N. 8 - Agosto 2008
(XXXIX)
AKATHISTOS
L’inno alla Madre di
Dio
di Paola Marone
Introduzione
Come
capolavoro della liturgia bizantina, l’Akathistos
è indubbiamente l’inno mariano più complesso che mai sia
stato composto in onore della Vergine Maria. Molti se ne
sono occupati per precisarne la data di composizione e
per individuarne l’autore. Oggi comunque si va sempre
più affermando la tesi che sia da collocare tra la fine
del V e l’inizio del VI secolo, ovvero il tempo in cui
fiorirono i «contaci» per le feste liturgiche.
Non a
caso questo testo anonimo della liturgia bizantina,
oltre ad essere esso stesso un «contacio», cioè un inno
a carattere
musicale, è posteriore all’omelia di
Basilio di Seleucia sulla Madre di Dio, da cui dipende,
e anteriore al contacio di Romano il Melode sul
patriarca Giuseppe. Inoltre non risponde ai formulari di
nessuna festa mariana introdotta nel secolo VI (festa
dell’Annunciazione, della Natività di Maria, della sua
Presentazione al tempio ...), ma risente unicamente del
formulario della primitiva «festa della Madre di Dio»,
in uso alla fine del IV secolo, nel contesto del Natale
del Signore.
Da un
punto di vista strutturale l’Akathistos è un
abecedario, perché le lettere iniziali di ciascuna
strofa di cui si compone corrispondono alla successione
delle lettere dell’alfabeto. Comunque, entrando nel
merito dei contenuti, possiamo dire che si apre con il
ricordo degli eventi dell’infanzia di Gesù, e
successivamente enumera i benefici dell’incarnazione e
l’opera di salvezza, alla quale Maria partecipa.
In
particolare le prime 12 strofe seguono la trama biblica
del racconto dell’infanzia di Gesù: Annunciazione –
visitazione – pastori – magi – fuga in Egitto – Ipapante.
Viceversa le altre 12 hanno una trama più propriamente
mariana: vita verginale di Maria – concepimento
verginale – divina maternità – parto verginale – Maria
difesa e modello dei vergini – Maria fonte dei misteri
sacri battesimali – Maria protettrice dell’impero
cristiano. Ma l’insieme delle 24 strofe, nonostante
tutto, forma un’unità poetica e concettuale, visto che
sviluppa lo stesso tema, ovvero la celebrazione della
Madre di Dio, su base storica e su base dogmatica. Due
piani sovrapposti, quello della storia narrata dai
Vangeli (lex orandi), e quello della fede
proposta dalla Chiesa (lex credendi), che sono
affrontati da una prospettiva cristologica e da una
prospettiva ecclesiale.
Certamente l’Akathistos è un sapiente ordito
liturgico-dommatico di teologia mariana, proposta in
modo apparentemente facile e piacevole, ma con
innumerevoli rimandi alla cultura alessandrina: esso
infatti invita i fedeli che lo cantano a cercare, non
solo nella Scrittura, ma anche nei documenti dei primi
concili ecumenici, il «senso profondo» degli eventi che
riguardano la Madre di Dio. Alla base di tutto, infatti,
vi si coglie la Vergine Theotokos «Sposa divina
ignara di nozze umane» nel mistero del Verbo incarnato,
della Chiesa e del cosmo.
Dunque
nell’ottica dell’inno Maria è la Madre vergine
dell’unico Figlio, Dio perfetto e perfetto uomo; ed è la
Gerusalemme celeste splendente di bellezza: la
restauratrice della nostra condizione perduta; la guida
sicura alla nostra «conoscenza» del Verbo; la speranza
della nostra ultima trasfigurazione in Lui, nei cieli. È
la Theotokos ed è insieme la Chiesa vergine e
madre: Colei che avendo generato per divina potenza il
Capo, ne prolunga la generazione pasquale nelle membra,
in un cammino progressivo di assimilazione dei fedeli a
Cristo, finché tutti diventino misticamente una sola
cosa in lui.
