N. 91 - Luglio 2015
(CXXII)
Abraham Lincoln e l'intolleranza made in italy
A PROPOSITO DI DIRITTI CIVILI
di Cristian Usai
Il
presente
lavoro
intende
rispondere
alle
seguenti
domande:
chi
fu
Abraham
Lincoln
e
qual
è la
sua
eredità
politica
e
ideale?
I
suoi
ideali
sono
attuali
nell’Italia
di
oggi
in
tema
di
riconoscimento
dei
diritti
civili
alle
persone
omosessuali;
in
altre
parole,
si
potrebbero
applicare
alle
battaglie
per
la
conquista
di
tali
diritti?
L’ipotesi
alla
quale
si è
voluta
dare
conferma
è
che
Lincoln
ha
lasciato
in
eredità
al
popolo
degli
USA
e
non
solo,
la
consapevolezza
che
nessuna
forma
mentis,
per
quanto
endemica,
risulta
insostituibile.
La
necessità
di
usare
lungimiranza
nell’attività
politica,
indipendentemente
dal
tempo
necessario
per
raggiungere
gli
obiettivi
finali.
Infine
che
ci
sarebbe
bisogno
di
una
scelta
politica,
da
parte
della
classe
dirigente
italiana,
come
quella
operata
da
Lincoln
contro
la
schiavitù,
per
vedere
finalmente
riconosciuti
alle
persone
omosessuali,
alcuni
diritti
cui
esse
anelano
da
tempo
nel
nostro
paese.
Il
tema
in
argomento
non
è
stato
finora
trattato
dalla
comunità
accademica.
Esistono
alcune
pubblicazioni
circa
il
rapporto
tra
la
figura
di
Lincoln,
gli
USA
e
l’Europa.
Trattasi
prevalentemente
di
opere
datate.
Chi
scrive
si è
basato
su
un’autorevole
fonte
secondaria,
il
testo
dello
storico
James
McPherson,
fornito
di
una
nutrita
bibliografia
commentata,
Lincoln.
Storia
dell’uomo
che
liberò
gli
Stati
Uniti,
e su
fonti
cronachistiche
e
primarie
consultabili
online.
Lincoln
nacque
in
una
fattoria
di Nolin
Creek,
in Kentucky
il
12
febbraio 1809.
Era
figlio
di
due
contadini
semianalfabeti,
Thomas
Lincoln e
Nancy
Hanks.
Gli
fu
posto
il
nome
Abraham
in
onore
di
suo
nonno
paterno.
Fin
da
piccolo
manifestò
inclinazione
verso
la
cultura
e
questo
lo
porterà
a
scontrarsi
con
suo
padre,
il
quale
era
di
mentalità
materialista.
In
gioventù
si
trasferì
nell’Indiana
e in
seguito
a New
Salem nell’Illinois.
La
sua
aberrazione
alla
schiavitù
derivò
forse
dall’odiata
consuetudine
di
dover
lasciare
ai
genitori,
le
somme
di
denaro
guadagnate
lavorando
prima
dei
ventuno
anni.
Prestò
servizio
come
capitano
nella
Milizia
durante
la Guerra
di
Aquila
Nera.
Successivamente
si
dedicò
all’attività
politica
e ad
alcune
imprese
commerciali.
Nello
stesso
tempo,
ebbe
ottima
reputazione
come avvocato.
Venne
eletto
al Congresso
degli
USA
nel
1846
e
sia
il
periodo
precedente
che
quello
successivo
al
suo
mandato
in
Illinois
fu
molto
importante
per
la
sua
formazione
politica,
tuttavia,
in
tale
periodo
non
diede
ai
suoi
colleghi,
un’immagine
positiva
di
se.
Fino
alle
elezioni
del
1846
frequentò
occasionalmente
la
Prima
Chiesa
Presbiteriana
di
Springfield,
alla
quale
si
unì
in
seguito
la
moglie
Mary
Todd.
