N. 85 - Gennaio 2015
(CXVI)
I NAZISTI E L'AKTION T 4
IL PROGRAMMA DI EUTANASIA PER L'ELIMINAZIONE
DEI DISABILI E DEI MALATI INCURABILI
di Giorgio Giannini
Nella
seconda
metà
dell’Ottocento
si
diffondono
in
Germania
le
teorie
sulla
diversità
delle
razze
umane
ed
all’inizio
del
Novecento
nascono
le
teorie
sull’eugenetica
e
sull’igiene
razziale.
Al
riguardo,nel
1920,
è
pubblicato
in
Germania
un
libro,
curato
dallo
psichiatra
Alfred
Hoche
e
dall’avvocato
Karl
Binding,
in
cui
le
persone
disabili
fisicamente
e
mentalmente
ed i
malati
incurabili
vengono
definiti
Vite
indegne
di
essere
vissute.
Sono
anche
considerati
un
“peso
economico
insostenibile”
per
la
Società
tedesca
che
attraversa
una
grave
crisi
economica
post
bellica,
dato
che
la
loro
assistenza
costa
molti
milioni
di
marchi;
inoltre
occupano
molte
migliaia
di
posti
letto
negli
ospedali
civili
e
psichiatrici.
Pertanto,
devono
essere
eliminati.
Naturalmente,
queste
teorie
utilitaristiche
(fondate
sulla
“non
produttività”
economica
delle
persone
disabili
e
incurabili)
non
sono
recepite
dal
Governo
della
Repubblica
di
Weimar,
che
anzi,
emana
una
serie
di
Leggi
a
favore
degli
elementi
socialmente
più
deboli,
come
gli
invalidi
di
guerra
ed i
disoccupati,
che
in
quegli
anni
sono
moltissimi.
Per
finanziare
questa
vasta
Campagna
di
assistenza
sociale,
il
Governo
aumenta
le
imposte,
creando
malcontento
nei
ceti
sociali
più
abbienti.
Inoltre,
la
crescita
abnorme
dell’Assistenza
Pubblica
comporta,
per
la
carenza
di
risorse,
la
riduzione
sia
delle
prestazioni
assistenziali
che
del
personale
delle
Istituzioni
assistenziali.
In
particolare,
coloro
che
richiedono
un
sussidio
economico
sono
costretti
a
sottoporsi
ad
una
lunga
e
defatigante
procedura
per
la
verifica
delle
loro
condizioni
personali,
prima
di
poter
avere
il
riconoscimento
dell’assistenza.
LA
STERILIZZAZIONE
OBBLIGATORIA
Il
regime
nazista,
pochi
mesi
dopo
il
suo
insediamento
al
potere,
nel
gennaio
1933,
recependo
le
teorie
eugenetiche
e
utilitaristiche,
emana
dei
provvedimenti
per
escludere
dalla
Comunità
Nazionale
coloro
che
possono
minare
la
“purezza
della
razza
ariana”
e
che
rappresentano
un
peso
economico
insostenibile
per
la
Società.
Il
primo
importante
provvedimento
è la
Legge
per
la
prevenzione
di
nuove
generazioni
affette
da
malattie
ereditarie,
emanata
il
14
luglio
1933,
che
costituisce
un
provvedimento
fondamentale
nella
legislazione
eugenetica
e
razziale
nazista,
introducendo
la
obbligatorietà
della
sterilizzazione,
dato
che
può
essere
richiesta
non
solo
dalle
stesse
persone
disabili
e
dai
loro
familiari,
ma
anche
dai
medici
del
Servizio
Sanitario
e
dai
Direttori
degli
Ospedali
civili
e
psichiatrici,
qualora
lo
ritengano
opportuno.
La
Legge
istituisce
i
Tribunali
per
la
salute
ereditaria,
annessi
ai
Tribunali
Civili,
composti
da
tre
membri,
due
dei
quali
sono
medici
di
provata
fede
nazista,
con
il
compito
di
decidere
i
casi
controversi.
Contro
le
loro
decisioni
si
può
ricorrere
alle
Corti
d’Appello
per
la
salute
ereditaria,
le
cui
Sentenze
sono
definitive.
La
Legge
entra
in
vigore
il 1
gennaio
1934
e
nel
primo
triennio
di
applicazione
(1934-1936)
vengono
eseguiti
circa
160.000
interventi
di
sterilizzazione.
