N. 19 - Dicembre 2006
4
MAGGIO 1949
Un giorno, una storia
di
Alessandro Farris
Questo
giorno rimane alla memoria collettiva
come giorno in cui scomparve uno dei
motivi di rinascita della nazione
Italia : la morte del Grande Torino.
Il
Torino era appena andato in Portogallo
per disputare un’ amichevole contro lo
Sporting Lisbona.
Una
partita nata perché il capitano dello
Sporting Lisbona era amico di Ventino
Mazzola.
Quella
partita era la partita di addio al
calcio da parte del giocatore
portoghese.
Il
Torino perde quella partita per 4-3 e
Mazzola, pur febbricitante, non volle
restare a casa.
Il volo
di ritorno appare senza storia.
Questo
nella foto, l’aereo utilizzato per il
volo dei giocatori.
E’ un
FIAT G12.
E’ un
trimotore che era nato come aereo da
trasporto merci durante gli ultimi
mesi prima dell’armistizio dell’8
settembre 1943. L’armistizio ne blocca
la produzione.
Dopo la
guerra e soprattutto dopo il trattato
di Parigi del 1947 è uno dei pochi
aerei che l’Italia può costruire.
Pur
essendo un aereo di avanzata
costruzione (l’accuratezza
aerodinamica delle forme lo fa notare
e la gondola del motore centrale ben
raccordata con l’aereo) non dispone di
radar per il volo cieco.
Questa
sarà un grave mancanza che verrà
pesantemente scontata.
L’aereo
vola.
E’ a
Barcellona. Fa uno scalo tecnico.
Allora
gli aerei erano un po’ come le navi.
Facevano frequentemente scalo per
rifornimento e per controlli tecnici.
Sull’aereo non viene trovato nulla.
L’aeromobile riprende il volo.
A bordo
si ride e si scherza.
Tutti
sanno che ormai non sono lontani da
casa.
C’è solo
da sorvolare Genova e poi si torna a
casa.
Appena
l’aereo sorvola Genova, il primo
pilota chiede all’aeroporto di
Centocelle (l’aeroporto di Torino)
sulle condizioni meteo.
Non vi
sono buone notizie meteo per il
pilota.
Il tempo
è brutto. Vento forte e pioggia a
raffiche riducono fortemente la
visibilità nella zona.
Nonostante queste avverse condizioni
meteo il pilota si avvicina alla
città.
Cosa
succeda ora non lo si sa bene.
Forse
l’altimetro guasto, forse un errore di
rotta.
L’aereo
non è in zona aeroporto.
Ma
dall’aeroporto non lo sanno.
Non c’è
un radar. Non sanno che il pilota ha
voluto cercare l’aeroporto cittadino
piuttosto che cambiare aerodromo e
trovarne uno più sicuro almeno sotto
l’aspetto meteo.
Pochi
minuti dopo le 17.
Un lampo
squarcia il cielo oscurato di pioggia.
Un boato
fa tremare la città.
Sono le
17.05.
Fiamme
divampano dalla basilica di Superga
che domina la città dall’alto dei suoi
700 metri sopra una collina.
I primi
soccorritori trovano i resti delle
valige degli atleti, ma ancora non
comprendono cosa sia successo.
Poi un
borsone sportivo.
Il
colore granata li mette in allarme.
La
scritta “A.C. TORINO” gela il sangue
nelle loro vene.
Quegli
oggetti, quelle valige appartengono a
giocatori che sono a loro familiari.
Sono i
giocatori della loro città.
E’ il
Torino.
Un
documento che fuoriesce da una valigia
fa capire che non si sbagliano.
E’ la
carta d’identità di Valerio Bacigalupo.
Comprendono che il loro amore
calcistico, il simbolo della loro
città, il segno di rinascita dopo una
guerra rovinosa è infranto per sempre.
Un lutto
terribile si abbatte sull’Italia.
L’Italia
sportiva e non si ferma.
L’intera
città di Torino a atto di presenza ai
funerali.
Le bare
della squadra attraversano la città,
che muta in lacrime, rimane ancora
incredula di tale vicenda.
La
coda del velivolo ed intorno i rottami
dell’aereo.
La
notizia raggiunge il Portogallo.
Questa
sottostante è una pagina di un
quotidiano portoghese.
Anche
lì, come ovvio, la notizia ha clamore
soprattutto visto che la squadra
italiana aveva giocato nei giorni
scorsi l’amichevole contro lo Sporting
Lisbona.
In piedi
: Castigliano, Ballarin, Rigamonti,
Loik, Moroso e Mazzola.
Accosciati: Bagicalupo, Menti, Ossola,
Martelli e Gabetto.
Una
grande squadra era scomparsa.
La
nazionale italiana ne avrebbe pagato
lo scotto nel Mondiale di calcio del
1950.
In più
la paura di volare dopo tale incidente
avrebbe portato la nazionale ad un
viaggio in nave verso la sede dei
Mondiali, si disputavano in Brasile,
della durata di un mese.
In
seguito la squadra venne dichiarata
ad honorem Campione d’Italia e
nacque così il mito del Grande
Torino.
Riferimenti bibliografici:
http://www.museudosesportes.com.br/noticia.php?id=1252
http://corporate.alitalia.com/it/press/gallery/history.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Superga_air_disaster.jpeg |