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> Storia Antica

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N. 6 - Novembre 2005

I TRIUMVIRI MONETALI

I Triumvirati – Parte II

di Sabrina Corarze

 

Istituzione della magistratura.

 

La data precisa della costituzione di questa magistratura, nella sua struttura finale e completa, è incerta. Essa era probabilmente in graduale evoluzione:

 

Constituti sunt eodem tempore et quattuorviri qui curam viarum agerent,  et triumviri monetales aeris argenti auri flatores,  et triumviri capitales qui carceris haberent (...).       

 

“Allo stesso tempo furono istituiti i quattorviri per la cura delle strade, ed i triumviri monetali per la fabbricazione delle monete di bronzo, argento e oro, e, inoltre, i triumviri capitali per la custodia del carcere (...).“ [POMPONIO, Dig. 1, 2, 2, 30]

 

Se mettiamo tali notizie in relazione con un una affermazione che troviamo in Livio (Epitoche XI), in cui lo storico afferma che i triumviri capitales di cui ci parla Pomponio furono nominati per la prima volta nel 289 a.C., ricaviamo un importante indizio per poter datare l’istituzione della magistratura.

Utile in questo caso è analizzare il rapporto che intercorre tra la magistratura dei triumviri monetales e l’emissione, una in oro, l’altra in argento, di due serie romano-campane indicate con il nome di quadrigati, tipiche perché contrassegnate da una effigie bifronte. Il dato importante è che in un denario del triumviro monetale Ti. Veturius, la cui attività è fissata agli inizi del primo secolo a.C., è riprodotta al R/ la scena del sacrificio del porchetto alla presenza di due guerrieri, quale è sulla serie aurea dei quadrigati. Il R/ dell’aureo commemora un trattato che segue ad una vittoria romana, attestata dalla presenza della quadriga di Giove vittorioso, e che è posto sotto la sanzione della divinità. La ripresa della scena sulla moneta del triumviro ci riporta al periodo ed alle vicende delle Guerre Sannitiche, e più precisamente alla Terza che, dopo la decisiva vittoria di Sentino (295) si conclude con la pace del 290 a.C. a Napoli. Si sono inoltre riscontrate delle emissioni alterate che, in alcuni casi, coincidono con le sigle dei magistrati: TAP ed IS nella I metà del III secolo, e XAPI, che è certamente precedente ad essi, con una particolarità che rispecchierebbe dei fenomeni di inflazione, determinata da una fortuita carenza di metallo. Le emissioni TAP compaiono abbinate alle serie più tarde, specie ai quadrigati. Possiamo perciò affermare che nel 289 a.C. Roma attua una coniazione a carattere permanente nei tre metalli, sotto il controllo di un collegio apposito, ed il sistema del quadrigato, con il bronzo urbano, ci da la prima applicazione di questo nuovo ordine di cose. Il centro di emissione dei quadrigati fu, con molta probabilità, Capua.

Sulla datazione però sussistono ancora divergenze; vi è ad esempio chi, a causa del solo termine flatores riportato da Pomponio, ritiene opportuno datare l’istituzione dei monetari verso il 269, quando sarebbe stato emesso per la prima volta il didramma. Altri come il Pink ribassano (secondo la Breglia senza fondati motivi) la creazione della magistratura alla seconda guerra punica. Il Mommsen in proposito afferma:

 

“Eravamo alla fine dell’ ultima guerra punica, quando la Repubblica si stava spingendo verso una oligarchia, quando i monetali iniziarono a fare le loro monete, dapprima con un simbolo o un segno distintivo, poi con il nome dei loro famigliari indicati da un monogramma. I loro nomi propi non appariranno che più tardi, nel 72 a.C., e succesivamente saranno sostituiti da un’ iniziale o una abbreviazione“.

Sotto Augusto la menzione dei tresviri scompare dalle monete: nel 12 a.C. dalle emissioni in oro ed argento e nel 4 a.C. dal bronzo. Il controllo sulle emissioni è dunque direttamente attestato sulla moneta per poco più di un cinquantennio, dal 72 a.C. al 4 a.C., mentre le fonti letterarie ci documentano l’esistenza della magistratura dagli inizi del III sec. a.C. (con Pomponio) fino alla seconda metà del III sec. d.C. (l’ultima menzione pervenutaci risale infatti ad un’iscrizione della metà del secolo).

 

La più antica iscrizione che menziona il triumvirato della zecca è l’elogio di Claudius Pulcher, console nel 92 a.C. con M. Peperna, (CIL vol.1. P1, 2 elogia XXXIII):

 

Elogia Romae ad S. Martini e regione montium MAN

Claudius ap. f.c.m. Pulcher / Q. III VIR

A.A.A.F.F. AED CVR IVDEX - Q - VENEFICIS - PR /

REPETVNDIS - CVRATOR - VIS - STERVNDIS - COS - CVM - M- PEPERNA.