Testo
Il
premio della vittoria vada al condottiero, nostro
difensore.
Quanto
a me, tua città, liberata da terribili sciagure
innalzo a te, madre di Dio, il rendimento di grazie.
E tu
che hai forza invincibile,
liberami dai pericoli di ogni genere,
perché
possa esclamare:
“Ave,
o sposa sempre vergine!”
1.
Il
primo fra gli angeli fu inviato dal cielo
a
recare il saluto alla madre di Dio (cfr. Lc.
1,28)
e
vedendo te, o Signore, mentre assumevi un corpo,
fu
colto da stupore e con voce incorporea,
rivolto a lei esclamò:
“Ave,
per te splenderà la gioia;
Ave,
per te cesserà la maledizione;
Ave,
redenzione di Adamo caduto;
Ave,
riscatto delle lacrime di Eva;
Ave,
altezza inaccessibile all’intelligenza dell’uomo;
Ave,
profondità insondabile alla mente degli angeli;
Ave,
sei divenuta il trono del re;
Ave,
perché reggi colui che tutto regge;
Ave,
stella che annunci il sole;
Ave,
grembo dell’incarnazione divina;
Ave,
per te si rinnova la creazione;
Ave,
per te il creatore si fa bambino.
Ave, o
sposa sempre vergine!”
2.
La
santa vergine, sapendosi in purezza,
risponde a Gabriele senza timore:
“La
stranezza del tuo parlare
risulta incomprensibile alla mia anima.
Tu
annunci una maternità in un seno verginale esclamando:
Alleluia!”
3.
La
vergine, desiderando conoscere il mistero,
esclamò al santo servitore:
“Dal
mio grembo votato alla verginità,
dimmi
come può essere generato un figlio?”
E
l’Angelo con riverenza le rispose soltanto questo:
“Ave,
partecipante al mistero ineffabile;
Ave,
credente di ciò che matura nel silenzio;
Ave,
preludio ai miracoli di Cristo;
Ave,
compendio dei suoi dogmi;
Ave,
scala celeste (cfr. Gen. 28,12) da cui discese
Dio;
Ave,
ponte (cfr. Is. 37,25) che conduce dalla terra al
cielo;
Ave,
inaudito prodigio degli angeli;
Ave,
terribile sconfitta dei demoni;
Ave,
perché generasti ineffabilmente la luce;
Ave,
perché a nessuno hai rivelato il mistero;
Ave,
perché trascendi la conoscenza dei sapienti;
Ave,
perché illumini la mente dei credenti;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
4.
Allora
la potenza dell’Altissimo coprì
con la
sua ombra (cfr. Lc. 1,35) la vergine,
affinché concepisse; e rese il suo seno senza frutto
un
campo fertile
per
coloro che vogliono cogliervi la salvezza, cantando:
“Alleluia!”
5.
Accolto Dio nel grembo,
la
vergine corse verso Elisabetta.
Il
figlio di costei riconobbe subito
il suo
saluto e gioì (cfr. Lc. 1,39-41) e con toni,
che
sembravano di cantici, esclamava alla madre di Dio:
“Ave,
virgulto di pianta che non si inaridisce;
Ave,
sostanza di frutto immortale;
Ave,
perché allevi colui che con amore nutre gli uomini;
Ave,
perché generi colui che crea la nostra vita;
Ave,
terreno che produce abbondanza di misericordia;
Ave,
mensa (cfr. Ex. 25,22ss) che porti ricchezza di
compassione;
Ave,
perché fai fiorire il giardino di delizie;
Ave,
perché prepari un rifugio per le anime;
Ave,
profumo che rende gradite le suppliche;
Ave,
sacrificio del mondo intero;
Ave,
compiacenza di Dio verso gli uomini;
Ave,
fiducia dei mortali verso Dio;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
6.
Il
prudente Giuseppe aveva dentro di sé
una
tempesta di pensieri contrastanti.
Era
sconvolto: ti sapeva vergine
ma
sospettava un’unione furtiva, o immacolata.
