N. 6 - Novembre 2005
LA TRATTA DEI BAMBINI
Tre
paesi a confronto: Cecenia, Repubblica ceca e
Slovacchia
di Leila
Tavi
La nuova campagna dell’UNICEF “End
child eXploitation” è una denuncia del commercio
illegale di bambini che coinvolge ogni anno 1.200.000
vittime tra i minori. L’International Service for
Human Rights nel suo “Annual Report 2004” considera
il trafficking in human beings, lo
sfruttamento degli esseri umani a scopo di lavoro
forzato o prostituzione, come una nuova forma di
schiavitù. E’ stato stimato che la tratta degli esseri
umani, la moderna schiavitù, ha un giro di affari tra
i 7 e i 10 miliardi in cui milioni di persone sono
impiegate nella prostituzione, nell’accattonaggio, nel
lavoro sommerso e sono sfruttate per il traffico di
organi. Stime del genere sono paragonabili solo al
traffico di armi o di stupefacenti.
Il trafficking è stato
menzionato per la prima volta in un documento
ufficiale internazionale nel Protocollo addizionale
alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la
criminalità organizzata trasnazionale stilata in
occasione dell’incontro svolto a Palermo nel 2000, i
cui sono state individuate per la prima volta le fasi
del trafficking: il reclutamento, il transito,
lo sfruttamento e la ricollocazione; per il “traffico”
sono necessarie almeno le prime due delle fasi
indicate, per la tratta tre, tra cui la ricollocazione,
intesa come riutilizzo nell’ambito lavorativo una
volta cessato lo sfruttamento per la prostituzione.
Il Protocollo ad oggi è stato
ratificato da 85 Stati, di cui 60 sono Paesi in via di
sviluppo, tra cui Albania, Brasile, Bulgaria, Equador,
Kenya, Nigeria, Filippine, Polonia, Romania e Ucraina.
Tra i paesi industrializzati hanno ratificato il
Protocollo di Palermo Belgio, Francia, Russia e
Spagna; l’Italia, come Giappone, Gran Bretagna,
Grecia, Olanda e Stati Uniti, pur avendo firmato il
trattato, non lo ha ancora ratificato. Motivo d’onta
per il Parlamento italiano; primo perché l’Italia è
una delle principali luoghi di destinazione per le
persone trafficate, secondo perché è stata firmata a
Palermo. Tra i paesi che non hanno ratificato bisogna
includere la Cina, che non ha neanche firmato il
protocollo.
Un Protocollo “scomodo”, forse per
questo alcuni dei paesi industrializzati ne ritardano
la ratifica, perché interferisce in importanti materie
del diritto interno degli Stati. L’art. 10 del
Protocollo di Palermo introduce la criminalizzazione
della tratta e i reati connessi alla fattispecie della
tratta; l’art. 3 prevede esplicitamente la tratta a
scopo di sfruttamento sessuale.
Nel 2003 è entrata in vigore la
Convenzione ONU sulla Protezione dei diritti di tutti
i lavoratori migranti e dei membri delle loro
famiglie, che non è stata ratificata da nessun paese
europeo, Italia inclusa, naturalmente.
Il Consiglio d’Europa ha istituito il
30 aprile 2003 un comitato ad hoc di azione contro il
traffico e la tratta di esseri umani (CAHTEH –
Committee on action against trafficking in human
beings), incaricato di redigere una Convenzione
europea a riguardo. Amnesty International,
Anti-Slavery International e altre 50 ONG si sono
rivolte al CAHTEH affinché garantisca che il testo
della Convenzione europea faccia rientrare i fenomeni
del trafficking e della tratta i reati contro i
diritti umani.
I migranti nel mondo oggi sono 175
milioni di persone; tra il 1985 e il 2000 il fenomeno
ha avuto un incremento del 70%. L’ILO,
l’Organizzazione internazionale del lavoro, ha reso
noto in un rapporto che, nel 2000, i bambini
trasportati illegalmente sono stati più di 1 milione.
L’ECPAT, lo Europe Law Enforcement
Group ha pubblicato nel 2004 uno studio intitolato
Joint East West research on trafficking in children
for sexual purpuses in Europe: the sending countries,
che è il risultato di un’accurata inchiesta svolta nei
Paesi dell’Europa centrale e orientale sullo
sfruttamento dei minori a scopo sessuale e per il
turismo sessuale in quei paesi.
Vorremmo in questo contesto analizzare
la situazione della Repubblica ceca, caso particolare,
perchè è, nel traffico di minori, paese di
provenienza, di transito e di destinazione allo stesso
tempo. Del traffico di minori e del loro sfruttamento
sessuale a scopo di lucro si è parlato molto nei
giornali in questi ultimi tempi a causa della “zona
franca” lungo la frontiera con la Germania, dove per
la strada a prostituirsi per i clienti stranieri sono
i bambini.
Un’operatrice di strada per il progetto
Kara, Cathrin Schauer, ha osservato dal 1996 al 2003
500 ragazze e ragazzi avviati alla prostituzione
volontariamente o perché costretti dai genitori.
Cathrin Schauer ha pubblicando una monografia con il
patrocinio dell’UNICEF, il risultato delle ricerche
condotte dall’operatrice umanitaria attraverso
interviste a 200 persone coinvolte in quello che è
considerato“il traffico dei bambini da marciapiede”
nella Repubblica ceca: prostitute adulte, bambini,
operatori dei sevizi sociali, agenti, frequentatori
occasionali, clienti e famiglie consenzienti.