 

In questa iscrizione è detto che Pulcher era un questore, un triumviro della zecca, un curule edile, un giudice. A comprovare la datazione contribuisce il fatto che le uniche monete che riportano il nome di C. Pulcher non possono, per l’evidenza dei luoghi di scoperta, per fabbrica e stile, essere datate prima del 92 a.C.                            

          

D/ testa di Roma. Cerchietto sull’elmo

R/ Vittoria in biga. Sotto C. PVLCHER

 

Cicerone parla di questa magistratura come di un corpo regolarmente costituito, ed è quindi abbastanza possibile che al suo tempo, o ancora prima, i monetali fossero stati inclusi nelle “magistrature minori“, che costituivano i “vigintiviri“, ossia un colleggio straordinario di 20 membri. Esistevano altri collegi di tal genere, per esempio vigintiviri istituiti per eseguire la legge agraria di Cesare (59 a.C.); normalmente si indica però con questo termine il complesso di alcuni collegi magistratuali inferiori, i quali dovevano necessariamente essere rivestiti da chi aspirava alla questura e quindi alla vita politica. In tarda età Repubblicana i vigintiviri erano propiamente 26 e cioè:

1.  III VIRI capitales (sovraintendevano alle prigioni ed alle esecuzioni capitali)

2.  III VIRI aere, argento, auro flando, feriundo (si occupavano della zecca)

3.  X VIRI lititibus iudicandis (per le vertenze in cui era in causa la libertà personale)

4.  IIII VIRI viis in urbe purgandis (per la manutenzione delle strade)

5.   II VIRI viis extra urbem purgandis (per la manutenzione delle strade extraurbane)

6.   IIII praefecti Capuam Cumas (delegati dal pretore ad amministrare la giustizia nelle città campane).

 

Augusto abolì gli ultimi due collegi e i vigintisexviri divennero così vigintiviri. Comparve cioè sulle monete un considerevole numero di simboli, nonchè le prime forme di iniziali.

Probabile è che, quando Roma istituì la sua nuova moneta argentea, constituì al tempo stesso un personale regolare per l’amministrazione della zecca.

 

Quella di triumviro della zecca era, come altre cariche minori, il primo gradino del cursus honorum. A differenza di altre magistrature di simile valore politico però presentava un notevole vantaggio: attraverso rappresentazioni di avvenimenti, monumenti, personaggi, divinità che ricordavano la storia della propria gens o che ne richiamavano il nome, la provenienza o la discendenza, i magistrati monetali potevano trovare nella moneta un valido mezzo di propaganda.

Le monete forniscono alcuni esempi dei monetali innalzati a più alte cariche nel corso di pochi anni, specialmente a quella di questore.

Le testimonianze monetali sono supportate da antichi documenti, letterari o epigrafici, che forniscono importanti informazioni relative all’amministrazione della zecca.

Sulla prima emissione delle monete argentee e sulle coniazioni bronzee del triente standard non ci sono indicazioni che ci aiutino a capire quale doveva essere l’organizzazione della zecca (creata intorno al 268 a.C. circa). Sappiamo però che presto essa passò a quello che il Grueber definisce il “secondo livello”, quello in cui monete bronzee furono ridotte al sestante standard ed iniziarono a riportare dei segni, nella forma di simboli o iniziali (tentativo questo di identificare le cariche della zecca con le loro coniazioni). Le emissioni divennero ben presto frequenti e con rapidità si giunse al “terzo livello”, attraverso la promulgazione della legge Flaminia o Fabia.

 

Prime indicazioni di un triumvirato.

 

Alcuni dei monetali batterono monete in bronzo o argento. In un primo periodo era il bronzo a essere emesso in misura maggiore; le coniazioni in argento e oro erano le meno numerose. Ad eccezione del peso e della tecnica di fabbricazione delle monete, non appaiono segni di connessione tra le più antiche emissioni, così che ignoriamo quale fosse la frequenza e la durata della magistratura (se era annuale, biennale o solo periodica). Dal 196 a.C. circa iniziamo ad avere esemplari che, attraverso la tecnica di realizzazione e la tipologia, ci aiutano a distinguere le successive emissioni.

Esempi sono rintracciabili nelle coniazioni di L. Plautius Hypsaeus, Tampilus e Aurelius;

            

D/ testa di Roma, a d.

