuti perdurò un periodo di relativa tranquillità e sicurezza, noto con il nome di Pax Mongolica. In questo arco temporale si aprirono importanti scambi tra Occidente e Oriente, di cui beneficiarono ambo le parti.

 

I primi contatti ufficiali tra l’Europa Mediterranea e i Mongoli si aprirono durante il pontificato di Innocenzo IV (1195-1254). Quest’ultimo incaricò Giovanni da Pian del Carpine (ca. 1182-1252) di recarsi presso la corte del khan nel 1245. Gli obiettivi di tale missione prevedevano la raccolta di preziose informazioni in merito al popolo mongolo e di sondare la possibilità di un’alleanza in funzione anti-turca. La comunicazione tra le due parti non fu affatto semplice, infatti, a causa delle notevoli differenze culturali, il tanto sperato accordo sfumò.

 

Giovanni da Pian del Carpine fece ritorno in Italia con un’enorme quantità di informazioni di natura geografica e militare, raccolte nell’Historia Mongalorum, il suo ricco resoconto di viaggio. Inoltre, rivelò alle alte cariche ecclesiastiche cattoliche la sua convinzione di poter fondare comunità cristiane presso i Mongoli. La motivazione di tale sicurezza risiedeva nella fede cristiano-nestoriana di una parte della popolazione mongola. Gli Europei intravidero quindi la concreta possibilità di sfruttare la presenza nestoriana tra i Mongoli per convertire questi ultimi al cattolicesimo.

 

Nella seconda metà del XIII secolo si raggiunse il momento di maggior collaborazione tra crociati e mongoli. Gli sforzi di tale alleanza culminarono nella conquista della Siria, ai danni dei Mamelucchi d’Egitto. Tuttavia la collaborazione ebbe vita breve, sia a causa della reciproca diffidenza tra le parti, sia a causa di alcuni incidenti che le videro coinvolte. In particolare, quando il confine mongolo raggiunse quelli degli Stati cristiani del Levante, le relazioni diplomatiche fra i due alleati sfociarono in reciproci saccheggi. In poco tempo alcuni sovrani occidentali incominciarono a considerare i Mongoli come una minaccia, nonostante i tentativi del Papa di voler creare una solida alleanza.

 

Peril 1278, infatti, Papa Gregorio X (1210-1276) tentò di organizzare una nuova crociata a cui avrebbero partecipato anche le forze mongole, ma il progetto non venne appoggiato dai sovrani cattolici. Anche Arghun Khan (1258-1291) cercò senza successo di avvicinarsi all’Occidente con l’invio di diplomatici e con alcune promesse, tra le quali la conversione di egli stesso al cristianesimo e la liberazione e cessione di Gerusalemme ai crociati.

 

Se l’alleanza avesse avuto successo, il mondo cristiano avrebbe trovato un valido alleato nella lotta contro l’Islam che all’epoca era rappresentato e difeso dai Mamelucchi d’Egitto. Sia i regni crociati che l’Ilkhanato sarebbero sopravvissuti cambiando la storia del Medio Oriente.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

T. Allsen, The rise of the mongolian empire and mongolian rule in north China, in The Cambridge History of China, vol. 6, Alien regimes and border states, Cambridge University Press, Cambridge (Mass.), 1994.

M. Bernardini, D. Guida, I Mongoli: Espansione, imperi, eredità, Einaudi, Torino 2012.

D. Citati, La Passione dell’Eurasia, Mimesis, Milano 2015.

E. Menegon, Cina e Occidente dagli Han ai Qing, in La Cina, vol. 2, L’età imperiale dai Tre Regni ai Qing, Einaudi, Torino 2010.

D. Nicolle, The first Crusade 1096-99: Conquest of the Holy Land, Osprey Publishing, Oxford 2003.

J.A.G. Roberts, Storia della Cina: la politica, la realtà sociale, la cultura, l’economia dall’antichità ai giorni nostri, Newton Compton, Roma 2006.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]