Si
espresse
contro
la guerra
con
il
Messico,
definendola
una
semplice
ricerca
di
gloria
da
parte
dei
militari
Al
termine
del
mandato,
si
dedicò
unicamente
alla
carriera
di
avvocato.
Lincoln,
all’inizio
della
sua
carriera
forense,
girò
molto
prima
di
stabilirsi
nella
cittadina
di Springfield,
in Illinois.
Qui
dimostrò
subito
le
proprie
doti
oratorie,
a
tal
punto
che
i
processi
cui
egli
partecipava
richiamavano
tanta
gente
per
ascoltarlo.
Il Kansas-Nebraska
Act del 1854,
con
il
quale
i
suddetti
stati
entrarono
a
far
parte
dell’Unione,
annullò
i
limiti
alla
diffusione
della
schiavitù
che
erano
parte
del Compromesso
del
Missouri del 1820,
dunque
legittimò
la
pratica
schiavista
nei
territori
del
Kansas
e
del
Nebraska.
Criticando
il
Kansas-Nebraska
Act,
acquistò
popolarità.
Durante
la
sua
campagna
per
il
Senato
del
1858
Lincoln
ebbe
accesi
scontri
contro
Stephen
A
Douglas
su
una
serie
di
problematiche
che
avrebbero
portato
la
Nazione
a
dividersi.
Tali
questioni
anticiparono
le
elezioni
presidenziali
del 1860,
in
cui
Douglas
e
Lincoln
erano
nuovamente
in
corsa.
In
questo
periodo
la
posizione
di
Lincoln
circa
l’uguaglianza
tra
bianchi
e
neri
ebbe
origine
da
un
compromesso.
Egli
non
parlò,
infatti,
di
uguaglianza
in
assoluto,
ma
di
abolizione
della
schiavitù
e
uguaglianza
di
fronte
alla
legge.
Il 6
novembre 1860 Lincoln
venne
eletto
sedicesimo Presidente
degli
Stati
Uniti
d’America,
il
primo repubblicano a
raggiungere
tale
carica.
Come
risposta
all’elezione
di
Lincoln,
11
Stati
del
Sud
dichiararono
la
propria
secessione e
fondarono
la
Confederazione
degli
Stati
d’America.
Tra
il
12
aprile 1861 e
il 9
aprile
1865
gli Stati
Uniti
d’America e
gli Stati
Confederati
d’America combatterono
un
sanguinoso
conflitto
noto
come
Guerra
di
secessione.
Dopo
quattro
anni
di
combattimenti
la
Confederazione
si
arrese
e la
schiavitù
fu
abolita.
Le
ragioni
che
causarono
la
guerra
furono
in
parte
risolte
nella
cosiddetta era
della
ricostruzione.
La
posizione
di
Lincoln
circa
la
liberazione
dalla
schiavitù
dei
neri,
non
è
stata
ancora
del
tutto
chiarita.
Essa
lascia
intendere
che
egli
temesse
di
schierarsi
contro
tale
pratica
in
maniera
netta
e
decisa,
per
ragioni
puramente
politiche
e
non
perché
in
fondo
fosse
razzista.
D’altro
canto
con
quest’atteggiamento
prudenziale,
unito
a
quello
di
un
altro
importante
esponente
del
Partito
Repubblicano,
Thaddeus
Stevens,
riuscì
a
portare
il
Congresso
all’approvazione
del
tredicesimo
emendamento.
Lincoln
espose
la
sua
posizione
in
maniera
chiara
in
una
lettera
a Horace
Greeley
del
22
agosto 1862.
«[…]
Il
mio
obiettivo
supremo
in
questa
battaglia
è di
salvare
l’Unione,
e
non
se
porre
fine
o
salvare
la
schiavitù.
Se
potessi
salvare
l’Unione
senza
liberare
nessuno
schiavo,
io
lo
farei;
e se
potessi
salvarla
liberando
tutti
gli
schiavi,
io
lo
farei;
e se
potessi
salvarla
liberando
alcuni
e
lasciandone
altri
soli,
io
lo
farei
anche
in
questo
caso.
