N. 67 - Luglio 2013
(XCVIII)
ALEXI LALAS
IL CALCIATORE ROCKER
di Francesco Agostini
La
musica
o il
calcio?
Fra
le
due
l’americano
avrebbe
scelto
sicuramente
la
prima,
visto
il
suo
amore
viscerale
per
la
chitarra
e
l’hard
rock
alla
Bruce
Springsteen.
La
seconda,
per
quanto
gli
abbia
dato
sempre
da
vivere,
fu
relegata
a un
piacevole
(e
redditizio)
passatempo
e
niente
più.
Panayotis
Alexander
Lalas
balzò
all’onore
delle
cronache
nel
1994,
quando
l’allenatore
degli
U.S.A.
Bora
Milutinovic
lo
convocò
a
sorpresa
per
i
mondiali
americani.
All’epoca
il
difensore
era
ancora
un
dilettante
che
militava
in
una
piccola
squadra
collegiale,
i
Rutgers,
e a
causa
della
sua
imponente
stazza
fisica
(1,
91
cm e
89
kg
di
peso)
venne
preso
in
considerazione
per
guidare
la
difesa
statunitense.
Nonostante
la
carriera
dilettantistica,
Alexi
non
sfigurò
al
mondiale
e
venne
notato
da
tutto
il
mondo
per
il
suo
look
stravagante
e
fuori
dal
comune:
capelli
lunghi
color
pel
di
carota
e un
pizzetto
rosso
acceso,
lungo
e
affusolato,
che
lo
faceva
assomigliare
a un
moderno
D’Artagnan.
Una
volta
finito
il
mondiale
(U.S.A.
eliminati
agli
ottavi
dal
Brasile)
venne
ingaggiato
dal
Padova
di
mister
Sandreani,
che
lo
strappò
ai
Rutgers
per
400
milioni
di
lire.
La
prima
annata
in
Italia
fu
sorprendente
e
ricca
di
soddisfazioni:
Lalas
si
rivelò
un
discreto
giocatore
oltre
che
un
fenomeno
mediatico
e il
Padova
riuscì
incredibilmente
a
salvarsi.
La
ciliegina
sulla
torta
avvenne
alla
sesta
giornata
di
campionato
quando
la
squadra
di
Sandreani
riuscì
a
sconfiggere
il
Milan
per
2-0
con
rete
iniziale
proprio
di
Lalas
(a
porta
vuota).
La
sua
permanenza
in
Italia
fu
ricca
di
partecipazioni
e
gaffe
televisive
più
o
meno
famose,
come
quando,
invitato
a
cantare
una
canzone
nella
sigla
d’inizio
della
domenica
sportiva,
si
rivolse
alla
presentatrice
con
un
candido
e
allo
stesso
tempo
irriverente
“Ciao
bela,
come
stai?”,
lasciando
di
stucco
tutti
quanti.
Parallelamente
alla
carriera
calcistica
coltivò
sempre
quella
musicale.
Incise
l’album
solista
“Ginger”
dove
suonò
tutti
gli
strumenti
e si
esibì
in
un
duetto
assieme
al
cantautore
italiano
Luca
Barbarossa,
facendo
intravedere
le
sue
buoni
doti
musicali.
Lalas
divenne
sempre
più
un
personaggio
a
tutto
tondo,
uno
di
quei
personaggi
capaci
di
“bucare
lo
schermo”
e,
proprio
per
questo,
arrivarono
in
sequenza
un
videogioco
di
calcio
dedicato
a
lui
(“Alexi
Lalas
International
soccer”)
e un
libro
scritto
di
suo
pugno,
ossia
“Soccer
for
dummies”.
Durante
la
seconda
annata
però
qualcosa
andò
storto,
il
Padova
retrocedette
e
Alexis
decise
prematuramente
di
tornarsene
negli
States,
dove
oramai
era
una
celebrità,
e si
accasò
con
i
New
England
Revolution.
Da
lì
in
poi
cambiò
parecchie
squadre,
per
poi
chiudere
la
carriera
in
bellezza
nei
Los
Angeles
Galaxy
a
trentatré
anni.
Una
volta
appesi
gli
scarpini
al
chiodo,
Alexi
Lalas
ricoprì
la
carica
di
general
manager
e di
presidente
dei
Los
Angeles
Galaxy,
per
poi
dimettersi
nel
2008
e
iniziare
l’avventura
di
opinionista
e
commentatore
sportivo.
Con
il
suo
look
eccentrico
e il
suo
fare
da
americano
yankee
di
provincia,
Alexi
Lalas,
nel
bene
o
nel
male,
ha
lasciato
il
segno
nella
memoria
di
molte
persone
che,
a
distanza
di
quasi
vent’anni,
lo
ricordano
ancora
con
affetto.
Sicuramente
più
per
il
personaggio
in
sé
che
per
le
sue
doti
tecniche
di
calciatore.