Il
18
ottobre
1935,
un
mese
dopo
l’emanazione
delle
Leggi
razziali
antiebraiche
di
Norimberga,
è
emanata
la
Legge
per
la
protezione
della
salute
ereditaria
del
popolo
tedesco,
che
impone
una
seri
di
controlli
eugenetici
e di
limitazioni
alle
coppie
che
intendono
sposarsi.
Tra
il
1934
e il
1945,
circa
370.000
persone
sono
sottoposte
al
Programma
di
sterilizzazione
obbligatoria:
non
solo
disabili,
malati
di
mente
e
malati
incurabili,
ma
anche
alcolisti
e
persone
considerate
“asociali”.
L’OPERAZIONE
T4
IL
PROGRAMMA
NAZISTA
DI
EUTANASIA
PER
LA
“PURIFICAZIONE”
DEL
REICH
Nel
1939,
il
Programma
di
sterilizzazione
obbligatoria,
avviato
con
la
Legge
del
1933,
non
appare
più
sufficiente
per
salvaguardare
la
“purezza
della
razza
ariana”.
Si
organizza
quindi,
in
grande
segreto,
dal
1
settembre,
su
ordine
di
Hitler,
l’AKTION
(Operazione)
T4
(cosiddetta
dall’indirizzo
dell’Ufficio
preposto,
che
dipende
direttamente
dalla
Cancelleria
del
Reich
ed
ha
sede
al
numero
4
della
Tiergartenstrasse,
a
Berlino,
in
una
villa
confiscata
ad
una
famiglia
di
religione
ebraica),
per
l’eliminazione
delle
persone
che
costituiscono
una
minaccia
per
la
“purezza
della
razza
ariana”.
È
questo
il
primo
progetto
di
eliminazione
di
massa,
che
sarà
poi
attuato
nei
Campi
di
sterminio.
Così,
il 1
settembre
1939
(lo
stesso
giorno
in
cui
inizia
la
Seconda
Guerra
Mondiale)
Hitler
invia
una
breve
lettera
(
prot.
PS-.630)
al
Capo
della
Cancelleria
del
Reich,
Philip
Bouhler,
ed
al
Commissario
per
la
Sanità
Pubblica
del
Reich,
Karl
Brandt
(già
medico
personale
del
Fuhrer
e
generale
delle
SS),
con
la
quale
si
autorizzano
i
Direttori
degli
Ospedali
psichiatrici
a
concedere
una
“morte
pietosa”
ai
disabili
ed
ai
malati
incurabili.
È il
cosiddetto
Decreto
Eutanasia
(Euthanasie
Erlass),
che
dà
inizio
al
Programma
di
eutanasia
per
avviare
il
“processo
di
purificazione
della
razza
tedesca”,
attraverso
l’eliminazione
fisica
dei
malati
incurabili,
che
sono
considerati
“vuoti
involucri
umani”,
“persone
indegne
di
vivere”,
“fardelli
viventi”
e
sono
anche
elementi
economicamente
dannosi
per
il
Reich,
dato
che
il
loro
mantenimento
costa
molti
milioni
di
Marchi.
Al
riguardo,
un
libro
di
testo
di
Matematica,
edito
nel
1941
per
le
Scuole
Primarie,
riporta
un
problema
che
invita
i
bambini
a
calcolare
il
costo
economico
sopportato
dallo
Stato
per
il
mantenimento
di
un
malato
mentale
e di
un
malato
incurabile
ricoverato
in
un
ospedale
e di
un
criminale
detenuto
in
carcere.
Il
21
settembre
1939,
è
emanata
la
Circolare
Registrazione
degli
ospedali
di
Stato
e
delle
case
di
cura
private,
per
censire
gli
istituti,
pubblici
e
privati,
che
ospitano
pazienti
gravemente
malati
ed
incapaci
di
lavorare.
Nel
settembre
1939,
con
l’occupazione
della
Polonia,
inizia
anche
l’eliminazione
dei
malati
gravi
ricoverati
negli
Ospedali
psichiatrici
polacchi.
Nel
gennaio
1940,
inizia
la
soppressione
dei
malati
ebrei
ricoverati
negli
Ospedali
psichiatrici
del
Governatorato
Generale
(la
Polonia
occupata
militarmente).
I
CENTRI
PER
L’EUTANASIA
Il
Programma
nazista
di
Eutanasia,
previsto
dall’Aktion
14,
inizia
nel
dicembre
1939
e si
cerca
di
tenerlo
segreto.