Ma
appena apprese il tuo concepimento per opera dello
Spirito Santo (cfr. Mt. 1,18-20) disse:
“Alleluia!”
7.
I
pastori udirono gli angeli che inneggiavano
alla
venuta di Cristo incarnato (cfr. Lc. 2,16-17) e,
accorrendo a lui come verso il pastore,
lo
videro quale agnello (cfr. Io. 1,36) senza
macchia,
che
era stato nutrito nel seno di Maria, e dissero
inneggiando a lei:
“Ave,
madre dell’agnello e del pastore;
Ave,
ovile del gregge spirituale;
Ave,
difesa contro le belve invisibili;
Ave,
chiave che apre le porte del paradiso;
Ave,
perché il cielo si rallegra con la terra;
Ave,
perché la terra si allieta con i cieli;
Ave,
bocca degli apostoli che non può essere fatta tacere;
Ave,
coraggio invincibile dei martiri;
Ave,
forte baluardo della fede;
Ave,
fulgido vessillo della grazia;
Ave,
perché spogliasti il regno dei morti;
Ave,
perché ci rivestisti di gloria;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
8.
I Magi
scorsero la stella che guidava verso Dio
e
seguirono la sua luce (cfr. Mt. 2,9),
usandola come fiaccola,
con
essa cercavano il potente sovrano
e,
raggiunto l’irraggiungibile, lo salutarono acclamando:
“Alleluia!”
9.
I
figli dei Caldei videro in mano della vergine
colui
che plasmò con le sue mani l’uomo (cfr. Gen.
2,7);
lo
riconobbero come il Signore,
benché
avesse preso figura di servo (cfr. Phil. 2,7),
e si
affrettarono ad adorarlo con doni (cfr. Mt. 2,11)
e a esclamare alla benedetta:
“Ave,
madre dell’astro che non tramonta;
Ave,
splendore del mistico giorno;
Ave,
perché hai spento la fucina dell’inganno;
Ave,
perché illumini gli iniziati ai misteri della Trinità;
Ave,
perché hai spodestato il crudele tiranno degli uomini;
Ave,
perché hai manifestato Cristo Signore amico dell’uomo;
Ave,
perché ci liberi dal culto barbarico;
Ave,
perché ci salvi dalle opere di corruzione;
Ave,
perché hai posto fine all’adorazione del fuoco;
Ave,
perché hai allontanato la fiamma delle passioni;
Ave,
guida di saggezza per i credenti;
Ave,
gioia di tutte le generazioni;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
10.
I
Magi, diventati messaggeri di Dio,
si
avviarono verso Babilonia,
dove
portarono a compimento il tuo responso
e a
tutti proclamarono te, o Cristo,
senza
curarsi dello stolto Erode (cfr. Mt. 2,12), che
non seppe cantare:
“Alleluia!”
11.
In
Egitto hai fatto splendere la luce (cfr. Mt.
2,13ss) della verità
dissipando le tenebre della menzogna;
gli
idoli infatti, o Salvatore,
non
sostennero la tua forza e crollarono (Ps.-Mt.
22-24);
e
coloro che se ne andarono liberi gridavano alla madre di
Dio:
“Ave,
perché risollevi gli uomini;
Ave,
perché abbatti i demoni;
Ave,
perché hai calpestato l’inganno dell’errore;
Ave,
perché hai smascherato la falsità degli idoli;
Ave,
onda del mare che sommergi il pur avveduto Faraone (cfr.
Ex. 14,27);
Ave,
roccia (cfr. Ex. 17,6; Num. 20,11) che
abbeveri chi ha sete di vita;
Ave,
colonna di fuoco (cfr. Ex. 13,21) che guida
coloro che sono nelle tenebre;
Ave,
protezione del mondo più grande della nube (cfr.
ibidem);
Ave,
cibo successivo alla manna (cfr. Ex. 16,13ss);
Ave,
perché distribuisci il santo alimento dell’allegrezza;
Ave,
perché sei la terra della promessa;
Ave,
perché da te sgorgano miele e latte;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
12.
