N. 65 - Maggio 2013
(XCVI)
ALESSANDRO MAGNO tra cinema e fumetti
RAPPRESENTAZIONE di un mito - parte iI
di Stefano Biosa
Abbiamo
visto,
trattando
del
medium
cinematografico,
come
il
rapporto
tra
storia
antica
e
rappresentazione
moderna
sia
caratterizzato
dalla
mutazione
ovvero
dalla
cifra
metamorfica
del
cambiamento
di
forma,
che
permette
il
passaggio
a
una
percezione
di
diverso
grado
e
qualità.
Nel
fumetto
la
sopravvivenza
dell’antico
si
manifesta
con
un
moto
di
scatto
interdetto
che
ci
permette
di
verificare
l’intensità
della
rappresentazione
e
analizzare
la
sua
qualità
interna.
Questa
energia
della
metamorfosi
dell’immagine,
resa
possibile
grazie
al
regime
tecnologico
della
modernità
e
nei
media
del
cinema
e
del
fumetto,
non
solo
è
espressa
ma
anzi
valorizzata
proprio
nella
rappresentazione
grafica,
esaltandosi
nella
zona
di
confine
del
cinema
d’animazione,
che
segna
il
passaggio
da
un
universo
unidimensionale
a
quello
tridimensionale
tipico
di
corpi
viventi
e a
quello
quadrimensionale
del
tempo
scandito
dal
ritmo
e
dalla
musica.
Tali
stati
interdimensionali
nell’immagine
del
cartone
producono
una
sorta
di
scatenamento
dionisiaco
del
movimento
che
penetra
e
trasforma
il
cinematografico,
in
modo
tale
da
cogliere
il
profondo
collegamento
tra
antico
e
presente.
Per
queste
loro
caratteristiche
intrinseche
fumetto
e
cinema
d’animazione
(veri
eredi
della
tradizione
figurativa)
si
dimostrano
particolarmente
idonei
a
essere
esaminati
per
la
qualità
e
profondità
della
rappresentazione
moderna,
nel
caso
specifico,
di
Alessandro.
Prima
di
entrare
nel
merito,
si
deve
sgombrare
il
campo
da
un
equivoco
di
fondo
che
confina
il
fumetto
(e
il
cinema
di
animazione)
entro
il
recinto
rigido
di
un
pubblico
generazionale,
tradizionalmente
giovanile,
laddove
invece
si
tratta
di
un
medium
capace
di
contenere
generi
molto
diversi,
la
cui
iconicità
permette
anzi
un
alto
livello
di
metafora
e di
sospensione
del
non
credere.
Si
deve
infine
notare,
come
fatto
in
precedenza
per
il
cinema,
la
scarsa
attenzione
verso
la
figura
del
Macedone,
benché
con
risultati
interessanti
soprattutto
con
riferimento
alla
produzione
giapponese.
Nella
produzione
europea
e
statunitense
difatti
Alessandro
Magno
viene
per
lo
più
utilizzato
come
substrato
o
pretesto
narrativo,
non
come
protagonista.
In
Italia
nel
1975
Hugo
Pratt,
nell’episodio
La
casa
dorata
di
Samarcanda,
ambienta
un’avventura
di
Corto
Maltese
alla
ricerca
del
tesoro
di
Alessandro
lungo
la
via
della
seta,
a
Samarcanda.
Nella
serie
Watchman
di
Alan
Moore
e
Dave
Gibbons,
pubblicata
dalla
DC
Comics,
e
uscita
negli
anni
‘80,
si
descrive
una
realtà
distopica,
segnata
dalla
contrapposizione
tra
Stati
Uniti
e
Unione
Sovietica,
al
culmine
della
guerra
fredda
e
sull’orlo
di
un
conflitto
nucleare,
in
cui
i
protagonisti
sono
vigilanti
del
governo
americano,
mascherati
ma
privi
di
superpoteri
e di
identità
segrete.
Costretto
dalla
Legge
Keine
del
1977
ad
abbandonare
l’attività
di
gendarme
del
potere,
al
pari
degli
altri
vigilanti,
uno
di
essi,
Adrian
Veidt,
è un
uomo
dotato
di
un’intelligenza
nettamente
superiore
alla
media,
un
vero
e
proprio
genio
che
già
all’età
di
diciassette
anni
aveva
intrapreso
un
viaggio
sulle
tracce
di
Alessandro
Magno
e un
percorso
iniziatico,
culminato
con
l’illuminazione
e
l’assunzione
del
nuovo
nome
di
Ozymandias,
il
nome
greco
del
faraone
Ramses.
