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N. 59 - Novembre 2012 (XC)

Alaska, 1902
la scoperta dell’oro di Felice Pedroni

di Luca Lepori

 

Felice Pedroni nacque il 16 aprile 1858 a Trignano, una frazione di Fanano in provincia di Modena; quarto di sei figli, suo padre morì quando lui aveva appena dodici anni. Prima di scoprire l’oro in Alaska, cambiando in tal modo il corso della storia di quel “Territorio”, fece il guardiano di pecore nel Polesine e, nella Maremma toscana, lavorò nei campi.

 

Analfabeta, nell’estate del 1881 in seguito all’accusa di aver aperto il fuoco su un uomo che stava tentando di sedurre la sua fidanzata fuggì in Francia. Dichiaratosi innocente partì con il fratello Domenico assieme al quale, arrivati a destinazione, lavorò nelle miniere di carbone.

Da quelle parti incontrarono l’altro fratello, Fabiano, che di lì a poco andrà a vivere in America.

 

Nel tornare in Italia Felice e Domenico sognarono anche loro di recarsi in quella terra che sembrava garantire ottime opportunità di arricchimento. Dei due però sarà solo Felice che partirà per gli Stati Uniti; lo fece nel 1883 allorquando, in seguito alla traversata oceanica, si fermò dapprima nella casa di un parente a New York.

 

Dopo qualche mese si spostò a Peoria (Illinois) ove lavorò nelle miniere di carbone; si trasferì poi nelle miniere di quarzo di Renton (Washington) e dopo due anni, passando primariamente per Roslyn, arrivò a Jacksonville in Oregon.

Tornato nello stato di Washington, successivamente iniziò le sue spedizioni verso il Nord che lo videro dapprincipio in Canada e più avanti in Alaska.

 

A parte la sfortunata vicenda del “lost creek” (torrente perduto) ove Pedroni rinvenne una considerevole quantità d’oro a cui ahimè non seguì il “gold rush” a causa dello smarrimento di quel torrente, nonché quella inerente alla sua seconda scoperta dell’oro presso il “98 Creek”, solo il rinvenimento di poche pagliuzze d’oro nel 1901 segnò il risultato temporalmente più avanzato della ricerca prima dello scoppio della corsa all’oro dell’Alaska. Quest’ultima fu la conseguenza di ciò che accadde nelle “Tanana Hills” il 22 luglio 1902 allorquando Felice Pedroni, divenuto ormai Felix Pedro, recuperò sul fondo roccioso di un torrente senza nome (adesso conosciuto come “Pedro Creek”) dalle tre alle quattro once d’oro.

In quell’occasione esclamò “There's gold in them there hills”.

 

Il 17 gennaio 1903 il giornale “Yukon Sun” ne riportò la notizia mentre nella primavera dello stesso anno più di 700 persone provenienti principalmente dalle città di Rampart, Nome, Circle, Valdez e Dawson si riversarono nella regione del Tanana dando principio ad una vera e propria febbre dell’oro.

 

Fermo restando che Pedro nelle sue avventure non fu mai da solo, l’8 settembre 1902 venne costituito presso la sua baracca il distretto minerario di Fairbanks divenendo in tal modo il fondatore dello stesso. Di tenace temperamento ma in fondo di modi semplici, Pedroni denominato presto “Old Witch” per la sua autorevolezza, fu sempre in buoni rapporti con i nativi dell’Alaska ma non con Mary Ellen Doran, la capricciosa e crudele donna che sposò il 22 novembre 1906 a Tacoma, Washington.

 

Felice morì il 22 luglio 1910 al St. Joseph Hospital di Fairbanks in seguito a un attacco cardiaco e il funerale si tenne due giorni dopo nella Chiesa Cattolica dell’Immacolata Concezione.

Il corpo non fu sepolto né a Fairbanks né nello stato di Washington ma al cimitero di Holy Cross a Colma (California) per alcuni nel 1910, per altri il 31 gennaio 1912. Per quest’ultimi, i mesi intercorrenti fra la morte e l’inumazione sono avvolti nel mistero tanto quanto l’inspiegabile destinazione del feretro in California dove Pedroni non avrebbe avuto legami.

 

La salma rientrò in Italia nell’ottobre del 1972 grazie soprattutto all’opera del notaio Amato Cortelloni di Pavullo, il quale, prima della tumulazione nel cimitero di Fanano, la fece sottoporre ad un attento esame medico.

Da ciò fu evidenziata la presenza di un’acuminata punta metallica fra due vertebre.

 

Tale risultato, come ben si comprende, ha messo in discussione la dichiarata morte per attacco cardiaco lasciando al tempo stesso nell’oscurità l’intera vicenda inerente la fine di Felice Pedroni.



 

 

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