N. 20 - Gennaio 2007
SULLA
DESERTIFICAZIONE
Definizione e storia
di
Matteo Liberti
I
grandi deserti del mondo come oggi li conosciamo sono
stati formati da processi naturali che si sono
sviluppati in lunghi intervalli di tempo. Durante la
maggior parte di questi periodi, i deserti si sono
modificati indipendentemente dalle attività umane, ma
negli ultimi mille anni la componente antropica nella
modificazione della terra ha avuto un rilievo
innegabilmente determinante.
La
desertificazione è in generale un problema di
degradazione della terra che ad oggi condiziona quasi
il cinquanta per cento delle aree emerse, a causa
soprattutto di una cattiva amministrazione delle
coltivazioni. Se i grandi pascoli ed il
disboscamento sono tra i maggiori responsabili
della desertificazione dei terreni, a ciò va spesso
aggiunta una gestione irrazionale ed ecologicamente
sbagliata delle acque.
Oltre al ben visibile deterioramento della
vegetazione, all’erosione ed alla salinizzazione, gli
effetti della desertificazione possono riscontrarsi
nella drammatica perdita di fertilità del suolo e nel
suo compattamento ed incrostazione.
Fino a poco tempo fa questa problematica sembrava
esser stata poco compresa, in parte perché il problema
venne trascurato nelle sue fasi iniziali, vedendolo
come peculiare solo di certe zone isolate; in parte
perché la prospettiva di nuove terre da coltivare è
sempre apparsa agevolmente dietro l’angolo. Finché
un’azione correttiva è stata rimandata, preferendo
optare per la conquista di nuove terre, la
conservazione della terra non ha avuto così, quale
argomentazione, una buona risonanza.
Fu
all’inizio del ventesimo secolo, quando le facili
espansioni territoriali stavano per terminare, che i
governi e le persone finalmente si resero conto che la
continuata ed imprudente degradazione delle risorse
naturali stavano compromettendo il loro futuro sulla
terra…
Il
decennio che iniziò nel 1950 vide il primo sforzo
universale per richiamare l’attenzione di tutti sui
problemi delle regioni aride.
Tutto cominciò quando l’UNESCO (United Nations
Educational, Scientific and Cultural Organization)
lanciò il suo Major Project
on Scientific Research on Arid Lands. Era il 1951.
Quel progetto condusse alla pubblicazione di un
bollettino, ad alcuni provvedimenti per la concessione
di fondi agli istituti di ricerca sulle zone aride,
all’organizzazione di conferenze e simposii ed alla
pubblicazione di una serie di ricerche e rapporti
speciali.
Il
Major Project terminò nel 1962 e venne assorbito nel
più generale programma dell’UNESCO sulle risorse
naturali.
L'impeto generato dal progetto UNESCO condusse presto
ad un aumento dell’interesse per la questione.
Nel 1970 i maggiori scienziati specialisti erano ormai
pienamente consapevoli della grandezza della
distruzione della terra che aveva avuto luogo nel
passato e soprattutto che ciò stava diventando ancor
più grave in relazione all’aumento generalizzato della
popolazione terrestre.
Ci
fu poi un evento, in quel periodo, che servì per
concentrare l’attenzione del mondo proprio sulla
desertificazione: tra il 1969 ed il 1973 ci una
gravissima siccità in Africa che coinvolse sei paesi
già gravemente colpiti dalla desertificazione. Nel
dettaglio: Mauritania, Senegal, Mali, Volta superiore,
Niger e Ciad. Ovviamente, però, anche in questa
occasione vi si presto attenzione troppo tardi;
d'altronde le siccità non erano fenomeni inusuali in
quella zona dell’africa centrale, una simile vi era
stata già tra il 1911 ed il 1914, seguita da molte
altre…
Nel 1977, tra l’agosto ed il settembre, l’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite convocò una Conferenza
Internazionale sulla Desertificazione a Nairobi,
Kenya. Vi erano rappresentate quasi 100 nazioni e
molte organizzazioni internazionali, governative e
non.
Oltre alla visibilità data alla questione, durante i
lavori della conferenza fu elaborato ed approvato un
piano d’azione per combattere la desertificazione e
l’erosione dei terreni.
La
responsabilità per seguire e coordinare la
realizzazione del Piano di Azione per Combattere la
Desertificazione venne affidata allo
United Nations Environment
Program.
Quel che non si riuscì a definire, malgrado
l’organizzazione di una conferenza ad hoc, fu il
significato esatto della parola intorno cui ci si
andava interessando. La sua definizione non è ancora
stata universalmente accettata.
Quella di desertificazione è una terminologia
utlizzata almeno a partitre dal 1949, quando il
botanico Aubreville pubblicò un libro sul clima, le
foreste e la desertificazione dell’africa tropicale.
Egli considerava la desertificazione come la
trasformazione di un terreno produttivo in deserto,
quale risultato di una distruzione della terra causata
dall’erosione del suolo di origine antropica.
Le
cause maggiori di distruzione della terra erano il
disboscamento, l’uso indiscriminato del fuoco e le
coltivazioni eccessivamente estese. La
desertificazione non era il risultato di una
espansione autonoma del Sahara verso l’esterno, ma il
risultato di attività localizzate. Risultato
ripresentabile ovunque.
Aubreville era poi abbastanza chiaro nel definire la
desertificazione dell’Africa tropicale come causata
dall’attività dell’uomo, non essendoci stato, a suo
dire, alcun significativo cambiamento climatico nei
precedenti mille e più anni.
Ancora oggi probabilmente per la maggior parte della
gente, la parola evoca un'immagine mentale di un
paesaggio ostile e sterile che somiglia alla
Death Valley o al Sahara,
ma fortunatamente quell’immagine non si applica alla
maggior parte delle terre che hanno subito
desertificazione. Il processo di desertificazione,
come si diceva all’inizio, è un processo lento di
degradazione che implica un continuo cambiamento
dovuto all’intervento dell’uomo.
Di
solito la desertificazione inizia in una zona isolata
del terreno dove l’uso (da parte dell’uomo) è
diventato super-uso e poi abuso. Da quel luogo, che
può trovarsi nei pressi di un punto di annaffiatura o
di coltivazione, la degradazione del terreno si
espande finche l’abuso non viene interrotto. Più punti
di degradazione del terreno possono unirsi a formare
una macro-area.
Un
altro fraintendimento è quello secondo cui le siccità
sono responsabili della desertificazione. Un terreno
ben gestito non avrà grandissimi problemi a
ristabilirsi da una siccità con il ritorno della
pioggia. La combinazione fatale è data dall’abuso di
terra nei periodi buoni e dalla sua continuazione
durante i periodi di pioggia scarsa.
In
conclusione, la degradazione del territorio non
andrebbe considerata come un nuovo problema
dell’umanità, nonostante l’attenzione generale vi si
sia dedicata solo di recente. L’evidenza storica
mostra che un serio e diffuso deterioramento dei
terreni si verificò già alcuni secoli fa nelle regioni
aride, avendo tre epicentri: il Mediterraneo, la valle
della Mesopotamia, gli altopiani della Cina.
Spesso si tenta di ricondurre la
questione-desertificazione all’aumento della
popolazione registrato alla metà del ventesimo secolo,
ma mentre questo era si un fenomeno tutto sommato
nuovo, quello della distruzione della terra lo
precedette. |