[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

194 / FEBBRAIO 2024 (CCXXV)


antica

SULLA politica edilizia di Adriano in Grecia
Il fenomeno degli olympieia

di Riccardo Renzi

 

Quello degli olympieia in Grecia durante l’età adrianea fu un fenomeno totalizzante, sia dal punto di vista culturale che architettonico. Essi assumono una funzione di fondamentale importanza nella propaganda adrianea, in particolare del suo ecumenismo. Questo fenomeno non è mai stato approfondito abbastanza dalla storiografia adrianea.

 

Gli olympieia rappresentano uno dei punti fondanti della politica perseguita dal principe nei 21 anni di regno. Adriano concentrò tutte le sue forze sulla pacificazione dell’impero e sulla rivalutazione delle province poste allo stesso livello di Roma, tra le quali la Grecia, il tutto per creare un apparato burocratico-amministrativo di un livello tale da consentire un’agile amministrazione dell’impero (Clemente 2011, pp. 337-338).

 

I principali olympieia che Adriano fece realizzare nei suoi anni di regno sono quelli di Cizico, Efeso e Atene, in questa sede prenderemo in esame solo quest’ultimo, pur ragionando su caratteri generali. Il santuario di Zeus Olympios su una collina rocciosa in posizione equidistante tra l’Acropoli e lo Stadio. Il sito ove sorge il Santuario era già frequentato in età preistorica, come ampiamente dimostrato dalle rilevazione archeologiche. Il tempio dell’olympieion fu identificato con certezza solo nel XVII secolo da Transfeldt (Bianchi Bandinelli, 2014, p. 322).

 

 

L’erezione del Santuario ebbe inizio con Pisistrato e fu commissionato a quattro architetti: Anttistates, Kallaischro, Antimachides e Parinos. A causa della fine di regime pisistratide, i lavori si interruppero e furono ripresi solo sotto Antioco IV di Siria (Musti 2017, p. 233). Il tempio venne riprogettato, in modo da essere il tempio più grande che il mondo avesse mai visto, così come desiderato dal sovrano macedone, dall'architetto romano Cossutius.

 

Quando Antioco IV morì, nel 163 a.C., l'edificazione dell'Olimpieon venne nuovamente abbandonata. Nell'86 a.C., quando la Grecia venne inglobata nell'Impero romano, il generale Silla fece portare due colonne a Roma per ornare il Tempio di Giove Ottimo Massimo, sul Campidoglio. Queste colonne influenzeranno lo sviluppo e l'utilizzo dello stile corinzio in Roma.

 

Sino al II secolo d. C. il Santuario non sembra più essere soggetto a interventi. Svetonio tramanda che al tempo di Augusto:«I re amici e alleati fondarono città con il nome di Cesarea, ciascuno nel proprio regno, e tutti insieme decisero di portare a termine, a proprie spese, il tempio di Giove Olimpio di Atene, iniziato alcuni secoli prima, dedicandolo al Genio di Augusto» (Svetonio 2016, p. 160). Un dato archeologico rilevante sembra confermare ciò che ci è tramandato da Svetonio, cioè il rinvenimento di un frammento di altare con la scritta Σάββατον, legato all’istituzione del culto imperiale di Augusto.

 

 

La nuova fase edilizia del sito ebbe inizio nel 125 d.C. con il soggiorno dell’imperatore Adriano ad Atene e si concluse nel 132 con l’inaugurazione del Santuario. L’intervento di Adriano si pone sulla stessa identica linea politica di quello condotto da Antioco IV. Adriano, proprio come il sovrano siriano, favorì il culto di Zeus con il fine di creare maggiore coesione tra le varie popolazioni greche (Graindor 1973, p. 212).

 

Una testimonianza del tempio di Zeus ci giunge da Pausania che riferisce che il tempio e la statua crisoelefantina (replicava l’aspetto teorico di Zeus) posta al suo interno erano dedicati all’imperatore Adriano. Pausania descrive in dettaglio anche le altre statue presenti nel santuario. Nel santuario erano presenti tre serie di statue: quattro, due in marmo tasio e due in granito, ed erano collocate prima dello “ieron”; le altre in bronzo raffiguravano la personificazione delle città della Grecia, mentre le rimanenti rappresentavano l’imperatore Adriano.

 

Per comprendere la politica adrianea dell’edificazione degli olympieia è necessaria una contestualizzazione storica. Questi santuari erano in primis luoghi di riunioni sia religiose che politiche. Ad esempio i santuari di Cizico e di Efeso sono emblematici di ciò: il primo è sede del Koinon d’Asia; il secondo dei giochi penteterici (Giudice 2008, p. 16).

 

La politica perseguita da Adriano fu di contenimento e rafforzamento dei confini, perciò in alcuni casi si preferì abbandonare alcuni territori in preda a continue rivolte. Adriano inoltre si vuole presentare alle province come colui che rispetta la loro cultura e la loro religione, inoltre vuole far sentire la sua presenza nel territorio, ciò giustifica i suoi lunghi soggiorni nelle province.

 

L’imperatore vuole creare anche una koinè culturale e religiosa, e alla base di questo progetto vi sono proprio i santuari fondati da Adriano. Per quanto concerne quelli greci, gli olympieia, l’obiettivo è proprio quello di unificare la grecità e il culto di Zeus come culto maggioritario in tutta la penisola. A tal fine l’imperatore favorì anche la nascita di un sinodo ad Atene consacrato proprio a Zeus. Dunque, quella di Adriano fu una ben architettata operazione di propaganda politica, a livello di quelle perpetuate da Augusto.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

R. Bianchi Bandinelli, Roma. L’arte romana nel centro del potere, Bur, Milano 2014.

G. Clemente, Guida alla storia di Roma, Mondadori, Milano 2011.

A. Giudice, Gli Olympieia come manifestazione della politica adrianea: riflessioni sulla loro funzione, Grin, 2008.

P. Graindor, Athènes sous Hadrien, Arno press, New York 1973.

D. Musti, Storia greca. Linee di sviluppo dall’età micenea all’età romana, Bari, Laterza, 2017.

Svetonio, Vita dei Cesari, introduzione di Settimio Lanciotti, traduzione di Felice Dessì, Bur Rizzoli, Milano 2016.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]