Ozymandias
fonda
in
breve
tempo
un
immenso
impero
industriale;
pur
di
impedire
l’imminente
scoppio
della
guerra
nucleare
elabora
un
piano
atroce
e
disumano
e il
suo
modello
ancora
una
volta
è
Alessandro.
Colpito
dalla
storia
del
nodo
gordiano,
inscena
una
finta
invasione
aliena
e
costringe
le
due
superpotenze
ad
allearsi
per
scongiurare
una
catastrofe
maggiore;
sarà
un
piano
sanguinoso
per
le
molte
vittime
innocenti
immolate
ma
destinato
al
fallimento.
È
significativo
il
riferimento
ad
Alessandro:
come
il
Macedone,
infatti,
dopo
una
sorta
di
illuminazione
interiore
estatica,
che
lo
assimila
al
re-filosofo
della
tradizione,
edifica
un
immenso
impero
della
modernità,
fondato
sull’industria.
E
come
l’Alessandro
della
tradizione
del
Romanzo,
precursore
del
Cristo
nel
disegno
di
salvare
l’umanità,
Ozymandias
non
esita
ad
usare
il
suo
potere
anche
in
modo
crudele,
conservando
dell’archetipo
–
Alessandro
anche
la
superbia
e
l’arroganza
del
carattere,
ben
testimoniata
del
resto
anche
al
richiamo
della
figura
di
Ramses
II.
Ben
poco
altro
è da
segnalare
in
Europa
oltre
ai
numerosi
libri
di
storia
a
fumetti,
indirizzati
a un
pubblico
preadolescenziale,
tra
i
quali
si
deve
segnalare
la
serie
Les
Voyages
d’Alix
del
francese
Jacques
Martin
uscita
tra
gli
anni
‘60
e
‘70
in
Francia
e
Belgio.
Analoga
la
situazione
nella
produzione
statunitense
in
cui
Alessandro,
sempre
come
substrato
della
narrazione,
si
ritrova
nel
1947
con
riferimento
al
personaggio
di
Per
Degaton,
supercriminale
e
crononauta,
il
cui
duplicato
temporale
prova
ad
alterare
il
corso
degli
eventi
storici
dalla
battaglia
di
Gaugamela,
in
cui
soccorre
con
armi
moderne
l’esercito
persiano
di
Dario,
cambiando
l’esito
della
battaglia
e la
linea
temporale
(All
Star
Comics
#35
giugno-luglio
1947).
Di
Alessandro
si
occupa
anche
la
produzione
giapponese
recente
di
manga
con
la
grafic
novel
Golden
Vine
(2003)
di
Jai
Sen
(fig.
18),
con
Alessandro
Magno
di
Yoshikazu
Yasuhiko
(2003)
e
con
l’anime
Alexander
Cronache
di
guerra
di
Alessandro
il
Grande
(Arekusandaa
senki),
tratto
da
un
romanzo
di
Hiroshi
Aramata
e
diretto
nel
1999
da
Yoshinori
Kanemori.
In
Golden
Vine
è
narrata
la
storia
ucronica
di
Alessandro
Magno
e
del
figlio
Alessandro
IV,
benché
non
sia
da
trascurare
l’apporto
delle
fonti
storiografiche.
Nella
prima
parte
di
essa,
“In
viaggio
verso
Persepoli”,
il
giovane
Alessandro
IV è
chiamato
nella
capitale
del
suo
impero
mondiale
dal
padre
morente,
non
giungendo
in
tempo,
ascolterà
dal
re
Efestione
la
sua
storia.
La
narrazione
è
ricca
di
mitologia
e
gli
oracoli
svolgono
un
ruolo
decisivo
nell’ascesa
al
trono
del
futuro
Alessandro
il
Grande.
La
campagna
di
conquista
non
termina
sull’Ifasi;
Efestione
è
incoronato
re e
la
spedizione
militare
si
spinge
in
India
e
poi
in
Cina
e
Giappone,
ove
Alessandro
viene
a
conoscenza
di
terre
sconosciute
e
misteriose
al
di
là
del
grande
Oceano.
La
dimensione
ucronica
non
si
esaurisce
con
la
narrazione
di
eventi
che
non
si
sono
mai
realizzati:
la
scoperta
dell’Estremo
Oriente
e
delle
Americhe
sono
funzionali
alla
descrizione
di
un
tempo
grandioso
che
avrebbe
potuto
essere,
e
presente
nelle
lettere
scritte
a
Efestione,
che
ha
in
Eumeno,
amato
da
Alessandro
IV,
il
suo
doppio.
