N. 114 - Giugno 2017
(CXLV)
Addio
a
Manuel
Noriega
Una
vita
per
il
potere
di Gian Marco Boellisi
Lo
scorso
29
maggio
si è
spento
all’Ospedale
Santo
Tomas
di
Panama
City
Manuel
Noriega,
ex-dittatore
panamense
nonché
una
delle
personalità
più
controverse
e
ambigue
nella
seconda
metà
del
secolo
scorso.
Molti
sono
stati
i
"ruoli"
ricoperti
da
Noriega
all’interno
dell’enorme
calderone
della
politica
continentale
americana:
da
informatore
C.I.A.
a
trafficante
di
armi,
da
dittatore
anti-comunista
a
trafficante
di
droga
e
infine
a prigioniero
di
guerra.
Questo
ci
fa
capire
quanto
sia
stato
un
personaggio
camaleontico
e di
come
proprio
questa
sua
capacità
sia
riuscite
a
fargli
mantenere
il
potere.
Eppure
anch’egli,
come
la
maggior
parte
degli
uomini
di
potere,
peccò
di
superbia,
credendo
che
i
suoi
innumerevoli
traffici
non
destassero
l’attenzione
dei
propri
vicini.
Il
potere
di
Noriega
si
concluse
così
quando
gli
Stati
Uniti
invasero
Panama
nel
1989,
ponendo
fine
alla
sua
lunga
e
ingloriosa
dittatura.
Per
capire
un
personaggio
così
complesso
bisogna
però partire
dalle
sue
origini
e
analizzare
a
fondo
il
percorso
che
lo
portò
al
potere.
Manuel
Antonio
Noriega
Moreno
nacque
a
Panama
City
l’11
febbraio
1934
da
una
famiglia
di
umili
origini.
Nonostante
ciò,
ottenne
un’istruzione
discreta
presso
una
nota
scuola
superiore
del
posto
per
poi
intraprendere
la
carriera
militare,
durante
la
quale iniziò
a
fare
le
conoscenze
di
personaggi
che
lo
aiuteranno
nella
sua
corsa
al
potere.
Studiò
per
un
periodo
alla
scuola
militare
Chorrillos
a
Lima,
Perù,
e si
recò
anche
numerose
volte
negli
Stati
Uniti
per
lo
stesso
motivo.
Nel
1967
entrò
nella
Guardia
Nazionale,
per
poi
essere
promosso
nel
1968
al
grado
di
tenente.
Fu
quindi posto
di
stanza
a
Colón,
dove
fece
la
conoscenza
di
Omar Torrijos,
che
in
quello
stesso
anno
ordì un
colpo
di Stato
contro
l’allora
presidente
Arnulfo
Arias.
Noriega
non
si
fece
scappare
l’occasione
e
supportò
Torrijos,
nonostante
anni
dopo
negherà
queste
sue
azioni.
Venne
così
immediatamente
promosso
colonnello
e
capo
della
polizia
segreta
panamense.
Negli
anni
seguenti
agì
senza
scrupoli
nei
confronti
degli
oppositori
politici
e
delle
ribellioni
armate
che
presero
copro all’interno
dei
confini
nazionali.
Il
regime
di
Torrijos
continuò
fino
al
1981,
quando
questi
morì
in
un
incidente
aereo
in
circostanze
ancora
oggi
non
del
tutto
chiare.
Dopodiché
Noriega
combatté
per
due
anni
aspre
lotte
di
potere
per
il
controllo
del
paese,
finché
nel
1983 uscì
vittorioso
ottenendo
la
nomina
a
generale
e
controllando,
de
facto,
il
potere
all’interno
del
sistema
statale
panamense.
Quale capo
dell’intelligence,
continuò
inoltre a
mantenere
il
pugno
di
ferro
sui
suoi
oppositori
politici
e
chiunque
gli
si
parasse
davanti.
Per
quanto
possa
sembrare
che
Noriega
sia
arrivato
ai
vertici
del
potere
con
le
sue
forze,
ciò
non
corrisponde
alla
verità.
Infatti
molte
dei
suoi
“successi”
politici
e
militari
non
sarebbero
stati
possibili
senza
l’aiuto
di
un
prezioso
alleato:
la
C.I.A.
