N. 81 - Settembre 2014
(CXII)
L'Affresco e LA pittura a calce
breve analisi di TECNICHE PITTORICHe D'Antica affidabilità - PARTE II
di Federica Campanelli
PIGMENTI
BIANCHI
Nome
(nomi
alternativi):
Bianco
San
Giovanni
(bianco
di
Firenze;
bianco
di
Colonia;
bianco
secco).
Formula:
CaCO3
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale
o
artificiale,
minerale.
È
fondamentalmente
carbonato
di
calcio
ottenuto
dalla
carbonatazione
della
calce
spenta
o
dalla
macinazione
di
gusci
di
uovo,
esoscheletri
di
molluschi
o
rocce
come
il
marmo
(in
questo
caso
possono
essere
presenti
minerali
di
dolomite,
MgCo3).
Il
Bianco
San
Giovanni
più
celebre
è
quello
ottenuto
artificialmente
dalla
carbonatazione
della
calce
spenta,
operazione
eseguita
fin
dal
medioevo.
È
considerato
il
bianco
più
adatto
per
l’affresco
data
la
sua
stabilità
alla
luce,
umidità
e
basicità
della
calce.
Indice
di
rifrazione:
1.65,
scarso
potere
coprente.
Nome:
Bianco
di
Titanio
Formula:
TiO2+CaSO4+BaSO4
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
artificiale.
Usato
dal
XX
secolo,
ha
un’elevata
stabilità
a
calce,
luce
e
umidità.
Il
bianco
di
titanio
ha
sostituito
il
bianco
di
piombo
(PbCO3)2·Pb(OH)2
(tossico),
ma
rispetto
a
questo
ha
tonalità
più
fredda
ed è
spesso
miscelato
ad
altri
composti
per
ottenere
migliori
proprietà
siccative
e
compattezza.
Indice
di
rifrazione:
2.55,
elevato
potere
coprente.
***
PIGMENTI
NERI
Nome
(nomi
alternativi):
Nero
Vite
(nero
di
vinaccia;
nero
di
fermento;
nero
di
fusaggine).
Formula:
C in
presenza
di
sali
di K
e Na
(in
traccia).
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
di
natura
minerale
e
organica,
è
principalmente
composto
da
carbone
ricavato
dalla
calcinazione
della
feccia
di
vino
e
altri
materiali
di
scarto.
Conosciuto
dall’antichità,
è un
pigmento
con
discreto
potere
coprente
e
presenta
elevata
stabilità
alla
basicità
della
calce
e
all’azione
di
luce
e
umidità.
Nome:
Nero
carbone.
Formula:
C
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
ottenuto
da
carbone
ricavato
dalla
combustione
di
diverse
essenze
legnose
–
quercia,
rovere
i
più
comuni
– o
dalla
combustione
di
noccioli
di
frutta
(pesche,
mandorle
etc.).
Conosciuto
da
sempre
e
utilizzato
in
molte
tecniche
pittoriche.
Nome
(nomi
alternativi):
Nero
Avorio
(nero
d’ossa).
Formula:
Ca3(PO4)2+CaCO3+C
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
di
origine
organica
ottenuto
calcinando
in
ambiente
privo
di
aria
l’avorio,
successivamente
sostituito
da
ossa
animali.
Ha
un
discreto
potere
coprente
e
può
essere
impiegato
in
tutte
le
tecniche.
Nome:
Terre
nere.
Formula:
Particelle
carboniose
in
matrice
argillosa
o
carbonatica
con
silice,
grafite
e
impurezze
di
ossidi
di
ferro.
Origine
e
caratteristiche:
Categoria
di
pigmenti
neri
di
origine
minerale
che
a
differenza
dei
precedenti
non
sono
ottenuti
per
carbonizzazione
di
materiale.
Hanno
una
composizione
complessa
poiché
ricavati
da
minerali
di
varia
natura.
Risultano
stabili
in
tutti
i
leganti.
Nome:
Blu
cobalto
Formula:
CoO·Al2O3
Origine
e
caratteristiche:
È un
pigmento
sintetico,
minerale,
prodotto
dal
1802
grazie
all’invenzione
del
chimico
francese
Louis
Jacque
Thénard.
È
ottenuto
per
calcinazione
dell’allumina
Al2O3
in
presenza
di
carbonati
di
cobalto
o
nitrati
di
cobalto.