La zona di confine tra i due stati è
stata soprannominata il “paradiso dei pedofili”, per i
turisti del sesso che provengono nella maggior parte
dei casi dall’Austria o dalla Germania; l’identikit
del cliente tipo è un uomo distinto di un età che può
variare dai 18 agli 80 anni, della media borghesia.
Le bambine e i bambini hanno un’età dai
6 ai 12 anni; si trovano sui marciapiedi, all’ingresso
dei supermercati, ai distributori di benzina, alle
fermate degli autobus e provengono da famiglie
disagiate o appartengono a locali comunità ROMA, o da
altri clan ROMA slovacchi, o vengono portati da altri
paesi dell’Europa dell’Est, come Romania, Albania,
Ucraina. La tariffa varia dai 5 ai 25 euro per servizi
standard, molte volte vengono “ripagati” per i servizi
con capi d’abbigliamento o dolciumi. Spesso sono i
bambini più grandi a fare da protettori ai fratelli
piccoli.
Molte volte la trattativa avviene in
case private, dove con la connivenza dei parenti i
bambini subisco le violenze più atroci. Per il turismo
sessuale la pubblicità è fatta attraverso il web, dove
accanto alla foto del bambino è indicata la tariffa e
le “prestazioni”; in molti casi i bambini vengono
“affittati” dai turisti per intere settimane.
La Commissione europea ha stanziato
all’inizio del 2004 700.000 euro per un progetto di
co-operazione tra la Repubblica ceca, la Gran Bretagna
e l’Olanda con l’intento di debellare la piaga del
prostituzione minorile al confine ceco.
Una ONG internazionale, “La Strada”,
che si occupa principalmente di traffico di persone,
ma che è impegnata anche sul fronte della tratta dei
minori nell’Europa centrale e orientale a scopo
sessuale, ha ricevuto un premio nell’ambito della
campagna Exit organizzata dall’emittente MTV contro il
traffico di persone per la prostituzione. La Strada è
una delle ONG impegnate sul campo nella Repubblica
Ceca, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e
l’educazione nelle scuole.
A giugno è stato pubblicato lo studio
di Eva Vanícková, della Facoltà di medicina
dell’Università Karlova di Praga, che ha intervistato
1.585 bambini delle scuole elementari di Cheb e Praga.
Lo studio ha dimostrato che nonostante le azioni
intraprese dal governo nel 2000 con il Piano nazionale
per combattere lo sfruttamento sessuale a scopo
commerciale dei minori (Risoluzione n. 698 del giugno
2000) e la ratifica del Protocollo di Palermo alla
fine del 2002 le strutture a sostegno dell’infanzia
non sono ancora sufficienti per poter effettuare
un’efficace campagna di prevenzione e per poter
fornire supporto morale e materiale a chi è vittima
dello sfruttamento.
Il 75% dei bambini di Cheb e il 65% di
quelli di Praga sono a conoscenza del fenomeno della
prostituzione minorile; il 18% delle bambine la
considera un’opportunità per raggiungere il benessere
sociale; il 25% dei bambini lo considera un modo per
procurasi i soldi necessari per la droga; il 9,5% dei
bambini di Cheb e il 6% dei bambini di Praga pensano
che potrebbero essere coinvolti nel giro di
prostituzione; almeno il 14% di loro ha già ricevuto
una proposta di sesso a pagamento da un adulto; i
bambini di Cheb che abitano nei quartieri in cui c’è
prostituzione vedono ogni giorno altri bambini
prostituirsi, a volte loro compagni di classe.
Ricordiamo ancora che questa indagine è stata
effettuata tra bambini della scuola elementare.
Nonostante la collaborazione tra la
polizia ceca e quella tedesca di frontiera, a livello
istituzionale manca qualsiasi tipo di accordo
bilaterale tra i due Stati. Ancora è troppo altro il
tasso di corruzione tra gli agenti dell’ordine, che
spesso sono implicati in prima persona in questi
traffici. I bordelli e i night bar proliferano sul
confine, i gestori sono quasi sempre locali, dei
proprietari, spesso organizzazioni criminali
internazionali che riciclano denaro investendolo in
locali notturni, non si fa parola; troppo spesso dai
“Pastáky”, gli orfanotrofi, spariscono i
bambini; troppo facilmente durante il lungo processo
burocratico legato alla richiesta di asilo politico di
bambini cosiddetti “non accompagnati” (UAMs –
Unaccompanied minors) questi ultimi spariscono.
Il commercio del sesso nella Repubblic
ceca è diventato ormai un business delle classi medio
borghesi, con proventi da milioni di dollari, una vera
e proprio money-making industry per le
organizzazioni criminali internazionali che hanno
trovano nel traffico di bambini e dei loro organi un
modo facile, meno rischioso e più remunerativo del
traffico di armi o di droga, per arricchirsi.
Riferimenti
bibliografici:
http://www.worldrevolution.org/guide/humantrafficking
Mark Fernandes, “New project joins
Czech Republic in fight against trafficking in
persons”, in Radio Praha, 18.06.2004,
http://www.radio.cz/en/article/55144
Joint East West research on trafficking in children
for sexual purpuses in Europe: the sending countries,
a cura di Muireann O’Briain, Anke van den Borne e Theo
Noten, Amsterdam, ECPAT, 2004
Cathrin Schauer, Kinder auf dem
Strich. Bericht von der deutsch-tschechischen Grenze,
Bad Honnef, Horlemann, 2003
UNICEF, “End child eXploitation”,
2005
http://www.unicef.org.uk/campaigns/campaign_detail.asp?campaign=16
Eva
Vanícková,
Dětská prostituce,
Praga, Grada, 2005 |