Mentre
Simeone ormai stava per abbandonare questo mondo
fallace,
gli
fosti messo in braccio come bambino,
ma
egli ti riconobbe come Dio perfetto
e per
questo ammirò l’ineffabile tua sapienza esclamando (cfr.
Lc. 2,25-28):
“Alleluia!”
13.
Il
creatore apparso fra noi sue creature
rivelò
una nuova creazione;
poiché
conservò intatto quale era prima
il
grembo da cui era stato generato, così noi,
contemplando il miracolo, inneggiamo alla vergine,
esclamando:
“Ave,
fiore della verginità;
Ave,
corona della castità,
Ave,
perché fai risplendere l’immagine della resurrezione;
Ave,
perché ci manifesti la vita angelica;
Ave,
albero dai magnifici frutti che nutrono i fedeli;
Ave,
pianta dalle ombrose fronde (cfr. Ap. 22,2) che
offrono riparo a molti;
Ave,
perché hai portato in seno la guida degli erranti;
Ave,
perché hai dato alla luce il liberatore dei prigionieri
(cfr. Ps. 13,7);
Ave,
perché sei la nostra propiziatrice presso il giusto
giudice;
Ave,
perché sei la riconciliazione per molti peccatori;
Ave,
perché dai rifugio a chi è privo di fiducia;
Ave,
perché possiedi un amore che supera ogni desiderio;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
14.
Ammirando questo parto straordinario, distacchiamoci
da
questo mondo, elevando la nostra mente al cielo;
perché
l’Altissimo
apparve sulla terra come umile uomo,
per
attrarre in alto coloro che a lui acclamano:
“Alleluia!”
15.
L’incomprensibile Verbo discese in terra
nella
sua pienezza senza per nulla allontanarsi dai cieli;
perché
con condiscendenza divina
e non
con trasferimento di luogo si abbassò
e
nacque dalla vergine che, assorta in Dio, udiva:
“Ave,
dimora del Dio infinito;
Ave,
porta di un venerando mistero;
Ave,
verità incomprensibile per chi non crede;
Ave,
sicuro vanto per chi crede;
Ave,
cocchio santissimo di colui che siede sui Cherubini
(cfr. Ps. 79,2);
Ave,
dimora bellissima di colui che è sopra i Serafini;
Ave,
perché concili gli opposti;
Ave,
perché congiungi verginità e maternità;
Ave,
perché hai distrutto la prevaricazione;
Ave,
perché hai fatto spalancare il paradiso;
Ave,
perché sei la chiave del regno di Cristo;
Ave,
speranza di beni eterni;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
16.
Tutta
la schiera degli angeli ammirò stupita
la
grande opera della tua incarnazione;
perché
vedeva colui, che è inaccessibile come dio,
accessibile a tutti come uomo,
vivere
con noi e ascoltare da tutti:
“Alleluia!”
17.
O
madre di Dio, i retori più eloquenti davanti a te
li
vediamo diventare muti come pesci,
perché
incapaci di spiegare come tu,
rimanendo vergine, abbia potuto partorire.
Noi
invece ammirando il mistero, con fede esclamiamo:
“Ave,
dimora della sapienza di Dio;
Ave,
scrigno della sua provvidenza;
Ave,
perché fai apparire i filosofi ignoranti;
Ave,
perché rendi gli oratori senza parole;
Ave,
perché sono diventati stolti i sottili indagatori;
Ave,
perché si sono estinti i poeti di miti;
Ave,
perché dissolvi le astuzie degli Ateniesi;
Ave, perché ricolmi le reti dei pescatori (cfr. Mt.
4,18-19; Lc. 5,4ss);
Ave,
perché trai fuori dall’abisso dell’ignoranza;
Ave,
perché arricchisci molti di sapienza;
Ave,
scialuppa di chi vuole essere salvato;
Ave,
porto dei naviganti in questa vita;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
18.