È
molto
stabile
sia
in
ambiente
acido,
sia
basico
e ha
un’ottima
resistenza
all’azione
della
luce
e
all’umidità.
Si
altera
se
miscelato
con
colori
contenenti
rame.
Ha
un
discreto
potere
coprente.
***
PIGMENTI
BLU
Nome
(nomi
alternativi):
Oltremare
(oltremare
naturale;
lapislazzuli,
azzurro
di
Baghdad)
Formula:
3Na2O·3Al2O3·6SiO2·2Na2S
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale,
minerale
ottenuto
dal
lapislazzuli,
pietra
dalla
composizione
complessa
in
cui
il
minerale
principale
è la
lazurite.
Il
Cennini
ne
descrive
la
preparazione
con
il
metodo
della
purificazione,
utile
affinché
siano
eliminati
quei
composti
trasparenti
che
rendono
il
pigmento,
ottenuto
per
sola
macinazione,
troppo
chiaro.
È il
pigmento
blu
per
eccellenza,
destinato
alle
opere
più
pregevoli
poiché
molto
costoso.
Il
nome
'oltremare'
non
è
dovuto
alla
tonalità
di
tale
blu
particolarmente
profondo
e
brillante,
ma
alla
sua
provenienza,
difatti
veniva
estratto
e
importato
dall’Oriente,
principalmente
dall’Afghanistan.
Usato
dai
tempi
più
antichi
fino
al
XVIII
secolo,
è un
prezioso
pigmento
facilmente
alterabile
in
acidi,
nel
cui
ambiente
sbiadisce,
assumendo
tonalità
grigia.
Ha
un
buon
potere
coprente
e si
può
impiegare
nell’affresco
con
attenzione
all’eventuale
presenza
di
sostanze
acide.
Nome
(nomi
alternativi):
Smaltino
(smalto;
blu
Dumont;
blu
di
Sassonia;
vetro
di
cobalto;
zaffra).
Formula:
SiO2+K2O+CoO+Al2O3
in
proporzioni
variabili.
Origine
e
caratteristiche:
È un
pigmento
artificiale,
minerale,
prodotto
dalla
fusione,
lavaggio
e
macinazione
della
zaffra
,
una
pasta
vetrosa
contenente
ossidi
di
cobalto.
In
Europa
è in
uso
dal
XV
fino
al
XIX
secolo,
quando
fu
rimpiazzato
dai
blu
di
cobalto.
In
oriente
il
suo
impiego
è
attestato
essere
molto
più
remoto.
In
presenza
di
acidi
e
basi
non
subisce
alterazioni
cromatiche
pur
subendo
fenomeni
di
de-vetrificazione
(rottura
del
reticolo
silicatico)
per
alti
valori
di
pH.
Indice
di
rifrazione:
1.45,
scarso
potere
coprente.
***
PIGMENTI
GIALLI
Nome:
Terra
di
Siena
naturale
Formula:
Fe2O3·nH2O+MnO2+Al2O3SiO2·2(H2O)
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale,
minerale
ottenuto
da
suoli
residuali
contenenti
ossidi
di
ferro
e
ossidi
di
manganese.
Il
nome
è
stato
dato
in
epoca
medievale
poiché
all’epoca
la
cava
da
cui
era
estratta
la
terra,
nei
pressi
del
Monte
Amiata,
faceva
parte
della
Repubblica
di
Siena.
Il
pigmento
è
caratterizzato
da
alta
stabilità
ad
alcali
ed è
debolmente
solubile
in
acido
cloridrico.
Indice
di
rifrazione:
2.10,
buon
potere
coprente.
Nome
(nomi
alternativi):
Ocra
gialla
(ocra
romana;
ocra
oro).
Formula:
FeO
(OH)·nH2O+Al2O3SiO2·nH2
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale,
minerale
estratto
da
terre
contenenti
ossidi
di
ferro
e
ossi-idrossidi
di
ferro
come
la
goethite
α-FeO(OH),
associato
a
minerali
argillosi.
L’ocra
è il
colore
giallo
per
eccellenza,
nonché
quello
di
più
antico
utilizzo
e di
maggiore
diffusione.
La
parola
'ocra',
difatti,
deriva
dal
greco
ὠχρός
(ochròs,
'giallo').
