N. 7 - Dicembre 2005
I TRIUMVIRI MONETALI
Dalla repubblica
all'impero - Parte III
di
Sabrina Corarze
Monetali della tarda Repubblica
Le
condizioni normali prevalsero nella zecca romana tra
la Guerra Sociale (91 - 89 a.C.) e lo scoppio della
Guerra Civile (49 a.C.).
Durante l’intervallo di tempo che intercorre tra
questi due eventi, conosciamo i nomi di 59 monetali
ordinari, che provvidero in media a due emissioni
all’anno.
In
questo periodo si fa sempre più stretto il legame fra
vita politica e tipi monetali.
L’indebolimento del potere centrale ed il moltiplcarsi
delle emissioni fornisce ai contendenti uno strumento
di organizzazione del consenso, non solo nell’elemento
tipologico della moneta, ma anche in quello economico.
Accrescimento dei monetali sotto Cesare
Nel 44 a.C. Cesare portò il numero dei monetali da tre
a quattro (essi verranno identificati con la sigla
IIII VIRI , quatuorviri appunto):
minorum etiam magistratuum numerum ampliavit
“aumentò anche il numero dei magistrati minori”
(Svet.
Caes. 41).
Essi batterono separatamente moneta con i loro nomi
solo durante il primo anno della loro costituzione.
Successivamente, fino al 36 a.C., la zecca tornò alla
sua precedente condizione (le monete anno per anno
ricordano i nomi di solo due o tre funzionari).
Nel 43 a.C. il Senato conferì ai monetali ordinari il
diritto di battere e porre i loro nomi sulle monete
d’oro come in quelle d’argento.
Nelle emissioni dovute allo stesso Cesare compare, per
la prima volta nella moneta romana, il più elementare
strumento di diffusione del consenso: il ritratto di
colui che emette e garantisce la moneta, nella sua
qualità di detentore del potere.
Subito dopo la sua morte il Senato conferì il servizio
ai monetali ordinari, alcuni dei quali commemorarono
la circostanza iscrivendo sulle loro monete la
leggenda IIII VIR A.P.F. (QUATUORVIRI AURO PUBLICO
FERIUNDO).
Triumvirato della zecca restaurata
Le
riforme attuate dal Senato alla morte di Cesare non
furono durevoli. Nel 36 a.C. i nomi dei monetali
scomparvero, e la coniazione dell’oro e dell’argento
passò sotto la diretta autorità di Ottaviano. Questo
privilegio gli fu concesso mediante un decreto del
Senato, probabilmente al tempo della battaglia di
Naulochus o poco dopo di essa (36 a.C.).
Nessuno scrittore antico parla di questo cambiamento
che imperializza il sistema monetario di Roma. Il
personale della zecca fu nuovamente nominato secondo
le consuete procedure – dopo un’interruzione di vent’anni
–, nel 16 a.C..
La
pratica di iscrivere le coniazioni con i nomi dei
monetali tornò in uso; il numero dei magistrati fu,
come è stato più volte ricordato, ridotto al canonico
numero di tre e, per questo motivo, i monetali
riassunsero il vecchio titolo di III VIRI.
Questa restaurazione fu accompagnata da alcune
riforme:
1)
fu
costituita una circolazione monetaria (una moneta
legale) in bronzo su basi permanenti;
2)
furono nominati di regola due diversi gruppi di
monetali. Un gruppo era nominato direttamente
dall’imperatore per emettere monete d’oro e d’argento,
l’altro dal Senato per il bronzo. Da tale divisione
ebbero origine due diversi stabilimenti, denominati
l’uno “Officina Monetale Imperatoria”, collocata nei
pressi del Colosseo, e l’altro “Officina Monetale
Senatoria”, rimasta probabilmente sul Campidoglio.
Le
monete imperiali e quelle senatoriali non venivano
necessariamente emesse contemporaneamente. Le ultime
testimonianze monetali che possediamo sulla
magistratura dei tresviri risalgono al 3 a.C.
L’istituzione dei III VIRI non fu però abolita; ce ne
forniscono una prova le iscrizioni che ne attestano
l’esistenza fino alla metà del III secolo d.C.
Dato che al Senato rimase il solo controllo sulla
coniazione del bronzo, è possibile che le loro
funzioni sotto l’Impero non si estendessero oltre la
supervisione di quella sezione della coniazione. Altra
ipotesi è che in età imperiale la carica fosse solo
onorifica. Oro e argento, esclusivamente imperiali, in
futuro passeranno sotto il controllo di procuratori
imperiali, che avranno il titolo di curatores o
procuratores monetae.