Volendo salvare il mondo, il creatore di tutte le cose
venne
spontaneamente in esso;
e
benché come dio fosse pastore (cfr. Ps. 22,1),
apparve per noi e fra noi,
parlando agli uomini come uomo, ma come dio sente dire:
“Alleluia!”
19.
O
Vergine madre di Dio, tu sei il riparo
di
vergini e di quanti accorrono a te;
perché
tale ti ha costituita
il
creatore del cielo e della terra (cfr. Lc. 1,35),
o inviolata,
ponendo dimora nel tuo grembo e insegnando a tutti a
salutarti:
“Ave,
colonna della verginità;
Ave,
porta della salvezza;
Ave,
prima ispiratrice della creazione spirituale;
Ave,
dispensatrice della bontà divina;
Ave,
perché rigeneri chi è prigioniero del male;
Ave,
perché ridoni intelligenza a chi è privo di intelletto;
Ave,
perché hai schiacciato chi corrompe le menti;
Ave,
perché hai generato il seminatore della castità;
Ave,
talamo di nozze illibate;
Ave,
perché riconcili i fedeli con il Signore;
Ave,
santa educatrice di vergini;
Ave,
perché accompagni alle nozze le anime sante;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
20.
È
vinto ogni canto che voglia eguagliare
l’abbondanza delle tue molte misericordie,
o
Signore; anche se a te, o santo re, offrissimo
tanti
cantici quanti i granelli di sabbia mai faremmo nulla
che
sia degno di quanto hai donato a chi ti acclama:
“Alleluia!”
21.
Noi
vediamo la vergine come fiaccola splendente,
apparsa a coloro che sono nelle tenebre (cfr. Io.
1,5);
perché
avendo acceso il lume immateriale,
guida
tutti alla conoscenza di Dio (cfr. Io. 1,12).
Essa, illuminando
di
splendore le menti, viene onorata da questa
esclamazione:
“Ave,
raggio del sole spirituale;
Ave,
riverbero dello splendore senza tramonto;
Ave,
fulgore che illumini le anime;
Ave,
tuono che atterrisci i nemici;
Ave,
perché fai sorgere la luce sfolgorante;
Ave,
perché fai scaturire il fiume dalle acque inesauribili;
Ave,
simbolo del fonte battesimale;
Ave,
perché togli le macchie del peccato;
Ave,
lavacro che purifichi la coscienza;
Ave,
coppa che mesci esultanza;
Ave,
fragranza del profumo di Cristo;
Ave,
vita del banchetto mistico;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
22.
Volendo perdonare le antiche offese,
colui
che rimette i debiti a tutti
spontaneamente si presentò
a
coloro che si erano allontanati dalla grazia
e,
annullata la condanna del peccato (cfr. Col.
2,14), da tutti sente esclamare:
“Alleluia!”
23.
Lodando il tuo parto, noi tutti ti celebriamo
come
tempio vivente, o madre di Dio (cfr. Lc. 1,35).
Nel
tuo grembo, infatti, abitò il Signore,
colui
che regge l’universo nelle sue mani.
Egli
ti fece santa e ricca di gloria e ha insegnato a tutti a
cantarti:
“Ave,
tempio del Verbo di Dio;
Ave,
la più santa di tutti i santi;
Ave,
arca d’oro, cesellata dallo Spirito Santo;
Ave,
tesoro inesauribile di vita;
Ave,
diadema prezioso dei pii regnanti;
Ave,
venerabile gloria dei sacerdoti devoti;
Ave,
baluardo inespugnabile della Chiesa;
Ave,
fortezza invincibile dell’impero;
Ave,
per te si innalzano i trofei;
Ave,
per te soccombono i nemici;
Ave,
salute per il mio corpo;
Ave,
salvezza per la mia anima;
Ave, o
sposa sempre vergine!”
24.
O
madre celebratissima, che hai generato
il
Verbo più santo di tutti i santi,
accogliendo l’offerta che ora ti presentiamo,
libera
da ogni sciagura
e
riscatta dalla punizione futura noi che gridiamo a te:
“Alleluia!”
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