Le
persone
ricoverate
negli
Ospedali
psichiatrici
vengono
registrate
su
una
apposita
scheda
nella
quale,
oltre
ai
dati
anagrafici
ed a
quelli
relativi
alla
data
di
ricovero
ed
all’ospedale,
c’è
una
descrizione
particolareggiata
della
malattia,
con
la
spiegazione
delle
conseguenze
che
ne
derivano,
delle
possibilità
di
cura
e di
miglioramento
e
della
speranza
di
vita
per
il
malato.
Le
schede
sono
inviate
all’Ufficio
Centrale
di
Berlino,
che
ha
sede
al
numero
4
della
Tiergartenstrasse.
Una
Commissione,
composta
da
medici
e da
ufficiali
delle
SS
(denominata
T4
Gutachter-
Esperti
T4)
esamina
le
schede
per
scegliere
le
persone
da
eliminare:
all’inizio
si
tratta
di
malati
mentali
incurabili,
poi
si
passa
alle
persone
disabili,
ai
portatori
di
malattie
congenite
ed
ereditarie
ed
infine
agli
anziani
infermi
ed
anche
agli
“asociali”.
Vengono
eliminati
anche
molti
invalidi,
anche
se
decorati
della
Prima
Guerra
Mondiale.
Per
la
eliminazione,
si
utilizzano
all’inizio
compresse
di
barbiturici,
quali
il
Luminal,
il
Veronal,
ed
iniezioni
di
Scopolamina
e di
Morfina.
L’Ufficio
Centrale
di
Berlino,
con
sede
al
numero
4
della
Tiergartenstrasse,
prepara
le
liste
di
trasferimento
dai
singoli
Ospedali
psichiatrici
ad
uno
dei
sei
Centri
per
l’eutanasia,
appositamente
istituiti
ed
ubicati
a
Grafeneck
(nel
Wurttenberg),
a
Brandenburgo
(vicino
a
Berlino),
a
Hartheim
(vicino
a
Linz
in
Austria),
a
Sonnenstein,
a
Bernburg
(
entrambi
in
Sassonia)
ed a
Hadamar
(vicino
ad
Hessen).
Nel
contempo
si
avvisano
gli
Ospedali
di
preparare
i
malati
per
il
trasferimento.
Insieme
con
i
pazienti,
vengono
trasferite
anche
le
loro
cartelle
cliniche.
Il
giorno
stabilito
per
il
“trasferimento”,
si
presentano
all’Ospedale
gli
uomini
della
Società
di
Pubblica
Utilità
per
il
trasporto
degli
ammalati,
che
caricano
i
pazienti,
in
gruppi
numerosi,
anche
di
decine
di
persone,
su
pullman
con
i
finestrini
oscurati
e li
avviano
ad
uno
dei
sei
Centri,
dove
sono
sommariamente
visitati
da
uno
psichiatra.
Quindi
sono
denudati,
numerati
e
fotografati.
Tutte
queste
operazioni
sono
svolte
simulando
una
normale
routine
medica,
in
modo
che
i
pazienti
non
si
accorgano
di
nulla
e
quindi
non
facciano
alcuna
opposizione.
Alla
fine,
sono
chiusi
in
una
stanza,
che
è la
camera
a
gas,
e
vengono
eliminati
con
il
monossido
di
carbonio
contenuto
in
bombole
prodotte
dalle
IG-Farben.
I
cadaveri,
dopo
aver
estratto
gli
eventuali
denti
d’oro,
vengono
cremati
e le
ceneri
raccolte
in
un’urna.
Le
famiglie
ricevono
una
breve
comunicazione
standard
con
la
notizia
del
decesso
del
loro
congiunto
in
seguito
ad
una
epidemia,
per
cui
il
suo
corpo
è
stato
cremato
per
evitare
“i
rischi
di
contaminazione”.
Se
lo
desiderano,
i
familiari
possono
avere
l’urna
con
le
ceneri
del
congiunto.
Una
Commissione
è
incaricata
di
fare
ispezioni
nei
sei
Centri
per
controllare
che
il
personale
collabori
al
Progetto.
Nonostante
l’Operazione
T4
debba
rimanere
segreta,
delle
notizie
trapelano
ad
opera
del
personale
operante
nei
Centri.