Da
semplice
informatore
su
libro
paga
dell’Agenzia,
Noriega
strutturò
negli
anni
una
proficua
collaborazione
che
gli
permise di
avere
strumenti
e
fondi
altrimenti
irraggiungibili
per
un
giovane
ufficiale.
Tuttavia
egli
non
ha
solo
ricevuto
aiuto
a
fondo
perduto.
Negli
anni
sono
innumerevoli
gli
esempi
di
"favori"
fatti
all’agenzia
da
Noriega:
la
costruzione
di
stazioni
di
ascolto
della
C.I.A.
a
Panama,
il
traffico
di
armi
e
droga
per
supportare
i Contras
in
Nicaragua,
l’aiuto
delle
forze
salvadoregne
contro
le
forze
di
sinistra
sono
solo
alcuni
di
innumerevoli
altri
esempi.
Tanto
era
l’aiuto
che
Noriega
dava
agli
Stati
Uniti
che
questi
preferirono
chiudere
un
occhio,
se
non
entrambi,
sui
mastodontici
traffici
di
droga
perpetrati
dal
dittatore nel
corso
degli
anni.
Sarà
proprio
questo,
tuttavia,
uno
dei
motivi
per
cui
gli
Usa decideranno
in
seguito
di
invadere
il
piccolo
Stato
centramericano.
Gli
anni
di
potere
a
Panama
furono
segnati
da
violenze
indicibili
e
farse
politiche
eclatanti,
il
tutto
vidimato
e
approvato
da
Washington.
Nel
1984
si
tennero
per
la
prima
volta
in
16
anni
libere
elezioni,
alle
quali
era
favorito
l’ex
presidente
Arnulfo
Arias.
Noriega
decise
però
di
manipolare
i
risultati,
rendendo
vincitore
l’avversario
di Arias,
Nicolas
Barletta,
per
1713
voti.
Gli
Stati
Uniti
erano
perfettamente
a
conoscenza
degli
eventi,
ma
decisero
di
tacere
poiché
in
quegli
anni
Reagan
aveva
bisogno
di
Noriega
per
rovesciare
i
Sandinisti
in
Nicaragua.
Tuttavia,
col
passare
degli
anni
anche
l’America
si
rese
conto
che
i
metodi
di
Noriega
erano
sempre
più
estremi
e
sempre
meno
"ignorabili".
La
goccia
che
fece
traboccare
il
vaso
furono
le
dimissioni
di
Barletta,
espressamente
ordinate
da
Noriega
stesso
in
seguito
a
dissapori
tra
i
due.
Essendo
stato
Barletta
uno
studente
del
Segretario
degli
Stati
Uniti
George
Shultz,
egli
veniva
considerato
intoccabile
da
parte
di
Washington
e la
sua
defenestrazione
politica
fu
considerata
un
affronto.
In
seguito
a
questo
episodio,
insieme
ad
altri
che
fecero
capire
sempre
più
all’America
di
non
poter
più
sostenere
Noriega,
il
supporto
militare
nonché
i
fondi
statunitensi
cessarono,
ponendo
così
fine
alla
lunga
collaborazione
tra
Noriega
e la
C.I.A.
Nel
1989
si
tennero
nuove
elezioni
a
Panama,
e
Noriega
cercò
di
manipolarle
come
la
volta
precedente.
Questa
volta
però
gli
Stati
Uniti
non
erano
più
compiacenti:
in
seguito
a
proteste,
scontri
di
piazza
e
accuse
di
brogli
tra
le
varie
fazioni
in
corsa
per
la
presidenza,
Noriega
riconobbe
presidente
Francisco
Rodriguez
mentre
gli
Stati
Uniti
riconobbero
Guillermo
Endara.
Mai
come
ora
si
era
verificata
una
rottura
tanto
profonda
tra
Noriega
e
il
governo
di
Washington.
La
politica
tuttavia
non
fu
il
vero
campo
di
scontro
tra
i
due
paesi.
Infatti
era
sempre
più
evidente
che
Noriega
avesse
sì
aiutato
gli
americani
nei
loro
giochi
politici
nei
paesi
limitrofi,
ma
anche
che
avesse
accolto
nei
suoi
confini
altri
servizi
di
intelligence
oltre
a
quelli
statunitensi.
Ancora,
si
dimostrò
fondato
e
comprovato
il
legame
tra
il
governo
di
Panama
e
vari
cartelli
sudamericani
che
importavano
migliaia
di
tonnellate
di
droga
ogni
anno
negli
Usa,
tra
i
quali
il
famigerato
cartello
di
Medellin
di
Pablo
Escobar.
