N. 99 - Marzo 2016
(CXXX)
HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC
GLI OCCHI DI MONTMARTRE
di
Claudio
Tassini
Nato
nel
1862
ad
Albi,
nella
Francia
meridionale,
da
una
famiglia
aristocratica,
Henri
de
Toulouse-Lautrec
ebbe
per
sempre
la
vita
segnata
da
un
incidente
accaduto
quando
era
molto
piccolo.
Nel
1878
nel
salone
della
sua
casa,
a
causa
del
pavimento
non
ben
incerato,
il
piccolo
cadde
rompendosi
il
femore
sinistro.
L’anno
seguente
il
destino
si
accanisce
nuovamente
su
di
lui:
scivolando
in
un
fosso
si
frattura
l’altra
gamba.
Ad
aggravare
la
situazione
c’era
la
picnodisostosi
di
cui
era
affetto
fin
dalla
nascita,
una
malattia
genetica
delle
ossa.
Le
fratture
ossee
non
riuscivano
a
risarcirsi,
non
permettendo
agli
arti
inferiori
di
crescere
correttamente;
essi
smisero
di
crescere,
mentre
il
busto
continuò
la
sua
normale
evoluzione.
Il
primo
a
occuparsi
della
sua
educazione
artistica
fu
il
pittore
sordomuto
e
amico
del
padre,
René
Princeteau,
il
quale
lo
incoraggiò
a
raffigurare
soggetti
sportivi.
Fu
lo
stesso
Princeteau
che,
nel
1882,
lo
esortò
a
frequentare
lo
studio
di
Léon
Bonnat,
pittore
e
professore
di
pittura
allora
molto
seguito.
Nel
1883,
nella
città
di
Pau,
espone
il
suo
primo
quadro
Un
petit
accident
con
lo
pseudonimo
di
Monfa,
dove
lo
stile
era
ancora
legato
a
quello
di
Princetau.
Nello
stesso
periodo
si
avvicina
al
gruppo
d’avanguardia
Artistes
Incohérents,
pittori
e
illustratori
di
Montmartre.
Dal
1885
iniziò
a
frequentare
costantemente
il
quartiere
di
Montmartre,
poi
rappresentato
in
molteplici
raffigurazioni.
La
sua
produzione
si
ispirò
in
gran
parte
ai
soggetti
scenici,
alle
ballerine
di
Can-can,
alle
attrici
della
Parigi
della
Belle
Epoque
che
si
esibivano
al
Moulin
Rouge.
Henri
ne
era
assiduo
frequentatore;
tra
le
ballerine
più
ritratte
va
ricordata
Louise
Weber,
detta
anche
“La
Goulue”,
la
Golosa,
ovvero
l’inventrice
del
Can-can:
celebre
è il
manifesto
del
1891
dove
veniva
pubblicizzato
il
locale
e la
sua
famosa
ballerina.
Nel
1886
conobbe
Vincent
Van
Gogh,
ritraendolo
nel
1887
Ritratto
di
Van
Gogh,
e
affittò
uno
studio
a
Montmartre
dove
rimarrà
fino
al
1897.
L’ambiente
offerto
dal
quartiere
parigino
lo
rese
libero
di
esprimersi,
non
sentendosi
giudicato
per
il
suo
fisico.
La
sua
arte
si
fuse
con
i
personaggi
di
quel
luogo
che,
ricco
di
eccessi
e
personaggi
stravaganti,
fornirono
al
giovane
pittore
spunti
che
avrebbero
lasciato
un’impronta
unica
e
formidabile
nell’arte.
Toulouse
amava
dipingere
le
donne
nei
momenti
di
maggiore
intimità
per
fermare
sulla
tela
la
loro
semplice
essenza,
di
questo
ne è
uno
stupendo
esempio
La
toilette,
opera
del
1886
conservata
al
Musée
d’Orsay,
dove
la
protagonista
è
una
prostituta
che
ha
appena
terminato
di
lavarsi.
Nel
1887
espone
insieme
agli
amici
Bernard
e
Van
Gogh
al
Grand
Bouillon,
all’interno
della
sala
ristorante;
questa
esposizione,
lontana
da
essere
una
classica
e
raffinata
galleria
alla
moda,
vide
per
la
prima
volta
esporre
i
suoi
quadri
presso
un
pubblico
popolare.
Il
1889
espose
ancora
con
gli
Incohérents,
usando
lo
pseudonimo
Pubis
de
Cheval,
e
nel
1889
partecipa
al
Salon
des
Indépendents
organizzato
da
un
gruppo
di
artisti,
a
seguito
di
polemiche
nei
confronti
dei
membri
della
giuria
del
Salon
des
Artistes
Francaise
giudicati
troppo
severi.
Qui
espose
il
Ritratto
di
Forcaud
e
Bal
du
Moulin
de
la
Galette.
Nel
1893
presso
la
galleria
Gaupil
presenta
tutti
i
lavori
ispirati
al
microcosmo
di
Montmartre,
e
qui
Degas,
da
lui
sempre
ammirato,
ne
riconosce
il
talento.
Divenne
uno
dei
disegnatori
e
illustratori
più
in
voga
di
Parigi,
famosissimi
infatti
sono
i
suoi
manifesti
pubblicitari.
Ne
eseguì
trenta,
per
balletti,
opere
teatrali
e
soggetti
ispirati
ai
locali
dove,
oltre
a
bere,
si
poteva
assistere
a
spettacoli
di
intrattenimento
vari,
tra
cui
Moulin
Rouge:
Bal
Touse
les
soirs,
Divan
Japonais,
Aristide
Bruant
all’Ambassadeurs,
che
realizzò
nel
1892.
Questa
litografia
a
pennello
è
una
delle
opere
più
note
del
pittore,
che
ritrae
il
cabarettista
e
cantante
con
sciarpa
rossa
e
cappello
nero.
Realizzò
inoltre
illustrazioni
per
le
riviste
“L’art
Francais”
,
“Courrier
Francais”,
“Figaro
Illustré”,
“Revue
blanche”.
È
uno
dei
maestri
più
rappresentativi
della
litografia
a
colori,
dette
una
diversa
e
differente
impronta
nella
tecnica
di
stampa
attraverso
lo
spruzzo
(crachis):
con
uno
spazzolino
da
denti
spargeva
il
colore
durante
le
fasi
di
stampa,
in
modo
che
lo
sfondo
apparisse
puntinato,
mentre
le
figure
in
primo
piano
mantenevano
l’uniformità
del
colore.
Dipinse
inoltre
a
olio
su
cartone,
mescolando
tecniche
diverse
come
olio
e
pastelli.
Dal
1898
iniziò
a
produrre
di
meno,
conseguentemente
alle
frequenti
crisi
paranoiche
e
allucinatorie.
L’abuso
di
alcool
e la
sifilide
contratta
nei
bordelli
ne
minarono
fatalmente
la
salute.
Morì
assistito
dalla
madre
nella
residenza
di
famiglia
a
Malromé,
il 9
settembre
1901.
Autore
di
circa
600
dipinti,
31
manifesti,
350
litografie
e 9
incisioni,
le
sue
opere
sono
esposte
al
Musée
Toulouse-Lautrec
ad
Albi,
sua
città
natale,
al
Musée
d’Orsay
(dove
si
trova
una
sala
appositamente
a
lui
dedicata),
nei
maggiori
musei
internazionali,
oltre
che
nelle
collezioni
di
privati.