Infatti,
in
alcuni
casi,
dei
medici
ed
infermieri
consigliano
ai
familiari
dei
ricoverati
di
portare
a
casa
il
loro
congiunto.
In
altri
casi,
i
familiari,
avvisati
di
quanto
accade
nei
Centri,
rifiutano
di
ricoverare
i
loro
congiunti.
Per
giustificare
l’eutanasia,
nel
1940,
è
girato
il
documentario
Essere
o
vivere,
interpretato
da
veri
disabili
e
malati
gravi,
che
dichiarano
apertamente
di
voler
morire.
L’EUTANASIA
DEI
BAMBINI
Il
18
agosto
1939,
il
Ministro
degli
Interni
nazista
emana
il
Decreto
Obbligo
di
dichiarazione
dei
neonati
deformi,
con
il
quale
si
ordina
ai
medici
ed
alle
ostetriche
di
denunciare
all’Ufficio
Centrale
dell’Aktion
T,
redigendo
un’apposita
scheda,
i
bambini
nati
con
malattie
incurabili.
I
medici,
inoltre,
sono
obbligati
a
denunciare
tutti
i
bambini
gravemente
malati,
affidati
alle
loro
cure.
Per
l’eutanasia
dei
bambini
si
costituiscono
delle
speciali
Unità
pediatriche
sia
in
Ospedali
pubblici
che
in
cliniche
private,
denominate
Reparti
per
l’assistenza
specialistica
dei
bambini,
in
cui
sono
ricoverati
quelli
da
eliminare.
Il
primo
Reparto
è
istituito
nell’ottobre
1939
a
Golden,
vicino
a
Brandeburgo.
In
seguito
vengono
creati
altri
20
Centri,
in
cui
i
bambini
sono
trasferiti
con
una
procedura
simile
a
quella
dei
disabili
adulti.
Se
il
bambino
è
considerato
incurabile,
viene
eliminato
appena
arriva;
altrimenti
è
tenuto
“in
osservazione”
per
un
certo
periodo,
durante
il
quale
i
medici
fanno
delle
relazioni
periodiche
all’Ufficio
dell’Aktion
T 4.
Quando
il
rapporto
diventa
negativo,
la
Commissione
medica
dell’Ufficio
di
Berlino
decide
la
eliminazione
del
bambino,
che
in
genere
avviene
con
la
somministrazione
di
Barbiturici
in
pillole
o
mischiati
nel
cibo.
In
questo
modo,
i
bambini
perdono
rapidamente
conoscenza
e la
morte
sopraggiunge
tra
i 2
ed i
5
giorni.
Talvolta
vengono
fatte
iniezioni
di
Scopolamina
e di
Morfina.
Il
20
settembre
1941,
il
Ministero
degli
Interni
nazista
emana
una
Circolare,
con
la
quale
si
esorta
i
medici
a
convincere
i
genitori
dei
bambini
disabili
o
gravemente
malati
a
ricoverarli
in
modo
che
siano
curati
ed
essi
abbiano
così
più
tempo
da
dedicare
agli
altri
figli
“sani”.
Si
calcola
che
in
questo
modo
sono
stati
eliminati
circa
5.000
bambini,
dei
quali
quasi
700
in
Baviera.
Il
Programma
di
eutanasia
dei
bambini
è
oggetto
di
studio
in
alcune
Università.
In
particolare,
il
primario
della
Clinica
di
Psichiatria
e di
Neurologia
dell’Università
di
Heidelberg,
esamina
il
cervello
dei
bambini
per
studiare
la
causa
di
alcune
malattie
mentali
e
relaziona
al
direttore
medico
dell’Ufficio
Centrale
dell’Aktion
T 4.
Il
Programma
di
eutanasia
dei
bambini
è
ostacolato
però
da
numerosi
medici
che,
lasciando
volontariamente
il
servizio
ospedaliero,
ne
rallentano
l’attuazione.
Dopo
la
fine
della
guerra,
gli
Alleati
conducono
una
inchiesta
giudiziaria
per
conoscere
le
dimensioni
dell’Aktion
T 4
e
per
cercare
di
individuare
le
vittime
e
rintracciarne
i
parenti.
L’
EUTANASIA
SELVAGGIA
In
seguito
alla
diffusione
delle
notizie
su
quanto
avviene
nei
sei
Centri
del
Programma
di
eutanasia,
le
Chiese
tedesche,
sia
Protestanti
che
Cattoliche,
protestano
e
vari
Vescovi
attaccano
apertamente
il
Governo
nazista.