Quello
che
faccio
al
riguardo
della
schiavitù
e
della
razza
di
colore,
lo
faccio
perché
credo
che
aiuti
a
salvare
l’Unione;
e
ciò
che
evito
di
fare,
lo
evito
perché
non
credo
possa
aiutare
a
salvare
l’Unione.
Dovrò
fermarmi
ogni
volta
che
crederò
di
star
facendo
qualcosa
che
rechi
danno
alla
causa,
e
dovrò
impegnarmi
di
più
ogni
volta
che
crederò
che
fare
di
più
rechi
giovamento
alla
causa.
Dovrò
provare
a
correggere
gli
errori
quando
dimostreranno
d’essere
errori;
e
dovrò
adottare
nuove
vedute
non
appena
mostreranno
di
essere
vedute
corrette».
Tuttavia,
al
momento
della
stesura
di
questa
lettera,
Lincoln
si
stava
avviando
verso
la
promulgazione
del
Proclama
di
emancipazione. Tale
importante
documento
avrebbe
in
seguito
portato
alla
liberazione
di
circa
quattro
milioni
di
schiavi
e
provocato
un
danno
enorme
all’economica
degli
stati
del
sud.
Il
Proclama
di
emancipazione
pose
non
pochi
problemi
di
natura
costituzionale
ed
era
destinato
a
restare
in
vigore
non
oltre
la
fine
della
guerra.
Ecco
allora
che
era
necessario
emendare
nella
Costituzione,
la
fine
della
schiavitù.
Lincoln
era
disposto
a
qualunque
compromesso
pur
di
far
approvare
il
tredicesimo
emendamento,
financo
corrompere
i
rappresentanti
democratici
che
ebbero
perso
il
seggio
al
Congresso
nelle
elezioni
del
novembre
1864.
Come
esposto
da
McPherson
nell’opera
citata,
il
pensiero
di
Lincoln
circa
l’uguaglianza
tra
gli
uomini,
indipendentemente
dalla
razza,
era
il
seguente:
tutti
gli
uomini
sono
uguali
davanti
a
Dio
(si
pensi
all’episodio
citato
a p.
94
dello
schiavo
liberato
che
si
inginocchia
davanti
al
Presidente).
Il
che
sta
significando
che
tutti
gli
uomini
devono
avere
pari
diritti.
Per
comprendere
se
questo
pensiero
è
attuale
nell’Italia
di
oggi
in
tema
di
riconoscimento
dei
diritti
civili
alle
persone
omosessuali,
verranno
di
seguito
esposte
brevemente
le
argomentazioni
contro
le
principali
obiezioni
che
si
levano
dai
detrattori
di
tali
diritti,
che
sostanzialmente
rappresentano
un
problema
di
forma
mentis
(come
del
resto
era
rappresentato
dall’avversione
verso
l’uguaglianza
tra
bianchi
e
neri
ai
tempi
di
Lincol)
poiché
prive
di
qualunque
fondamento
scientifico.
1.
L’omosessualità
è
una
malattia.
Anzitutto
è
fondamentale
chiarire
che
la
scienza
non
ha
mai
dimostrato
che
fosse
una
malattia.
Nel
1952
fu
pubblicato
per
la
prima
volta
il
DSM
e in
tale
data,
l’omosessualità
fu
inserita
tra
i
disturbi
mentali
dalla
più
importante
associazione
psichiatrica
al
mondo,
la
American
Psychiatric
Association.
Fu
considerata
malattia
solamente
fino
al
1973
allorquando
fu
eliminata
dalla
lista
dei
disturbi
mentali
a
seguito
della
demolizione
completa
degli
strumenti
di
ricerca
usati
sino
a
quel
momento
dalla
psicologia
e
dalla
psichiatria
per
provare
che
gli
omosessuali
fossero
ipso
facto
malati.