Oggi
il
termine
si
può
riferire
anche
alle
terre
rosse
ottenute
per
calcinazione
dell’ocra
gialla.
Le
diverse
tonalità
disponibili
dipendono
dalla
provenienza
del
sedimento.
L’ocra
gialla
ha
un
buon
potere
coprente,
una
resistenza
ottima
alla
basicità
della
calce
ma
scarsa
all’azione
di
acidi.
È da
sempre
impiegata
nella
maggior
parte
delle
tecniche
pittoriche.
Nome
(nomi
alternativi):
Giallo
di
Piombo
(giallorino;
giallo
di
stagno).
Formula
Tipo
I:
Pb2SnO4
Formula
Tipo
II:
PbSn2SiO7
;
PbSnO3
; Pb(Sn,
Si)O3
Origine
e
caratteristiche:
Trattasi
di
un
insieme
di
pigmenti
sintetici,
di
origine
minerale.
Il
tipo
I è
ottenuto
per
arrostimento
di
litargirio
o
del
massicot
–
due
minerali
di
formula
PbO
con
tonalità
variante
dal
rosso
all’arancio
– e
biossido
di
stagno
a
temperatura
compresa
tra
600°C
e
800°C.
Il
tipo
II è
ottenuto
dal
tipo
I
con
aggiunta
di
silice
e
arrostimento
a
circa
900°C.
La
produzione
di
questi
pigmenti
risale
al
XV
secolo
e si
spinge
ininterrotta
fino
alla
metà
del
XVIII
secolo
per
poi
sospendersi.
La
sua
produzione
riprende
nel
1941.
Entrambe
le
tipologie
di
pigmenti
sono
piuttosto
stabili
alle
basi
e
solubili
in
acidi
concentrati
se
sottoposti
a
riscaldamento.
Indice
di
rifrazione:
Compreso
tra
2.29
e
2.31,
molto
coprenti.
Nome
(nomi
alternativi):
Giallo
di
Napoli
(giallo
antimonio;
giallo
brillante;
giallorino).
Formula:
Pb2Sb2O7
Origine
e
caratteristiche:
Il
pigmento,
antimoniato
di
piombo,
può
essere
di
origine
naturale
o
sintetica
e ha
una
tonalità
arancio.
Il
pigmento
naturale,
di
più
raro
utilizzo,
è
ottenuto
dalla
macinazione
del
minerale
bindheimite;
quello
sintetico
è
invece
ottenuto
dalla
calcinazione
di
composti
di
piombo
(ossidi
o
nitrati)
e
antimonio
(ossidi
o
antimoniati
di
potassio).
Il
pigmento
naturale
fu
usato
da
Egizi
e
Babilonesi
per
la
decorazione
delle
ceramiche.
Oggi
con
“giallo
di
Napoli”
s’intende
una
miscela
di
altri
pigmenti
gialli
non
contenenti
antimoniato
di
piombo
che
imitano
la
tonalità
cromatica
dell’originale.
È un
pigmento
con
elevato
potere
coprente
e
stabile
ad
agenti
acidi
e
basici;
reagisce
con
vapori
di
zolfo
trasformandosi
in
solfuro
di
piombo
nero.
Nome:
Giallo
di
Cadmio
Formula:
CdS+ZnO
Origine
e
caratteristiche:
Il
pigmento
è
ottenuto
per
precipitazione
del
solfuro
di
cadmio
in
seguito
a
reazione
di
doppio
scambio
tra
composti
di
cadmio
(II)
e
solfuri
o
acido
solfidrico.
In
natura
è
presente
il
minerale
greenockite
(solfuro
di
cadmio)
usato
per
altri
scopi.
Il
giallo
di
cadmio
è
prodotto
dalla
metà
del
XIX
in
sostituzione
del
giallo
di
piombo.
È
adatto
alla
tecnica
dell’affresco
poiché
molto
resistente
all’azione
alcalina
della
calce
ma è
incompatibile
con
pigmenti
a
base
di
piombo.
La
sua
variante
più
chiara,
il
giallo
limone,
risulta
poco
stabile
alla
basicità
della
calce.
Indice
di
rifrazione:
2.50,
molto
coprente.
***
PIGMENTI
VERDI
Nome:
Terra
Verde
Formula:
Miscela
di
alluminosilicati
e
silicati
idrati
di
ferro
(II)
e (III),
potassio,
magnesio;
ossidi
di
ferro,
potassio
e
alluminio.
