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N. 4 - Settembre 2005

LA NUOVA TESTA DI COSTANTINO

Notizie, presentazione ed esposizione dopo il recente ritrovamento

di Antonio Montesanti

 

Il 28 luglio 2005 è avvenuta la presentazione ufficiale dell’ultimo rinvenimento ‘notevole’ che ha restituito la città di Roma. Durante gli scavi archeologici nell’area del foro di Traiano, è stata rinvenuta una testa “enorme” raffigurante probabilmente l’imperatore Costantino I e appartenente ad una statua di oltre due metri, di cui non si sono trovate altre tracce. In buono stato di conservazione, il ritratto misura poco più di 60 cm d’altezza, ed è in marmo bianco di Carrara e dal momento in cui è stata presentata è stata sottoposta a restauro per essere esposta in data unica, all’interno dei Musei Capitolini a Roma, il 17 settembre in occasione della Notte Bianca.

 

 

La testa, rinvenuta durante gli scavi archeologici, finanziati con fondi per Roma Capitale, era incastrata all'interno del condotto fognario principale che si trova nella zona periferica di confine tra il Foro di Traiano e quello di Augusto. Il condotto era ostruito da depositi fangosi e da scarichi di materiale ceramico di età medievale.

 

Il reperto è stato immediatamente presentato dal Sindaco di Roma Walter Veltroni, accompagnato dell'assessore alle Politiche culturali del Comune, Gianni Borgna proprio nell’ala del palazzo dei Conservatori presso gli stessi Musei Capitolini che ospitano già una testa e alcuni frammenti di un’altra statua dell’imperatore.

 

"Si tratta di un altro dei capolavori offerti da questa scatola magica che e' Roma: dopo secoli continuano a riemergere dalla terra di questa città le testimonianze di un passato lontano. Ed e' un fatto importante che questo ritrovamento sia stato realizzato proprio in questi giorni in cui Roma e' sotto l'attenzione mondiale per le minacce del terrorismo. Noi siamo il prodotto di questa lunga storia – ha esordito il sindaco Veltroni – che va tutelata e conservata: una scoperta di così ampie dimensioni ci riempie di speranza e ottimismo anche per il futuro."

 

"Un tesoro in più – ha aggiunto il sindaco – che riemerge inatteso dalla terra, confermando agli scettici che, nonostante i saccheggi e le devastazioni subite, il cuore antico di Roma resta una importante miniera di emozioni e scoperte. Ed esaltando la capacità unica al mondo di questa nostra città di imporre e rendere continuamente presente il proprio passato, la storia da cui tutti noi siamo nati e che deve continuare ad ammaestrarci e a farci da bussola in questi giorni di violenza e tensione".

 

«Una soddisfazione immensa – ha commentato  l'Assessore Borgna –. In  undici anni, cioè da quando si cominciò a lavorare nel Foro di Nerva, i Fori non sono stati avari con chi li ha giudicati uno scrigno ancora capace di celare dei gioielli. Tra le scoperte più recenti, ricordiamo la statua del guerriero Dacio, che avrebbe fatto parte di un complesso monumentale più ampio, e i marmi pregiati riportati alla luce sul pavimento della Basilica Ulpia».

 

La facilità con cui si è individuato il sembiante dell'imperatore è dovuto al fatto che  “la scultura assomiglia moltissimo al Costantino dei Musei Capitolini”. Questa identificazione è stata ottenuta grazie anche al buono stato di conservazione in cui versava la testa, stato che ha fatto anche notare tracce di scalpellatura “anomala” che sempre secondo Borgna e' stata ottenuta rilavorando un precedente ritratto imperiale.

 

I depositi fangosi e agli scarichi di materiale ceramico di età medievale che hanno otturato la cloaca hanno consentito uno stato di conservazione decisamente buono.

 

Il tentativo di dare una risposta alla questione del rinvenimento all’interno di un condotto fognario, il principale del Foro, ha imposto la prima risposta, sulla volontarietà dell’atto: la scultura non è caduta all'interno della fogna, bensì vi è stata volutamente introdotta. In seguito a questo “accertamento” si sono già tentate due strade interpretative.

La prima, per una damnatio memoriae o “nascosta da chissà chi, per chissà quali motivi” ha condotto a riferire la scoperta al calo di popolarità o all'avversione manifestata in occasione dei ventennalia (326 d.C.), dell'imperatore cristiano e sfociata in possibili tumulti in una Roma ancora largamente pagana.