R/ Dioscuri a cavallo, a d. sotto Es., entro tavoletta a tre lati, ROMA

 

di L. Coilius, Cn. Calpurnius, e Cn. Domitius. Ancora, durante il periodo che va dal 172 al 151 a.C., simili indicazioni sono nelle emissioni di M. Atilius Saranus, Q. Marcius Libo e L. Sempronio Pitio;

 

D/ testa di Giano, laur. sopra I

R/ prua. Sopra S R A d. I Sotto (R) M(a)

 

 di Atilius Saranus, Pinarius Natta e C. Juventius Talna; di Publio Sulla, L. Saufeius e Pinarius Natta;

 

             

D/ testa di Minerva. Sopra  ( )

R/ prua. Sopra, crescente e . SA A D. Sotto ROM (a)

 

             

D/ testa di Ercole col capo coperto dalla pelle leonina. A s.

R/ prua. Sopra crescente [I]. SA e A d. Sotto ROMA

 

 

e di L. Cupiennius, C. Antestius Labeo e M. Junius Silanus;

 

D/ testa di Roma. A s., testa d’asino. A d. X

R/ Dioscuri a cavallo. Sotto M. IVNI Es., a due tratti R MA

 

Tali monete risalgono al periodo che va dal 150 al 125 a.C. e dal 124 al 103 a.C.; esse ci forniscono una importante testimonianza a riprova del fatto che possa essere esistita già, nel II secolo a.C., una regolare cooperazione fra i singoli magistrati addetti alla coniazione; non siamo però in grado di stabilire se questa collaborazione abbia assunto immediatamente la forma di un triumvirato annuale, o se essa venisse nominata solo occasionalmente per necessità dello Stato.

 

I più antichi triumvirati.

 

La prima attuale testimonianza di un triumvirato della zecca a Roma è nelle coniazioni di M. Caecilius Metellus, Q. Fabius Maximus e C. Servilius, che tennero la carica nel 94 a.C. circa.

 

M. Caecilius Metellus:

D/ testa di Roma. A s. Q.   A d. X

R/ Giove. Sotto (R) OM (A)

 

 

D/ testa di Giove. A s. S

R/ prua. Sopra Q.  A d. S Sotto (Ro) MA

 

C. Servilius:

D/ testa di Roma. Elmo decorato a volute il luogo delle creste consuete. A s., corona, e X sotto R MA

R/ i Dioscuri; si lanciano al galoppo in direzioni opposte ma volgendo il capo l’uno verso l’atro. Es. C.SERVEILI.M.F

 

Qui noi abbiamo tre monetali che usano al D/ lo stesso tipo, la testa di Roma e quella di Apollo, ma al R/ usano tipi diversi. Non ci sono dubbi che si tratti di un triumvirato. Queste emissioni sembrano presupporre che una unione di monetali sia esistita ancora prima.

Nel 124 - 103 a.C. la Camera dei Salii assegnò tre gruppi di coni, indipendenti uno dall’altro, che riportano i nomi di tre monetali. Questi sono:

 

1. M. Calidius, Q. Caecilius Metellus e Cn. Foulvius;

 

            

D/ testa di Roma. A s. R MA A d. X

R/ Vittoria incoronante in biga. Sotto M.CALID Es.  Q

 

2. C. Fabius, L. Roscius e Q. Marcius;

3. Q. Curtius, M. Junius Silanus e Cn. Domitius.

 

Cn Domitius Ahenobarbus, M. Junius Silanus, Q. Curtius:

          

D/ testa d’Ercole, col capo coperto dalla pelle leonina. A s., in alto A d. CN.D MI

R/ clava, fra un arco e la freccia. Su un lato Q.CVRTI Sull’altro M.SILA

 

Q. Curtius, M. Junius Silanus:

           

D/ testa di Roma. A d. X A s. Q.CVRT

R/ Giove, scaglia il fulmine, lo scettro nella d., in quadriga al galoppo. Sopra, litus. Sotto M.SIA Es.R MA.

 

Nei primi due gruppi le coniazioni presentano congiuntamente i nomi di tutti e tre i magistrati (anche se qualche volta l’ordine risulta cambiato). Nel terzo gruppo, invece, due dei monetali emisero moneta congiuntamente, mentre il terzo curò un’emissione separatamente. I nomi di tutti e tre ricorrono insieme nella moneta bronzea.

Un altro gruppo simile di monetali è quello che incontriamo poco più tardi, nell’89 a.C., ma solo in connessione con la moneta locale. In questo caso due dei monetali, Publicious Malleolus e Postumius Albinus, batterono separatamente denarii, ma si unirono con L. Caecilius Metellus in una congiunta emissione di denario, i cui tipi sono assimilati a quelli di Malleolus e Albinus.