La
celebre
psicologa
statunitense
Evelyn
Hooker autrice
dello
studio, The
adjustment
of
the
male
overt
homosexual (L’adattamento
psicologico
del
maschio
omosessuale
dichiarato)
del
1957,
somministrò
test
psicologici
a
gruppi
di omosessuali ed eterosessuali,
domandando
poi
ad
esperti
del
settore,
di
individuare
la
differenza
tra
soggetti
omosessuali
ed
eterosessuali,
basandosi
esclusivamente
sui
risultati
del
test.
Gli
esperti
non
riuscirono
a
individuare
le
persone
omosessuali
in
percentuale
statisticamente
rilevante
rispetto
al
caso.
L’esperimento,
smentì
la
psicologia
e la
psichiatria
dell’epoca,
che
classificavano
l’omosessualità come
“malattia
mentale”.
La
ricerca
della
Hooker
mostrò
quale
fosse
l’errore
di
gran
parte
dei
ricercatori
dell’epoca,
che
analizzavano
unicamente
gli
omosessuali
psicologicamente
disturbati,
che
si
rivolgevano
a
loro
per
averne
un
aiuto.
I
risultati
di
questo
studio
furono
analizzati
da
ripetute
verifiche
indipendenti
che
ne
confermarono
l’attendibilità,
consacrandone
il
carattere
rivoluzionario.
Per
tal
motivo
nel 1973 la American
Psychiatric
Association cancellò
l’omosessualità
dalla
lista
delle
malattie
mentali.
Questa
decisione
fu
seguita
dalle
associazioni
del
settore
di
tutto
il
mondo,
comprese
quelle
italiane.
2.
Le
nozze
gay
sono
un
errore
e
rappresentano
un
rischio
per
gli
eventuali
figli
affidati
alle
coppie
gay.
L’American
Family
Therapy
Academy,
in
un
comunicato
ufficiale
del
2004
sostenne:
“[…]
“il
diritto
per
partner
dello
stesso
sesso
di
sposarsi
perché
tutte
le
ricerche
credibili
e
l’esperienza
clinica
su
questo
argomento
suggeriscono
che
l’accesso
al
matrimonio
civile
per
consessuali
sia
nel
migliore
interesse
per
la
salute
mentale
dei
genitori
e
dei
bambini
che
stanno
crescendo,
e di
conseguenza
per
tutta
la
società
[…]”.
3.
La
lobby
gay
intende
imporre
corsi
di
masturbazione
ai
bambini
nella
fascia
di
età
tra
i 0
e i
4
anni.
Non
è
dato
sapere
cosa
sia
codesta
lobby
gay,
in
ogni
caso,
non
esiste
alcuna
prova
dell’esistenza
di
un
tale
gruppo
di
pressione.
I
detrattori
dei
diritti
degli
omosessuali,
probabilmente,
fanno
riferimento
agli
Standard
per
l’educazione
sessuale
in
Europa
(progetto
lanciato
dall’Ufficio
Regionale
per
l’Europa
della WHO
con
l’apporto
del
Centro
Federale
per
l’Educazione
alla
Salute
di
Colonia)
scienziati
provenienti
da
varie
parti
dell’Europa
Occidentale,
dopo
18
mesi
di
lavoro,
hanno
redatto
quest’importante
documento,
sul
quale
a p.
7 si
afferma:
“e
che
si
auspica
possano
costituire
delle
linee
guida
per
gli
Stati
nazionali
ai
fini
dell’introduzione
dell’educazione
sessuale
olistica”.
A p.
15
del
sopra
citato
documento,
viene
fornita
una
spiegazione
di
cosa
sia
l’educazione
sessuale
olistica,
individuando
tre
programmi:
a.
programmi
che
si
focalizzano
principalmente
o
esclusivamente
sull’astinenza
dai
rapporti
sessuali
prematrimoniali,
conosciuti
come
programmi
“how
to
say
no”
(“come
dire
no”)
o
“abstinence
only”
(“solo
astinenza”)
(Tipo
1);
b.
programmi
che
comprendono
l’astinenza
come
una
scelta
possibile
ma
dedicano
anche
attenzione
alla
contraccezione
e
alle
pratiche
sessuali
sicure.