 

La seconda, molto più verosimile, riporta all’esigenza di utilizzare oggetti di mole massiccia e di forme stondate per spurgare le fogne trascinandoveli al loro interno a forza.

 

Il recupero di questa scultura nell'area del Foro di Traiano appare assai significativo perché 'documenta la presenza, all'interno del complesso monumentale, di immagini imperiali tardo antiche di grandi dimensioni, che si aggiungevano alla galleria di ritratti della famiglia imperiale, anch'essi di proporzioni colossali, la cui esistenza era già nota grazie ai ritrovamenti del passato'.

 

Comunque sia, il Foro continua ad offrire la traccia giusta a chi sostiene che rinserri, e possa rivelare agli archeologi che continuano a scavarlo, altre sculture di grandi dimensioni, sempre relative agli imperatori e ai membri della loro famiglia.

 

Di grandi dimensioni, ma non eccezionalmente grandi per lo stile, per il periodo e per altre testimonianze dell’epoca, alta poco di più di due piedi romani; secondo l’interpretazione del Prof. Eugenio La Rocca, Soprintendente Archeologico del Comune di Roma, mostra i tratti dell'imperatore Costantino I, e risalirebbe all'epoca della famosa battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.), nella quale il neo-cristiano Costantino strappò vittoria e vita al rivale pagano Massenzio. Per questo il “colossale” ritratto del primo imperatore cristiano, sempre secondo E. La Rocca, "raffigura lo schema iconografico del periodo in cui l'imperatore entrava trionfalmente a Roma, dopo la vittoria su Massenzio a Ponte Milvio e quindi dovrebbe risalire ad un periodo compreso tra il 312 e il 320 d.C.”

 

«La testa raccolta è affiorata alcuni giorni fa lungo il bordo estremo sud del foro di Traiano, all'altezza del luogo dove abbiamo individuato il basamento della statua equestre dell'imperatore. Era infilata sotto uno strato di terriccio in una conduttura di scarico che stavamo disostruendo. Una delle ipotesi è che quel grande blocco di marmo, sopravvissuto alla distruzione del colosso di marmo a cui era appartenuta, sia stato usato dopo il crollo dell'Impero come tappo per ripulire la fognature e lì abbandonata. La seconda ipotesi è che invece quella singolare collocazione sia uno sfregio voluto che risalirebbe al 326, quando per celebrare il ventennale del suo insediamento, Costantino venne a Roma, scatenando, ci dicono le fonti, forti manifestazioni di protesta di quella vasta fascia di popolazione che non aveva accettato l'abiura degli dei pagani e l'adesione ufficiale al cristianesimo.

 

Rivolte che culminarono con la mutilazione è l'abbattimento delle effigi di cui, dopo la vittoria su Massenzio, Costantino aveva costellato gli edifici del Foro e del Palatino». «Sull'attribuzione – prosegue il Soprintendente – non ci sono dubbi. Si tratta sicuramente di un ritratto di Costantino, eseguito nel IV secolo d.C. da un artista di buona mano. E rimodellato, come all'epoca molti Cesari usavano fare, su una statua di qualche predecessore, come confermano la stempiatura e i ritocchi di scalpello visibili sulla fronte. L'iconografia dell'imperatore è scandita da tre fasi diverse. La prima lo ritrae da giovane. La seconda, cui appartiene questa testa e quelle ancora più grandi in bronzo e in marmo che con serviamo ai musei capitolini, ne immortala le sembianze da principe assoluto. La terza ne esalta il potere dopo la fondazione di Costantinopoli. Nono stante la sua popolarità i ritratti di Costantino che ci restano si possono contare sulle dita di una mano, cosa che accresce l'importanza del ritrovamento». Per quanto riguarda il restauro «un paio di mesi dovrebbero bastare – spiega il soprintendente Eugenio La Rocca. – Sarà poco più di una ripulitura, visto che questo prezioso frammento, protetto dalla terra e rimasto per tanti secoli in letargo, si trova in buone condizioni».

 

Al termine della presentazione/illustrazione in un comunicato congiunto, hanno assicurato che la testa dell'imperatore verrà esposta al pubblico in una delle sale d'onore dei Musei Capitolini, divenendo una delle attrazioni maggiori della prossima Notte Bianca, il 17 settembre, nel corso della terza maratona notturna della città.

 

Vedi anche: COSTANTINO IL GRANDE E LA BATTAGLIA DI PONTE MILVIO - La vittoria di una scelta

 

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