Origine
e
caratteristiche:
Il
pigmento
è di
origine
naturale,
minerale,
ottenuto
per
macinazione
di
terre
contenenti
soprattutto
i
minerali
glauconite
e
celadonite.
La
glauconite
(K,
Na)(Fe3+,
Al,Mg)2(Si,
Al)4O10(OH)2
conferisce
una
tonalità
più
fredda
rispetto
alla
celadonite
K(Fe2+,
Mg)(Fe3+,
Al)(AlSi3,Si4)O10(OH)2
e
per
tale
motivo
la
gradazione
cromatica
delle
terre
verdi
è
variabile
in
dipendenza
all’abbondanza
dei
due
minerali.
Nome:
Malachite
Formula:
CuCO3·Cu(OH)2
Origine
e
caratteristiche:
Il
pigmento,
carbonato
basico
di
piombo,
è
ricavato
dall’omonimo
minerale
che
spesso
si
trova
associato
ad
altri
carbonati
basici
rameici
come
l’azzurrite.
La
malachite
è
nota
già
dalle
antiche
civiltà,
come
pigmento
è
stato
sempre
utilizzato
in
quasi
tutte
le
tecniche
pittoriche.
Possiede
una
stabilità
buona
alla
luce
e
umidità,
ma
medio-bassa
alla
basicità
della
calce
per
cui,
nelle
pitture
murali,
è
utilizzato
a
secco.
Indice
di
rifrazione:
1.89,
discreto
potere
coprente.
Nome:
Crisocolla
Formula:
CuSiO3·nH2O
oppure
(Cu,Al)2H2Si2O5(OH)4·n(H2O)
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
di
origine
minerale
e
naturale
ottenuto
per
macinazione
dell’omonimo
minerale.
Discretamente
coprente,
si
può
utilizzare
nell’affresco,
nella
tempera
e
nell’olio
ma è
sconsigliato
per
l’encausto. Nella
sua
composizione
si
ritrovano
spesso
altri
composti
del
rame,
come
malachite
e
azzurrite,
che
si
formano
con
la
crisocolla
sui
giacimenti
di
rame.
***
PIGMENTI
ROSSI
Nome
(nomi
alternativi):
Ocra
rossa
(rosso
indiano;
rosso
veneziano).
Formula:
Fe2O3
Origine
e
caratteristiche:
L’ocra
rossa
è un
pigmento
naturale
o
artificiale,
di
origine
minerale.
Può
essere
ottenuto
dalla
calcinazione
dell’ocra
gialla
o
dalla
macinazione
di
terre
contenenti
soprattutto
ematite
α-Fe2O3
definite
'terre
rosse'.
Le
terre
rosse
sono
suoli
residuali
ricchi
di
composti
di
ferro
che,
in
base
alle
condizioni
ambientali,
possono
assumere
diverse
forme
(ossidata
di
colore
rosso,
o in
forma
idrata
di
colore
giallo)
e
componenti
carbonatiche
e
argillose.
Pigmento
tra
i
più
antichi
e
diffusi,
può
contenere,
oltre
agli
ossidi
di
ferro,
silicati
argillosi
e
altri
composti
in
traccia
variabili
in
base
alla
provenienza.
Pigmento
stabile,
è
impiegato
in
tutte
le
tecniche
pittoriche.
Indice
di
rifrazione:
2.42,
elevato
potere
coprente.
Nome:
Minio
Formula:
2PbO·PbO2
Origine
e
caratteristiche:
È un
pigmento
naturale
o
ottenuto
artificialmente,
la
cui
composizione
può
essere
definita
come
un
ossido
misto
di
Pb(II)
e (IV).
Come
pigmento
naturale
è
ottenuto
dalla
macinazione
del
minerale
minio:
Pb(II)
Pb(IV)O4.
Il
pigmento
può
altresì
essere
ottenuto
per
riscaldamento
simultaneo
di
diversi
composti
a
base
di
piombo
(tra
questi
si
usano
il
litargirio,
il
massicot
o la
biacca
a
temperatura
compresa
tra
430°C
e
450°C).
