N. 51 - Marzo 2012
(LXXXII)
un viaggio nella storia
l'epopea di alessandro magno in un nuovo unicum editoriale
di Paola Scollo
Ultimata
la
lettura
di
“Alessandro
Magno:
la
storia,
il
viaggio
dell’ultimo
eroe”,
non
si
può
che
esprimere
tutta
la
propria
stima
nei
confronti
dell’autore
Antonio
Montesanti,
oltre
che
sentimenti
di
profonda
gratitudine.
Questo
contributo,
che
va
ad
aggiungersi
alla
mole
sconfinata
di
lavori
e
pubblicazioni
su
Alessandro
Magno,
si
pone
infatti
all’interno
di
un
orizzonte
che
mira
a
offrire
una
visione
il
più
possibile
storica,
precisa,
completa
–
quindi
attendibile
– e
non
romanzata
dell’eroe.
La
ricerca
e
l’amore
per
la
storia,
senza
tralasciare
l’aspetto
mitico,
guidano
il
lettore
nella
scoperta
di
un’immagine
di
Alessandro
“autentica”,
lineare,
priva
di
orpelli
e
storture.
Nel
voler
rispettare
l’attinenza
storica,
la
narrazione
risente
–
soprattutto
nei
primi
capitoli
– di
un’apparente
discontinuità
e
mancanza
di
organicità,
richiedendo
una
maggiore
attenzione
da
parte
del
lettore.
Tuttavia,
è
impensabile
tralasciare,
o
addirittura
tacere,
determinate
situazioni
e
dinamiche
solo
per
assecondare
i
gusti
del
lettore
stesso.
Il
discorso
storico,
seppure
possa
apparire
difficile,
discontinuo
e
forse
a
tratti
“noioso”
(per
la
precisione
dei
dettagli),
risponde
alla
scelta
dell’autore
di
narrare
i
fatti
(ta
pragmata),
la
storia.
Le
scene
di
guerra,
gli
schieramenti
e le
tattiche
sono
parte
integrante
della
storia
di
Alessandro,
oltre
che
chiave
di
indiscutibile
valore
per
comprenderne
e
apprezzarne
le
straordinarie
doti
tattiche
e
strategiche.
In
altre
parole,
sono
indispensabili
ai
fini
della
comprensione
del
racconto
e,
in
ultima
analisi,
dell’ethos
dell’eroe.
Ciò
non
toglie
che
altrove
il
racconto
storico
sia
invece
“ravvivato”,
coinvolgendo
il
lettore
in
una
narrazione
a
tratti
entusiasmante
(vedi
per
esempio
il
capitolo
XV,
“L’ultimo
scontro
tra
Titani”).
Pienamente
condivisibile
è
poi
la
scelta
di
presentare
Alessandro
anche
in
una
veste
“umana”,
scisso
interiormente
tra
due
nature:
una
razionale,
di
eredità
paterna,
e
una
irrazionale
e
soprannaturale,
di
eredità
materna.
Un
dissidio
interiore
che
lo
rende
a
volte
fragile
e
che
si
pone
alle
origini
della
sua
irrequietezza,
accompagnandolo,
in
maniera
più
o
meno
evidente,
nel
corso
di
tutta
la
sua
breve
ma
intensa
esistenza.
In
tal
senso
può
essere
interpretata
l’evoluzione
del
comportamento
di
Alessandro
(maggiore
diffidenza,
chiusura
e
timore)
nelle
ultime
fasi
della
sua
vita.
Infine,
il
racconto
della
morte
di
Alessandro,
seppur
privo
di
qualsiasi
genere
di
retorica,
si
carica
di
un’aura
“sacrale”,
che
tocca
le
corde
dell’anima.
L’architettura
del
testo,
con
l’ausilio
di
mappe
geografiche
in
appendice,
offre
inoltre
al
lettore
un
supporto
costante,
accompagnandolo
in
ogni
fase
della
lettura
come
una
sorta
di
Leitmotiv.
E le
frasi
di
Alessandro
che
aprono
ogni
capitolo
si
scolpiscono
nell’animo,e
racchiudono
l’essenza
stessa
dell’eroe,
la
sua
magnitudo.
Nel
complesso,
si
tratta
di
un
modo
di
narrare
la
storia
privo
di
retorica
e
che
privilegia
la
ricostruzione
vivace,
semplice
e
critica
degli
eventi.
Il
risultato
è
un’analisi
attenta,
precisa
e
magistrale,
che
riesce
a
dare
evidenza
a
quegli
accadimenti
così
decisivi
per
l’evoluzione
della
storia,
fino
a
seguirne
gli
effetti
nel
presente
(vedi
capitolo
XXII,
“L’essere
Alessandro”).
Tale
libro
può
quindi
senz’altro
offrire
nuovi
stimoli
alla
ricerca,
aprendo
nuove
prospettive
per
riflessioni
sempre
più
mature.