N. 82 - Ottobre 2014
(CXIII)
Alberto Da Zara
ufficiale e gentiluomo
di Vincenzo Grienti
Un ufficiale e gentiluomo con la Marina nel cuore e nel sangue, l’indiscusso protagonista della guerra sul mare durante il secondo conflitto mondiale che sarà ricordato come il regista della “battaglia di Pantelleria” del 15 giugno 1942.
Si
tratta
dell’ammiraglio
Alberto
Da
Zara.
Le
sue
imprese
e le
sue
capacità
marinaresche
resteranno
negli
annali
della
strategia
marittima
di
guerra
per
via
del
colpo
messo
a
segno
dalla
Marina
italiana
nei
confronti
della
Royal
Navy
e
che
mise
in
evidenza
le
peculiarità
della
tattica
dell’ammiraglio
Da
Zara.
Una
storia
nella
storia
della
Marina
italiana
che
emerge
da
una
nuova
edizione
del
libro
Pelle
d’Ammiraglio
curata
e
commentata
da
due
storici
e
studiosi
di
alto
rango
come
Enrico
Cernuschi
e
Andrea
Tirondola,
pubblicato
dall’Ufficio
storico
della
Marina
Militare.
Un’idea,
quella
di
rieditare
il
libro
di
Da
Zara,
nata
dall’intuizione
del
Capo
di
Stato
Maggiore
della
Marina,
ammiraglio
Giuseppe
De
Giorgi,
e
“presa
a
bordo”
immediatamente
dall’Ufficio
Storico
della
Marina
Militare
che
con
questo
prestigioso
volume
ha
riconsegnato
ad
appassionati
ma
anche
ai
marinai
di
ieri
e di
oggi
un
volume
che
è
una
pietra
miliare
nella
storia
dell’arma
navale.
“Di
fatto
ha
consentito
alle
generazioni
future
di
marinai,
ma
anche
a
quanti
prestano
servizio
oggi
nell’arma
navale,
la
possibilità
di
disporre,
come
ha
sottolineato
il
capitano
di
vascello
Giosuè
Allegrini,
Capo
dell’Ufficio
Storico,
“di
un
lavoro
editoriale
unico
nel
suo
genere
per
memoria
storica
espressa,
oltre
che
fonte
di
riflessioni
di
profondo
valore
umano
e di
assoluta
modernità”.
Una
pubblicazione
che
il
comandante
Allegrini
definisce
“corsara”
ma
che
allo
stesso
tempo
fa
rilevare
le
grandi
potenzialità
dell’Ufficio
Storico
della
Marina
Militare,
voluto
cento
anni
fa
dall’ammiraglio
Paolo
Thaon
Di
Revel.
“Quest’opera
consegna
alla
storia
un
valoroso
e
abile
condottiero,
idolatrato
dai
propri
equipaggi,
e
soprattutto
stimato
e
temuto
dal
nemico,
che
ebbe
modo
di
apprezzarlo
sui
mari
in
pace
e in
guerra
–
spiega
il
comandante
Leonardo
Merlini,
capo
sezione
editoria
dell’Ufficio
Storico
della
Marina
Militare,
che
firma
la
direzione
editoriale
del
volume
-.
Come
a
Pantelleria
il
15
giugno
1942,
quando
lo
strapotere
navale
italiano
mostrato
da
Da
Zara
in
battaglia
indusse
i
pianificatori
angloamericani
a
rinunciare
a
qualsiasi
idea
di
sbarco
in
Tunisia,
nell’ambito
della
già
concordata
invasione
dell’Africa
Settentrionale”.
Un’icona,
insomma
che,
per
citare
Dino
Buzzati,
che
non
lo
conobbe
ma
ne
apprezzò
le
qualità
umane
e le
doti
di
comandante
“ama
le
donne,
i
viaggi,
l’eleganza,
gli
onori,
la
cultura,
la
bella
vita
ma
con
la
riserva
di
un
ben
nutrito
humor,
e
soprattutto
che
trova
il
completo
appagamento
soltanto
in
plancia,
al
comando
di
una
bella
nave,
quando
ai
primi
barlumi
di
un’alba
splendida
all’orizzonte
compaiono
le
alberature
del
nemico”.