Il
minio
è
conosciuto
da
tempi
antichissimi
sia
in
Oriente
che
in
Occidente;
dapprima
veniva
semplicemente
estratto
dal
suo
minerale
omonimo
per
macinazione,
ma
già
dal
I
secolo
viene
ottenuto
artificialmente,
ottenendo
immediatamente
prestazioni
migliori.
L’uso
principale
è
nelle
tempere
destinate
ai
manoscritti;
in
pittura
è
soprattutto
impiegato
insieme
a
pigmenti
rossi
più
pregiati
e
costosi
come
il
HgS
(cinabro,
solfuro
di
mercurio)
o
come
additivo
per
le
preparazioni
rosse.
Il
minio
è
particolarmente
sensibile
alla
luce
a
causa
della
quale
tende
a
scolorire.
Nelle
pitture
murali
tende
ad
annerire
per
ossidazione
del
Pb(II)
a Pb(IV).
***
PIGMENTI
BRUNI
Nome
(nomi
alternativi):
Morello
(caput
mortuum;
bruno
inglese).
Formula:
Fe2(SO4)3
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
di
origine
artificiale
contenente
solfato
ferrico
e
varie
impurità.
È
ottenuto
dalla
distillazione
di
alcuni
minerali
durante
la
fabbricazione
dell’acido
solforico.
Prodotto
già
nel
medioevo,
questo
pigmento
trova
massimo
utilizzo
solo
a
partire
dal
XVI
secolo.
Ha
un
buon
potere
coprente
e
può
essere
adoperato
sia
nell’affresco
sia
nella
tempera.
L’equivalente
cromatico
può
essere
ottenuto
dalla
miscela
di
nero
di
vite
e
ocra
rossa.
Nome
(nomi
alternativi):
Bruno
di
Cassel
(bruno
Van
Dyck;
terra
naturale
calcinata).
Formula:
Miscela
di
ossidi
di
ferro
e di
alluminio,
carbonati,
silice
e
materia
organica
di
origine
vegetale.
Eventuale
presenza
di
pirolusite,
MnO2.
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale
o
prodotto
artificialmente
di
natura
minerale
e
organica.
È
estratto
da
giacimenti
di
residui
organici
vegetali
o
per
cottura
a
circa
300°C
di
corteccia
di
faggio.
La
terra
di
Cassel
è
usata
dal
XVII
secolo
ed è
composto
soprattutto
da
torba,
lignite
in
presenza
di
ossidi
di
ferro
e
alluminio.
La
sua
denominazione
più
comune
è
'bruno
Van
Dyck'.
Ancora
oggi
è il
pigmento
bruno
di
maggiore
diffusione
e
impiego
nella
maggior
parte
delle
tecniche
pittoriche
ma
nell’affresco
può
ingrigirsi
a
causa
della
sua
poca
stabilità
all’ambiente
basico.
Nome:
Terra
d’ombra
naturale
Formula:
Fe(OH)3+MnO2+(Al2O3SiO2·nH2O)
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale,
minerale
ottenuto
per
macinazione
e
lavaggio
della
materia
prima:
suoli
residuali
contenenti
soprattutto
goethite
e
pirolusite
in
matrice
argillosa.
La
terra
d’ombra
è un
pigmento
conosciuto
e
usato
fin
dall’epoca
preistorica,
in
particolare
nell’area
del
Mediterraneo.
La
sua
tonalità
si
avvicina
alla
gamma
dei
gialli.
Anche
se
miscelato
ad
altri
pigmenti
la
cromia
rimane
inalterata.
È
impiegato
in
tutte
le
tecniche
pittoriche
grazie
all’ottima
stabilità
chimica
e
fotochimica.
Indice
di
rifrazione:
2.10,
elevato
potere
coprente.
Nome:
Terra
d’ombra
bruciata
Formula:
Fe2O3+MnO2+(Al2O3SiO2
·nH2O)
Origine
e
caratteristiche:
Pigmento
naturale
o
artificiale,
minerale,
ottenuto
per
macinazione
e
lavaggio
di
terre
contenenti
soprattutto
ematite
e
pirolusite
in
matrice
argillosa.
Ottenuto
anche
per
calcinazione
della
terra
d’ombra
naturale.
La
terra
d’ombra
bruciata
ha
un
ottimo
potere
coprente
e
una
tonalità
più
calda
della
terra
d’ombra
naturale.
Largamente
usato
in
tutte
le
tecniche
pittoriche
comprese
affresco
e
pittura
a
calce.