Tutto
ciò
portò
a
un'escalation
tra
i
due
paesi
che
condusse
a
sua
volta
a
uno
scontro
tra
truppe
panamensi
e
truppe
americane
in
cui
un
marine
rimase
ucciso.
L'episodio
fu
visto
dall’allora
presidente
George
H. W.
Bush
come
un
casus
belli
perfetto
per
estirpare la
spina
nel
fianco
che
ormai
Noriega
rappresentava.
L’invasione
di
Panama
iniziò
il
20 dicembre
1989
ed
ebbe
un
obiettivo
soltanto:
la
rimozione
di
Noriega
dai
vertici
dello
stato.
Il
conflitto
costò
circa
200
vite
umane
e
non
ebbe
una
durata
eccessivamente
lunga.
Infatti
il 3
Gennaio
1990
Manuel
Noriega
venne
catturato
come
prigioniero
di
guerra
e
condotto
negli
Stati
Uniti
per
essere
sottoposto
a
processo.
Nell’Aprile
1992
iniziò
il
processo
a
Miami
con
traffico
di
droga,
racket
e
riciclaggio
come
capi
d’imputazione
principali.
Come
linea
difensiva
Noriega
scelse
una
via
del
tutto
inconsueta, affermando
che
tutti
i
crimini
di
cui
era
imputato
non
erano
altro
che
il
risultato
degli
incarichi
affidatigli
dalla
C.I.A.,
dalla
quale
avrebbe
ricevuto,
a
sua
detta,
circa
10.000.000
di
dollari.
Ovviamente
il
governo
negò
tali
cifre
e
stabilì
che
tali
prove
non
potevano
essere
usate,
poiché
contro
l’interesse
degli
Stati
Uniti.
Alla
fine
Noriega
fu
condannato
a 30
anni
di
carcere,
ridotti
a 17
per
buona
condotta.
Nel
settembre
2007
la
pena
fu
esaurita,
tuttavia
sia
la
Francia
sia
Panama
chiedevano
l’estradizione
del
leader
per
crimini
commessi
nei
rispettivi
paesi.
Dopo
una
lunga
odissea
presso
la
Corte
Suprema
statunitense
per
bloccare
l’estradizione,
Noriega
fu
mandato
in
Francia
per
affrontare
i
crimini
imputatigli
dal
governo
di
Parigi.
Qui
nel
2010
fu
condannato
a
scontare
altri
7
anni
con
l’accusa
di
riciclaggio,
non
essendogli
peraltro
riconosciuto
lo
status
di
prigioniero
di
guerra.
Ciò
nonostante,
a
seguito
delle
forti
pressioni
del
governo
panamense,
Noriega
fu
nuovamente
estradato
per
affrontare
le
accuse
in
patria
di
violazione
dei
diritti
umani
durante
i
suoi
anni
di
governo.
Qui
passerà
i
suoi
ultimi
anni tra
il
carcere
e
l’ospedale,
vittima
di
un’emorragia
celebrale
nel
2012
che
ne
depaupera
le
forze
rimaste.
In
conclusione,
Manuel
Noriega
è
stato
sicuramente
un
personaggio
controverso,
inserito
in
un
contesto
storico
e
nazionale
in
cui
ha
saputo
sfruttare
ogni
occasione
politica
per
il
proprio
tornaconto,
a
discapito
della
libertà
del
proprio
popolo.
Tuttavia,
va
anche
ricordato
che
egli
fu il
frutto
di
quegli
oscuri
giochi
di
potere
perpetrati
dal
governo
americano
durante
tutto
l’arco
della
Guerra
Fredda
per
tenere
a
bada
i
comunisti
presenti
nel
continente.
Le
ferite
di
tali
azioni
si
stanno
ancora
rimarginando
per
molti
paesi,
e
solamente
negli
anni
a
venire
vedremo
come
questi
ne
usciranno.
Di
certo,
questo
tipo
di
manovre,
ovvero
pagare
il
dittatore
di
turno
per
poi
rovesciarlo
militarmente
una
volta
divenuto
scomodo,
è un
errore
dal
quale
gli
Stati
Uniti
sembrano
non
riuscire,
o
non
volere,
imparare
alcunché.