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STORIA & SPORT


N. 99 - Marzo 2016 (CXXX)

ALBERTO TOMBA
LA BOMBA

di Francesco Agostini

 

Nonostante i suoi difetti e le sue stravaganze, quanto manca allo sci moderno un personaggio come Alberto Tomba? Tanto, tantissimo. Poteva piacere oppure no, ma lo sciatore bolognese era un vero e proprio personaggio, in grado, al pari di un calciatore, di attrarre l'attenzione dei media e di far accendere i riflettori sullo sci. In un paese, l'Italia, dominato (ahimé) dall'onnipresente calcio, Alberto Tomba era stato in grado di far parlare anche di questo meraviglioso sport invernale.

 

Che dire del suo palmares? A scorrerlo c'è da rimanere strabiliati: due ori olimpici in slalom gigante, ottenuti a Calgary e ad Albertville, due ori ai Mondiali del 1996 nello slalom gigante e nello slalom speciale, otto vittorie in Coppa del Mondo, più due argenti alle Olimpiadi e due bronzi ai mondiali. Inoltre, Alberto Tomba si situa al terzo posto nella storia, dietro a Ingemar Stenmark e a Hermann Maier, come numero di successi complessivi. Semplicemente incredibile.

 

La sua influenza nello sci è stata, ed è, molto evidente. Alberto Tomba è stato, infatti, uno dei principali testimonial dell'edizione numero XX dei Giochi Invernali tenutisi a Torino nel 2006. Nella cerimonia d'apertura fu tedoforo: introdusse la fiamma olimpica nello stadio. Ha caldeggiato anche le candidature di Pyeongchang e di Cortina d'Ampezzo come sede di ulteriori Giochi Invernali, senza successo.

 

Una volta terminata la carriera agonistica, Alberto Tomba si è dato alle più disparate attività. Una di queste è stata il windsurf, dove ha preso lezioni dal maestro Robby Naish; ha pubblicato un libro, “Alberto Tomba. Prima e seconda manche” edito per la famosissima casa editrice Sperling & Kupfer. Si è inoltre sempre battuto per la promozione a livello nazionale dello sci, viaggiando assieme al suo “Tomba Tour”, un vero e proprio marchio di fabbrica.

 

L'impresa “maggiore” dello sciatore bolognese, però, è stata quella di cimentarsi nella carriera attoriale, non avendone (per sua stessa ammissione) né le capacità né le competenze adeguate. Il risultato fu “Alex l'Ariete”, un poliziesco-thriller girato da Damiano Damiani, con Alberto Tomba e Michelle Hunziker, uscito nel 2000. Inutile dire che fu un tremendo fiasco: uscito in estate, a luglio, fu visionato da 597 spettatori. Incasso totale del film: 3.693.000 lire, gli odierni 1.900 euro. La stessa Hunziker anni dopo, dirà che Alex l'Ariete “l'abbiamo visto solo io, mia nonna e mia zia. Anche lo stesso Tomba tornerà sulla vicenda:

 

La mia inesperienza ha contato. Il problema vero è però che io mi sono fidato di chi mi ha offerto l'ingaggio, ma il montaggio non è stato fatto come doveva, tre ore di film dovevano essere lavorate e trasformate in una fiction di un'ora e non lasciate così com'erano. La sceneggiatura non funzionava, e il regista, Damiano Damiani, bravo ma di una certa età poverino... Peccato, perché il film è costato parecchio: sei miliardi se non ricordo male. La verità di fondo è che non volevano che un olimpionico facesse l'attore: non mi hanno diretto, né lanciato nel modo giusto. Senza contare che il film è entrato in sala a fine luglio, in piena estate: era ovvio che dopo dieci giorni ne uscisse!”

 

A discapito di questo tremendo insuccesso, Alex l'Ariete è diventato, nel corso degli anni, un vero e proprio cult del genere trash. Gli spezzoni più significativi (il senso ironico è evidente) sono tra i più cliccati di youtube e complici di una comicità (purtroppo) involontaria.

 

Cosa fa adesso Alberto Tomba? Si è dato all'immobiliarismo.

 

“Compro case, le tengo per me come un investimento di capitale. Adesso ne ho una in Sardegna, una sul Lago di Garda e una in Egitto. Quando mi stufo le vendo e ne compro altrove.”



 

 

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