           

D/ busto di Diana, drappeggiato, con orecchini e collana; sulla spalla arco e faretra. Sopra, bucranio

R/ figura togata, a s., mette la mano sinistra sopra la testa di un bue davanti ad un’ara circolare accesa. La scena si svolge su un terreno a grosse zolle. Attorno, da s. in alto a d. A. O ST.A.F S.N. B(IN)

             

D/ testa della Hispania, velata, capelli fluenti e scompigliati. A s. HIS AN

R/ figura togata, a s., alza la mano verso un’aquila poggiata su un sostegno piantato al suolo (stendardo?). A d., fascio con la scure. Nel campo A BIN N.S ES.  OST.A.F

          

D/ testa di Roma. A s. berretto di flamine. A d. X

R/ Marte con scudo lancia e un trofeo, in quadriga. Sotto L. OST. B Es. R MA.

 

Le date assegnate a queste coniazioni coincidono con quelle di simile manifattura e stile emesse contemporaneamente dalla zecca romana. Questi gruppi di monete sono di grande importanza, in primo luogo, perché mostrano che in quel periodo era attiva una magistratura monetale, poi perchè suggeriscono una datazione più antica di quella generalmente supposta, ed infine perchè ci testimoniano che le emissioni locali della coniazione furono soggette alle stesse leggi che vigevano nella capitale.

Il più sorprendente gruppo di monete nella coniazione della Repubblica è forse quello apparso nel 92 a.C., durante il censorato di Licinio Crasso e Domizio Enobarbo, i cui nomi appaiono sulle monete insieme a quelli di cinque monetali, alcuni dei quali battono denario con lo stesso tipo di R/, ma con differente D/.

             

D/ testa di Roma. A d. ROMA As. X

R/ Giove con un ramo e il fulmine, in quadriga al passo. Es. CN.D MI.

 

Questa è l’unica testimonianza pervenutaci di una sì eccezionale unione di monetali; si può dunque supporre, dato che i nomi dei due censori dell’anno sono iscritti su tutte le monete, che essa sia stata decisa da una commissione speciale nominata per affrontare qualche straordinaria spesa.

Durante i pochi anni successivi, 91-89 a.C., che coprono il periodo della guerra sociale, la produzione nella zecca di Roma fu assai copiosa. Solo nella zecca urbana, nel 91 a.C., ci furono sei monetali ordinali; nel 90 a.C. ce ne furono come minimo cinque. Solo nell’ 89 a.C. essi tornarono al canonico numero di tre. A partire da questa data la zecca sembra essere ritornata più di una volta alla sua normale situazione (i monetali ordinari variarono di numero da tre a uno).

Diversi esempi tra 91 e 82 a.C. appaiono di III VIR (triumvirato) o II VIR  (diumvirato), il titolo di III VIR si incontra fino al 72 a.C. circa, quando esso appare nella coniazione di Mn. Aquillius. Tra 72 e 50 a.C. la sigla III VIR compare solamente nove volte e precisamente nelle seguenti monete:

 

n.cat.

nom.   

legenda D/         

legenda R/         

datazione

 

317(475)    

den  

.AQVIL. .F.N.III.VIR

VIRTVS/SICIL         

72 a.C.

 

                         

D/ busto della Virtus, drappeggiata, con elmo crestato, con piuma sul lato. A s. III.VIR A d. VIRTUS.

R/ il console Mn. Aquillius, con lo scudo, in atto di rialzare la personificazione della Sicilia caduta sui ginocchi. A s:  .F. .N A d.  .AQVIL Es. SIC(IL)

 

323(486)     

 

den

C.HOSIDI.C.F.GETA III VIR

 

325(488)     

den 

L.TORQVAT.III VIR

SIBVLLA  

336(479)     

den 

CALDVS III VIR

C.COEL.CALDVS COS L.D.S.

338 

den

P.FONTEIVS P.F.CAPITO III VIR

 

.  .FO  .TR.MIL

 

den

P.FONTEIVS CAPITO   III VIR

CONCORDIA/T.DIDI.IMP.VIL.PVB.

345(485)    

den

L.FVRI CN.F.BROCCHI  III VIR

 

353(478)    

den 

S.C.MESSA.F.PATRE.COS LONGIN III.V

V          

355(472)

den

ACILIVS III.VIR CAESAR

SALVTIS/VALE

 

[CIL VOL.I P.II-APPENDIX NUMMORUM]

 

Alcune delle coniazioni, come quelle di L. Calpurnius Piso Frugi (88 a.C.), L. Julius Bursio (85 a.C.), L. Papius (80 a.C.), L. Roscius Fabatus (70 a.C.), e C. Calpurnius Piso L. f. Frugi (64 a.C.), furono di così considerevoli dimensioni che nella maggior parte dei casi richiesero la fabbricazione di alcune centinaia di differenti stampi.

          

D/ testa laureata d’Apollo A s., simbolo: patera o scudo visto dall’interno.

R/ cavaliere con la frusta, al galoppo. In alto, simbolo: lucertola. Sotto S.L.FFRVC.



 

 

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