Di
lui
il
giornalista
e
corrispondente
di
guerra
Dino
Buzzati
sul
Corriere
della
Sera
del
6
giugno
1951
nell’articolo
intitolato
Il
testamento
dell’ammiraglio
scrisse
a
pochi
giorni
dalla
morte:
“La
fedeltà,
grandissima,
al
«mestiere»,
la
Marina
come
modo
di
vivere,
la
passione
per
i
cavalli
e
per
la
vela,
il
gran
mondo
internazionale,
gli
amori,
la
Cina,
la
poesia,
la
effettiva
gloria,
l’orgoglio,
e in
fondo
un
superiore
distacco
da
gran
signore:
nel
Testamento
c’è
dunque
l’autoritratto
di
un
classico
ufficiale
di
Marina,
così
come
almeno
una
volta
lo
sognavano
i
ragazzi.
Un
«brillante»
ufficiale
nel
senso
migliore
del
termine,
che
delle
tradizioni
marinare
fa
la
propria
fede
ma
conserva
una
ambiziosa
e
spregiudicata
personalità,
che
ammira
i
marinai
inglesi
però
senza
complesso
d’inferiorità
(e
lo
dimostrò
in
battaglia),
che
ama
le
donne,
i
viaggi,
l’eleganza,
gli
onori,
la
cultura,
la
bella
vita
ma
con
la
riserva
di
un
ben
nutrito
humor,
e
soprattutto
che
trova
il
completo
appagamento
soltanto
in
plancia,
al
comando
di
una
bella
nave,
quando
ai
primi
barlumi
di
un’alba
splendida
all’orizzonte
compaiono
le
alberature
del
nemico”.
Una
descrizione
che
inquadra
in
maniera
molto
chiara
la
personalità
dell’ammiraglio
in
un
volume
che
ha
visto
l’impegno
a
vari
livelli
di
autori
come
Maurizio
Brescia
e il
comandante
Andrea
Tani,
ma
anche
il
contributo
del
capitano
di
fregata
Ennio
Chiffi,
responsabile
dell’Archivio
dell’USMM
e di
tanti
altri.
L’opera
è
accompagnata
da
un
importante
corredo
di
note
redazionali,
da
un
indice
dei
nomi
-
assente
nell’edizione
originaria
- da
un’introduzione
e da
una
postfazione.
Completano
il
volume
tre
corpose
appendici
sulla
Battaglia
Navale
di
Pantelleria
(15
giugno
1942,
il
capolavoro
professionale
di
Da
Zara),
sulle
vicende
susseguitesi
a
Malta
nel
settembre
del
1943
(quando
Da
Zara
affrontò
la
prova
più
difficile
della
sua
carriera)
e
sulle
testimonianze
lasciate
da
chi
lo
conobbe.
L’iconografia
è
stata
arricchita
con
foto
e
immagini
nuove,
esclusive
e in
parte
ancora
inedite.
“Questa
nuova
iniziativa
editoriale,
intrapresa
con
entusiasmo
dall’Ufficio
Storico
della
Marina
Militare
–
aggiunge
il
comandante
Merlini
-
appartiene
alla
nuova
collana
La
Marina
vista
con
gli
occhi
dei
protagonisti
e
mira
a
riproporre
un
bestseller
dell’epoca
che
ci
auguriamo
riscuota
l’apprezzamento
e il
riconoscimento
degli
storici,
degli
studiosi
e
degli
appassionati
di
storia
navale
in
genere”.
Con
Pelle
d’Ammiraglio
l’Ufficio
Storico
della
Marina
Militare
prosegue
nella
nuova
collana
La
Marina
vista
con
gli
occhi
dei
protagonisti
dopo
la
pubblicazione
di
Eliso
Porta
- La
mia
guerra
fra
i
codici
e
altri
scritti,
a
cura
di
Umberta
Porta,
dello
scorso
anno.