FORMULE UTILIZZATE NELLE EPIGRAFI PER INDICARE I
MAGISTRATI MONETALI |
(A) |
III VIR(O) AAA FF1
III VIRO AVR ARG FLANDO2 |
III VIRO MONET3
III VIR(O) MONETALI(S)4 |
III VIR MONET AAA FF5
III VIR(O) MONETALI AAAFF6
TREVIRO MONETALI AAAFF7 |
(B) |
III VIRO AD MONETAM8
III VIR K AAA FFF9 |
TRIUMVIR KAPIT AAA FFF10 |
(C) |
TRIUMVIRO AAAFF11
TRIUMVIRO AURO ARGENTO AERE FF12
TRIUMVIR AERE ARGENTO AURO FLANDO FERIUNDO13 |
TRIUMVIRO MONETALI(S)14 |
TRIUMVIRO MONETALI AAAFF15 |
|
1) CIL II 4121; III 1459; 6074; V2819; VI 1360,
1421, 1577; IX 39, 1122, 2215, 2456, 3153, 3154;
XIV 3607, 3608, 4237, 4240, 4242; XI 3098; V
5810; [X 5579], 6658; 6661; 2) CIL III 14.148;
3) CIL VI 31.717; 4) CIL II 4509; V 4347; XIV
3599; 5) CIL V 1812; 1365 VI; 6) CIL II 4511a,
4511b; III 6812;VI 1422; VI 31740; XIV 3600; 7)
CIL II 4511; III 289; VI 1540; 8) CIL II 4609;
9) CIL VI 1455; 10) CIL VI 1456; 11) CIL III
2732; XI 3365; VIII 23.831; 12) CIL V 865; 13)
CIL 6076; 14) CIL XIV 3593; 3993; 15) CIL II
4511; III 289; VI 1540; X 3724; 3850 [CIL VI
1339 TRIUMVIRUM......] |
TAV 1
Nella parte superiore della tavola sono riportate
tutte le formule che, all’interno del CIL (Corpus
Iscriptionum Latinarum ) ci nominano i
TRESVIRI. Le formule riportate sulla sinistra quelle
in cui compare la sola esemplificazione AAAFF (ovvero
Aere Argento Auro Flando
Feriundo), mentre sulla destra si possono
leggere quelle in cui l’abbreviazione III VIR (o VIRO:
le lettere tra parentesi indicano infatti l’eventuale
variante che alcune epigrafi riportano) è seguita
dall’aggettivo “monetale”. Le formule epigrafiche
sono riportate in modo tale da far si che la prima sia
la forma più abbreviata e le seguenti risultino via
via chiarificatorie (basti per esempio far riferimento
alle prime due epigrafi sulla sinistra in cui la prima
IIIVIR(O) AAAFF trova uno scioglimento parziale delle
sue abbreviazioni in IIIVIR(O) AVR ARG FLANDO. I primi
due gruppi di epigrafi vengono poi raccordati: nelle
epigrafi 5-6-7 possiamo infatti trovare le due formule
collegate, vi è cioè una coesistenza dell’aggettivo
monetale e della sigla AAAFF. Nell’epigrafe 7 è da
notare lo scioglimento della sigla IIIVIRO in TREVIRO:
Nel gruppo centrale di formule troviamo tre casi
isolati all’interno del CIL. Nell’epigrafe 10 è da
notare lo scioglimento dell’abbreviazione K della
formula precedente (in entrambe le forme si può
inoltre constatare l’anomalia delle tre F al posto
delle normali due).
Nell’ultimo gruppo, invece che con TRESVIR, il
magistrato è indicato con il termine TRIUMVIR (è
interessante notare come la forma si trovi attestata
anche nelle fonti letterarie meno antiche, per esempio
in Cicerone (pro Font., 5) nel quale però le
due forme convivono (s.v. ad Att. e ad fam.).
Anche in questo caso la formula trova già uno
scioglimento delle abbreviazioni nelle epigrafi stesse
(qui non più parziale ma totale come ci mostra
l’epigrafe 13). La forma che si trova sulla destra, la
numero 14, è l’unica che riporta il termine triumviro
affiancatodall’aggettivo monetale piuttosto che dalla
ormai nota sigla. L’ultima iscrizione trova invece
affiancata la sigla e l’aggettivo.
Nelle note sono in fine riportate le fonti, le
epigrafi del Corpus dalla cui consultazione è stata
tratta la tavola ora illustrata.
Riferimenti bibliografici:
Autori classici:
CICERONE De legibus III,3,6
Ad familiares VII,13,2
Ad Atticus X,11,5
Pro Fonteius 5
DIONE CASSIO Liv. 25,1,10
LIVIO Epitoche VII
POMPONIO Digesto 1,2,2,30
SVETONIO Caesar 41
Fonti epigrafiche:
CIL:
I, PII APPENDIX NUMMORUM n. 317, 323, 325, 336, 338,
345, 353, 355; I, 1 2a ed. Elogium 33; II 4121,
4509-11; 4609; III 289-91, (6810-12, 6818), 1459,
2732, 6074, 6076, 14.148; V 865, 1812, 2819, 4347; VI
1339, 1360, 1365, 1421-22, 1455, 1456, 1540, 1577,
31717, 31740, 32412; VIII 11.338, 23831; IX 39, 1122,
2215, 2456, 3153, 3154; X 1259, 3724, 3830, 5579,
6658, 6661; XI 3098, 3365; XIV 2501, 3593; 3599, 3600,
3607, 3608, 3993, 4237, 4240, 4242
DESSAU 1155
AD RES ROM.
PERT. IV 960
Autori moderni:
E.
Babelon, voce Triumviri monetali in
Enciclopedia italiana
E. Babelon, Monneis de la republique romaine,
Parigi 1885
G.
Belloni, La moneta romana, Firenze 1993
G. Belloni, Le monete romane dell’età repubblicana,
Milano 1960
G.
Belloni, La moneta romana: società, politica,
cultura, NIS
L.
Breglia, Numismatica antica, Milano 1964
L.
Breglia, La prima fase della coniazione romana
dell’argento a Roma, Roma 1952
M.H. Crawford, Roman repubblican coniage,
Cambridge
1974
E.
Ercolani Cocchi, Metodi della ricerca numismatica
della prima monetazione imperiale, Bologna 1978
H.A. Grueber, Coins of the roman repubblic in the
British Museum, London 1910
K. Pink, Special coinages under the triumviri
monetales in Essays in roman coinage presented to
Harold Mattingly, Oxford 1956 |