SULLA
politica edilizia
di Adriano in Grecia
Il fenomeno degli olympieia
di
Riccardo Renzi
Quello degli
olympieia
in Grecia durante l’età adrianea
fu un fenomeno totalizzante, sia dal
punto di vista culturale che
architettonico. Essi assumono una
funzione di fondamentale importanza
nella propaganda adrianea, in
particolare del suo ecumenismo.
Questo fenomeno non è mai stato
approfondito abbastanza dalla
storiografia adrianea.
Gli
olympieia rappresentano uno
dei punti fondanti della politica
perseguita dal principe nei 21 anni
di regno. Adriano concentrò tutte le
sue forze sulla pacificazione
dell’impero e sulla rivalutazione
delle province poste allo stesso
livello di Roma, tra le quali la
Grecia, il tutto per creare un
apparato burocratico-amministrativo
di un livello tale da consentire
un’agile amministrazione dell’impero
(Clemente
2011, pp. 337-338).
I principali olympieia che
Adriano fece realizzare nei suoi
anni di regno sono quelli di Cizico,
Efeso e Atene, in questa sede
prenderemo in esame solo
quest’ultimo, pur ragionando su
caratteri generali. Il santuario di
Zeus Olympios su una collina
rocciosa in posizione equidistante
tra l’Acropoli e lo Stadio. Il sito
ove sorge il Santuario era già
frequentato in età preistorica, come
ampiamente dimostrato dalle
rilevazione archeologiche. Il tempio
dell’olympieion fu
identificato con certezza solo nel
XVII secolo da Transfeldt (Bianchi
Bandinelli, 2014, p.
322).
L’erezione del Santuario ebbe inizio
con Pisistrato e fu commissionato a
quattro architetti: Anttistates,
Kallaischro, Antimachides e Parinos.
A causa della fine di regime
pisistratide, i lavori si
interruppero e furono ripresi solo
sotto Antioco IV di Siria (Musti
2017, p. 233). Il tempio venne
riprogettato, in modo da essere il
tempio più grande che il mondo
avesse mai visto, così come
desiderato dal sovrano macedone,
dall'architetto romano Cossutius.
Quando Antioco IV morì, nel 163
a.C., l'edificazione dell'Olimpieon
venne nuovamente abbandonata.
Nell'86 a.C., quando la Grecia venne
inglobata nell'Impero romano, il
generale Silla fece portare due
colonne a Roma per ornare il Tempio
di Giove Ottimo Massimo, sul
Campidoglio. Queste colonne
influenzeranno lo sviluppo e
l'utilizzo dello stile corinzio in
Roma.
Sino al II secolo d. C. il Santuario
non sembra più essere soggetto a
interventi. Svetonio tramanda che al
tempo di Augusto:«I re amici e
alleati fondarono città con il nome
di Cesarea, ciascuno nel proprio
regno, e tutti insieme decisero di
portare a termine, a proprie spese,
il tempio di Giove Olimpio di Atene,
iniziato alcuni secoli prima,
dedicandolo al Genio di Augusto»
(Svetonio
2016, p. 160). Un dato archeologico
rilevante sembra confermare ciò che
ci è tramandato da Svetonio, cioè il
rinvenimento di un frammento di
altare con la scritta Σάββατον,
legato all’istituzione del culto
imperiale di Augusto.
La nuova fase edilizia del sito ebbe
inizio nel 125 d.C. con il soggiorno
dell’imperatore Adriano ad Atene e
si concluse nel 132 con
l’inaugurazione del Santuario.
L’intervento di Adriano si pone
sulla stessa identica linea politica
di quello condotto da Antioco IV.
Adriano, proprio come il sovrano
siriano, favorì il culto di Zeus con
il fine di creare maggiore coesione
tra le varie popolazioni greche (Graindor
1973, p. 212).
Una testimonianza del tempio di Zeus
ci giunge da Pausania che riferisce
che il tempio e la statua
crisoelefantina (replicava l’aspetto
teorico di Zeus) posta al suo
interno erano dedicati
all’imperatore Adriano. Pausania
descrive in dettaglio anche le altre
statue presenti nel santuario. Nel
santuario erano presenti tre serie
di statue: quattro, due in marmo
tasio e due in granito, ed erano
collocate prima dello “ieron”;
le altre in bronzo raffiguravano la
personificazione delle città della
Grecia, mentre le rimanenti
rappresentavano l’imperatore
Adriano.
Per comprendere la politica adrianea
dell’edificazione degli
olympieia
è necessaria una contestualizzazione
storica. Questi santuari erano in
primis luoghi di riunioni sia
religiose che politiche. Ad esempio
i santuari di Cizico e di Efeso sono
emblematici di ciò: il primo è sede
del Koinon d’Asia; il secondo
dei giochi penteterici (Giudice
2008, p. 16).
La politica perseguita da Adriano fu
di contenimento e rafforzamento dei
confini, perciò in alcuni casi si
preferì abbandonare alcuni territori
in preda a continue rivolte. Adriano
inoltre si vuole presentare alle
province come colui che rispetta la
loro cultura e la loro religione,
inoltre vuole far sentire la sua
presenza nel territorio, ciò
giustifica i suoi lunghi soggiorni
nelle province.
L’imperatore vuole creare anche una
koinè culturale e religiosa,
e alla base di questo progetto vi
sono proprio i santuari fondati da
Adriano. Per quanto concerne quelli
greci, gli olympieia,
l’obiettivo è proprio quello di
unificare la grecità e il culto di
Zeus come culto maggioritario in
tutta la penisola. A tal fine
l’imperatore favorì anche la nascita
di un sinodo ad Atene consacrato
proprio a Zeus. Dunque, quella di
Adriano fu una ben architettata
operazione di propaganda politica, a
livello di quelle perpetuate da
Augusto.
Riferimenti bibliografici:
R. Bianchi Bandinelli, Roma.
L’arte romana nel centro del potere,
Bur, Milano 2014.
G. Clemente, Guida alla storia di
Roma, Mondadori, Milano 2011.
A. Giudice, Gli Olympieia come
manifestazione della politica
adrianea: riflessioni sulla loro
funzione, Grin, 2008.
P. Graindor, Athènes sous Hadrien,
Arno press, New York 1973.
D. Musti, Storia greca. Linee di
sviluppo dall’età micenea all’età
romana, Bari, Laterza, 2017.
Svetonio, Vita dei Cesari,
introduzione di Settimio Lanciotti,
traduzione di Felice Dessì, Bur
Rizzoli, Milano 2016.