In
particolare
l’Arcivescovo
di
Munster,
Clemens
August
von
Galen,
detto
il
Leone
di
Munster
per
la
sua
ferma
opposizione
al
nazismo,
il 3
agosto
1941
pronuncia
una
dura
omelia
nella
Cattedrale.
Hitler,
quindi,
il
24
agosto
1941,
sospende
ufficialmente
l’Aktion
T 4,
che
comunque
ha
già
provocato
la
morte
di
circa
70.000
persone.
Poiché
nell’Operazione
T 4
è
sperimentata
l’eliminazione
nelle
camere
a
gas,
una
parte
del
personale
viene
reimpiegato
nei
Campi
di
sterminio
istituiti
per
la
“soluzione
finale
del
problema
ebraico”:
prima
in
quelli
dell’Operazione
Reinhard
(Belzec,
Chelmo,
Sobibor
e
Treblinka),
operanti
in
Polonia
tra
la
primavera
1942
e
l’autunno
1943,
ed
in
seguito
negli
altri
Campi,
in
particolare
ad
Auscwhitz-Birkenau,
attivo
fino
all’inizio
del
1945.
In
realtà
il
Programma
di
eutanasia
prosegue
segretamente,
fino
alla
fine
della
guerra,
con
la
nuova
denominazione
di
Aktion
14 F
13,
che
riguarda
in
particolare
i
neonati
ed i
bambini
gravemente
malati
ed i
deportati
nei
Lager
che
non
sono
più
in
grado
di
lavorare.
Inoltre,
negli
ultimi
anni
di
guerra,
in
15
Istituti
psichiatrici
sono
allestiti
appositi
Reparti
per
la
eliminazione
dei
pazienti
in
situazioni
particolari,
con
Barbiturici
e
con
iniezioni
di
Scopolamina
e di
Morfina.
È la
cosiddetta
Eutanasia
selvaggia
(Wilde
Eutanasie).
Alla
fine
della
guerra,
le
persone
eliminate
in
questo
modo
(bambini,
adolescenti
ed
adulti)
sono
oltre
100.000.
LA
DIETA
DI
FAME
Il
nuovo
Programma
Aktion
14 F
13
per
eliminare
i
malati
incurabili
è
attuato
soprattutto
attraverso
la
cosiddetta
Dieta
di
fame
(Hungerkost)
che
è
decisa
il
15
novembre
1942
a
Monaco,
nella
sede
del
Dipartimento
della
Sanità
del
Ministero
degli
Interni
della
Baviera,
in
occasione
di
una
riunione
dei
Direttori
di
tutti
gli
Ospedali
psichiatrici
della
Regione.
Il
Direttore
dell’Istituto
di
Kaufbeuren
riferisce
che
dopo
la
sospensione
ufficiale
dell’Aktion
T 4,
(programma
che
egli
condivideva),
ha
sperimentato
sui
ricoverati
incurabili,
con
successo,
la
somministrazione
di
una
dieta
priva
di
grassi,
che
provoca
in
circa
3
mesi,
a
causa
della
scarsa
alimentazione,
la
morte
dei
pazienti.
Quindi,
il
Direttore
del
Dipartimento
della
Sanità
sostiene
la
necessità
che
in
tutti
gli
Ospedali
venga
adottata
la
Dieta
di
fame
(detta
Dieta
E)
sui
malati
incurabili.
Comunica
però
che
non
ci
sarebbe
stato
alcun
ordine
scritto
al
riguardo;
sarebbero
però
stati
fatti
dei
controlli
negli
Ospedali
per
verificare
l’applicazione
della
Direttiva,
data
oralmente.
Si
ritiene
che
la
Dieta
di
fame
abbia
provocato,
direttamente
o
indirettamente,
per
le
malattie
che
ne
derivate
dalla
sottoalimentazione,
in
primo
luogo
la
tubercolosi,
la
morte
di
circa
90.000
persone.
LA
ELIMINAZIONE
DEI
LAVORATORI
DEPORTATI
DALL’EST
Il 6
settembre
1944
è
emanato
il
Decreto
per
la
eliminazione
dei
lavoratori
deportati
dai
Paesi
dell’Est
non
più
utili
(Ostarbeiter
Sammelstellen),
che
sono
concentrati
in
11
Ospedali
psichiatrici
specificamente
adibiti
a
questo
scopo.