Tali
programmi
sono
spesso
indicati
come
“educazione
sessuale
estensiva”
rispetto
all’educazione
sessuale
“solo
astinenza”
(Tipo
2);
c.
programmi
che
comprendono
gli
elementi
del
programma
di
tipo
2 ma
li
collocano
nella
più
ampia
prospettiva
della
crescita
e
dell’evoluzione
personale.
Nel
presente
documento
tali
programmi
vengono
indicati
come
“educazione
sessuale
olistica”(Tipo
3)
Nel
suddetto
documento,
non
si
parla
in
nessun
caso
di
corsi
di
masturbazione
ai
bambini
di
qualunque
fascia
di
età.
Circa
quelli
della
fascia
d’età
0-4
anni,
nelle
pp.
24-25,
si
sostiene
che
essi
devono
apprendere
l’atteggiamento
di
“rispetto
per
l’equità
di
genere”.
Il
fine
di
tale
metodo
educativo
è
l’acquisizione
del
principio
che
maschi
e
femmine
hanno
pari
valore.
Si
ritiene,
che
l’Italia
odierna
avrebbe
bisogno
di
uomini
politici
come
Abraham
Lincoln,
capaci
di
comprendere
i
limiti
dell’uomo
contemporaneo
e
travalicarli,
lasciando
alle
generazioni
future,
un
paese
all’avanguardia,
fondato
sui
diritti
universali.
La
società
dell’America
di
Lincoln
non
è
diversa
da
quella
italiana
odierna.
Nel
nostro
paese
è in
corso
un
dibattito
sul
riconoscimento
di
alcuni
diritti
alle
coppie
omosessuali,
tra
cui
il
matrimonio
e il
diritto
di
adozione.
Sovente,
forti
ostacoli
a
questo
riconoscimento,
provengono
dal
mondo
cattolico
il
quale
dovrebbe
considerare
la
possibilità
di
modificare
la
propria
forma
mentis,
che
essenzialmente
è
analoga
a
quella
della
società
alla
quale
Lincoln,
a
fatica,
riusciva
a
far
accettare
il
concetto
di
uguaglianza
tra
bianchi
e
neri.
Sarebbe
anche
necessario
un
nuovo
atteggiamento
nei
confronti
delle
evidenze
scientifiche.
In
breve,
il
mondo
cattolico,
non
dovrebbe
ripetere
nei
confronti
degli
omosessuali,
l’errore
commesso
con
Galileo
Galilei
a
cui
la
storia
ha
poi
dato
ragione.
Chi
fu
dunque
Abraham
Lincoln
e
qual
è la
sua
eredità
politica
e
ideale?
Un
americano
che
più
di
chiunque
altro
è
passato
alla
storia,
dimostrando
che
la
forma
mentis
di
un
popolo
è
comunque
un
fatto
umano,
dunque
come
tale
ha
un
inizio,
e
deve
in
taluni
casi
avere
una
fine.
Lincoln
è
passato
alla
storia
per
l’approvazione
del
tredicesimo
emendamento
alla
Costituzione
americana
e le
ragioni
di
fondo
di
tale
epocale
riforma,
hanno
fatto
scuola
in
tutto
il
mondo.
Nel
2013
Barack
Obama,
celebrando
il
centocinquantesimo
anniversario
del
discorso
di
Gettysburg,
ha
affermato
che
la
lotta
per
i
diritti
delle
persone
gay
e
lesbiche
è la
naturale
prosecuzione
del
celebre
discorso
di
quel
presidente
che
da
molti
è
considerato
un
martire
se
non
un
santo.
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sanitarie,
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(consultato
in
data
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Disponibile
all’indirizzo
http://www.aispa.it.
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“Journal
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storia
dell’uomo
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gli
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