Un
oscuro
sfondo
d’intrighi
e
complotti
si
rivela
nell’ultima
parte,
“Il
canto
degli
oracoli”,
in
cui
Alessandro
IV
sale
al
trono
dopo
aver
appreso
tutti
i
segreti
delle
sue
scoperte
e le
trame
di
chi
cospirava
contro
di
lui.
La
dimensione
ucronica
è
completamente
assente
nel
manga
di
Yasuhiko
ove
si
assiste
a un
recupero
filologico
delle
fonti
storiche
(soprattutto
Plutarco
e
Arriano).
La
rilettura
biografica
è
affidata
a un
vecchio
e
disincantato
Lisimaco,
poco
prima
della
battaglia
di
Curopedio
del
281
a.C.
La
vita
del
Macedone
è
sottoposta
ai
ricordi
e al
vaglio
critico
di
uno
degli
eteri
che
solo
alla
fine
della
sua
vita,
poco
prima
di
essere
ucciso
nello
scontro
decisivo
con
Seleuco,
dopo
essere
ritornato
nella
natale
Mieza
ormai
diroccata
e
deserta,
comprende
l’opera
e il
significato
delle
conquiste
“di
quell’uomo”,
ricondotto
ad
una
dimensione
completamente
umana
e
desacralizzata.
Il
cinema
d’animazione
con
la
serie
televisiva
Alexander
Cronache
di
guerra
di
Alessandro
il
Grande
(Arekusandaa
senki)
del
1999
sceglie
una
rappresentazione
di
grande
suggestione
e
d’insolita
profondità,
per
l’originalità
dell’ambientazione,
del
disegno
e
per
l’estetica
narrativa.
Le
vicende
del
Macedone,
collocate
in
una
dimensione
ipertecnologica
del
futuro,
sono
profondamente
intrecciate
agli
eventi
storici
e ai
significati
simbolici
che
emergono
dal
substrato
filosofico
e
matematico
posto
a
basamento
alla
trama.
La
nascita
di
Alessandro
è
segnata
sin
dall’inizio
dal
nefasto
vaticinio
che
egli
sarebbe
stato
il
distruttore
del
mondo
nonché
dall’iniziazione
alle
oscure
e
misteriose
pratiche
cabiriche
della
madre
Olimpiade.
Le
successive
imprese
militari
del
giovane
sovrano
sono
vanamente
ostacolate
dagli
appartenenti
alla
setta
dei
pitagorici,
dai
seguaci
di
Ahura
Mazda
e
infine
dai
bramini,
tutti
custodi
di
un
ordine
iniziatico
cosmologico
simbolizzato
dal
Solido
Platonico,
posto
dal
filosofo
come
chiave
di
comprensione
dell’intero
universo.
Le
battaglie
di
Gaugamela
e
dell’Idaspe
segnano
la
materializzazione
del
Solido
gettato
da
Platone
nel
Caos
primordiale;
la
fine
del
mondo
seguita
alla
vittoria
di
Alessandro
sarà
intesa
come
rivoluzione
del
pensiero
e
rappresentata
metaforicamente
dal
viaggio
nel
futuro
intrapreso
dallo
stesso
Conquistatore
all’interno
del
proprio
Soma
ad
Alessandria,
ove
rinviene
un
Aristotele
quasi
privo
di
memoria.
Distruzione,
quindi,
di
un
sistema
di
saperi,
segnata
dal
passaggio
da
una
concezione
filosofica
della
matematica
di
matrice
aristotelica
ad
una
euclidea.
Visivamente
di
grande
impatto,
con
un
disegno
che
ricorda
con
i
suoi
tratti
marcatamente
angolari
la
prevalenza
dell’elemento
geometrico
nella
costruzione
del
mondo,
l’anime
di
Kanemori
si
ricollega
alla
figura
del
Macedone
creatore
di
saperi
la
cui
distruzione
coincide
con
la
creazione
di
un
mondo
nuovo.
Il
momento
del
passaggio
sarà
segnato
dal
contatto
del
giovane
Euclide
col
Solido,
così
come
il
contatto
col
Monolito
in
2001
Odissea
nello
spazio
di
S.
Kubrick
farà
scoccare
la
scintilla
dell’intelligenza
e la
distruzione
del
mondo
degli
ominidi.
Il
re
filosofo
e
stratega
della
tradizione
rivive
in
questa
forma
trasmutata
di
un
Alessandro
high-tech
che,
in
una
simbolica
immersione
in
interiore
homine
culminata
col
sacrificio
del
proprio
doppio
Poro,
distrugge
se
stesso
e il
mondo,
rigenerandolo
in
un
nuovo
sapere.
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