La
giustificazione
del
provvedimento
è
determinata
dal
fatto
che
sono
diventati
frequenti
i
ricoveri
negli
Ospedali
psichiatrici
tedeschi
dei
lavoratori
deportati
dai
Paesi
dell’Est,
che
non
sono
più
in
grado
di
lavorare,
i
quali
occupano
migliaia
di
posti
letto,
che
pertanto
sono
sempre
più
carenti
per
i
tedeschi.
Questi
ricoverati
vengono
eliminati
con
il
trattamento
della
Dieta
di
fame
o
con
iniezioni
letali.
I
PROCESSI
AI
MEDICI
L’atto
di
accusa
contro
22
imputati
(20
medici
e 2
ufficiali
delle
SS),
che
hanno
partecipato
all’Aktion
T 4
o
hanno
effettuato
esperimenti
sui
deportati
nei
Lager
o
sui
prigionieri
di
guerra,
è
presentato
il
25
ottobre
1946.
Il
Processo
si
svolge
dal
9
dicembre
1946
a 18
luglio
1947,
con
la
testimonianza
di
alcuni
malati
sterilizzati
in
base
alla
Legge
del
1933.
Non
ci
sono
invece
testimonianze
di
familiari
di
persone
uccise
con
il
Programma
Aktion
T 4.
La
Sentenza
è
pronunciata
il
20
agosto
1947,
con
l’inflizione
di
severe
condanne,
compresa
la
pena
di
morte
per
alcuni
di
loro.
È il
primo
di
12
Processi
celebrati
davanti
ad
una
Corte
Militare
Americana,
dato
che
la
Russia,
la
Gran
Bretagna
e la
Francia
hanno
lasciato
Norimberga
dopo
la
fine
del
processo
contro
i
Gerarchi
nazisti
accusati
di
crimini
di
guerra.
Le
pene
inflitte
in
questi
altri
Processi
sono
spesso
minime.
Ai
Processi
partecipano,
come
osservatori,
alcuni
medici
tedeschi,
su
incarico
dell’Ordine
federale
dei
medici,
presieduto
dal
Prof.
Mitscherlich,
docente
dell’Università
di
Heidelberg,
che
ha
raccolto
un’ampia
documentazione
sull’Aktion
T 4.
Uno
di
questi
medici,
Alice
Ricciardi
von
Platen,
scrive
Il
nazismo
e
l’eutanasia
dei
malati
di
mente,
ma
la
pubblicazione
ha
una
scarsa
diffusione
perchè
la
Comunità
medico-scientifica
tedesca
cerca
di
rimuovere
il
problema
confidando
nel
silenzio
e
nell’oblio.
In
seguito,
si
celebrano
una
quarantina
di
altri
Processi
contro
medici
accusati
di
aver
partecipato
all’Aktion
T 4
o di
aver
effettuato
esperimenti
su
cavie
umane
nei
Lager,
che
però
si
concludono
spesso
con
l’assoluzione
degli
imputati
(medici
ed
infermieri),
i
quali
si
difendono
sostenendo
di
aver
agito
per
ordine
dei
superiori.
Soltanto
negli
anni
ottanta,
nell’ambito
della
riforma
psichiatrica
che
investe
gli
Ospedali
dei
Paesi
Occidentali,
alcuni
giovani
medici
tedeschi
iniziano
a
interessarsi
delle
vicende
accadute
negli
Ospedali
psichiatrici
durante
il
nazismo
e
raccolgono
una
vasta
documentazione,
utilizzata
in
varie
pubblicazioni,
a
partire
dagli
anni
novanta,
contenenti
anche
molte
testimonianze
di
familiari
delle
vittime
del
Programma
di
eutanasia.
In
particolare,
il
Prof.
Michael
von
Cranach,
primario
della
Clinica
di
Psichiatria
del’Università
di
Kaufbeuren,
all’inizio
degli
anni
novanta,
effettua
una
vasta
ricerca
negli
archivi
di
diversi
Ospedali
e
raccoglie
una
notevole
documentazione,
che
presenta
all’11°
Congresso
Mondiale
di
Psichiatria,
tenutosi
ad
Amburgo
nel
1999,
nel
corso
del
quale
è
allestita
anche
una
mostra
fotografica
e
documentale
con
il
materiale
raccolto.